Terminus: nella spirale del Mietitore

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Gruppo:Terminus

Una vecchia pubblicità diceva: “Potevamo stupirvi con effetti speciali e colori ultravivaci, ma noi siamo scienza, non fantascienza”. I Terminus invece, per quanto ne siano appassionati e incentrino le loro attenzioni sulla Fiction Fantasy, ci hanno stupito con il loro Heavy Metal, realizzando uno degli album più interessanti del 2015.

Prima di tutto voglio subito complimentarmi con il vostro album "The Reaper's Spiral”, a mio parere un ottimo lavoro e realmente interessante, quali sono invece le vostre sensazioni sull’album?
James (cantante): Thank you very much! Siamo tutti molto soddisfatti di come è venuto fuori il disco, ma stiamo provando a non lasciare che i nostri pensieri ci indugino troppo a lungo. Una volta che l'album è stato rilasciato, abbiamo semplicemente lasciato andare. Ora appartiene alla underground heavy metal scene. Abbiamo ancora del lavoro da fare nel tentativo di promuovere l'album e di tenere dei concerti che possano accrescere la nostra visibilità. Le due etichette che sono coinvolte nel rilascio hanno investito un sacco di soldi per il disco, quindi è nostro dovere aiutarli a rientrare dei costi.
Dal momento che "The Reaper's Spiral" è il vostro primo album, voi non siete molto conosciuti al di fuori dei vostri confini, ci vuoi raccontare qualcosa sulla storia della band e dei suoi componenti?
Siamo cinque uomini di mezza età e nel bel mezzo di una crisi di mezza età. Avremmo dovuto tenerne conto e agire di conseguenza, ma non possiamo farne a meno, l’Heavy Metal è nel nostro sangue. Siamo tutti amici da molto tempo e David (batterista) aveva un sacco di riff di chitarra su un lettore MP3 che ormai riteneva non potessero mai essere utilizzati. Così nel 2012, ci siamo spostati nella sala prove che Davide (il bassista) e Gavin e Paul (i due chitarristi) stavano usando con la loro altra band, dopo che il loro batterista li aveva abbandonati, e abbiamo iniziato a imparare le canzoni che David (il batterista) aveva recuperato e messo insieme dalla sua collezione di riff. Da qui, abbiamo continuato a crescere e quindi realizzato una demo, uno split 7" con i nostri amici Ravensire e ora il nostro album di debutto.
Come avete deciso di adottare come nome del gruppo Terminus... suona un po' strano, o no?
Ci fanno un sacco di volte questa domanda, ma per noi non è affatto strano. Il nome deriva dal libro di Isaac Asimov “Foundation”. Terminus è il nome di un pianeta, dove gli indesiderabili e i ribelli di un Impero Galattico vengono inviati come luogo d'esilio. Abbiamo avuto la sensazione che avrebbe calzato benissimo su di noi.
Ho descritto "The Reaper's Spiral" come un Heavy Metal classico dalle forti radici nel Metal dei primi anni '80, sei d'accordo? E come ti senti a confronto con tutte quelle band che stanno riscoprendo e recuperando quel periodo?
Sono completamente d'accordo con questa tua valutazione. Noi amiamo il Metal degli anni ‘80, ma non cerchiamo di essere solo la copia di una di queste bande. E’ impossibile essere davvero originale in questi giorni, ma cerchiamo di avere una nostra voce all'interno del genere.
Parlando di influenze, quali sono le vostre radici musicali?
Come ho appena detto, ci piace il Metal degli anni '80 e siamo influenzati da gruppi statunitensi come Savage Grace, Warlord, Omen e Attacker. Amiamo anche gli Iron Maiden (ma chi non lo fa?) e ho personalmente sono influenzato anche dal suono più melodico della NWOBHM come quello dei Marquis de Sade. Visto che negli anni ‘90 eravamo dei bambini, siamo stati pesantemente influenzati dai Solstice (UK) e da gruppi come Twisted Tower Dire e Slough Feg.
So che gli artisti non sono entusiasti di dover classificare la loro musica, ma a questo punto come descriveresti il sound dei Terminus a un estraneo?
Sono assolutamente felice di vederci semplicemente classificati come una Heavy Metal band, perché questo è tutto ciò che siamo. Nel nostro sound abbiamo forse alcune cose che sono un po' diverso dalle altre band, ma in sostanza, siamo heavy metal e niente di più.
Chi e che cosa vi ispira quando scrivete una canzone?
A volte un riff ispirerà una linea vocale o alcuni testi, talvolta accadrà il contrario, a volte un frammento di testo arriverà dal nulla e dovremo cercare di metterlo in relazione ad una storia o a un concetto. E’ una cosa che cambia ogni volta.
Quanto tempo avete avuto bisogno di esercitarvi per sentirvi a proprio agio con le vostre canzoni prima di poterle registrarle?
Odio doverti dare una risposta vaga, ma noi proviamo per tutto il tempo necessario. Poi alcune canzoni vengono fuori facilmente, mentre altre possono anche farci impazzire per intere settimane.
Bene, passiamo alla produzione, chi se ne è preso cura? Siete soddisfatti dei risultati finali o ci sono delle cose che ora vi piacerebbe cambiare?
Siamo molto soddisfatti della produzione, soprattutto considerando che il disco è stato in gran parte registrato at home. Abbiamo registrato la batteria in uno studio professionale, ma gli altri strumenti sono stati registrati da David (il batterista) a casa sua. Il mixing e il mastering sono stati invece curati da Paolo Viera, un ragazzo davvero talentuoso che ha fatto un ottimo lavoro. Per quanto riguarda le cose che ci piacerebbe tornare indietro per poterle cambiare… non ci penso. Impareremo dall’esperienza per poi applicare quelle lezioni in occasione delle nostre prossime registrazioni. Personalmente mi piacerebbe sperimentare con diversi tipi di attrezzature, per far suonare le mie vocals in maniera più profonda e calda.
Oltre che a ispirarvi per il vostro nome, sembra proprio che la Fiction Fantasy sia anche al centro dei vostri testi, oppure mi sbaglio?
Tutto gira attorno a storie di fantascienza o a film / spettacoli televisivi. Siamo tutti grandi fan di fantascienza e non credo proprio che ci sia qualche idea o un concept che non si sia stato sviluppato da un ambiente Science Fiction.
Che cosa ci puoi dire dell'artwork del vostro album? Quanto ritieni sia importante poter aver una bella copertina?
La copertina è stata disegnata dal nostro amico Paul McCarroll. Siamo stati molto contenti di averlo con noi, dato che negli ultimi tempi lui non fa moltissime copertine per dei dischi. A decidere se la cover di un album è grande oppure no, sono le persone che la guardano, ma penso che sia molto importante per la band di amare la l’artwork che ha scelto per la copertina.
Nel vostro caso c'è una relazione tra l’artwork, i testi e la musica?
Si c'è. La canzone "The Reaper's Spiral" parla di un soldato che ha avuto ricordi impiantati nel suo cervello tramite una suggestione post ipnotica, che lo spingono a odiare il suo nemico pur non avendolo mai incontrato prima e così lui diventa una macchina con un solo scopo; slaughter. Il disegno rappresenta il personaggio centrale nel centro, circondato da quei demoni che crede essere il suo nemico.
Come pensate di promuovere "The Reaper's Spiral”? Farete dei concerti, magari andando anche in tour?
Purtroppo non possiamo andare in tour per lunghi periodi di tempo. Ma, come compromesso e come ogni anno, cercheremo di suonare a un paio di festival, forse abbinati ad alcuni tour molto brevi.
Nel 2016 suoneremo all’Ultimate Revenge of Heavy Metal Festival a Helsinki, in Finlandia, al Keep It True in Germania, e al Pyrenean Warriors Open Air in Francia.
Il vinile, ultimamente, ha avuto un ritorno significativo, tu preferisci the old sound o sei un fan di CD e DVD?
Mi piacciono i vinili e compro nuove release in vinile regolarmente, ma per recuperare i vecchi classici che mi sono perso ai tempi della loro uscita preferisco i CD. Questo perché ho deciso che non voglio più pagare quei prezzi folli cui oggi sono venduti i vecchi dischi.
Ancora una domanda: perché qualcuno dovrebbe scegliere "The Reaper's Spiral" tra tutte le altre recenti uscite in ambito Heavy Metal? Quali sono i punti di forza del vostro album d’esordio?
Noi siamo per le persone che non si curano per nulla dell'immagine o presi della nostalgia. Certo, amiamo le formazioni degli eighties e siamo influenzati da queste, ma allo stesso tempo ci rendiamo conto che non siamo più negli anni '80, quindi noi non pretendiamo di atteggiarci come se vivessimo ancora in quel periodo.
Grazie per esserti preso il tempo per questa intervista. Spero di vedervi in tour molto presto.
Grazie mille Sergio, siamo noi che ti ringraziamo per aver trovato il tempo di recensire il nostro disco e per intervistarci.
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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