La domenica, da che mondo è mondo, rappresenta un vero e proprio incubo per quasi tutti i comuni mortali, alzare il culo dal letto e muovere le chiappe; il classico giorno di svacco, di ripresa e di riposo settimanale che precede quello dell’odiato lunedì lavorativo. E vuoi perché si è già provati e stanchi dal weekend appena trascorso, piuttosto intenso alle spalle (anche magari da un punto di vista alcolico), vuoi perché specie in questa stagione invernale oramai alle porte diventa più invitante e piacevole guardarsi un bel filmetto la sera o la partita della squadra di calcio del cuore infilati sotto le coperte che andare a un concerto, il rischio per chi organizza eventi, anche di ottimo livello, è sempre alto e dietro l’angolo…
E infatti nonostante una giornata soleggiata e tutto sommato gradevole a livello climatico, con zero nebbia, pioggia, neve e scazzi vari, un biglietto economico e tre band di tutto rispetto nel bill, la risposta è stata purtroppo come mi immaginavo piuttosto tiepida a livello di partecipazione, rispettando a pieno la cattiva tradizione festiva. Ma fortunatamente per me e per i temerari presenti all’appello, le tre formazioni in questione che hanno animato questa domenica del Damage Inc sono tre cazzutissime band italiane di puro thrash metal zero compromessi e tanta attitudine, dove occorreva ben altro per spaventarle: infatti, incuranti di questo dettaglio, hanno pensato solo ed esclusivamente a duellare sul loro campo di battaglia, ovvero il palco, incendiandolo a colpi di decibel, senza risparmiarsi minimamente e con grande impegno, dando vita a un concerto entusiasmante e non adatto a cuori deboli!
Tocca per primi ai vicentini
Element iniziare la contesa; la loro proposta musicale si basa su un thrash metal/groove cantato in italiano, molto tosto e vigoroso, e seguendo in questo senso la linea tracciata molti anni fa or sono dagli
In.Si.Dia, seppur in modo meno diretto e più “moderno”, ma anche più vario. A discapito della loro giovane età, vantano gia’ numerose partecipazioni in molti festival metal prestigiosi, dove già si erano distinti con il loro primo album “
We Are What We Are” che ottene ottimi risultati e buone recensioni.
Oggi ci propongono una scaletta composta interamente da sette brani tutti estratti dall’ultimo studio album “
2198 Secondi di odio” del 2022. Mezz’ora circa a loro disposizione, ma quanto basta per convincere anche chi non li aveva mai visti in azione: riff serrati, velocità, precisione, tecnica e mobilità sul palco che non guasta mai. Il leader
Sebastiano Fracasso (voce/ chitarra) posizionato al centro palco è certamente la figura carismatica e predominante attraverso la quale si muovono attorno gli Element, che a sua volta però si avvale di ottimi e validi musicisti per ottenere questo; la loro forza infatti nasce da questo, nella sinergia tra gli artisti coinvolti per la stessa causa, che deve sempre essere messa a disposizione di tutti per ottenere il massimo risultato. “
Panorama”, “
Pane Quotidiano“, "
Cacciatore" sono stati certamente i momenti memorabili del loro show che si è concluso con una più ricercata e introspettiva “
Anepsi” , forse l’apice compositivo del disco. Prova superata alla grande!
Restiamo sempre a Vicenza, ma stavolta dalla provincia ci spostiamo in città per presentare la seconda band pronta ad esibirsi, i
Bloodfield, che per la speciale occasione ci presenteranno il nuovo album in uscita "
Homunculus Sapiens” (sul quale sarà incentrata tutta la scaletta) attraverso un esclusivo release party. Questa formazione è in realtà piuttosto longeva, in attività dal 2009, e come i concittadini Element è dedita a un thrash metal piuttosto strutturato, seppur più canonico, con sconfinamenti nel death metal, intuibili nel cantato growl e scream alternati in alcune strofe dei loro pezzi. Certamente il vocalist
Filippo Cinetto è uno dei più di forza dei Bloodfield, dotato di una voce potente, ruggente e cavernosa che rende molto aggressiva la loro proposta, che viste le tematiche importanti di cui parlano deve per forza essere costruito attraverso un messaggio forte e violento; la disperazione ossessiva dell’uomo che non trova pace in una vita in cui tutto gli gira tutto storto senza riuscire a trovare soluzioni e via d’uscita. In un album dove non c’è un sound predefinito nonostante la faccia da padrona la matrice thrash metal ovviamente e nel quale si sentono varie influenze, balza all’orecchio la coesione del disco durante l’esecuzione in sede live, arricchito dalla prova maiuscola dei due chitarristi
Domenico Tihanyi e
Marco Olivo, che si sono distinti particolarmente negli assoli, senza nulla togliere alla sezione ritmica composta da
Andrea Dal Cortivo e
Andrea Dessi, rispettivamente basso e batteria, che creano una struttura potente e devastante su pezzi quali "
Pariah”, “
Solitude pt.1/2”, “
Juggernaut”.
Chiude il party dei Bloodfield “
Burning Down” in modo convincente e con una certezza assoluta: in Veneto abbiamo da stasera un pilastro futuro del thrash metal nazionale!
Dal veneto ora ci spostiamo in Emila ed esattamente a Ferrara, terra di origine degli headliner della serata, i veterani
Game Over, che avranno l’onere e l’arduo compito di chiudere la kermesse, rianimando alla loro maniera di collaudata thrash metal band old school ottantiana gli inossidabili fans a seguito. Ci saranno mai riusciti?
Direi di Sì! Inutile dire che il seppur esiguo numero di fans presenti (molti dei quali giovanissimi) era qua solo ed esclusivamente per loro e infatti ancora prima che iniziassero a suonare si erano già assiepati tutti raggruppati sotto palco, pronti per scatenarsi, scapocchiare, saltare e pogare! I ragazzi ferraresi, che sono nella piazza e all’attivo dal lontano 2008, vantano un curriculum invidiabile, composto da ben otto studio album (di cui due EP) piu’ una serie infinita di concerti singoli come testa di serie ed innumerevoli partecipazioni a festival di prestigio, spesso a fianco di artisti metal di fama internazionale; a luglio, ad esempio, proprio nella loro città natale apriranno niente di meno che per
Megadeth, Anthrax e Cavalera.
Personalmente li ho visti esibirsi una miriade di volte nel corso degli anni e debbo dire che nonostante la sostituzione dell’ex grande leader storico
Renato “Reno” Chiccoli (voce e basso) mi avesse fatto storcere il naso e risultasse sulla carta molto difficile e improbabile, mi sono dovuto ricredere ed ammettere che questa nuova formazione a cinque con gli innesti di
Danny Schiavina alla voce e di
Leonardo Molinari al basso spacca e funziona alla grande!
Probabilmente a livello discografico il meglio è stato già composto in passato dai Game Over, ma questo nuovo album uscito recentemente ed intitolato “
Face The End”, (al quale verrà dato molto spazio in scaletta) si accosta benissimo ai loro classici, senza sfigurarne minimamente accanto, ma anzi, dando idea di una grande e ritrovata verve compositiva! La ricetta proposta è sempre la stessa: thrash metal vecchia scuola USA, granitico melodico e corrosivo, dove i grandi maestri della Bay Area ottantiana la fanno sempre da padrona, influenzati non poco però anche da quello europeo; i Testament che si fondono coi Tankard direi, più il loro sound personale in mezzo al mix del tutto ovviamente. Diretti, aggressivi, casinisti, irriverenti, tecnicamente ineccepibili e coinvolgenti da vedere ..questi sono i Game Over live signori..prendere o lasciare!
Un'ora circa a loro disposizione per massacrarci i timpani a dovere, dove ci sputano in faccia nove brani tritaossa a zero compromessi e con tanta attitudine! Da “Face The End”, oltre all’ iniziale “
Lust”, anche “
Veil Of Insanity“, "
Grip Of Time”, “
Nick Breaking Dance”, "
Weaving Fate”, mentre dal recente “
Hellframes” le fantastiche “
The Cult” e “
Call Of Siren”!
Gran finale con due classici, “
Masters” e la mia preferita in assoluto dei Game Over “
Neon Maniacs”, da “
Crimes Against Reality“ , che pone definitivamente fine alle ostilità ed a questa giornata/serata intensa di thrash metal…alla prossima!