Il tempo passa, gli anni scorrono, ma spesso le persone non cambiano. Non sentivo Eric Daniels da 18 anni, quando lo intervistai in occasione del loro primo disco a nome Soulburn "Feeding on Angels" ed è rimasto lo stesso amante della musica, del metal estremo e della sua terra come quando aveva 31 anni. Oggi ne ha 48 ed i Soulburn sono ancora qui a dimostrare che la vecchia scuola non solo è sempre presente ma ancora molto da insegnare a tutti, specie con il loro ultimo "Earthless Pagan Spirit".
Allora Eric, ci risentiamo a distanza di millenni da quel Feeding on Angels dato che per il pur buono The Suffocating Darkness non abbiamo realizzato alcuna intervista. E ti dirò che sinceramente il nuovo glielo preferisco addirittura…
Ti ringrazio molto Gianluca.
The Suffocating Darkness è stato in ogni caso molto soddisfacente per tutti noi, dopo 16 anni da
Feeding on Angels siamo riusciti a ritrovare la nostra strada, quello che siamo e quello che ci piace suonare.
The Suffocating Darkness è un disco per noi più black, ha dei brani che ci hanno persuaso che continuare con i Soulburn fosse giusto dopo tutti quegli anni.
Beh, a dire il vero ti stavo per dire che Earthless Pagan Spirit fosse, rispetto al suo predecessore, un disco più oscuro, più black in senso stretto, senza dubbio più pesante.
Ed è corretto! Anche noi pensiamo che sia un album più oscuro rispetto a
The Suffocating Darkness. Il fatto che i brani che lo compongono abbiano quell’atmosfera cupa è anche merito del mix e del mastering effettuato da
Devo (
Marduk) che ha fatto davvero un lavoro eccelso, i brani ed il mix sono perfettamente connessi tra di loro. Abbiamo lavorato per circa un anno su questo disco e profuso ogni nostra energia affinchè venisse come ci eravamo prefissati.
Un anno? Accidenti, un lavoraccio!
Abbiamo registrato tutte le chitarre e la batteria negli Harrow Production studios, vicino a dove viviamo e abbiamo avuto un bel rapporto con
Harry Wijering che era già stato ingegnere del suono ai tempi dei primi Asphyx, mentre il basso e la voce sono stati registrati al Double Noise studio, nella parte sud olandese, da
Gerben van der Aa che è il sound engineer di quel posto. Abbiamo quindi usato due studi, solo per chitarre ritmiche e batteria abbiamo impiegato otto mesi, svolgendo il tutto come durante le prove e ha funzionato benissimo, appena una canzone era pronta la registravamo. Poi Twan ha fatto le sue linee di basso e la voce in due interi giorni di registrazione.
Voi siete da sempre sotto contratto con Century Media, cosa si prova a far parte di questa famiglia praticamente dall’inizio? Secondo voi esiste una band portabandiera dell’etichetta?
In effetti io e Bob conosciamo la Century da circa il 1990, dai nostri inizi con gli Asphyx. Abbiamo un eccellente rapporto con loro e hanno sempre svolto un ottimo lavoro nei nostri confronti, è sempre importante avere un buon supporto dalla tua etichetta. Per quanto riguarda una sola band che li rappresenti, beh no è impossibile, hanno un range di generi musicali troppo estesi e diversi tra loro, impossibile racchiudere tutto in un’unica formazione.
L’Olanda ha fatto parte del movimento d’oro del death metal europeo sin dai primissimi anni. Come siete messi oggi in tal senso?
Che ci siamo ancora! C’è ancora una scena metal gloriosa, moltissime band nascono giorno dopo giorno e fanno il loro dovere appieno, è una scena assai viva con tanti gruppi validi al suo interno. Troppi da nominare ma se sono olandesi beh allora meritano senz’altro un ascolto. Peraltro qui da noi trovi di tutto, heavy classico, speed, thrash, death ed anche una grandiosa scena gothic metal senza dubbio.
C’è qualcosa che rimpiangi maggiormente del passato?
I rimpianti vengono sempre dopo e ce ne sono, io ne ho qualcuno ma mai enorme, non è nella mia natura guardarmi indietro piuttosto cerco di imparare dai miei errori e vado avanti. Non ho mai desiderato cambiare il mio passato o le cose che ho fatto, ormai sono accadute e credo fermamente che ci sia un perché a tutto questo, andare avanti e vivere i giorni che ci sono di fronte a noi.
Dove risiedi attualmente Eric?
Per la precisione ad Oldenzaal, nella parte orientale dell’Olanda, nella regione di Twente, circa 15km dal confine tedesco. Non ti nascondo che qui la qualità della vita sia molto alta, bellissimo panorama naturale, belle città…c’è un po’ di tutto, un bel mix. L’Olanda ha una superficie molto affollata, una densità piuttosto alta, ma si vive davvero bene, ci sto benissimo. Dove vivo io, rispetto alla parte più nota della nazione, è assai più nascosto e sconosciuto non solo alla cronaca ma anche agli stessi olandesi, che abitano per la maggior parte dalla parte opposta, vicino Amsterdam. Non ti nascondo il fatto che abitare così vicini alla Germania sia per noi un vantaggio, andare a suonare in Germania per noi…è un attimo!
Ragazzi, voi venite tutti dagli anni ’80, fate musica da una vita, siete decisamente old school…come me, del resto. Vi trovate a vostro agio con tutta la modernità a cui siamo giunti oggi? Mi riferisco ai social network come canali di promozione, a Spotify, streaming o mp3 invece di comprare i dischi, dei cellulari che vi riprendono ai concerti e cose del genere… Senza dubbio dovete assecondare il progresso e star dietro anche voi a tutto questo, ovvio. Ma secondo voi …era meglio prima o adesso?
Tutto giusto, siamo tutti old school maniacs! Sono cresciuto con i dischi di
Iron Maiden, Motorhead, Deep Purple, Judas Priest, Accept e così via, il vero metal! Ma come hai detto, tecnica e progresso non possono essere fermati. Al tempo non avevamo tutti questi social e questo aveva i suoi lati positivi: oggi chiunque può umiliarti con un click, o mettere un “dislike” o esprimere un’opinione senza dire perché. Ma per i gruppi è ance positivo per diffondere la propria musica. Niente da fare, dobbiamo conviverci ed apprezzare tutte le cose positive che questo ha portato invece di lamentarsi di quelle negative.
Se ti chiedessi qual è il disco che ha cambiato la tua vita da musicista cosa mi risponderesti?
C’è uno, e un solo disco che ha trasformato del tutto la mia vita facendomi diventare un musicista. Quel disco si chiama
Welcome to Hell dei
Venom, seguito a ruota dal loro
Black Metal. Con questi dischi ho capito che volevo suonare la chitarra in maniera brutale. Quell’atmosfera, quello stile, io li adoro totalmente, così come i primi dischi dei
Bathory, li respiro come fossero aria pura per me: l’atmosfera, il sound, il puro male. Nessun altro gruppo può farlo come loro. Riguardo alle nuove uscite, a dire il vero non ne ascolto molte, più che altro nuovo materiale da gruppi che già mi piacciono, tipo i
The Committee ad esempio. Per il resto ascolto molto spesso dischi dei
Marduk, Mayhem, Dissection e Darkthrone.
Che rapporto hai con gli altri ragazzi degli Asphyx? Hai ascoltato il loro nuovo lavoro?
Oggi abbiamo un buon rapporto. Martin vive nella stessa mia città, talvolta ci vediamo, ci prendiamo una birra e parliamo della nostra passione, l’heavy metal, i vecchi tempi e così via. Ho ascoltato un paio di brani del nuovo Asphyx e mi pare un buon lavoro. Specialmente adoro il cantato di
Martin, è unico, immediatamente riconoscibile, e per quanto mi riguarda è uno dei migliori frontman di tutta la scena death metal.
Una battuta sulle elezioni presidenziali negli USA?
Si, tipo il circo! E’ una cosa che gli americani fanno ogni volta che si sono le elezioni, ma stavolta si sono superati, credo che sia la volta che l’hanno fatta più sporca. Non apprezzo nessuno dei due candidati ma credo che tra i due sia stato scelta la persona più giusta per quel lavoro. Il tempo ce lo dirà. A volte una nazione ha bisogno di un’altra direzione, una svolta, per riprendere in mano le redini del proprio destino. Posso solo immaginare il disastro economico che ci sia da quelle parti e la gente ha avuto bisogno di qualcuno per ricostruire tutto nuovamente. Per quanto mi riguarda, la maggior parte delle persone pensano che Trump sia un pazzo, ma penso che quando qualcuno è diventato così inumanamente ricco in passato beh…non puoi essere un idiota.
Ok Eric, ci salutiamo e ti do’ appuntamento al vostro prossimo disco.
Grazie Gianluca per questa intervista, speriamo che
Earthless Pagan Spirit piaccia, adesso ci concentriamo sui nostri shows e cerchiamo di dare il meglio ai nostri fans. Loro sono oro per noi, son preziosi, e i Soulburn vogliono dargli quello di cui hanno bisogno. Più avanti scriveremo materiale per il prossimo disco ma adesso è tempo di concerti….
HELL IS JUST A SURFACE!