Trivium: un rientro... in punta di piedi! (Corey Beaulieu, guitars)

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C'è chi dice che la vita di una band di esaurisca dopo 3 album e chi sostiene che le band affermate, dopo una lunga storia musicale, non sappiano più stupire ma il mondo è pieno di eccezioni e i Trivium sono una di queste. Impegnati in lunghe tournée e con un album uscito a fine 2013, nessuno avrebbe mai scommesso sul fatto che Heafy & Co. avessero trovato tempo e idee per comporre di nuovo eppure, sbaragliando tutte le malelingue e mille supposizioni, eccoci qui, a nemmeno due anni dall'uscita di "Vengeance Falls" a parlare del loro settimo album "Silence In The Snow".

Ciao Corey e benvenuto! Dopo due anni di intensi tour, i Trivium tornano con un nuovo album, “Silence In The Snow”. La cosa più curiosa legata a questo album è che già durante la realizzazione dell'album avete cercato di tenere nascosta la cosa, anche se da subito avete stuzzicato i fan proponendo sui social network e sul vostro sito internet alcune immagini che, appunto, richiamavano alla neve. Vi siete divertiti a vedere le reazioni più strane da parte della vostra fanbase?
Si! Volevamo utilizzare un approccio diverso, poiché moltissime band tuttora non fanno altro che postare cose sui propri canali foto o video realizzati in studio di registrazione. Noi volevamo offrire e fare qualcosa di nettamente diverso, tant’è che non abbiamo voluto rivelare nulla, per non dare alcuna aspettativa riguardo a come sarebbe potuto essere il disco. Volevamo uscire alla luce del giorno con qualcosa che avesse un certo impatto, come una canzone figa accompagnata da un buon video… insomma, volevamo avere un prodotto bello che finito da presentare alle persone. Volevamo avere un’idea ben definita riguardo a questo disco, per cui abbiamo pensato di non dire nulla e abbiamo deciso di sbucare all’improvviso dando appunto questa sorpresa. Abbiamo presentato la titletrack e la gente ne è rimasta entusiasta! La gente ha avuto esattamente quel che si aspettava. Ho pensato che fosse un’idea interessante, dare alla gente qualcosa alle nostre condizioni e fare ciò che volevamo a modo nostro, dare alle stampe qualcosa al momento giusto. Volevamo fare una cosa molto più professionale senza doversi limitare a postare qualcosa su Instagram o Twitter, parlando della musica che volevamo fare. È la musica che ha parlato questa volta, per cui siamo riusciti a presentare qualcosa a queste persone.
Perché avete optato per un titolo del genere? Ti chiedo questo anche perché ero rimasta un attimo stranita dalla copertina, rappresentante questa ragazza che imbraccia la chitarra.
Penso che tu ti stia riferendo alla copertina del singolo. La copertina del disco è rappresentata da un teschio. Sai, quel brano è stato scritto intorno al 2007, è nata in seguito al nostro incontro con gli Heaven And Hell durante il tour che abbiamo tenuto in Giappone. Abbiamo osservato Ronnie James Dio e ci siamo sentiti ispirati per la stesura del pezzo. Il pezzo è stato successivamente incluso in questo disco, anche perché è un gran bel brano, si adatta al disco. L’abbiamo tenuta in ballo per tutti questi anni e quando ci siamo messi a pensare a questa nuova release, ci è venuta in mente la canzone e abbiamo creduto che fosse arrivato il tempo giusto per lavorarvici. Sai, il brano è in sostanza la base stessa del disco, su quella base sono nati successivamente tutti gli altri pezzi. Nonostante sia un brano che circolasse da parecchi anni, abbiamo creduto che fosse una traccia speciale. Quando abbiamo iniziato a pensare ad un titolo che potesse adattarsi al disco, abbiamo creduto che questa canzone fosse perfetta. Per quel che riguarda la copertina, posso dirti che avevamo già usato questo teschio bianco nel nostro vecchio merchandise e Mat aveva avuto l’idea di sfruttare questa icona già da parecchio tempo e ha pensato che potesse essere la raffigurazione più adeguata per rappresentare l’album.
Cosa puoi dirci del processo di songwriting e di registrazione, dato che ora avete a bordo un nuovo membro, Mat Madiro?
Beh, abbiamo scritto questo album fondamentalmente durante le pause tra i vari tour e abbiamo svolto anche una parte del lavoro a casa. Ci abbiamo lavorato per parecchio tempo e all’epoca, quando avevamo la maggior parte del materiale scritto, non sapevamo veramente cosa avremmo fatto e chi avrebbe suonato con noi nel disco. Nessuno aveva deciso l’entrata di Mat per l’album, gli abbiamo fornito le demo delle tracce e volevamo che improvvisasse nella nostra saletta per un paio di settimane. Ha fatto qualche trick e cambio e roba simile, ma avevamo già pronta la maggior parte del layout ancor prima di sapere chi avrebbe suonato nel disco. Mat ha registrato ad Orlando, Florida, si è limitato davvero a fare qualche piccola cosa improvvisata. Sai, il processo solitamente è molto diretto, non facciamo nulla di così folle, abbiamo seguito la stessa procedura eseguita con i nostri dischi precedenti. Una volta che hai per le mani tutti i brani, completati e sistemati, sorge solo la questione relativa all’esecuzione degli stessi e della registrazione. L’unica cosa che volevamo veramente fare in maniera cosciente è stata la fase relativa al missaggio e al mastering del disco, volevamo un missaggio veramente limpido, cristallino. Abbiamo voluto dare al disco quel sound moderno, sai molti dischi oggi giorno hanno un sound veramente rumoroso e non vi è spazio per la musica, la dinamica, il tutto viene compresso, appiattito, proprio perché i volumi sono veramente alti, rumorosi. Volevamo essere in grado di avere per le mani un disco che fosse limpido, chiaro. Questa è la cosa che abbiamo voluto rendere differente, con l’ultimo disco avevi la sensazione che il sound fosse pesante e ti trapanasse le orecchie, volevamo adottare un approccio diverso. Sai, molte band del metal classico non avevano questo tipo di problema, perché il materiale veniva inciso su nastro, quindi questa volta abbiamo adottato un metodo più “calmo”, per preservare l’essenza del disco, limpida e chiara. Volevamo che tutto spiccasse e che non fosse frantumato da questi livelli sonori.
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Vorrei chiederti qualcosa in merito alla direzione musicale di questo disco: so che avete tratto ispirazione per la realizzazione del disco da band di grosso calibro come Rainbow, Iron Maiden, Judas Priest. Potremmo dire che avete incorporato le vostre influenze classiche in un sound più moderno, ma vorrei avere un tuo parere in merito...
Beh, posso dirti che molta roba che abbiamo fatto è nata spontaneamente e credo che, in parte, la questione sia sorta proprio perché tutti noi ascoltavamo moltissimo quelle band. La nostra ispirazione è nata in seguito all’ascolto di quegli album, noi stessi eravamo fan di quei dischi, di quelle band e volevamo creare canzoni orecchiabili, catchy. A me personalmente piacevano quegli album proprio per come erano strutturati i brani, per come si presentano. Sai, i Trivium hanno una sorta di influenza thrash proveniente dai Metallica o i Megadeth e col tempo abbiamo cercato di scoprire nuova musica, nuove cose a cui prestare maggior ascolto. Ascoltare quei dischi ci ha portati, anzi ci ha ispirati a scrivere e a comporre in una certa maniera. A me piacciono le classiche canzoni metal, sai proprio l’atmosfera e la frenesia di quei brani ci hanno portati a cercare di catturare gli stessi elementi e le vibrazioni che provavamo durante l’ascolto di quei pezzi. Abbiamo cercato di dare una nostra versione della cosa, abbiamo cercato di creare quella frenesia che sentivamo noi stessi ai tempi. È stata una cosa che è nata in maniera molto spontanea, col tempo siamo riusciti ad abbracciare le melodie e cercare di rendere tutto il più piacevole possibile, cercando di non essere così tanto heavy. Quello che vogliamo è l’energia, la frenesia, i passaggi. Molte band oggigiorno si concentrano solo sulla tecnicità e non danno peso agli hook melodici, mentre noi vogliamo prendere quell’aspetto e cercare di spingerlo in prima linea. Sai, molte band come i Rainbow, Dio erano band molto melodic e “hook-oriented”, per cui noi siamo stati assolutamente influenzati da quelle band e abbiamo cercato di dar maggior risalto a quella caratteristica, cosa che non avevamo mai fatto in un disco prima d’ora.
Visto che ho menzionato Udine, vorrei chiederti come è andato lo show. Avremo modo di rivedervi in Italia non appena l'album sarà rilasciato?
Quando siamo venuti a Udine, abbiamo avuto modo di eseguire due nuovi brani dal vivo che erano stati pubblicati in rete almeno una settimana prima. Molta gente già conosceva i pezzi, mentre altre persone ne sono venute a conoscenza per la prima volta in quell’occasione. Sai, “Blind Leading The Blind” è stata presentata ancor prima che uscisse la versione studio (Corey si riferisce al brano streaming uscito qualche giorno più tardi, ndr), l’abbiamo suonata durante la nostra performance e il brano ha suscitato un certo impatto sul pubblico. Le reazioni sono state fantastiche, lo sono sempre state, abbiamo ricevuto ottimi feedback ogni volta che rilasciavamo brani tratti da nuovi album, sia dai nostri fan sia da gente che ci aveva sentiti in radio o visti live per la prima volta. Ancor prima che l’album uscisse, i fan hanno dimostrato un forte entusiasmo, un sacco di persone hanno iniziato ad apprezzarci proprio perché questi nuovi brani sono stati trasmessi in radio. C’è un sacco di entusiasmo che ruota intorno alla band, alla gente basta ascoltare alcuni passaggi una sola volta, che sia un riff o un hook, che subito dopo si ritroveranno a cantare il ritornello proprio a causa di quel determinato passaggio musicale. Ti viene spontaneo rimanere “incastrato” nella canzone… Sono molto entusiasta dei feedback, dei responsi da parte di tutta quella gente che ha ascoltato la nostra musica, così come lo sono riguardo al fatto che molta gente ci ha scoperti proprio recentemente. Molta gente ci è venuta a vedere per la prima volta e sono contento che il nuovo materiale stia portando queste persone ad avvicinarsi a noi, soprattutto visto che il disco sta per uscire… Tutti noi siamo molto soddisfatti per come stanno andando le cose ora, non vediamo l’ora che tutti quanti possano ascoltare l’album per poter sperimentare sulla propria pelle.
Purtroppo il tempo corre e devo limitarmi a salutarti. Ti vorrei ringraziare per lo spazio che ci hai concesso e speriamo veramente di poter rivedere a brevissimo i Trivium dal vivo!

Ti ringrazio! Se tutto andrà bene, ci rivedremo la prossima estate!
Intervista a cura di Arianna G.

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