È un silenzio durato cinque anni quello che ha costretto i Backyard Babies a staccare la spina dopo un'intensa attività live durata quasi due lunghe decadi. Una pausa che, al contrario delle più strambe supposizioni, non ha affievolito la band, ma che, anzi, l'ha resa ancora più forte di prima! Il 2015 vede infatti il grande ritorno degli svedesi, pronti a far parlare nuovamente di sé grazie alla release di un nuovo album e un succulento tour europeo che toccherà l'Italia durante il mese di novembre. In occasione dell'imminente ed unica data italiana, abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere proprio con una delle menti della band, il chitarrista della band, Dregen, che in questa esclusiva intervista ci racconta il ritorno in pompa magna sulle scene.
Ciao Dregen, benvenuto su Metal Hammer Italia.
Grazie mille, mille grazie (in italiano).
Avevamo lasciato i Backyard Babies con la loro ultima pubblicazione, il self-titled, pubblicato nel 2007. In seguito siete andati in tour, nel 2009 avete festeggiato il 20° anniversario e poi, come ben sappiamo, è arrivata la pausa. Come vi sentite a tornare in pista dopo ben cinque anni di silenzio?
Eravamo stanchi di quell’ambiente, i Backyard Babies sono sempre stati una band che si è fatta il mazzo, un po’ degli stacanovisti, è dal 1994 che facciamo tour. Eravamo un po’ tutti stanchi dopo anni di tour e ci siamo detti di provare a realizzare un altro disco con annesso tour e vedere di comporre della gran bella musica. Avevamo valutato di concederci una lunga vacanza della durata di sei mesi o un anno ma questa pausa si è protratta per circa quattro anni. Ci siamo poi ritrovati e abbiamo scoperto che fare musica tutti insieme era ancora divertente, così come lo era scrivere insieme e fare le prove. Al momento sono molto contento di questo nuovo disco, suona in maniera così fantastica ed è in puro stile Backyard Babies e non vedo l’ora di tornare nuovamente in tour per altri 25 anni!
Possiamo dire, quindi, che questa pausa consensuale vi ha portati a ritrovare una maggior alchimia e, perché no, una maggior maturità artistica?
Sì, credo di sì, anche se parliamo comunque di una situazione strana. I Backyard Babies sono una band che suonano bene insieme e sono convinto che se non ci fossimo concessi questa pausa, molto probabilmente ci saremmo sciolti. Durante questo lungo periodo, io mi sono dedicato alla mia attività di musicista accompagnando un grandissimo artista chiamato Michael Monroe. Ho suonato con lui per circa tre anni e ho avuto anche il tempo di pubblicare un mio album solista, per cui ho avuto modo di suonare con altri musicisti, completamente diversi… Anche Nicke ha avuto l’occasione di pubblicare il suo materiale per la sua carriera solista, è cresciuto molto proprio perché ha avuto la possibilità di cimentarsi con altri musicisti e sono convinto che sia io, sia Nicke siamo migliorati moltissimo come compositori. Sai, quando condividi esperienze con altre persone impari tante cose e, grazie a queste esperienze, siamo riusciti nuovamente a portare più energia nella band. Sai, quando mi sono unito a Michael Monroe per andare in tour, sapevamo già che la band si sarebbe concessa questa pausa, mi piacerebbe moltissimo poter tornare a suonare con lui ma sai, non ho il dono dell’ubiquità… non posso essere in due posti allo stesso momento! Adoro la band di Michael Monroe e se tutto andrà come previsto, forse tornerò nuovamente a suonare con lui!
Per festeggiare questo grande ritorno, avete, infatti, pubblicato questo nuovo disco, “Four By Four”. Ti andrebbe di darci una piccola anteprima e, perché no, di spiegarci il titolo?
Il titolo semplicemente si riferisce ai membri stessi della band, ancora uniti dal 1989. Sai, questo è un disco tipicamente in stile Backyard Babies e credo che nessuno sarà deluso da questo disco. Il disco suona molto fresco e moderno, si adatta bene al 2015 e sono convinto che la band sia riuscita a sviluppare al meglio il proprio sound. Certamente ci sono ancora quelle melodie molto old school ma suoniamo molto odierni, moderni. Andiamo al passo con i tempi, con il 2015 per l’appunto… Parliamo di una forte energia e di musica rock n roll!
Per questo nuovo album vi siete affidati a Jacob Hellner. Dandogli un ascolto, mi è sembrato di avere per le mani un disco che sembra più “semplice” rispetto ai lavori passati, anche se certamente ritroviamo alcune melodie old school che vanno a bilanciarsi adeguatamente con quelle punk rock senza disdegnare elementi più “freschi”. Sicuramente la pausa forzata ha dato alla band una maggior energia in studio e durante il processo di lavorazione. Cosa ci puoi dire a riguardo?
Ecco, dato che lo stai appena menzionando e non so il perché stia per dirti questo, forse perché tutti quanti i membri della band sono già dei quarantenni. Scherzi a parte, penso che una parte fondamentale sia giocata dal fatto che con gli anni abbiamo imparato ad essere più consapevoli quando suoniamo. Il disco è certamente più semplice, ha delle tinte e delle sfumature che richiamano anche gli AC/DC e i brani risultano più heavy, seppur avessimo utilizzato le sole due chitarre che possediamo… Credo che ci sia stato un maggior impegno per quel che riguarda il songwriting e sono convinto che ora possediamo dei brani decisamente migliori rispetto al passato. Per quel che riguarda il processo di registrazione, questo è stato il primo album targato Backyard Babies ad essere stato registrato nello stesso studio di registrazione che si trova qui a Stoccolma. L’album è stato prodotto da Jacob Hellner, lui si è occupato di molti dischi dei Rammstein, ma fortunatamente il disco non è per niente in stile Rammstein! (risate, ndr).
Poco fa ti dicevo che, ascoltando il disco, sembra che abbiate voluto includere qualcosa di nuovo nel disco: mi riferisco a brani come “Walls”, attualmente il mio brano preferito in assoluto, o “Th1rt3en Or Nothing” che sembrano presentare un sound completamente fresco, nuovo…
Oh, mille grazie (in italiano, ndr). È la stessa cosa che penso io! Sai, l’album consta solamente in nove tracce, in linea generale questi brani non sembrano essere tipicamente in stile Backyard Babies. Come tu stessa dicevi, “Th1rt3n Or Nothing” presenta elementi “moderni”, anche se odio questo termine, ha un ritornello che molto si rifà alle melodie della band ma allo stesso tempo offre versi e riff piuttosto ritmici, ritmati. “Walls”, invece, è un brano più strumentale, era nato come pezzo blues inizialmente ed in seguito si è trasformato in tutt’altra cosa. È come se i Black Sabbath suonassero una sorta di blues insieme al compositore italiano Ennio Morricone, o meglio, è come se il Padrino incontrasse gli Slayer (risate).
I Backyard Babies sono in giro da quasi 27 anni, se non di più…
Oddio mio. Sì, è vero!
Dai, non è tantissimo! Siete ancora giovani!
Siamo giovani nel cuore!
Nel corso di questi anni certamente avrete assistito alla costante crescita dell'industria musicale. Proprio per rimanere in tema, vorrei chiederti questo: cosa ne pensi dell'arrivo e dello sviluppo delle piattaforme digitali e dello stesso Spotify, che certamente permesso a molte persone e a molti artisti di avere un ascolto più immediato delle nuove release? Pensi che in qualche modo rovini l'industria o, al contrario, aiuti le band ad avere un riscontro più immediato?
Oh, questa è una bella domanda! Sai, io sono un musicista che va spesso in tour, quindi mi è difficile riuscire a portarmi dietro i dischi che vorrei ascoltare. Adesso mi basta usare il mio iphone e tutto diventa più semplice. Sai, fino a… circa dieci anni fa, quando andavo in tour, portavo con me un borsone contenente i miei CD preferiti, mentre ora la cosa è più semplice. Spotify è un bello strumento anche se credo che abbia un lato negativo: la gente, utilizzando qualsiasi piattaforma digitale, tende ad allontanarsi dal CD fisico. Io sono ancora della vecchia scuola, a me piace ancora ascoltare gli album mentre sembra che alla gente piaccia ascoltare maggiormente i brani singoli. Difficilmente si trova ancora qualcuno che si metta lì ad ascoltare un intero disco. A me piace ancora ascoltare i dischi dall’inizio alla fine nella loro interezza, è come se si stesse leggendo un libro, mentre adesso sembra perlopiù di avere a che fare con una semplice playlist alla quale attingere per l’ascolto dei singoli brani. Tornando comunque a noi, credo che Spotify sia uno strumento utile. Quando io voglio conoscere meglio una nuova band, mi basta digitare il nome sul motore ricerca e vedere su Spotify quello che la band offre. Mi dispiace per la lunga risposta che ti sto fornendo, eheheh, ma in linea generale penso sia uno strumento valido!
A brevissimo sarete in Italia. Sai, ho avuto modo di vedervi nel lontano 2009, se non sbaglio, al nostrano Gods Of Metal e devo dire che mi son veramente goduta lo show che avete offerto. Per questa nuova prova live, che tipo di show cercherete di proporre al grande pubblico?
Sarà il tipico show targato Backyard Babies, ci sarà tantissima energia e molto rock n roll! Per noi è comunque figo poter presentare live “Four By Four”, sembra quasi che la band stia presentando una sorta di album di debutto, perché sono circa 5 anni che non facciamo niente. Credo che questa sia una situazione abbastanza strana e ora abbiamo alcuni pezzi nuovi favolosi dai quali poter scegliere. Ci sarà spazio per i brani appartenenti alla “vecchia” era e posso promettervi una serata fantastica!
Domanda scontata, cosa riserverà il futuro per i Backyard Babies? Spero non consideriate di intraprendere nessun’altra pausa!
(risate). Ti stai riferendo ai piani futuri della band? Beh come sai, stiamo andando incontro al mese di novembre e per tutto quel periodo saremo in tour in Europa. Nella tranche sarà inclusa anche l’Italia, so che ci sarà solamente uno show nel vostro paese e non credo che la band possa tornare tanto presto in futuro. A gennaio e febbraio ci sposteremo in Scandinavia, poi torneremo in Giappone, Spagna, Sud America per poi fare tappa negli Stati Uniti e, in seguito, terminata la stagione dei festival valuteremo un secondo round.
Forse è presto per dirlo, ma avrai in serbo la pubblicazione di un altro album solista?
Probabilmente, voglio dire, mi piace far parte dei Backyard Babies, ma allo stesso tempo mi piace portare avanti le mie cose personali. Sai, posso e riesco a portare avanti entrambe le cose e vi posso assicurare, promettere che ci sarà senz’altro un altro album targato Dregen, anche se non posso dirvi quando questo accadrà! Ci sarà sicuramente molto materiale solista, sì!
Questa era la mia ultima domanda. Grazie mille Dregen per averci concesso questo spazio, o meglio: tack sa mycket! Nel frattempo, ti auguro tutto il meglio e spero che tu e i ragazzi possiate divertirvi a Milano!
Varsagod! Grazie mille a te! Spero di vederti e vedere tutti quanti i fan italiani a Milano!