MetalHammer.it ha avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con il chitarrista e cantante degli HateTyler, Marco Pastorino, gruppo autore del pregevole "Vidia", album core dalle diverse sfumature ed influenze. Buona lettura!
Benvento Marco su MetalHammer.it! Siamo lieti di averti qui e grazie per la disponibilità! Parliamo subito degli HateTyler, che hanno sfornato un disco core di grandissima qualità, probabilmente uno dei migliori fino a questo punto dell'anno. Prima di tutto vorrei parlare dei cambi di lineup, fondamentali, a mio avviso, per la riuscita di "Vidia". Che ci puoi dire? È stata dura la ricerca di questi nuovi elementi? Avevate già un'idea del tipo di voce prima di scegliere Stefano Oliva?
Ciao Steve! Grazie mille per le belle parole. Semplicemente quasi fino dai primi vagiti della band, ci siamo ritrovati senza singer. La mia scelta è subito caduta su Stefano, con cui ho da anni un sincero rapporto d’amicizia. Ci siamo ripromessi per tanto tempo di collaborare e l’occasione era finalmente arrivata. Abbiamo suddiviso le parti vocali tra le sue in growl estreme e scream alle mie in pulito per dare tanti colori e sfaccettature diverse a "Vidia". Non volevamo fare un disco tanto per fare, ma un prodotto che ci potesse soddisfare pienamente.
Riguardo al fine cambiamento di orientamento musicale della band. Cosa c'è sotto? Rispetto a "The Great Architect" la contaminazione di altri generi è maggiore, più raffinata e ricercata.
Per scrivere "Vidia", mi sono rinchiuso in casa per diverse settimane, scrivendo con calma il tutto per cercare di mescolare nella maniera più oculata possibile tutto quello che mi piace e sento nelle mie corde. Come hai sentito, puoi trovare sia djent e metalcore, che parti più vicine al progressive, certi arrangiamenti post rock, ma anche power, rock, pop e persino rap, ahah.
Per caso l'evoluzione del vostro metal è dovuta alle vostre diverse influenze musicali od al background artistico, tu stesso fai parte di Temperance e Secret Sphere, magari anche a quelli dei nuovi membri?
Siamo tutti e cinque amanti di moltissime sonoriutà, dai Tesseract, fino a Carcass, Weather Report, Alter Bridge, Miles Davis ecc. Sicuramente aver provato in sala i brani per alcune settimane prima di entrare in studio ha giovato e donato una freschezza sonora non indifferente. Lo si sente dalle piccole cose a mio parere; è tutto stracurato nei dettagli, da uno stacco di batteria, per passare ad un glissato di basso o un minimo respiro di voce.
C'è anche qualcosa fuori dal Metal che vi ispira?
Assolutamente si. Come ti dicevo qualcuno di noi ha passione per fusion , jazz, ma anche pop. Ultimamente ho scoperto due ottime band come Matrimony e Brother Strut, tutto fuori dal metal, ahah.
Nella mia recensione ho citato generi come il djent meshuggiano. Puoi dirci se è una reale influenza o se la musica è uscita così, senza badare troppo al genere?
Mi piace la tua citazione. Quando c’è una 8 corde in campo, il paragone salta subito all’occhio. Vedo più l’influenza di band più odierne come Periphery, Monuments. Proprio rispetto ai Meshuggah, abbiamo a mio parere un sound più leggero e con aperture più melodiche rispetto alla media di questi gruppi di cattivoni, haha. Naturalmente la musica è totalmente spontanea, infatti non ci siamo posti nessun limite. Chissà che in futuro vaglieremo strade ancora diverse, più estreme o leggere che siano.
Cosa ci puoi dire riguardo alla scelta del titolo, "Vidia"? Come digressione personale ti posso dire di averla incontrata in sanscrito durante gli studi accademici, con significati come "chiarezza" e/o "conoscenza" (come "la corretta conoscenza"). Avete attinto da questo o avete dato al termine un significato personale?
La tua è sicuramente una bellissima maniera di definire il titolo. Ma di base "Vidia" parte dalla parole Invidia, donandogli però, a mio parere, maggior impatto ed anche dolcezza, ritagliandola a dovere. L’invidia per tutto c’ho che qualcuno possiede e altri ottengono. Sono sempre più convinto che tutti noi spendiamo molto più tempo a pensare a queste cose rispetto a renderci conto di quanto possiamo essere fortunati ad avere quello che abbiamo. Vedo la vita come una ricchezza che tanti non riescono a vivere fino in fondo.
Nell'artwork avete usato la raffigurazione della dea Hindu Sarasvati (chiamata anche Vidya). Vi ha ispirato anche la cultura orientale nella concezione dell'album?
Mi preme sottolineare il grande lavoro di Simone Bertozzi che è riuscito a catturare totalmente la nostra "visione". La spiritualità è diffusa in tanti brani dell’album, soprattutto la prima e l’ultima canzone contenuta in "Vidia". Io e Stefano abbiamo voluto sviluppare il disco come un vero e proprio viaggio, chiaro riferimento all’Oriente, unendo l’inizio e la fine dell’album anche a livello di testi e tematiche. Forse in pochi lo hanno notato , ma per chi legge attentamente i testi, potrà vedere come questo "viaggio" parta in una certa maniera per prendere altre vie sul finale.
Vorrei concentrarmi ora su alcune tracce. Prima di tutto vorrei sapere qualcosa su "Photograph".
Photograph è un brano alla quale tengo particolarmente; inizialmente era nato per avere una guest femminile nello special dopo il secondo ritornello, mescolandolo ai riff nevermoriani. Il testo a cura di Stefano, parla di argomenti molto diversi rispetto al resto del disco, quanti, momenti precisi della vita e sensazioni di ogni giorno.
Puoi dirci inoltre cosa c'è dietro un altro bel pezzo come "Listen to My Tragedy"?
Quello è un brano che parte sparato a mille , ma dimostra fin da subito una certa tristezza ,di cui è pervaso. Parla di quando, col cuore in mano, vai verso qualcuno per sfogarti ed aprirti totalmente per dividere le emozioni – anche negative – della vita .
Infine mi soffermerei su "Make Me Stronger", una canzone straordinaria. Nella recensione ho citato le ballad dei Dream Theater, è possibile ci sia qualcosa in comune?
Grazie mille per avere citato i Dream , una delle nostre band preferite. Vedo invece il brano più vicino a sonorità rock, da Nickelback a Shinedown per dirla tutta. E’ stranissimo come ogni brano possa vivere di luce propria; "Make Me Stronger" è un brano nato all’alba in 10 minuti, tutta di getto e alla quale abbiamo voluto dedicare spazio nell’album, anche se totalmente fuori e differente dal resto dell’album.
Questa è una curiosità, l'intermezzo rap di "D.D."?!
Quella è stata una follia che c’è venuta in mente poche settimane prima di entrare in studio. In quelle settimane eravamo focalizzati su una band come gli Hacktivist e abbiamo voluto provare a inserire quel tipo di sonorità, sicuramente non nel nostro background.
Ora guardiamo al futuro, qualche idea per il prossimo album?
Ad agosto faremo le ultime due date di supporto a "Vidia", ma fin da ora stiamo buttando giù materiale nuovo per il prossimo album che vorremmo pubblicare non tra molto tempo. Insieme a Federico, sto scrivendo un po’ di materiale che suona in mille sfaccettature diverse. Vedremo come lo svilupperemo nei mesi a venire.
Bene Marco, abbiamo finito, ti ringraziamo per la disponibilità e la pazienza. Ti lasciamo il prossimo spazio per comunicare qualcosa ai tuoi/vostri di fans di MetalHammer.it! Grazie e alla prossima!
Grazie mille a voi ragazzi per lo spazio concessoci. Supporto totale al ritorno in pompa magna di Metal Hammer, una realtà di cui tutti noi attendavamo il ritorno!