E chi li ferma questi.... Steel Raiser ?

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Avevo apprezzato già parecchio le precedenti uscite degli Steel Raiser ed ora la stessa cosa è successa con l’ottimo "Unstoppable". Infatti, la formazione siciliana si è ripresentata in piena forma e con un album davvero intrigante.

Sono certo che dovete aver lavorato duro, affinando ulteriormente – a mio parere – il miglior compromesso tra la Mano di Ferro e il Guanto di Velluto. Immagino - rivolgendomi al bassista del gruppo Salvo Pizzimento - che sarai d'accordo... vero?
Ciao Sergio, intanto colgo l'occasione per ringraziarti dello spazio che ci concedi su Metal Hammer. Hai detto bene! "Unstoppable" rappresenta il compimento del lavoro svolto negli ultimi 5-6 anni. E' il chiaro connubio tra un album forte e diretto come "Race Of Steel" e di uno più ricercato e melodico come "Regeneration". Il lavoro svolto è stato duro, ma meno degli album precedenti. La formazione ormai è consolidata e ciò ci ha permesso di approcciarci ad "Unstoppable" con più consapevolezza e preparazione, e tutto è andato per il meglio.
Rispetto alla lunga attesa tra "Race of Steel" e "Regeneration", ora sono solo due gli anni che hanno diviso "Unstoppable" dal suo predecessore… cosa è successo agli Steel Raiser nel frattempo?
E' successo che abbiamo lavorato parecchio sul nostro sound. Dopo "Regeneration" siamo cresciuti parecchio cm band e ci siamo concentrati a creare quel sound che è possibile ascoltare nel nostro ultimo lavoro. "Unstoppable" può rappresentare il risultato degli sforzi prodotti negli ultimi 5-6 anni e la ricetta perfetta per i nostri lavori futuri.
A questo punto ti vorrei chiedere come si è svolto e diviso il processo di songwriting che vi ha portato alla definitiva stesura dei brani di "Unstoppable"?
Diciamo che è un processo ormai collaudato da anni. Tutto parte da Gianluca, il maggior compositore del gruppo, che porta le sue idee in studio e da li iniziamo ad arrangiare il pezzo cercando di tirar fuori il massimo. Già in "Regeneration" abbiamo affinato il nostro modo di comporre, non senza duro lavoro, e siamo riusciti a migliorarlo ulteriormente in questo ultimo album. Tutti i membri della band collaborano alle idee iniziali ed il feeling creatosi negli anni ci permette di lavorare con più facilità al nuovo materiale.
I vostri testi non trattano certo di campi di margherite e visioni bucoliche, ovviamente si tratta pur sempre di canzoni Heavy Metal e vanno contestualizzati... ma cosa pensi di tutta questa violenza che sta continuando a esplodere in ogni parte del mondo?
E' una bella domanda e non penso basti una risposta per risultare esaustivi. Sinceramente penso che gli equilibri attuali necessitano di situazioni estreme come guerre, migrazioni di massa e altro. Da sempre tutto questo ha rappresentato fonte di guadagno e paradossalmente di crescita per le nazioni protagoniste e fin quando tutto girerà attorno al dio denaro le cose non faranno altro che mantenersi tali o peggiorare. Purtroppo siamo schiavi di un sistema ben radicato nella nostra società e a mio parere non vi è una via d'uscita immediata, sia perchè manca la forza sia la volontà di rischiare quello che oggi consideriamo la nostra "libertà".
Ci sono stati anche un paio di special guest che hanno lasciato il loro marchio proprio sulle ultime battute dell'album, giusto?
Si, abbiamo voluto inserire qualche novità rispetto al passato, da qui la decisione e soprattutto il piacere di avere ospiti d'eccezione quali Nadia Orlando sul brano "The Last Tears" e il grande Dino Fiorenza su "Scent Of Madness" nel quale si esibisce in uno dei suoi assoli di basso. Da sottolineare anche la presenza dei carissimi amici Alltheniko nei cori di "Mole Breaker". Credo che queste collaborazioni hanno arricchito il nostro album e ci abbiano permesso di poter condividere la nostra passione con grandi artisti.
Permettimi la domanda, ma al posto di una seconda versione di "Scent Of Madness", per quanto la reputi la canzone più bella del disco, non si poteva mettere un pezzo inedito oppure una cover?
A dire il vero non ci abbiamo pensato! Diciamo che l'idea della bonus track è nata dalla richiesta di Dino di poter eseguire uno dei nostri nuovi pezzi e dato che già tutti i pezzi erano conclusi abbiamo deciso di mantenere entrambe le versioni e di inserire quella con Dino come bonus, anche per dare maggior risalto alla sua esecuzione.
Ora toccherei un aspetto che ho trascurato nella mia recensione: la copertina. Semplice, un po' fumettistica ma di impatto e ben realizzata. Nasce da vostre indicazioni oppure l'avete scelta tra "tante"?
La copertina, così come la produzione di tutto il resto, è stata curata al limite del possibile perchè crediamo che sia una sorta di biglietto da visita per chi si avvicina alla nostra musica. E' stata realizzata da un'artista locale, Simona Brancè, che ha saputo raccogliere tutte le nostre indicazioni e ha realizzato il tutto. Avevamo anche altre idee ma sicuramente questa ci è parsa di maggior impatto.
In questo periodo in cui i soldi scarseggiano un po' ovunque e le etichette continuano a tagliare fondi alle band a meno che non diano garanzia di rientrare pienamente nelle spese, quanto è difficile far uscire un album? E farsi promozione?
Purtroppo è molto complicato. Ormai la riuscita non dipende più dalla qualità della musica proposta ma dalla fortuna (o "tanto altro") che si ha nell'accedere ai circuiti discografici. Ancora peggio il discorso della promozione, dove spesso agenzie pagate fior di quattrini non fanno nulla o si limitano a promuovere in maniera sommaria il tuo prodotto, e alla fine sei costretto a dover fare tutto tu. Nonostante ciò abbiamo avuto la fortuna di collaborare con
delle etichette che ci hanno sempre sostenuto, specialmente nella promozione, e che si sono sempre dimostrate disponibili.
Siete al terzo album come Steel Raiser, quindi terza "lunga" esperienza in studio... hai qualche aneddoto da raccontarci?
Potrei raccontartene tantissimi, però sai, vivi quei momenti con così tanta intensità che alla fine sceglierne uno in particolare risulta difficile. Poi con Alfonso le esperienze raccolte potrebbero tranquillamente riempire le pagine di un libro.
... e qualche dettaglio più tecnico allora?
Sicuramente abbiamo curato ancora di più la qualità sonora del disco e un ruolo fondamentale lo ha giocato Gianfranco Strano. Ha fatto un lavoro eccezionale riuscendo a tirar fuori ogni suono in maniera nitida. Ci siamo serviti della sua nuova strumentazione e ciò ha portato ad un miglioramento della produzione. Già non vediamo l'ora di poter provare i suoi nuovi giocattolini e credimi ne ha aggiunti tanti.
Ci sono stati degli album, più o meno recenti, che vi hanno ispirato per la scelta dei suoni?
Cerchiamo sempre il confronto con i suoni e le produzioni dei grandi gruppi, in particolare in "Unstoppable" abbiamo "attenzionato" molto l'ultimo lavoro dei Primal Fear. Oltre ad essere una fonte d'ispirazione per le nostre composizioni rappresentano anche uno standard di qualità al quale vogliamo puntare e sicuramente qualche passo avanti lo abbiamo fatto.
Per quanto "Unstoppable" passi solo ora da queste parti la sua uscita risale a qualche mese fa, sei quindi in grado di dirci come lo hanno accolto critica e fans? Avete notato differenze tra l'Italia e l'estero?
Si, l'album è stato pubblicato a Giugno dalla Iron Shield Records e sin da subito critica e fans si sono dimostrate calorose e generose nei confronti di "Unstoppable". Abbiamo ricevuto tantissime ottime recensioni, i vecchi fans sono rimasti più che soddisfatti e tanti nuovi hanno iniziato a seguirci. Come dicevi in precedenza è molto complicato pubblicare un album oggi, ma sono questi riscontri che ti fanno stringere i denti e ti danno la forza per andare sempre avanti.
E' evidente come le radici del vostro sound, anche ripensando ai Noble Savage e ai Valkija, risiedano negli anni '80, ma all'interno della band sono apprezzate anche le nuove tendenze del Metal?
Gli anni '80 rappresentano per tutti noi il meglio che la musica metal abbia offerto. Gruppi come Judas Priest, Saxon, Iron Maiden e Accept (per citarne solo alcuni) sono da sempre le nostre fonti di ispirazioni. Tutto ciò che viene considerato nuova tendenza o evoluzione del genere per noi non è molto stimolante. Sono tanti i gruppi che ricercano nella novità la loro originalità ma personalmente risultano snaturati e di quel fuoco tipico degli anni d'oro non si
sente il calore. Chiamateci nostalgici ma noi, siamo gli Steel Raiser!
Soprattutto, visto la gran voglia di reunion e comeback che serpeggia nella scena, non è possibile pensare a un rientro in azione delle due formazioni appena citate? A mio parere i loro vecchi dischi farebbero ancora un figurone!
Gli Steel Raiser sono la naturale evoluzione creatasi dal connubio di parte dei membri di queste due band, non a caso alcuni pezzi di "Race Of Steel" furono sviluppati da Gianluca ai tempi in cui militava nei Valkija. Sicuramente sono state due realtà che hanno contribuito alla scena italiana e alla crescita artistica dei rispettivi membri, ma come in tante altre situazioni spesso il modo di vedere e di approcciarsi alle cose crea distanze tra le persone e gruppi che sembrano
apparentemente destinati a perdurare e ad avere successo si arenano nel nulla. Gli Steel Raiser sono un'evoluzione anche in questo! Abbiamo tutti un obiettivo comune, ci divertiamo insieme e vediamo la band come una fratellanza, unita e decisa a percorrere la strada che piano piano abbiamo spianato in questi anni. Ogni membro è dedito al 100% alla causa Steel Raiser e non c'è spazio, oltre che presupposti, per ritornare al passato.
Riallacciandomi un po' alla domanda precedente, cosa ne pensate del sottobosco Heavy Metal della nostra penisola, lo reputi valido e sottovalutato o siamo semplicemente dove meritiamo?
Posso rispondere entrambe le cose? Credo che molti gruppi italiani non hanno nulla da invidiare ai colleghi stranieri e meritino sicuramente più di quanto hanno attualmente. Purtroppo il problema è che in Italia la scena è troppo frammentata, non c'è molta collaborazione tra i gruppi e spesso le etichette nostrane si disinteressano dei propri connazionali. Quindi sicuramente un po' ce lo meritiamo se all'estero ci snobbano, siamo l'immagine di ciò che è l'Italia nel mondo.
Quali sono le prossime mosse degli Steel Raiser? Vi concentrerete sulla dimensione live, se si dove e quando, oppure avete già in mente qualche altra mossa discografica?
A novembre saremo a Vercelli per girare il nostro terzo video che sarà filmato da Davide Celoria degli Alltheniko. Ti anticipo che ci sarà un gradito ospite e presto daremo qualche dettaglio in più. Inoltre ci stiamo già concentrando sul successore di "Unstoppable" e abbiamo in programma di tornare in studio verso la seconda metà del 2016.
Bene, ti ringrazio della disponibilità, a voi la conclusione...
Grazie a te per il supporto e per la grande opportunità di essere letti su MetalHammer.it e ringrazio in anticipo tutti coloro che dedicheranno un po' del loro tempo a conoscerci e ad ascoltare la nostra musica. Grazie mille, a presto.
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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