Gli Enid tornano con un nuovo ottimo album, “Gradwanderer”, il che ci offre l’occasione per fare una chiacchierata con il loro chitarrista Alboin. Già all’epoca del precedente “Seelenspiegel” ebbi modo di parlare con Alboin e all’epoca mi sembrò molto più modesto e molto meno pieno della propria musica. Tuttavia la mia è solo un’impressione, resta il fatto che gli Enid sono una realtà unica nel panorama europeo, capaci di fare musica sognante e di classe.
Vorrei che iniziassi dando, per i lettori di Eutk, uno sguardo su “Gradwanderer”.
“Ciao ragazzi! Uno sguardo sul nuovo album? A me sembra molto bello! “Gradwanderer” è racchiuso dentro un digipack bianco stampato con i toni del rosso, forme semplici e linee pulite. Abbiamo cercato di fare in modo che questo rappresentasse il disco nel modo nel quale esso suona, e secondo la mia opinione ci siamo riusciti perfettamente. Il sound di “Gradwanderer” è chiaramente strutturato, suona molto “circolare” nel suo carattere ed ha delle splendide atmosfere anche se è un album estremamente vario. Suppongo che saprò dirti di più nelle tue prossime domande…”
In effetti “Gradwanderer” è una grossa sorpresa, perfino se lo compariamo al precedente disco che di per sé era già abbastanza sorprendente. Quanto è cambiato dall’ultimo disco?
“ Spero che sia una bella sorpresa per te! Per me lo è stato quando abbiamo registrato le songs! Voglio dire che non abbiamo mai avuto una produzione così professionale, non siamo mai stati abili a realizzare tutto quello che avremmo dovuto fare, a causa di problemi sia finanziari che di tempo. Stavolta ci siamo presi il tempo di cui avevamo bisogno, soprattutto Patrick e Martin si sono fatti un mazzo così, lavorando fino a 18 ore al giorno in studio per ottenere i migliori risultati possibili. Quindi per prima cosa la produzione differisce enormemente dal nostro precedente disco, anche abbiamo avuto a disposizione un equipaggiamento migliore, non c’è stato bisogno di triggerare la batteria e ci siamo potuto permettere un bassista in carne ed ossa, ect.
Musicalmente ci sono alcune sorprese, ma non tante come potresti supporre dopo un primo ascolto. Abbiamo molte più chitarre rock-oriented, abbiamo dei veri assoli, dei synths migliori e molte influenze proveniente da generi che nulla hanno a che fare col metal, come ballad al piano, epic/folk songs e schemi blues. Alcune di queste sono già state incluse sull’album, altre no. Uno dei cambiamenti musicali più evidenti è che abbiamo definitivamente abbandonato le screaming vocals, non potevamo più sopportare quel baccano all’interno delle nostre nuove canzoni. Questo ha reso le nostre canzoni molto più melodiche. Nonostante tutto però “Gradwanderer” è ancora un album Enid al 100%. Spero tu ti sia aspettato l’inaspettabile da questa band, ehehehe…..”
L’album non è facile da ascoltare, non riesco ad immaginare un target d’ascoltatori per questo disco. Chi potrebbe esserlo?
“Sono consapevole di questo. Ad essere onesto, quando ho ascoltato per intero l’album la prima volta, non avevo la minima idea di chi potesse apprezzare il disco. Durante i mesi, molte persone hanno avuto l’opportunità di ascoltare il disco, ed è stato difficile trovare qualcuno cui non piacessero almeno uno o due songs. La maggior parte ha apprezzato l’unione dei vari stili, sia che fossero metal, rock, gothic, soundtrack, pop o folk fans. In un’altra intervista, ad una domanda simile, Martin ha risposto <<Semplicemente a tutti. È così facile.>>. Io in realtà non credo sia così facile, ma in genere ha ragione! Molte persone apprezzeranno la nostra musica! Tieni presente però che Martin ha scritto l’album non per una audience in particolare, ma per se stesso.”
Alcune canzoni sono molto strane e addirittura fuori contesto. Come vi è venuta l’idea di “The Burning Of The Sea”?
“ Ricordo che il nostro chitarrista Jorn Grafe suonò l’inizio di un semplice schema blues, un giorno in sala prove. Ascoltando dissi a Martin qualcosa del tipo: << Hey Martin, dobbiamo fare qualcosa con il blues metal, sarebbe una figata!!!>>. Non mi rispose, ma qualche mese dopo arrivò con questa canzone. Probabilmente la perfetta struttura blues deriva dall’educazione musicale di Martin.
Rispetto la tua impressione che alcune songs siano fuori contesto, ma non la penso così. Ogni song ha un suo proprio contesto, ed insieme formano l’intero contesto dell’album. Sicuramente ci sono delle canzoni che non adempiono a canoni di conformità, ma quando sei abbastanza aperto di mente sentirai che quella non conformità non ha nulla a che fare con la qualità.”
Una delle maggiori critiche che potrebbero essere fatte al disco potrebbe essere che è poco omogeneo e allo stesso tempo abbastanza dispersivo. Che ne pensi?
“Ognuno è libero di avere l’opinione che crede, non me ne curo tanto. Ho recensito qualcosa come 1000 albums e demos negli ultimi 7 anni, ho ascoltato talmente tante releases ispirate, omogenee e noiose che tu nemmeno immagini. “Gradwanderer” dura più di un’ora e costa come qualunque altro disco regolare. Quando ascolto un disco degli Amon Amarth, dei Cannibal Corpse, dei Cradle Of Filth o di qualunque altra band, sono stanco del loro sound dopo 3 o 4 canzoni al massimo. Nessuno ha bisogno di un intero album di dieci tracce dove ogni canzone suona esattamente quella precedente e quella successiva.
Amo molto il nuovo disco e a seconda del mio stato d’animo ascolto delle songs piuttosto che altre, finché mi va di farlo. Nessuno è obbligato ad ascoltare 63 minuti di musica tutti d’un fiato. “Gradwanderer” è un disco che si lascia ascoltare, non è il tipo di disco che dopo uno o due ascolti viene accantonato. Le persone che non hanno voglia di perdere il loro tempo con questo tipo di lavoro, possono benissimamente starsene felici ad ascoltare il loro “tanto omogeneo disco di 35 minuti” se lo desiderano.”
Avete perso quasi ogni riferimento al black metal presente su “Seelenspiegel”, nonostante abbiate mantenuto le influenze epic/folk. Qual è la ragione?
“ Un’evoluzione naturale, si dice così in genere no? Nah, semplicemente direi che Martin si sta avvicinando sempre più al suo personale modo di fare musica in modo serio ed onesto. Ogni musicista deve trovare la sua strada ed il suo gusto prima di tutto. Tuttavia abbiamo pubblicato molta musica che potresti catalogare come black metal, nonostante siamo sempre stati criticati per la nostra “falsità”, per il nostro essere “poser”, per il fatto che mischiavamo folk, metal, cori, ect. E per il fatto che osavamo chiamarlo fantasy black metal. Non le sopporto più queste etichette, ecco perché abbiamo etichettato il nuovo album come “independent metal”. Di conseguenza ecco la mancanza di parti riconducibili al black. Sia chiaro che il black metal mi piace molto, ma mi piace avere il meglio da un musicista e Martin non è un musicista black metal, quindi egli deve solo fare quello che sa fare meglio.”
Che mi dici dell’artwork e dei testi?
“Non ti parlerò dei testi. Per prima cosa Martin li ha scritti tutti lui, per seconda cosa essi sono strettamente personali. Puoi leggere tutti i testi su www.enid-webrealm.de e la cosa migliore secondo me è che tu li interpreti a modo tuo. Posso dirti solo che Martin non è invischiato in tematiche occulte o simili, egli rimane sempre in ambito filosofico, poetico, metaforico e riguardo tutti i maggiori quesiti dell’umanità. Alcune songs sono semplicemente emozionali, altre raccontano storie senza un significato certo.
L’artwork è stato realizzato ancora una volta da Mauro Berchi (Caanan ed Eibon Records). Stavolta non gli ho dato nessuna idea da sviluppare, è stato molto creativo, perfino più che sull’ultimo album. Come ti ho già detto prima è semplice ma ha stile. Nessun progetto grafico concreto come nessun significato certo. Non amiamo usare i classici temi per gli artwork…”
So che ci sono stati dei cambi in line-up. Cosa è cambiato?
“ Durante le sessions di registrazione del nuovo disco ci siamo resi conto che il batterista Sebastian ed il chitarrista Jorn non erano abbastanza professionali per il lavoro in studio, almeno non professionali come Martin e Patrick. Li avevamo già avvisati che le esibizioni live non erano la cosa più importante per noi,così abbiamo fatto 1+1 e abbiamo deciso di rimuoverli dalla band in via del tutto amichevole. Qualche settimana prima di entrare in studio ho conosciuto Southie, un bravo ragazzo ed un fantastico bassista, quindi si è unito a noi nell’Agosto del 2003. Ad oggi siamo solo io, lui e Martin nella line-up fissa mentre il batterista Michel ed il chitarrista Patrick sono dei sessionist per eventuali performance live o per registrazioni in studio.”
Penso che delle vocals femminili si adatterebbero davvero bene al vostro sound. Ci avete mai pensato?
“ Abbiamo provato sul secondo album “Abschiedsreigen”, nel 2000, ed il risultato fu…buono, direi che sarebbe potuto essere un po’ migliore, ma tutto sommato è ok. Alcuni mesi prima di entrare in studio ho pensato molto ad una possibile assunzione di una cantante nella band, ma avremmo avuto bisogno di qualcuno veramente professionale e non ne abbiamo trovato una. Così Martin ha cantato tutto l’album e sono assolutamente soddisfatto del risultato! Per me le vocals femminili possono essere una buona aggiunta al sound degli Enid, ma non mi piace l’idea di essere paragonato a tutte quelle noiosissime e mediocri gothic bands. Vedremo…”
Martin Wiese è il mastermind degli Enid, mi piace immaginarlo come una sorta di direttore con voi altri della band come i suoi “ragazzi”. Non credo che la sua personalità sia allo stesso tempo il vostro punto di forza e il vostro punto debole in quanto potrebbe rappresentare un limite?
“ Di certo lui è il mastermind artistico, e questa non è una limitazione per noi. Ho un’altra band con Sebastian e Jorn (gli Eismalsott) dove posso usare tutte le mie idee musicali. Dovresti ascoltare quello che gli altri ragazzi della band producono (che non si adatta assolutamente agli Enid), se volessimo unire alle idee geniali di Martin le nostre idee amatoriali, non sarebbe un bel vantaggio per gli Enid. Quello che non è vero è che lui non è il direttore degli Enid…questo è più il mio ruolo. Io coordino le persone, mi prendo cura del website, tengo i contatti con le label ect. e faccio in modo che Martin possa solo dedicarsi a scrivere musica senza avere l’assillo di mille altre cose per la testa. Non siamo una band tipica, siamo più un progetto aperto, con Martin alla testa di tutto. Non vedo aspetti negativi in ciò. Se fossimo stati una band allora avresti avuto ragione, ma non nella nostra particolare situazione.”
Non siete quella che si può definire una live band. Pensi che miglioreranno le cose da questo punto di vista?
“Tra Febbraio 2002 e Maggio 2003 abbiamo suonato live 5 volte, ma non è stato una cosa soddisfacente. Non avevamo il basso, molti cori e tastiere mancavano, così quelli che potevi sentire on stage non erano i veri Enid. Ad essere onesto, il modo in cui abbiamo suonato mostra che non è il modo più semplice per portare la musica degli Enid on stage. In futuro proveremo con Michel e Patrick e con parti registrate (cori e tastiere), se funziona credo che non sarà impossibile incontrarci di nuovo live.”
Ok Alboin, chiudi pure come vuoi.
“Voglio solo ringraziarti e invitare tutti i lettori di Eutk a visitare il nostro sito, dove potranno suonare moltissime informazioni e molti sample della nostra musica. Tanti saluti a tutti!!”
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