I Messiah's Kiss sono un gruppo dalle mille sfaccettature, a partire dai musicisti che ne fanno parte, provenienti da ben tre nazioni diverse. Per approfondire lo stato di forma della band e per entrare nei dettagli del loro nuovo album, tocca guardare all'Inghilterra, terra d'origine del loro bassista Wayne Banks.
Nella lunga pausa intercorsa tra "Dragonheart" e la loro ultima fatica, "Get Your Bulls Out!", sono trascorsi ben sette anni, uno stop prolungato dovuto soprattutto alle difficoltà che hanno dovuto affrontare due dei loro componenti. Un argomento delicato con cui iniziare l'intervista...
Ciao Wayne, prima di tutto Mike e George hanno risolto i loro problemi di salute?
Ciao Sergio, innanzitutto vorrei dire grazie a
MetalHammer Italy per il vostro sostegno ai
Messiah's Kiss.
Mike ha totalmente recuperato dal cancro allo stomaco e ora sta meglio che mai. George ha ancora alcuni problemi, ma si sta riprendendo bene. George è anche stato recentemente in sala prove con noi e ha preso parte al video che abbiamo appena girato.
Benissimo. Ora mi piacerebbe parlare del vostro nuovo album. Penso che abbiate realizzato un gran bel disco e credo che probabilmente sia uno dei migliori tra quelli che ho sentito negli ultimi mesi del 2014. Vorrei sapere quanto siete soddisfatti del prodotto finale.
Grazie molto, siamo tutti molto fieri del disco. Come probabilmente afferma la maggior parte degli artisti, quando sei ancora preso dal lavoro che stai realizzando, sei sempre pronto a pensare che qualcosa possa essere migliorato ed è così fino a che non hai avuto la possibilità di fare un passo indietro dal processo di scrittura e di registrazione per ascoltare l'album completo e finito, quando lo si può veramente apprezzare.
Chi nel gruppo ha tenuto in mano il songwriting? E' stato lavoro di team oppure ognuno di voi è giunto con idee relativamente finite da sottoporre altri membri della band?
Penso che il processo di scrittura per questo album abbia coperto ogni modo immaginabile di songwriting che esista! Generalmente a me e a Jason è venuta un'idea di partenza
jammando insieme, per poi inviare i file a Eddy. Ed ci ha aggiunto un po' di batteria prima di spedire il tutto a Mike per le parti vocali. Poi prende via il caos! Un'infinita riscrittura e riediting tra tutti noi, fino a quando non abbiamo finalmente dato forma a tutte le idee contenute nelle canzoni. E' stato un vero lavoro di squadra. A un certo punto io e Jason avevamo inondato Eddy di così tante idee che ci ha vietato di inviargliene altre... ce le siamo risparmiate per il prossimo album!
Nel gruppo alcuni musicisti sono tedeschi, tu e Jason provenite dal Regno Unito e Mike dagli States, questo rappresenta a un problema per le vostre attività?
Assolutamente no, con la tecnologia di questi giorni il mondo è un posto più piccolo. Mi collego regolarmente su Skype con Mike per lavorare sulle melodie vocali e sui testi per l'album. Eddy può addirittura controllare l'impianto di registrazione in casa di Mike dal suo studio in Germania. Vedo la nostra situazione come una cosa davvero positiva perché è sempre una grande avventura tutti insieme. Io e Jason voliamo regolarmente in Germania per raggiungere Eddy, questo è l'ideale per allontanarsi dalle pressioni della nostra vita quotidiana e per immergerci esclusivamente nella musica.
Tra il vostro album di debutto, "Prayer for the Dying", e questo nuovo disco, è evidente una innovazione nel sound. Che cosa è successo e in generale cosa vi ha portato a questi cambiamenti?
Molto semplicemente, sui nostri primi tre album il compositore principale è sempre stato George, pur con alcuni contributi da parte di Eddy. Quando George si è ammalato, noi non eravamo sicuri se sarebbe stato in grado di continuare con la band, così Eddy e Mike hanno invitato me e Jason a lavorare con loro al songwriting dell'album seguente. Abbiamo deciso di non porci alcun limite musicale e nessuna formula, così abbiamo scritto solo quello che sentivamo, ciò che ci ha fatto sentire bene, proprio come aveva fatto George negli album precedenti, ma siamo ovviamente diverse persone con idee diverse.
Ho scritto canzoni con mio fratello da quando eravamo bambini e in precedenza siamo stati assieme in un terzetto, dove io ero il cantante principale e scrivevo i testi e le parti vocali, ma ero limitato dalle mie capacità vocali, quindi è stato bello lavorare con Mike ed essere in grado di realizzare alcune delle idee che ho avuto con un cantante di classe superiore. E' stato un importante punto di svolta per noi, mi sentivo come se io Jason avessimo finalmente trovato i membri mancanti alla nostra band. Una specie di unione di forze. Eddy ha assunto il ruolo di produttore esecutivo e ha investito nel suo studio in Germania, dove abbiamo poi registrato la maggior parte dell'album.
Ma tu vedi la musica come "heart-influenced" o "head-influenced"? Suoni “come senti” oppure “come pensi”?
Sono vere entrambe le scelte, tu hai dell'ispirazione che io credo possa essere considerata come
"heart felt" ma poi a questo punto applichi la
"head influence" per dare vita a canzoni che possano piacere tanto a te stesso quanto ad altre persone.
Molte persone oggi credono che le heavy/power metal band non siano in grado di inventare nulla se non copiare le idee e utilizzando le formule dei gruppi storici, dal momento che non hanno nulla da offrire. Che cosa vuoi dire a queste persone?
La maggior parte di noi inizia cercando di emulare i propri eroi ed è la principale ragione per cui noi abbiamo messo mano agli strumenti. Penso che vada bene essere aperti di mente alle influenze dall'intero spettro musicale e non solo dalla scena di heavy/power metal. Una volta mi è stato detto da un compositore di grande successo che
"... le idee musicali sono solo il prodotto di ogni suono che abbiamo sperimentato da quando siamo nati, siamo sommersi da tutte queste informazioni, il tutto gira il quella grande 'betoniera' che è il cervello ed esce come qualcosa di nuovo anche se in realtà sono solo piccoli pezzi di tutto ciò che avete sentito messo assieme in un modo diverso.", in questo contesto ha davvero senso ascoltare materiale il più diverso possibile... poi forse è sufficiente suonare con un distorsione alla tua chitarra e così tu hai appena reinventato il Rock ehehe.
Ad essere onesti però fintanto che le persone si divertono con quello che stanno facendo quale può essere il problema? Gli Airbourne mi sembrano esattamente i primi AC/DC, eppure lo fanno davvero bene e alle persone piacciono.
Qual è la tua valutazione sullo stato di salute dell'attuale scena Hard Rock? Pensi che questo stile di musica possa essere apprezzato anche dalle generazioni più giovani o rimanga solo un affare di fan nostalgici?
Penso che le grandi canzoni e le grandi band siano senza tempo. Recentemente ho suonato per un paio di concerti in Grecia con i Saxon, al posto di Nibbs Carter. E c'era un pubblico eterogeneo, che attraversava le generazioni e ogni notte era uno spettacolo con giovani e vecchi fans. La musica è buona per quelli cui piace.
Tornando all'album, qual'è il senso della copertina e del titolo? A proposito azzarderei che intendevate “Get yours BALLS out!"... o mi sbaglio? Eheh.
Sì, hai ragione, si tratta del nostro nostro sarcastico umorismo
british in reazione alla storia del toro di Eddy. Era stato in vacanza a Siviglia, in Spagna ed è stato ispirato dalla storia del toro Reventon, che simboleggia la lotta del perdente che guadagna la vittoria contro ogni pronostico. Il grido di battaglia “Get Your Bulls Out” è diventato il nostro mantra ogni qual volta che in studio abbiamo registrato qualcosa che
rockeggiasse! Sto giusto aspettando il primo fan che vorrà aver tatuato sul suo braccio il toro sulla copertina... ahah... sarebbe fantastico ahah.
Riguardo alle singole canzoni, a me piacciono molto "Living in Paradise", "Whisper a Prayer" e "Only Murderers Kill Time", invece tu di che canzoni sei particolarmente orgoglioso?
Sono particolarmente soddisfatto di quelle che hai appena citato. Per darvi un'idea, "Living in Paradise" è nata su un mio riff e su di un mio arrangiamento, poi io e Jay abbiamo completato la sezione solista, Mike ha scritto la melodia principale e il testo, Jay ha scritto il testo del coro che poi entrambi cantiamo. Eddy ha messo infine le mani sul tutto e lo ha modificato affinché avesse un senso! "Whisper a Prayer" è interamente musica di Jay, io ho scritto tutti i testi dei versi e Mike ha scritto quelli del coro e la melodia della canzone. "Only Murderers Kill Time" è stato un
"labour of love" (e di frustrazione) per me. Il processo compositivo di questa canzone riassume davvero i metodi talvolta caotici della nostra band! Quindi mi scuso in anticipo per la lunga spiegazione...
Avevo scritto il versetto e il pre-chorus a casa sulla mia vecchia e fidata chitarra acustica e me la immaginavo con una melodia vocale sul tipo di
"Brian Johnson". Come al solito ho
jammato con Jay in modo che potesse dagli il trattamento
"Metal". Fino a questo punto la maggior parte delle nostre idee per una canzone era stata
"full steam ahead" ed Eddy ci aveva chiesto di scrivere qualcosa che fosse meno diretto e di creare una melodia più bluesy. Così abbiamo lavorato sugli accordi della strofa e creato quello che ora è l'intro. Dopo molte riscritture non avevamo ancora un grande refrain e non sono stato soddisfatto della canzone fino a quando non mi sono imbattuto in una frase di un libro che stavo leggendo [I]"colui che uccide il tempo, è un assassino". Questo mi ha ispirato a riscrivere completamente il testo e un coro su cui poi ho lavorato assieme a Mike su Skype. La canzone è scaturita abbastanza velocemente dopo di che, io e Jay l'abbiamo completata e inviata in una versione molto prolissa a Eddy, sulla quale ancora una volta ha messo in campo tutta la sua abilità di editing.
Ma quali argomenti avete trattato con le vostre liriche? Mi sembra di sentire un forte sentimento positivo dalle vostre canzoni.
Scriviamo principalmente sulla vita reale, non credo che stiamo esplorando territori sconosciuti. Si parla molto di relazioni e talvolta si sfora anche un po' su argomenti politici. Con "Only Murderers Kill Time" si voleva creare un feeling positivo tipo
"go for it" così come per “Whisper a Prayer”.
Avete una canzone intitolata "Mission to Kill". Naturalmente è solo musica, ma che cosa pensi di tutta questa violenza che si diffonde per il mondo? Sì, lo so che avviene fin dall'inizio dell'umanità...
Beh, questo è ciò che intendo quando dico che alcuni dei testi possono toccare tematiche politiche a volte. Il mio parere sulla violenza del mondo è ritratta molto bene nei testi di “Immortal Memory” e “Symphony of Sin”. Persone che uccidono persone in nome di qualcosa che non sappiamo nemmeno se esiste... dannatamente ridicolo... non fatemici pensare. Eddy Vedder ha fatto il migliore discorso a tal proposito ad un recente concerto Pearl Jam cui ho preso parte. Siamo tutti uguali, just people!
Perché scegliere come bonus-track una cover dei Depeche Mode? “It's No Good” è un po' una sorpresa...
Questo è stato un suggerimento di Mike e ritrae quello che dicevo prima sull'avere una mentalità aperta nei confronti della musica. Una buona canzone solitamente può essere suonata in qualsiasi stile. Mike pensava che avrebbe suonato alla grande se l'avessimo
"heavied up", Jay ha fatto delle parti davvero belle per questo pezzo.
Che cosa accadrà ora per i Messiah's Kiss? Avete qualche news sulla band? C'è un tour pianificato, festival o altro?
Abbiamo appena finito di registrare un video (se si chiamano ancora così!) e stiamo lavorando sodo sulle date dei festival e su un tour e si spera di poterle annunciare molto presto. Noi ci stiamo già preparando in Germania e siamo pronti a uscire per suonare dal vivo!
Io e Jason abbiamo recentemente finito un album con i Persian Risk sul quale hanno collaborato anche Don Airey e Phil Campbell dei Motorhead, ed ora io sono attualmente in tournée per sei settimane con il loro cantante Carl Sentence.
Per terminare questa intervista, hai niente che vuoi dire ai vostri fan italiani?
Abbiamo suonato a Milano nel 2002 durante il "Fight Tour” di Doro e lì abbiamo avuto una delle migliori risposte da parte del pubblico, soprattutto per una band a quel tempo tutto sommato sconosciuta come noi. Non vedo l'ora di tornare in Italia.
Ciao eheh.