Come qualcuno di voi già saprà, sono un grande ammiratore di Diego Tuscano, uno di quei cantanti che conoscono perfettamente il valore dominante dell’emotività e della forza espressiva contenute nella voce umana.
Forte di un curriculum importante, il nostro ha raggiunto probabilmente l’apice della sua parabola artistica (finora!) grazie alla collaborazione con Luke Smith degli Ulysses, capace di conferire al brillante songbook de Il Tusco, edificato sulla storia dell’hard-rock, del blues e del prog, un pizzico di quella “modernità” che tanto piace all’attuale scena musicale d’estrazione vintage.
Il cantato in italiano e un carisma ben superiore alla media rendono davvero intrigante la nuova proposta del gruppo, che fortunatamente (e doverosamente ...) ha poi trovato un adeguato patrocinio discografico nell’Andromeda Relix, etichetta abilissima nel sostenere le eccellenze dell’underground.
“Il Tusco feat. Luke Smith” è un albo che merita ampia considerazione, almeno quanto le parole di un sempre affabile Tuscano, interpellato da Metal.it sul passato, il presente e il futuro della sua “creatura” ...
Ciao Diego, grazie per la disponibilità e bentornato sulle pagine di Metal.it! Ai tempi della precedente intervista eri impegnato con ElettroCirco e Shanghai Noodle Factory e avevi da poco realizzato il tuo disco “antologico” (“I Primi Deviati Erano Come Me”) ... sono successe un bel po’ di “cosette” da allora ... ti va di raccontarcele per sommi capi?
Ciao Marco!!! Dunque devo un momento mettere insieme i pezzi perché, in effetti, ne sono successe di cotte e di crude. Gli Shanghai sono implosi nel 2012 e l’ElettroCirco l’anno successivo. Dalle ceneri di questi ultimi è nato il Tusco con il quale abbiamo già registrato due album: “
Il Tusco canta e Mao gliele suona” del 2015 e il recentissimo ”
Il Tusco feat. Luke Smith”.
Ritengo il tuo eccellente nuovo lavoro “Il Tusco feat. Luke Smith” un episodio che potrebbe diventare davvero “nodale” nella tua ormai corposa carriera artistica ... hai la stessa sensazione?
Certamente. L’album è stato registrato a Bristol da Luke Smith - leader degli Ulysses - che si è occupato di tutto: lo studio di registrazione, le parti di chitarra, il mixaggio, il mastering e la produzione. Non capita tutti i giorni a una band italiana che canta in madrelingua venga offerta la possibilità di registrare un album in Inghilterra. L’appoggio fondamentale dell’etichetta Andromeda Relix e della G.T. Music Distribution ha fatto il resto.
Parliamo proprio della tua collaborazione con Luke Smith degli Ulysses ... per quanto mi riguarda il tipico caso di “marriage made in heaven” (o “in hell” se preferisci :) ...) ...
Ha ha hahahahah!!!! Luke ed io ci siamo conosciuti nel 2002 tramite Comus Milton Jr. eminenza musicale inglese in occasione di un tour in terra d’Albione con i SanniDei, la band con la quale cantavo allora. Gli Ulysses erano agli esordi e già allora ero sicuro che sarebbero diventati una band di caratura internazionale. Avevo ragione. Con loro ci lega un’amicizia che si è consolidata negli anni, un percorso magnifico che ha reso possibile suonare tante volte con loro sia in Inghilterra che in Italia.
Al disco oltre a te e a Luke ha contribuito pure un “manipolo” di altri favolosi musicisti, fondamentali per il risultato finale ... direi che merita la pena “spendere” qualche parola anche su di loro ...
Sono il top per disponibilità e professionalità. Con il bassista Steo Trieste siamo amici dal 1986 quando ci siamo ritrovati compagni di classe presso l’Itis di Ivrea dove ovviamente siamo stati bocciati senza perdono: passavamo, infatti, le mattinate al bar a giocare a bigliardo e calcio balilla coltivando i nostri sogni musicali che abbiamo poi coronato all’inizio degli anni 2000 con la fondazione dei SanniDei. Il chitarrista Lerco è una leggenda italiana della chitarra rock blues e la nostra amicizia risale al 1984 quando eravamo tra i primi metallari a Ivrea. Abbiamo cominciato a suonare insieme con gli Autodistruzione Blues nel 1987, poi con i SanniDei e adesso ci siamo ritrovati. Todaro è il batterista: ha vissuto e suonato da professionista a Los Angeles per più di due anni sotto il management di Vickey Hamilton (GN’R) con la quale è ancora molto legato. E’ anche un gran cantante. AleAlle è l’altro bassista ed è il futuro della band: l’album”
Il Tusco canta AleAlle” è in programmazione per il 2017 e sarà composto di canzoni scritte da quello che definisco il maniaco della band. Maniaco in senso buono, in quanto genio. Anche con Ale avevamo già suonato insieme una ventina di anni fa negli Autodistruzione Blues. In pratica siamo una band incestuosa.
L’albo è una miscela “classica” di hard, blues, soul, prog e psichedelia, ma approcciata con una “freschezza” che rimanda in qualche modo alle esperienze di gente come Rival Sons, Wolfmother e The Temperance Movement ... era un vostro obiettivo fin dal suo primo “concepimento” o si è trattato di un processo sviluppatosi in corso d’opera?
L’album ha vissuto una genesi particolare in quanto alla scrittura hanno partecipato anche amici che poi non hanno preso parte alla registrazione e ai successivi concerti. E’ giusto citare i chitarristi Simone Passerelli e Luca Ottoz. Le nostre influenze sono intuibili ma non ci siamo posti limiti, cercando di realizzare un album seguendo semplicemente l’ispirazione.
“Ossessione”, “Giorni perduti”, “Danzatore nel lurido banco dei pegni” e “Babilonia della psiche” sono alcuni dei momenti più significativi del programma ... cosa ci puoi dire sulla loro genesi?
Purtroppo non ricordo quasi nulla se non interi pomeriggi in garage a scrivere un degno seguito a ”Il Tusco canta e Mao gliele suona”. Le canzoni sono uscite di getto, suonate e arrangiate dai vari musicisti che si sono aggiunti a me, Steo e Todaro. Quando siamo partiti per l’Inghilterra esattamente un anno fa per registrare l’album, le canzoni erano apparecchiate in funzione della formazione a due bassi. La chitarra di Luke Smith ha mantecato tutto il kit.
Il cantare in italiano vi pone in una situazione alquanto “insidiosa” e aumenta gli oneri di chi si occupa dei testi ... quali sono i temi che ami trattare e qual è l’approccio con cui affronti questa “responsabilità”?
I temi che amo trattare sono quelli di una vita normale dove gioie e dolori sono all’ordine del giorno. L’approccio giusto e quello di essere se stessi, credibili, poi è tutto ok al di là delle doti vocali….
Il Cd esce per l’Andromeda Relix ... come siete entrati in contatto con quest’autorevole e competente marchio discografico?
Il grande Gianni della Cioppa ha citato con un’intera scheda i SanniDei sul suo libro ”
Va pensiero-30 di rock e metal cantato in italiano” e quindi mi conosceva artisticamente da parecchi anni. E’ a capo di questa fantastica etichetta veronese e ci ha voluto con lui dopo aver ascoltato un’anteprima dell’album. E’ un onore per noi essere apprezzati da una vera eminenza del giornalismo musicale italiano. Tramite Gianni abbiamo trovato il grande Vannuccio Zanella che con la sua G.T. Music ha garantito la distribuzione del cd fisico nei negozi. Colgo l’occasione per dire che due album dei SanniDei sono disponibili su Spotify rimasterizzati e con l’aggiunta di bonus tracks: si tratta di “
Andare via” del 2005 e di “
Frammenti di realtà” del 2006.
Noto che ultimamente siete anche piuttosto attivi sotto il profilo concerti, un contesto particolarmente congeniale (e lo posso testimoniare in prima persona!) al gruppo ... quali sono le prospettive future da questo punto di vista? Soddisfatti delle occasioni offerte finora per far conoscere la vostra musica attraverso l’inoppugnabile test del palco?
Grazie Marco. Per una band come Il Tusco l’attività live è vitale e non abbiamo nessuna pietà. Ci esibiamo con piacere nella bettola più losca fino ai grandi palchi. Siamo soddisfatti, anche se onestamene ci piacerebbe suonare almeno quattro sere a settimana.
E ora? Quali sono i prossimi passi de ‘Il Tusco’? Continuerà la collaborazione con Luke?
Cerrrrrto!! Come ti dicevo stiamo arrangiando canzoni scritte apposta per Il Tusco da AleAlle e ultimamente anche da Lerco e certamente Luke sarà coinvolto in fase di registrazione in veste di chitarrista. Quindi, formazione a due bassi e due chitarre come nelle date che abbiamo effettuato a luglio e a ottobre quando Luke si è unito a noi in Italia.
Anche grazie a innumerevoli cosiddetti “talent show”, siamo ormai invasi da “gente che canta”, una cosa assai diversa, a mio modo di vedere e sentire, dall’essere un vero “cantante” ... sulla faccenda vorrei conoscere l’opinione di uno che questa differenza dimostra di conoscerla perfettamente ...
Semplicemente le rare volte che mi sono soffermato un momento ho girato canale altrimenti mi veniva da cagare. Meglio le televendite. Non tanto per la bravura o meno dei protagonisti quanto per il concetto di talent show che trovo musicalmente diseducativo.
Sul tuo sito di riferimento (
http://www.iltusco.it), alla voce “svarioni” è disponibile un’interessante e “variegata” galleria fotografica ... mi piacerebbe che ci spiegassi come hai selezionato il materiale qui contenuto ...
Certo Marco. Sono foto di attori e artisti, locandine di film, fumetti, copertine di album che mi hanno influenzato e m’ispirano ogni giorno.
Nel ringraziarti e nel rinnovare i complimenti per il tuo lavoro, non mi resta che affidarti in piena libertà il “microfono” per le ultime parole dell’intervista ...
Sono io che ti ringrazio Marco anche a nome di tutta la band e colgo l’occasione per mandare un bacio mia moglie Micol, a Marisol e a mio figlio Leo di tre anni che impazzisce per gli AC/DC. Fantastico!