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Gruppo:Bullfrog

Hard rock nella sua forma più classica e pura. E’ questo il succo della proposta dei Bullfrog, trio Veronese che con estrema umiltà cerca di raccogliere l’eredità dei grandi interpreti del genere. Ascoltando il recente ed ottimo “The road to Santiago” sembra che i Veneti abbiano preso molto sul serio il ruolo di prosecutori della tradizione hard, così Eutk ha pensato di parlarne direttamente con loro…

- Iniziamo con il tradizionale riassunto della storia dei Bullfrog, in modo da presentarvi ai lettori di Eutk..
- Siamo nati dieci anni fa come cover band, proponendo brani di Free, Mountain e altri classici dell’hard-blues anni ’70; abbiamo fatto molta gavetta nel circuito dei locali veronesi e non, togliendoci anche delle belle soddisfazioni, per arrivare gradualmente ad avere un repertorio di brani propri, sempre in quello stile. A fine 2001 è uscito “Flower on the moon” per l’Andromeda Relix e ora “The road to Santiago”, sempre per la stessa etichetta.

-“The road to Santiago” è il vostro secondo album, quali sono le differenze e gli eventuali miglioramenti rispetto al precedente “Flower on the moon”?
- Direi che, pur muovendoci sempre su quel binario, abbiamo ottenuto una maggior varietà stilistica; siamo anche maturati come musicisti, l’esecuzione e gli arrangiamenti sono più curati, ma soprattutto ci siamo affidati alle cure di un produttore esperto, il nostro amico Fabio Serra, che ha fatto un ottimo lavoro sul suono: “TRTS”suona molto più live e potente, ed era quello che volevamo.

- C’è qualche aspetto del disco che non vi ha pienamente soddisfatto e che vorreste sviluppare meglio in futuro?
- Mah, direi che siamo molto soddisfatti della riuscita. Saremmo più soddisfatti con un mega-budget e un mega-studio a disposizione, ma per i nostri mezzi va bene così. Non siamo molto soddisfatti delle nostre facce nella foto interna, ma d’altronde abbiamo solo queste…

- Quali brani rappresentano meglio lo stile Bullfrog e la sua “purezza” rock, della quale accennavo nella recensione?
- Non so se ci sia un brano che suoni “più Bullfrog” di altri; il riff più “classic rock” penso sia quello di “Boz’s Walk”, ma in tutto il disco ci sono brani con riferimenti marcati ai “maestri” e altri dove ci siamo presi più libertà…Penso però che siamo riusciti a creare uno stile “nostro” ben riconoscibile, pur coi doverosi tributi al passato…

- Nel primo disco c’era una cover dei Moxy, in questo una della James Gang. Come mai la scelta è caduta su queste bands non certo popolarissime anziché su qualche big dell’hard rock?
- Noi, prima ancora che musicisti, siamo degli appassionati di musica e andiamo a cercarci tutti quei gruppi dei ’70 che hanno fatto grandi cose ma che non hanno avuto fortuna, un po’ come noi magari! Forse è un processo di identificazione, ci sentiamo dalla parte dei losers (anche se non è certo il caso di Joe Walsh…), e nel nostro piccolo vogliamo rendergli un tributo. E poi se ti misuri coi mostri sacri c’è sempre il nerd di turno che viene a dirti: -Quel rivolto lì lo fai diverso…- e noi vogliamo vivere tranquilli…

- Non è un mistero che il vostro stile tragga molta ispirazione dagli anni ’70, un hard puro e privo di strambe ed inutili contaminazioni. Non temete però di essere considerati una formazione troppo rivolta al passato, magari un po’ antiquati per il pubblico odierno?
- Ma probabilmente questo succede, noi non abbiamo niente a che fare col rock odierno, suoniamo solo quello che ci piace e che siamo capaci di fare. Ai nostri concerti, però, vengono sia i “vecchietti nostalgici” che ragazzini molto giovani, e spesso questi restano stupiti dal nostro approccio live basato sull’impatto sonoro e l’improvvisazione, cose tipicamente anni ’70 di cui purtroppo si è perso il gusto…Vedi, io penso che in realtà ci sia molta più richiesta di rock vero di quello che vuol far credere l’industria discografica attraverso le varie MTV di turno, con il continuo martellamento a base di stronzate. Lo dimostra un gruppo come i Darkness, che con un telaio classicamente hard, fatto di riff, energia e melodia ha conquistato tutte le classifiche del mondo. Il febbraio hanno suonato a Milano, era un lunedì, eppure l’Alcatrazz era tutto esaurito. Questo vorrà pur dire qualcosa!!

- Al giorno d’oggi è raro trovare bands con schieramento triangolare (chitarra-basso-batteria), un tempo molto in auge e penso ai Cream, l’Experience di Hendrix, Grand Funk, ZZTop, e così via. Presentarvi come trio è stata una vostra scelta precisa e funzionale alla musica o invece casuale e magari modificabile in futuro?
- In parte voluta, volevamo ricreare il sound e lo spirito del power-trio anni ’70, una formazione che dà molto respiro all’improvvisazione, in parte dettata dalla praticità; non ci dispiacerebbe inserire degli interventi di tastiere qua e là, come nel CD (suonati da Fabio Serra), ma la formazione a tre è più agile e dà meno problemi dal vivo.

- Da sempre i gruppi hard rock curano in particolare l’aspetto live e voi avete un’esperienza ormai decennale in questo senso, quindi cosa deve aspettarsi un appassionato che voglia vedere i Bullfrog in concerto?
- In parte ho già accennato all’argomento, crediamo che la dimensione ideale del rock sia il concerto dal vivo, e tanto per cambiare cerchiamo di cogliere lo spirito dei ’70; oggi c’è la tendenza a suonare dal vivo come in studio, noi invece amiamo le lunghe jam e le digressioni; più che sulla precisione puntiamo sul “wall of sound”. In più, quando possiamo, invitiamo qualche amico musicista sul palco per una jam; abbiamo chiamato degli ospiti anche sui nostri CD: sul primo c’è Andrea Martongelli degli Arthemis e su questo Fabio Drusin degli W.I.N.D.

- Inevitabile la solita domanda che si fa ai gruppi Italiani di qualsiasi genere musicale, quanto è difficile proporre il vostro rock nel nostro paese (contratti, etichette, registrazioni, concerti, promozione, visibilità..) specie se non si seguono i filoni più alla moda?
- Penso che dipenda molto dagli obiettivi che uno si pone; a noi interessa proporre la nostra musica a più persone possibile, ma sappiamo anche che non diventeremo mai delle rockstar…Quindi tanto vale andare dritti per la nostra strada..In tanti anni che suono ho sentito troppa gente dire:-Ah, sai, col mio gruppo ora cantiamo in italiano e abbiamo aggiornato il genere perché siamo in contatto col tal produttore…- per poi non suonare nemmeno alla sagra della bòndola (=mortadella)…Noi abbiamo seguito sempre e soltanto la nostra passione e dopo dieci anni siamo ancora qui…Ci accontentiamo di poco, è vero, ma ci divertiamo…Certo, la situazione è desolante, la musica ormai è assoggettata ai criteri dell’industria, un prodotto usa e getta come tanti altri…Noi dobbiamo ringraziare gli amici dell’Andromeda Relix che sono dei veri appassionati e che sono fra i pochi ad andare controcorrente (www.andromedarelix.com).

- Tralasciando le vecchie glorie ancora in attività, secondo voi quali altri gruppi oltre i Bullfrog hanno ereditato il vero spirito dell’hard nella scena internazionale, e comunque quali sono i vostri gusti in fatto di musica?
- I primi che mi vengono in mente sono Black Crowes, Cry of Love, Firebird, Thunder, Gov’t Mule e andando più indietro negli anni Tesla, Badlands, e ovviamente altri ancora…
Per i nostri gusti, basta consultare un’enciclopedia dell’Hard Rock dalla A alla Z, dai gruppi maggiori agli sconosciuti! Poi ci piacciono anche le cose limitrofe, come il progressive, il southern, l’AOR, i classici dell’Heavy Metal e certo stoner…Sempre musica con le palle, però!

- Il vostro rapporto con internet e la vostra opinione sull’impatto che la rete ha avuto sul mercato della musica?
- Beh, oltre che per andare a vedere le donne nude, internet ci è molto utile per la promozione ed i contatti, facilita molto le cose, anche se non ci dedichiamo molta energia; il nostro sito, ad esempio, è molto essenziale. Penso però che fra qualche anno anche le case discografiche dovranno adeguarsi a questo tipo di fruizione che è sempre più in auge , soprattutto fra i più giovani. Io non sono un patito del download, appartengo alla generazione del vinile, ma anche considerando i prezzi proibitivi di CD e DVD penso che si andrà in questa direzione; quindi il nostro governo farebbe meglio ad abbassare l’IVA, piuttosto che accanirsi contro le nuove tecnologie…

- Per chiudere, i progetti dei Bullfrog nell’immediato futuro e, se volete, il vostro saluto agli amici di Eutk….
- I progetti più immediati prevedono due figli da parte della sezione ritmica dei Bullfrog, per il resto cerchiamo di suonare il più possibile dal vivo, anche per promuovere “The road to Santiago”, che come sai non ha una grande distribuzione nei negozi; a questo proposito invito gli interessati o i semplici curiosi a visitare il nostro sito www.bullfrogband.net e a contattarci all’indirizzo bullfrogband@virgilio.it . Ovviamente diamo un caloroso saluto a tutti voi, EUTK è un esempio di come al giorno d’oggi si possa comunicare più facilmente le proprie passioni senza particolari vincoli o diktat editoriali… Un saluto particolare a te e a Sergio Rapetti, che già ai tempi di Metal.it si dimostrò un vero amico!

Contatti: Bullfrog e-mail: bullfrogband@virgilio.it
Web: www.bullfrogband.net
Andromeda web: www.andromedarelix.com

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