Come si dice: meglio tardi che mai... eppoi il Doom Metal non si è mai contraddistinto per la sua velocità (e a dir la verità nemmeno il sottoscritto).
Ad ogni modo, ecco con noi Dario Beretta, che ci parla dei Crimson Dawn e del loro album d'esordio: l'ottimo "In Strange Aeons...".
Il vostro primo demo, "A Dawn in Crimson", risale al 2006, come mai avete poi esordito solo nel 2013?
Fondamentalmente, la primissima incarnazione dei Crimson Dawn era uno studio project in cui eravamo coinvolti solo io ed Emanuele Rastelli (Crown Of Autumn), con Mattia Stancioiu (COA anche lui, nonché ex-Labyrinth e Vision Divine) come sound engineer e batterista ospite. Preso atto del fatto che quella demo aveva raccolto buoni feedback ma nessuna proposta concreta per la produzione di un album, mettemmo il progetto in naftalina per un po'. Nel 2009 decisi che era finalmente giusto il momento di resuscitarlo, portandolo in una direzione un po' diversa e facendone una vera e propria band.
Nel frattempo sono cambiati anche i tuoi compagni di avventura... sono mutati anche gli obiettivi musicali che ti eri prefisso?
Indubbiamente. Come ti spiegavo, quando decisi di tirare fuori l'idea Crimson Dawn dall'armadio lo feci con l'intenzione di trasformarlo in una vera e propria band, pronta anche a esibirsi dal vivo. Ovviamente, chiesi subito a Emanuele se volesse partecipare; declinò per mancanza di tempo, ma mi diede la sua "benedizione" a portare avanti il progetto indipendentemente. A quel punto iniziai quindi la ricerca di nuovi elementi. Musicalmente, il mio desiderio era quello di aggiungere una forte componente doom alla matrice della demo originaria, che era più di stampo epic, miscelando così le aperture melodiche "fiere" e ariose che già caratterizzavano la musica dei Crimson con sonorità più oscure e tempi lenti.
Come si è sviluppato nel tempo "In Strange Aeons..." in quale misura hanno contribuito i musicisti che ora fanno parte del gruppo?
In modo molto naturale. Tutti hanno dato il loro contributo; io mi sono occupato della stesura dei brani (eccezion fatta per le due intro, che sono entrambe farina del sacco di Emanuele Laghi, il nostro tastierista) nella loro forma "scheletrica", diciamo, sulla quale ognuno ha poi lavorato arrangiando le proprie parti e proponendo idee. Il processo di songwriting è stato abbastanza lungo, ma questo ci ha aiutato a rifinire meglio i brani e soprattutto a trovare un sound preciso e personale per il gruppo, che ovviamente porteremo avanti anche nei prossimi album.
Sul disco ci sono degli ospiti?
Solo come coristi, ci sono membri ed ex-membri di Crown Of Autumn, Drakkar, In Aevum Agere. Ma nessun vero e proprio guest in funzione "solista".
...nemmeno in spirito?
Ah beh, se andiamo sullo "spirito", mi piace pensare che ci sia anche un po' di Ronnie James Dio in questo disco! Almeno una moneta d'oro della sua immensa eredità musicale, diciamo...
Come mai avete scelto di chiudere il disco con la cover di "Over and Over"?
L'abbiamo registrata quasi per caso: eravamo in studio di registrazione e avevamo finito le batterie con qualche ora di anticipo, così, parlando con Luca (Lucchini, il nostro batterista), ci siamo detti che sarebbe stato carino registrare anche una cover, da usare come bonus track dell'edizione in CD. Essendo entrambi dei grandissimi fan dei Black Sabbath, abbiamo subito pensato a loro. Dopo un breve giro su YouTube in cerca di ispirazione, ecco comparire "Over And Over", pezzo bellissimo e, credo, mai coverizzato prima (almeno, non che io sappia). Abbiamo subito deciso che faceva per noi.
Che mi dici invece della copertina? La trovo fantastica e azzeccatissima!
La adoro anch'io. Si tratta della foto di una tomba del cimitero monumentale di Milano, opportunamente ritoccata a Photoshop. Per chi non lo sapesse, il monumentale è praticamente un meraviglioso museo a cielo aperto, se passate dalle parti di Milano dovete assolutamente visitarlo.
Ora, a distanza di qualche mese dalla sua uscita, siete ancora soddisfatti di quanto realizzato? Quali riscontri e feedback avete avuto?
Assolutamente sì, per quanto mi riguarda sono soddisfattissimo del risultato finale che abbiamo ottenuto e ancora oggi lo riascolto con gioia, cosa che non sempre capita con i propri lavori: ogni musicista che abbia realizzato dei dischi potrà confermartelo. Anche la critica ci ha premiato con una serie di recensioni estremamente positive. Buonissimo anche il riscontro del pubblico, ovviamente nei limiti di quelli che sono i numeri di una band underground come la nostra.
Viste le tue passioni calcistiche, non mi sarei stupito di scoprire in occasione dell'esordio, uno spostamento del nome del gruppo verso altri colori... qualcosa tipo Black Red, oppure tieni questo moniker per un tuo prossimo side project Black Metal?
Potrebbe essere un'idea! Peccato che di Black Metal io non ne capisca una mazza... però mi son sempre piaciuti gli Emperor! Ehehe.
Non hai mai pensato di dedicare una canzone a quello che è lo sport nazionale per eccellenza? No, non mi riferisco allo "sputtanamento reciproco" ma al calcio... peraltro pure i Bulldozer lo fecero su "IX".
Il calcio ha una grande potenza metaforica ed è un veicolo di emozioni fortissime, penso che in un contesto heavy metal potrebbe assolutamente starci, ma personalmente non credo sarei in grado di scrivere qualcosa sull'argomento senza ottenere un effetto di comicità involontaria... quindi penso che resterò fedele ai miei spadoni e Grandi Antichi!
Quali sono quindi i temi che avete affrontato sulle canzoni che fanno parte di "In Strange Aeons..."?
Come ho appena scritto: spadoni e Grandi Antichi! Battute a parte, i testi sono coerenti con quella che è l'atmosfera epica e al tempo stesso oscura dei nostri brani. Abbiamo tratto ispirazione tanto dalla weird fiction di Lovecraft e Poe quanto dall'heroic fantasy più cupa, quella di Howard e Moorcock, per intenderci. Il tutto per creare degli "affreschi" di parole che accompagnino la musica nel modo migliore.
Metal e Fantasy: due termini che spesso vanno molto a braccetto. Dando per scontata la tua passione per il Metal... che rapporti hanno i Crimson Dawn con la Fantasy?
Come da risposta precedente, si tratta sicuramente di una delle fonti di ispirazione primarie per i nostri testi, soprattutto nelle sue varianti più oscure e "sepolcrali", quelle al confine con l'horror. Dal punto di vista lirico, credo che i Crimson Dawn si inseriscano appieno nella tradizione delle grandi metal band degli anni '80.
Talvolta ho l'impressione che la Fantasy venga considerata un po' la cugina povera delle letteratura "seria e colta"... proprio come talvolta accade per l'Heavy Metal nei confronti dell'intero universo musicale, che ne pensi?
Sicuramente in molti vedono la fantasy, e in molti casi anche la science-fiction, come letteratura "da cesso", passami il termine, una serie di cliché, magari anche ben costruiti, ma imparagonabili alla narrativa "colta". Io penso invece che fantasy e sci-fi siano una potentissima fabbrica di metafore, capace di farci riflettere sulla natura umana, ma vista attraverso lo specchio deformante e accattivante dell'avventura e della fantasia. L'uomo ha iniziato a scrivere favole e creare leggende da molto prima di cominciare a produrre tragedie e penso che non smetterà mai di farlo.
Vi sentite in qualche modo degli alfieri dell'Heavy Metal, in un’epoca in cui i ragazzi ascoltano Limp Bizkit e Linkin Park pensando che siano nati dal nulla?
Non vorrei mettere il dito nella piaga e ricordarti che siamo entrambi invecchiati, ma credo che il nu-metal ormai sia vetusto a sua volta... i ragazzini di oggi li vedo molto coinvolti dal metalcore, credo sia quello il trend del momento... anche se devo dire di aver visto un pubblico molto giovane anche nelle nostre date di supporto ai Ghost, quindi evidentemente c'è ancora un po' di spazio anche per gruppi che non usano scream e growl! Battute a parte, io credo che ci sarà sempre spazio per le sonorità più classiche dell'heavy metal, che sono quelle che io personalmente amo di più, pur apprezzando anche tantissime altre cose. Se nemmeno il grunge è riuscito a ucciderle, ma solo a ricacciarle nell'underground, dubito che possa riuscirci chiunque altro.
State già lavorando a pezzi nuovi? Ricalcherete la linea di "In Strange Aeons..." o pensate sviluppare il vostro sound?
Siamo già al lavoro, sì. Sicuramente non faremo rivoluzioni, porteremo avanti il sound del debut, visto anche l'impegno profuso per crearci una cifra stilistica riconoscibile e precisa. Questo ovviamente non significa che abbiamo intenzione di sedereci sugli allori: sicuramente proveremo qualche soluzione nuova e cercheremo di migliorarci. Il debut è venuto benissimo, ma ovviamente è solo l'inizio di un percorso, non un punto d'arrivo.
Qualche soffiata sui prossimi passi per gli altri progetti che coinvolgono tutti i musicisti del gruppo?
In tempi relativamente brevi dovrebbe uscire il nuovo album dei Betoken di Antonio (Pecere, il nostro singer), ho avuto modo di sentirlo in anteprima e mi è sembrato davvero un ottimo lavoro, un deciso passo avanti! Io invece sto registrando il quinto Drakkar, previsto per l'inizio del 2015. Sarà un album molto diretto, pieno di energia, e uscirà anche in una versione limited celebrativa, visto che l'anno prossimo cadrà il ventennale della band.
Che dire ancora... grazie per l'intervista! A te la conclusione...
Grazie a te dello spazio e della bella recensione! Doom on!