Dopo ben otto anni di silenzio, i Dødheimsgard riemergono dall'oscurità per dare delle tenebre la loro, personalissima, visione.
Vicotnik, la folle mente dietro la folle musica dei norvegesi, si dimostra una persona loquace e interessante da ascoltare.
Esattamente come la sua musica.
Ciao Yusaf, è passato molto tempo da quando i DHG hanno realizzato il loro ultimo album, “Supervillain Outcast” nel 2007, così mi stavo chiedendo come avessi trascorso tutto questo tempo...
Si molto tempo, ma sono comunque rimasto “in giro”.
Dopo
“Supervillain Outcast” ho realizzato alcuni dischi e fatto alcuni tour con altre bands. Il piano era quello di scrivere un disco per i
DHG mentre ero impegnato negli show con
Naer Mataron e
Code nel 2009.
Tuttavia nel frattempo ho incontrato diversi ostacoli sul mio cammino, soprattutto ho avuto molta difficoltà nel trovare l’emozione che stavo cercando dal punto di vista musicale. Avevo scritto circa 30 canzoni, ma sebbene esse avessero parti totalmente in linea con l’immagine mentale che mi ero fatta del disco, non erano comunque adatte nella loro interezza.
"God Protocol Axiom" è stato il primo brano in cui sono riuscito a trovare il giusto bilanciamento. Nella mia impazienza ho catalogato il file per la canzone dotto il nome "Yeah!!". Questo accadeva nel 2012, così da allora ho trascorso moltissimo tempo impegnato sul disco. Nel 2013 abbiamo anche fatto un tour come
DHG e sin dal 2011 ho partecipato a molti show e festival a titolo personale.
Prima di iniziare a parlare di “A Umbra Omega”, potresti riassumerci i tuoi inizi musicali e le bands nelle quali sei stato coinvolto?
Crescendo, sono sempre stato affascinato dalla musica. Da giovane ricordo che avrei voluto suonare il piano o il violino. Ma non ho mai preso lezioni per tutta una serie di ragioni.
Quando sono diventato più grande, il Metal ha fatto crescere lo stesso desiderio dentro di me, in particolar modo il desiderio di creare. Credo di non aver mai pensato:
“suonare sarebbe cool, potrei avere molte ragazze!”, mi sentivo molto più in sintonia con considerazioni come
“possedere la musica significa possedere la magia tra le proprie mani”.
Era comunque una cosa molto difficile, se paragonavi te stesso con gente come, ad esempio, gli
Iron Maiden, trovare dentro di te un talento del genere.
Così ancora il desiderio era presente, ma a livello dormiente. Il Black Metal ha rappresentato il tassello mancante per me, il tassello che mi ha spalancato le porte. Una delle motivazioni maggiori per questa inclinazione è stata che il black metal mi ha mostrato come il talento potesse essere qualcos’altro rispetto alla mera tecnica esecutiva.
Il talento poteva anche riguardare il desiderio, le idee, le ambizioni, l’espressione, l’attitudine, la prospettiva, etc, etc..
Il genere ha prodotto una manciata di album con una immensa ed emozionante arte creativa sebbene fosse evidente che quei dischi fossero poveri sia a livello strumentale che a livello esecutivo. Questa cosa mi ha ispirato terribilmente (ed ancora lo fa).
Sono stato impegnato in poche band. Credo che le più degne di nota siano
Ved Buens Ende,
Code,
Naer Mataron,
DHG e
Strid.
Ok, ancora una volta i DHG sono risorti dalle tenebre. Puoi presentare il nuovo album ai nostri lettori?
Si, questa volta siamo letteralmente riemersi dalle tenebre. L’album è un tentativo di dare una interpretazione delle tenebre nelle quali mi trovavo prima e durante il suo concepimento. Non è un album sviluppato intorno ai dettagli dell’oscurità, sebbene questo genere di oscurità “onnicomprensivo” sia fatto su misura specificatamente per ogni individuo. La parte interessante di questa oscurità è che essa minaccia di distruggerti ma al tempo stesso ti permette di guardarti dentro. Che cosa sia questo album dal punto di vista musicale è difficile da spiegare in poche parole, e vorrei che fossero gli ascoltatori stessi ad imbarcarsi in un viaggio del genere alla sua scoperta.
“A Umbra Omega”, secondo la mia opinione, è come un pianeta isolato nella moderna scena estrema e lo considero come la naturale, folle, evoluzione del tuo modo di creare musica. Sei d’accordo con una visione del genere?
Credo che si debba capire che per quanto
“A Umbra Omega” possa risultare strano per alcune persone, esso ha perfettamente senso per me. L’album è la mia personale interpretazione dell’atmosfera, delle emozioni e dei contenuti narrativi che avevo in mente di convogliare al suo interno. Ritengo che la mia prospettiva nella musica sia che ciò che viene creato sia inevitabilmente legato al suo creatore. Questo vuol dire che non mi è possibile essere motivato esclusivamente da fattori esterni. Non ho nessuna pretesa di “suonare” come le mie ispirazioni musicali, non sogno del successo al quale esse avrebbero potuto portarmi, non sono preoccupato delle critiche che potrei essere costretto a sopportare se qualcuno avesse una visione musicale differente dalla mia. E’ qualcosa di dolcemente infantile quando qualche esponente della scena black metal mi manda i suoi "due centesimi". Ho rispetto per quello che ciascuno pensa o fa, ma per quale motivo i pensieri o le parole degli altri dovrebbero influenzare il mio modo di approcciarmi al black metal? Non sarebbe un po' strano se io rinunciassi al mio modo di vedere il black metal solo perchè una certa percentuale dei fan del black metal mi chiedesse di farlo? Essere persuaso da fattori esterni non può davvero trovare spazio nell’arte. Io sono fedele ai miei ideali nello stesso modo io cui io sono devoto allo spirito del black metal.
Una mia curiosità: cosa vuol dire il titolo? E da dove deriva lo splendido artwork?
Il titolo significa “l’ombra omega”, ma il vero significato artistico dietro
“A Umbra Omega” è
“Dalla perfetta oscurità”. Anche altre interpretazioni potrebbero andare bene, tipo “L’oscurità totale” etc.
Ora capisci il senso dell’artwork?
Quanto sono importanti il ruolo dei testi e l’immagine per un gruppo come i DHG?
Secondo la mia opinione l’immagine sta diventando sempre meno importante. Non critico le band che ne fanno uso, poichè io stesso mi sono appoggiato pesantemente su di essa, ma il modo in cui l’immagine viene rappresentata all’esterno mi sembra piuttosto artefatta o forzata oggigiorno. Qualche volta sembra essere più un travestimento che una effettiva presenza visuale.
Tutte queste band che scelgono più o meno la stessa immagine in realtà non sono confacenti agli ideali che io ritengo essere necessari in relazione al black metal.
Personalmente credo che le liriche, invece, siano tremendamente importanti da un punto di vista artistico.
Ciò detto, come ascoltatore non posso ritenermi coinvolto in una musica che abbia liriche delle quali non mi importa nulla. Le liriche possono essere buone anche a livelli differenti e non necessariamente essere in accordo con i miei pensieri abituali. I testi possono essere buoni a livello tecnico, come fonte di informazione, di divertimento, come una peculiarità, per la loro onestà, etc etc.
Se dovessi confrontare l’album con le realizzazioni precedenti, quali diresti essere le similitudini e quali le differenze? Quali sono gli elementi, se ce ne sono, che danno prova evidente dell’evoluzione della band nel corso di questi otto anni?
Naturalmente un minimo di "trademarks" sono presenti su ogni album, e questo è un fatto, ma io considero quest'album come una realizzazione a se stante (come del resto faccio con ogni nostro lavoro). La più grande differenza sta nella mentalità con la quale si approccia alla creazione di un disco. Molte persone ritengono
"A Umbra Omega" come il seguito di
"666 International" e, sebbene io possa capirne le ragioni, non sono d'accordo con questa considerazione. Stabilito che i due album hanno elementi in comune, è altrettanto evidente che le differenze siano maggiori rispetto alle somiglianze. Allo stesso modo
"Supervillain Outcast" non è stato il seguito di
"666 International" e
"A Umbra Omega" non è il seguito di
"Supervillain Outcast" se non dal punto di vista cronologico.
Ritengo che ci siano stati tanti sforzi e speso tanto tempo per rendere questi prodotti contrastanti piuttosto che coerenti.
Facendo riferimento alla sua complessità musicale, credo che sia piuttosto difficile ritenere che “A Umbra Omega” possa essere appetibile per il generico fan del black metal. Cosa ne pensi di questa cosa e quale ritieni essere il pubblico più adatto ad un lavoro di questo genere?
Ho una ottima impressione del nostro pubblico, sembra che si condivida molto più del semplice gusto musicale. E’ come se ci somigliassero a più livelli. Loro esprimono il desiderio di una musica genuina e sono stufi di ascoltare la roba che davvero sta ammorbando il nostro grande genere. Loro sono fedeli agli ideali e allo spirito del black metal. Personalmente ritengo che sia molto più importante avere questo genere di fan piuttosto che quindici minuti di popolarità. Ho fatto scelte impopolari nel corso della mia carriera, quindi come potrei mai pensare di diventare famoso? Per avere successo commerciale, non puoi fare le scelte che ho fatto io, e la dove non abbiamo l’adulazione dei ragazzi abbiamo comunque il riconoscimento di una reale importanza nello sviluppo del nostro genere. Preferirei essere importante piuttosto che popolare.
I DHG hanno una nuova line-up. Saresti così gentile da spendere qualche parola circa gli attuali membri del gruppo e circa il loro ruolo?
La line-up è proprio “fresca”, quindi sta ancora cercando il suo posto nel grande schema delle cose. Non saprei proprio come rispondere alla tua domanda senza gonfiare il mio ego, quindi vorrei dire che per creare una band all’interno della quale conservare l’individualità ed il collettivo è necessario che ognuno abbia una funzione ed una gerarchia. Un bel grappolo di persone che contribuisce ognuno a modo proprio.
E’ corretto considerare i DHG come il progetto musicale di persone dalla mente aperta piuttosto che una band a tutti gli effetti?
E’ davvero importante definire i
DHG un progetto o una band? Alla fine parliamo sempre della stessa cosa. Ho sempre cercato di fare in modo che noi fossimo una band sebbene ci sia solo un personaggio principale che ha il possesso di tutto. Si tratta, in fondo, del fatto che dietro ai
DHG c’è una idea diversa da quella di una band convenzionale.
Poche costanti hanno reso questo gruppo un viaggio interessante.
Con il ritorno di
Aldrahn, la band si è riunita con il suo co fondatore, e questo riallaccia alcune linee interrotte nella storia del gruppo.
Cosa vorresti ottenere con i DHG? Hai qualche obiettivo?
Il mio obiettivo è in definitiva creare arte. Ne più, ne meno.
Parlando del modo molto personale con il quale i DHG creano musica, vorrei sapere quali sono generi e band che ti piacciono e che ti hanno influenzato
Non sono legato ad un genere e l’ispirazione non è legata alla musica. Io posso essere ispirato dall’evolversi degli eventi. Questo accade più spesso che non definire il tono o il mood della musica che scrivo. Non voglio citare un gran numero di band o di artisti perchè non saprei davvero come dare una interpretazione bilanciata di questa lista.
In un elenco potrei citare altre band metal, in un’altra potrei lasciare completamente fuori il metal, quindi tutto questo mi renderebbe solo dubbioso. Prima di imbarcarmi nella composizione di un album, faccio un sacco di “preparazione” come ascoltatore non tanto per avere idee concrete, quanto piuttosto per essere connesso all’ispirazione che, forse, è la fonte per quelle canzoni e per i dischi prima di ogni altra cosa.
In altre band quando sono davvero immerso nella composizione di un album, il mio alter ego amante della musica è un po’ sopito.
Qual è la tua impressione circa la scena metal estrema e cosa consideri essere davvero estremo in musica?
Be, non ho importanti considerazioni da fare sulla scena metal. Esistono band valide e altre no.
E' davvero solo un effetto collaterale su tutto ciò che rende grande.
Se qualcosa diventa popolare, attrae molte persone e inavvertitamente questa “regola di attrazione” non è in grado di rendere solo alle persone che stanno traendo beneficio dalla scena. Quindi mentre questo per alcuni è un semplice terreno di gioco, per altri è uno stile di vita.
Ad un livello musicale credo di ci sia una grande attenzione all’atletismo ai giorni nostri. Con questo voglio dire che alcune band sembrano essere più preoccupate di mostrare il loro livello tecnico piuttosto che creare la musica migliore possibile.
Ok Yusaf, grazie per il tuo tempo. Le ultime parole famose?
No, nessuna ultima parola amico mio, Io starò ancora parlando quando l’inferno si congelerà. Grazie per il tuo tempo ed il tuo supporto.