Pink Cream 69 (Alfred Koffler. guitar)

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Uno dei gruppi più prolifici e più esperti della scena Hard Rock europea, i Pink Cream 69 sono arrivati con “Thunderdome” al nono studio album, un risultato davvero eccellente. Però negli ultimi mesi le cose non sono state facili per la band tedesca, a causa dei problemi di salute del chitarrista Alfred Koffler. Così, quando mi raggiunge telefonicamente per l'intervista, è naturale chiedergli come prima cosa quali siano le sue condizioni di salute.

So negli ultimi tempi hai avuto diversi problemi alla mano. Come stai adesso?
Purtroppo mi è stata diagnosticata una distonia focale ad una mano, una malattia alla quale sfortunatamente non c'è cura. Quindi le mie condizioni non sono migliorate, ma in un certo senso ho imparato a conviverci, ho anche cambiato lievemente il mio stile per poter continuare a suonare. Inoltre per questo disco ho registrato tutte le parti di chitarra nel mio studio privato, senza avere alcun tipo di pressione addosso.

Questa è anche una delle ragioni per cui ora dal vivo è presente un secondo chitarrista?
Sicuramente. Per le registrazioni non ce n'è stato bisogno, perchè sono stato in grado di fare tutto da solo, e poi se anche sbagli un passaggio, hai sempre la possibilità di suonarlo di nuovo. Dal vivo questo non è possibile. Per questo abbiamo scelto di portare con noi dal vivo un secondo chitarrista, che mi rende le cose decisamente più semplici. Credo che, con questa formazione, il gruppo suoni anche in maniera più potente, più pesante. Il ragazzo che ci accompagna dal vivo si chiama Uwe Reitenauer, è un ottimo chitarrista e una persona squisita, il che non guasta mai. Abbiamo già suonato diversi show con lui, e il risultato è stato veramente soddisfacente. Anche il pubblico sembra aver apprezzato questa scelta.

Ci vuoi parlare un po' del nuovo album, “Thunderdome”?
Ci siamo presi una pausa piuttosto lunga, dopo “Endangered”. Non è stata una cosa positiva per noi, ma d'altra parte sono convinto che sia anche una delle ragioni per le quali “Thunderdome” suoni così fresco. Durante le registrazioni eravamo pieni di energia e di idee nuove, e credo che ogni componente del gruppo sia davvero soddisfatto del risultato ottenuto. Questa pausa sembra averci fatto bene!

Di cosa parlano i testi del disco?
Non sono la persona più indicata per risponderti, perchè è David che si occupa dei testi, dal momento che è inglese. Però posso dirti che un paio di canzoni sono ispirate ai recenti “reality show” in cui si cercano cantanti, o artisti di vario genere, tutti giudicati da una commissione. Alcune persone che partecipano a questi show hanno del talento, ma spesso questo non viene premiato, perchè è più importante l'aspetto mediatico. Sembrano dei moderni “gladiatori”, la cosa che più conta è la competizione tra di loro, e la musica viene lasciata in secondo piano, e questo per me ovviamente è negativo.

Sul disco è presente una bella cover di “My Sharona” dei The Knack. Cosa vi ha spinto a scegliere questa canzone?
Originariamente doveva essere soltanto una bonus track per la versione giapponese del disco, ma dopo averla registrata ci siamo resi conto che era venuta davvero bene, ci piaceva molto. E visto che è piaciuta molto a tutti, è finita direttamente sul disco.

Credo che sia stata un'ottima scelta, anche perchè si adatta bene al vostro stile...
Sono d'accordo, e David in particolare canta in maniera grandiosa in quel pezzo!

Qual è la tua canzone preferita del disco? La mia è “Gods Come Together”.
Quello è decisamente un pezzo tipicamente Pink Cream 69, una potente up-tempo con delle ottime parti di chitarra, molto melodica e con un bel ritornello. Penso che questa combinazione sia davvero lo stile dei Pink Cream 69 odierni. E' decisamente una delle canzoni che preferisco del disco.

Cosa pensi dei nuovi metodi di distribuire legalmente musica su Internet? Intendo quei siti che ti permettono di acquistare, ad un prezzo contenuto, una canzone in formato multimediale, permettendoti di scaricarla sul tuo computer.
Credo che il business della musica sarà costretto a cambiare molto da questo momento in poi. Le stesse record companies smetteranno di esistere, per come le conosciamo adesso. Le cose cambieranno di certo, anche se non so dirti esattamente in quale direzione. Dopotutto, se sapessi quale soluzione prenderà piede, probabilmente sarei già uno degli uomini più ricchi del pianeta (ride). Molte persone stanno cercando questa soluzione, l'intera industria musicale è in profonda crisi, e la soluzione di cui parli tu potrebbe essere quella vincente. Ma sono anche convinto che, se un fan ama davvero un gruppo, è disposto a spendere dei soldi per la band, perchè si rende conto che anche i componenti del gruppo devono pur vivere di qualcosa, che hanno anche loro delle mogli da mantenere!

Hai altri interessi musicali al di fuori del Metal?
Certamente, e credo che sia così per ogni componente del gruppo. Il rock, la musica dura, ha sempre la priorità per quel che mi riguarda, ma ascolto anche volentieri altri generi musicali. Questo ti permette di essere più aperto a nuove soluzioni, di scrivere canzoni che non siano sempre uguali, e credo che questo si possa notare anche nei nostri dischi: ogni canzone è diversa dalle altre, ma il nostro stile è sempre riconoscibilissimo. Trovi pezzi heavy, pezzi melodici, ballad, e questo rende le cose più interessanti anche per noi.

Com'è cominciata la tua carriera di chitarrista?
Non posso negare di essere stato, nella mia adolescenza, un grandissimo fan dei Van Halen, uno dei miei gruppi preferiti di sempre insieme ai Thin Lizzy, dei quali adoravo il sound a due chitarre, la grande melodia e le bellissime canzoni. Così come i Led Zeppelin, Jimi Hendrix, e così via.

Cosa differenzia “Thunderdome” dai vostri vecchi dischi, a tuo giudizio?
Come ti ho detto prima, credo che la pausa che ci siamo presi ci abbia permesso di avere un sound più fresco, più convincente. E questa volta anche Dennis ha trovato il tempo di scrivere qualche canzone; è un songwriter di grande livello, ma negli ultimi anni è sempre stato presissimo dai suoi impegni di produttore per altri gruppi, senza trovare mai il tempo di contribuire in qualche modo alle composizioni. Invece questa volta ci è riuscito, e credo che il suo apporto sia importante per variare un po' le nostre canzoni.

Qual è stato il peggior momento della storia del gruppo?
Ce ne sono stati diversi... il primo che mi viene in mente è quello in cui Andi Deris ha lasciato il gruppo. Non sapevamo davvero in che direzione muoverci, poi abbiamo trovato David Readman e le cose sono andate alla grande. Probabilmente se non l'avessimo incontrato, ora io e te non saremmo qui a parlare dei Pink Cream 69. E poi non sono stati facili neanche gli ultimi anni, a causa di questo mio problema alla mano, che ci ha impedito di suonare dal vivo. Ma fortunatamente ci sono stati anche tanti momenti felici!

Qualcuno in particolare?
Non saprei dirti, ogni volta che abbiamo inciso un disco è stata una grande soddisfazione per quel che mi riguarda. Ogni disco è una sfida, perchè non puoi mai sapere quale sarà la reazione dei fan, se il disco avrà successo o meno. Ne abbiamo registrati tanti, e abbiamo fatto molti tour, e queste sono sicuramente le cose migliori della nostra carriera.

Il vostro unico live album è uscito ben sette anni fa, e dopo sono venuti quattro nuovi studio album. Avete in programma di registrare un nuovo cd dal vivo, o magari un DVD?
Probabilmente sì! Abbiamo intenzione di registrare alcuni show del nostro tour. Non c'è ancora niente di preciso, ma se il materiale sarà di buona qualità, magari lo faremo uscire come DVD o come cd live.

Negli ultimi anni sono uscite numerose “Metal Opera”, e tu stesso hai suonato su “Missa Mercuria”. Cosa ne pensi di questi progetti? Ne scriverai mai uno?
Suonare su “Missa Mercuria” è stato davvero interessante, perchè mi ha permesso di suonare cose un po' diverse da quello che faccio di solito con i Pink Cream 69. Lo stesso vale per il disco solista di DC Cooper. Al momento non ho alcun progetto specifico, magari in futuro mi verrà voglia di scrivere qualcosa!

Qualche sogno nel cassetto?
Mi rendo conto di essere in una posizione privilegiata. Molte persone vorrebbero essere al mio posto, ma se potessi scegliere qualcosa per la mia carriera, sarei estremamente felice di poter fare un tour vero e proprio negli Stati Uniti. In passato abbiamo suonato lì solo in qualche occasione, ma non c'è mai stata la possibilità di fare un tour intero. E' un paese molto interessante, riceviamo un sacco di e-mail che ci chiedono quando andremo a suonare negli States... credo che sia ancora un mercato propizio per il nostro genere, e quindi sarebbe davvero la realizzazione di un sogno.

Nessuna data live in Italia, nel futuro?
Ad essere sincero, quando ho visto il programma del tour, mi sono stupito un po' che non fosse previsto nessun concerto nel vostro paese! Ogni volta che siamo venuti in Italia ci siamo divertiti molto, quando abbiamo suonato con Bruce Dickinson, con i White Lion. Credo che ne parlerò con la booking agency, mi sento quasi “colpevole” per questa mancanza... spero davvero di poter venire preso in tour in Italia, ve lo giuro!

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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