Gli Into Eternity sono uno dei gruppi più interessanti nati negli ultimi anni. Il nuovo disco, “Buried in Oblivion”, è decisamente uno degli highlight di questo inizio 2004, un album potente e sorprendentemente originale. Ecco cosa ci ha detto Tim Roth, chitarrista e membro fondatore della band, a proposito della nuova release.
Ciao Tim! Come stai, tutto bene?
Si grazie, tutto a posto! A parte il freddo incredibile che fa in questi giorni in Canada...
Parliamo un po' del vostro nuovo album, “Buried in Oblivion”. Com'è venuto fuori?
“Buried in Oblivion” è il nostro terzo album, ed il primo che esce per la Century Media. Abbiamo iniziato le registrazioni nell'aprile dello scorso anno, e dopo cinque mesi di lavoro il disco era pronto. Prima di entrare in studio abbiamo fatto molte date dal vivo qui in Canada. Sono passati quasi tre anni dall'uscita del disco precedente, “Dead or Dreaming”, e in questo periodo, oltre ad avere suonato in Europa, abbiamo anche discusso il nuovo contratto con la Century Media, firmandolo nel settembre 2002. Inoltre, in quel periodo, “Dead or Dreaming” è stato pubblicato anche in Canada, così abbiamo fatto un tour di supporto del disco nel nostro paese.
A tuo parere, quali sono le differenze principali tra “Buried in Oblivion” e i vostri primi due album?
Credo che le differenze siano marcate. Innanzitutto credo che il nuovo disco sia molto più “professionale”, più maturo. “Dead or Dreaming” è un ottimo disco secondo me, ma c'erano diverse track solo death metal, altre solo progressive, e il nostro obiettivo, quando siamo entrati in studio per registrare questo nuovo disco, era di avere un maggiore equilibro tra le canzoni. Volevamo delle canzoni scritte bene, di buon impatto, che però fossero un buon compromesso tra progressive e death metal, anche nelle parti vocali.
Dopo il vostro debut album, “Into Eternity”, non avete più avuto in formazione un tastierista fisso. Questo ovviamente ha contribuito a creare un sound più pesante, più aggressivo. Qual è il motivo di questa scelta?
Il ragazzo che aveva suonato le tastiere sul debut album aveva deciso di non fare più parte del gruppo a causa dei numerosi impegni, lo studio, la sua ragazza, e cose di questo tipo. Tra l'altro negli ultimi tempi è anche diventato una persona molto religiosa, e questo ha sicuramente contribuito ad allontanarlo dalla scena heavy metal in generale. Abbiamo provato a sostituirlo con un paio di persone, ma le cose non sono andate nella maniera sperata, e così abbiamo lasciato perdere. Ora siamo di nuovo in cinque nella band, ma non c'è nessun tastierista. Forse in futuro avremo di nuovo un tastierista, chi può dirlo?
Gli Into Eternity sono un gruppo relativamente nuovo sulle scene. Ci vuoi parlare un po' del gruppo, e di come è nato?
Il gruppo è nato da un'iniziativa mia, del bassista e del batterista nel 1997. Abbiamo inciso qualche canzone, le abbiamo spedite a diverse label e abbiamo ottenuto dei buoni responsi da parte delle etichette. All'epoca non pensavamo davvero che saremmo andati molto lontano, non poteva neanche passarci per la testa l'idea di andare in Europa in tour, cosa che invece è successa. In ogni caso praticamente ogni label ci diceva “dovete fare una scelta, o progressive, o death metal, e poi vi faremo firmare un contratto”. E il contratto non venne firmato, perchè non volevamo assolutamente cambiare il nostro stile. Poi fortunatamente la DVS ci ha proposto un accordo per due album, con distribuzione anche in Europa, dove siamo andati in tour, e lì la Century Media ci ha notato e ci ha messo sotto contratto per “Buried in Oblivion”.
La vostra line-up vede due nuovi membri, un cantante e un chitarrista. Ce li vuoi presentare?
Certamente! Il nuovo singer è Chris Krall, ed è il fratello gemello del nostro bassista Scott. Rob Doherty invece è il nostro nuovo chitarrista, e si occupa anche delle parti vocali death. Abbiamo deciso di prendere con noi due nuovi membri perchè su “Dead or Dreaming” avevamo un bel sound a due chitarre e delle armonie vocali con tre voci, e quando il nostro chitarrista Daniel ha lasciato il gruppo volevamo comunque mantenere questo tipo di sound. Così abbiamo reclutato un singer che si occupasse delle parti vocali mancanti, e un nuovo chitarrista. Praticamente abbiamo preso due membri per sostituirne uno (ride).
Quasi ogni membro del gruppo da' il suo contributo alle parti vocali, creando delle splendide armonie. Come ve la cavate nel riproporre queste linee dal vivo?
Di solito funziona molto bene! Io e Chris ci alterniamo nelle parti vocali, sia pulite che death, ma è molto bello vedere ogni membro del gruppo coinvolto nel cantare, e riusciamo a creare delle armonie veramente belle. Principalmente siamo io e Chris i due singer principali, e gli altri ci aiutano a dare vita alle parti più complicate. Ormai è una cosa abbastanza naturale, perchè abbiamo avuto sette anni di tempo per perfezionare il nostro stile.
Di cosa parlano i testi del nuovo disco?
Sono testi piuttosto deprimenti, se devo essere sincero. La maggior parte delle canzoni tratta di argomenti quali ansia, depressione, anche perchè abbiamo perso alcune persone care che sono morte di cancro, e quando torni a casa dall'ospedale e ti senti completamente impotente di fronte a queste cose, tutto quello che puoi fare è dare sfogo con la musica a quello che senti dentro. Ed è questo il motivo per cui i testi sono così tetri e pessimisti.
Perchè avete scelto il nome “Into Eternity” per il gruppo?
Abbiamo scelto quel nome principalmente perchè nessuno l'aveva ancora preso! (ride) Una delle nostre prime canzoni si chiama proprio “Into Eternity”, e visto che all'epoca dovevamo trovare un nome per il gruppo, dopo averne scartati una decina, abbiamo scelto quello. Anche perchè non volevamo un nome troppo aggressivo come “Cannibal Corpse” (ride). E' un nome molto “progressive”, in ogni caso.
La copertina del disco è molto bella. Perchè c'è questa specie di tempio?
Mattias Norén ha disegnato le copertine di tutti i nostri dischi, e anche questa è opera sua. Gli ho semplicemente mandato i testi del disco, e lui ha disegnato questa cover di sua iniziativa, e ci è piaciuta. E poi c'è questo corvo, che era anche presente sulla cover di “Dead or Dreaming”, che è un'idea di Mattias per rappresentare la morte, ormai è quasi una mascotte per il gruppo.
Qual è il ruolo di ogni membro del gruppo nel processo compositivo?
Principalmente mi occupo delle parti di chitarra, ma per i primi due dischi ho anche scritto tutti i testi delle canzoni. Ma per questo disco è stato un po' diverso, perchè c'erano due membri nuovi. E Rob ha portato diverse idee interessanti, degli ottimi riff! Comunque ogni membro contribuisce attivamente al songwriting, anche se il lavoro maggiore spetta a me, in veste di chitarrista.
Quali sono i background musicali del gruppo?
Siamo quasi tutti degli autodidatta, a parte me: ho preso lezioni di chitarra per tre anni, ma ci sono un sacco di cose che puoi comprare e leggere per migliorarti. Compro tutte le riviste di chitarra, leggo il più possibile, e con Internet ora è facile trovare questo genere di informazioni.
Negli ultimi mesi la Copyright Board canadese ha decretato che non è illegale scaricare musica da Internet, ma è illegale renderla disponibile in condivisione, in upload. Cosa ne pensi del file-sharing? Credi che crei un danno tangibile anche per gruppi come gli Into Eternity, che non sono decisamente mainstream?
Uh, questa domanda è proprio tosta. Non credo che la situazione sia poi così diversa dagli anni ottanta, quando ci si scambiavano musicassette e cose di questo genere. E poi credo che un vero fan non si limiti a scaricare musica da Internet: almeno per quel che mi riguarda, a me piace avere il disco originale, con il package completo. E per gli Into Eternity, non credo che il danno sia grave, visto che non siamo un grande gruppo. Anzi, è sicuramente un'ottima promozione. Anche se mi rendo conto della situazione delle label in questo momento, deve essere veramente dura. Probabilmente presto compreremo la musica e la scaricheremo direttamente da Internet.
Ci vuoi parlare della scena metal in Canada? E' migliore o peggiore di quella statunitense?
La grossa differenza con gli Stati Uniti, e anche con l'Europa, è che qui ci sono trenta milioni di abitanti, lì ce ne sono trecento milioni. C'è una buona scena qui in Canada, ma su una scala ovviamente molto ridotta. Ma da queste parti i fan amano davvero il metal, ogni volta che suoniamo dalle nostre parti c'è sempre moltissima gente. Forse la cosa migliore della nostra scena è che quasi ogni gruppo suona in maniera estremamente diversa dall'altro, tra Rush, Strapping Young Lad e Cryptosy, tutte proposte veramente eterogenee.
Ci sarà un tour per promuovere “Buried in Oblivion”? Verrete anche qui in Italia?
Oh, sarebbe davvero un sogno venire a suonare in Italia! Per ora abbiamo in programma qualche festival negli Stati Uniti in giugno, ma prima faremo un tour in Canada questa primavera. Stiamo discutendo la situazione con la Century Media, di sicuro verremo in Europa, anche se non so ancora dirti quando!
Tim, conosci qualche gruppo italiano?
Sicuramente. Adoro i Labyrinth, ho due cd loro, “Return to Heaven Denied” e “Timeless Crime”, e sono anche un grande fan dei Sanctuary, di cui fanno una grande cover sull'EP. Non ho ancora il loro ultimo disco, ma ho proprio intenzione di comprarlo!
A te il microfono, Tim. Chiudi l'intervista nel modo che preferisci!
Perfetto! Un saluto a tutti i fan italiani, spero davvero che il nostro nuovo disco vi piaccia, e spero che ci veniate a trovare su www.intoeternity.com per tutte le informazioni sul gruppo e sui futuri tour. A presto!