Il gruppo nasce a Firenze 1964, in pieno fermento beat, e comprende: i fratelli Ugo e Raffaele Ponticiello (voce e chitarra), Giuliano Giunti (basso) e Ubaldo Paolanti (batteria), che presto viene sostituito da Mauro Sarti. ( poi membro fondatore dei Campo di Marte )
I primi anni beat vedono Gli Spettri incidere alcuni 45 giri, con uno stile che dal vivo aveva un impatto dirompente sul pubblico, visto anche che il gruppo è stato il primo a Firenze ad usare amplificatori per chitarra GRS da 100 watt, una potenza inaudita per l'epoca.
Questi sono anni segnati da alcuni significativi cambi di formazione, nel 1968 Sarti già viene sostituito da Giorgio Di Ruvo, proveniente dai Players, gruppo rhythm and blues, mentre entra nel gruppo l'organista Alessio Rogai, che abbandonerà nel 1970 in favore di Stefano Melani ( i Monaci ).
Un altro bassista, Giuseppe Nenci, transita brevemente nella band nel '70, ma al suo posto arriverà l'anno successivo il più giovane dei fratelli Ponticiello, Vincenzo.
La svolta verso altre atmosfere musicali arriva proprio dal 1970, il beat è oramai un genere esaurito e nel repertorio dal vivo del gruppo, sotto l’influenza dei giovani arrivati : Stefano e Vincenzo compaiono cover di pezzi dell'ambito rock, si va dagli Iron Butterfly ai Deep Purple, passando per i Black Sabbath. Il nome perde l’articolo e diventa semplicemente Spettri.
In sala prove la band inizia a creare sessioni con composizioni originali sulla base di una nuova sensibilità sviluppatasi dall'ascolto dei dischi e gruppi che influenzavano i singoli musicisti, oltre ai già citati c'erano anche Colosseum, King Crimson, ELP, Pink Floyd e tutto quell'immaginario che solo dopo è stato classificato come “prog”, ma che all'epoca era identificato come “avanguardia”.
Il concept che il gruppo crea è davvero particolare, si sviluppa su testi scritti dal cantante Ugo Ponticiello, e narra di un uomo che attraverso una seduta spiritica ricerca se stesso, abbandonandosi alla metafisica e all'Aldilà per ricercare una ragione di vita, ma trovandosi solo a vivere un terribile e reale incubo, dove trova se stesso, ma abbrutito da tutti i mali della società moderna.
La parte musicale sviluppa una suite con un impianto di base rock, con chitarra elettrica, basso, batteria e organo Hammond, che coesistono in un sound che sa anche sperimentare.
La composizione diviene unico repertorio proposto dal vivo nei tantissimi concerti tenuti dalla band, nei maggiori festival pop, soprattutto tra Toscana e Lazio, al fianco dei maggiori gruppi esponenti del genere. “Spettri” vive una stagione molto creativa nel mondo della musica d’avanguardia suonando in vari festival a fianco di gruppi come “Jumbo”, “La vecchia locanda”, “La nuova idea”, ed anche con gli affermatissimi “New Trolls”, “Le orme” ed “Il Banco del Mutuo Soccorso”.
Questa suite venne composta nel 1971, ma registrata live soltanto nel 1972 in un unica sessione, e rimasta inedita fino ad oggi, per un disco che di fatto doveva uscire ma non vide mai la luce. Con la seconda metà degli anni '70, le nuove tendenze musicali, ed un sempre maggiore disinteresse del pubblico nei confronti di una musica colta e da ascolto, porterà il gruppo a trasformare le proprie scelte ed il progetto Spettri rimarrà in sospeso... fino al 2011 quando, grazie a Paolo Strino, (regista ed amico) e Daniele Nuti ( giornalista radiofonico ed esperto musicale) finisce in mano alla Black Widow di Genova che lo pubblicherà con notevole successo su LP e CD. ( Spettri-BW records 2012)
Il successo di critica e il significativo numero di album venduti in Italia ed all’estero tramite l’etichetta discografica genovese “Black Widow” spingono la band verso nuovi e fino allora impensati orizzonti.
Innanzitutto la dimensione live si rivela di grande impatto emotivo . Il pubblico nei concerti di Firenze ( Villa Strozzi, Viper theatre ) di Genova (teatro La Claque) di Antignano (Li) e poi nuovamente a Genova (FIM 2014) mostra di apprezzare molto il sound heavy-prog di Spettri. Nel 2013 la band decide di proseguire il percorso discografico iniziato con la pubblicazione del primo album e, supportati egregiamente da Black Widow, entrano in studio per completare l’opera iniziata quaranta anni prima. Entra nel gruppo il giovane Matteo Biancalani al sax.
Esce dunque "2973 La Nemica Dei Ricordi"; il nuovo concept riprende la storia da dove era terminata alla fine del 1972:
1001 anni dopo, lo stesso protagonista del primo album, dopo aver attraversato la follia trova finalmente la chiave per compiere la sua rivoluzione interiore in un lungo viaggio sul mare a bordo di una nave fantasma che lo cattura e lo trascina in un viaggio simbolico in se stesso.
L'allegoria della nave rappresenta il paradigma dell'incertezza e della fragilità cui sono sottoposte le realtà umane. Le insidie della quotidianità proiettano quelle larve dell'immaginazione che chiudono la mente in una dimensione di paura e orrore. Ma quando la morte sembra essere l'unico riparo dal dolore, la salvezza verrà dalla metamorfosi del nostro spirito.