Selvans: Dark Italian Art

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Gruppo:Selvans

Uscito sul finire del 2018 Faunalia, un album bellissimo e complesso, ricco di tante sfaccettature, è stato giustamente acclamato da tutta la stampa, nazionale ed estera. Abbiamo avuto il piacere di parlarne con Selvans Haruspex nell'intervista che segue:

Prima di tutto vorrei ancora farvi i miei complimenti per il vostro bellissimo album. Ho visto con piacere che è stato acclamato da tutta la stampa italiana ed è entrato in tutte le classifiche dei migliori album del 2018. Come è stato accolto invece all'estero?
Ti ringrazio. In generale, non mi curo troppo dell'accoglienza della critica, piuttosto mi interessa la reazione di chi compra i nostri album ma, come dici, il calore con cui è stato accolto quest'album, in una nazione votata all'esterofilia come la nostra, non passa di certo inosservato e lo apprezzo!
In 'Faunalia' ho voluto rimarcare l''italianità' del progetto, più di quanto non avessi fatto nei nostri precedenti lavori. Per questo motivo, all'uscita, nessuna reazione sarebbe stata scontata, soprattutto se parliamo di stampa - solitamente poco avvezza ad ascoltare realmente ciò di cui scrive - e nello specifico di quella estera, così abituata a sottovalutare (spesso ahimè, a ragione) il metal nostrano.
Certo, da italiano, fa sorridere leggere che alcune parti, debitrici per esempio dell'horror sound dei Death SS, siano state interpretate in alcune recensioni straniere come influenzate da Cradle Of Filth o Ghost, band straniere che non è un mistero si siano ispirate ai Death SS (ride, ndr)... Ma di certo non pretendo da ogni recensore la stessa attenzione e dedizione all'ascolto di chi compra l'album.
Quanto tempo avete impiegato per la composizione, la realizzazione e gli arrangiamenti di un album così ricco di sfaccettature e così complesso?
Tre anni, come per l'album precedente. Non penso riusciremmo ad impiegare meno per un full-length. Sin dall'inizio ogni singolo aspetto della produzione di una release Selvans, è stata e rimane una mia prerogativa, dalla composizione, al concept, fino alla parte grafica, quindi non siamo soggetti alle dinamiche della maggior parte delle band, ovvero mesi di discussioni e perdite di tempo per decidere di concerto ogni minima cosa... In Selvans io decido il fine e si lavora per realizzarlo.
Sui primi lavori ho arrangiato e registrato con l'aiuto del solo Fulguriator che è con me sin dall'inizio, in 'Faunalia' sono stati coinvolti anche HK e Acheron (rispettivamente batterista e chitarrista live, ndr) ed a partire dalla prossima release, ci sarà anche Agares (bassista in sede live, ndr). L'attuale live line-up è la migliore che abbiamo mai avuto e sento che sia il momento giusto per lavorare con ognuno di loro all'arrangiamento e alle registrazioni del proprio strumento per le release future, questo probabilmente contribuirà a snellire i tempi, ma non è detto.
Sperando di non sentire più frasi del tipo "la lingua italiana penalizza le band", cosa sulla quale non concordo affatto, in Faunalia vi sono testi in italiano e latino. Ma quanto è stato effettivamente difficile scrivere dei testi in lingua latina che si adattassero bene alle parti cantate/recitate?
Non lo è stato. Avevo bene in mente in che direzione dovessero andare testo e metrica e non sono proprio digiuno della lingua latina quindi, una volta apportate le doverose correzioni grammaticali, grazie al prezioso aiuto di una mia amica, è venuto fuori tutto spontaneamente.

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Per quanto riguarda l'artwork, sulla copertina vi è un uomo che suona un organetto, immagine che potrebbe essere tratta da una foto dei primi del '900, immerso in un bosco, con il vestito della festa e la testa di capra, qual è il significato?
Nelle nostre zone non è raro avere il ricordo d'infanzia di un nonno che durante le riunioni in famiglia si cimentasse con l'organetto, quindi è spontaneo associare quello strumento a ricordi che richiamino la tranquillità e il calore della famiglia.
Ho pensato che per l'osservatore potesse essere straniante, se non 'inquietante', vedere quest'immagine per così dire 'ribaltata' con un caprone antropomorfo che ti osserva, senza batter ciglio, dal sentiero di un bosco innevato, roba del tipo: "Sei tu, nonno?!" (ride, ndr) Molti mi hanno detto di aver avuto una sensazione del genere alla vista dell'artwork.
Dall'antica divinità Anna Perenna a Phersu, figura della mitologia etrusca, dal latino all'inglese al dialetto abruzzese, qual'è il filo conduttore che sottende a questo album?
Come per il precedente, pur non essendo un concept, si tratta di racconti ed atmosfere provenienti da diverse epoche della storia e del folklore Italiano. Senza limiti di tempo, spazio o idee...
Faunalia si avvale di preziosi contributi, Agghiastru degli Inchiuvatu, Mercy degli Ianva e Tumulash dei Fides Inversa. Come sono nate queste collaborazioni?
Sono entrato in contatto con Agghiastru mentre stavo scrivendo un brano sulla stregoneria in Italia e pensavo di cantarlo nel nostro dialetto, fu allora che sentii di volere come ospite il primo ad averlo fatto, dividendo quindi le parti tra dialetto abruzzese e siciliano.
Stesso discorso per Mercy, ci sentivamo da un anno per altri motivi e, avendo un momento orchestrale all'interno di 'Magna Mater Maior Mons', con un testo ispirato da versi di Gabriele D'Annunzio, ho pensato fosse perfetto per la sua voce, grazie a lui siamo riusciti ad avere anche la tromba sull'ultimo brano del disco suonata da Gianluca Virdis, il trombettista degli Ianva.
Tumulash è un amico, eravamo a casa mia e avevo questo brano appena ultimato, gli proposi di registrare alcune parti che ero certo avrebbe interpretato meglio di me.
A prescindere dal tipo di rapporto o dai motivi per cui li ho voluti su 'Faunalia', tenni a fare ad ognuno la stessa unica premessa: che non vi sarebbe stato alcun comunicato altisonante ad annunciare la loro partecipazione; una scelta controcorrente rispetto a come sembrano funzionare le cose al giorno d'oggi dove il concetto di 'ospitata' spinta da un rispetto nei confronti del progetto è andato via via perdendosi, in virtù di 'marchette' a pagamento con il quale si sfrutta o ci si fa sfruttare nel nome del nulla artistico più assoluto. Non volevo questo per Selvans... Tanti ospiti sbandierati come motivo principale per ascoltare un album, mi fanno pensare che esso non sia poi così 'forte' quasi per stessa, subliminale, ammissione di chi lo ha scritto! (ride, ndr)
Faunalia implica studi approfonditi di storia e folklore, quanto tempo dedichi effettivamente allo studio oltre che alla musica?
Non mi considero 'studioso' di nulla, associo l'idea dello studio a qualcosa di forzato ed annullante. Il folklore ed i misteri della nostra nazione sono qualcosa di cui sono appassionato e sono sullo stesso piano della musica. Quando sono in un luogo, anche se per pochi giorni, ci tengo a sapere quali sono le storie legate ad esso. E' più forte di me e all'estero non mi succede.

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Quanto è importante per Selvans la dimensione live, e come ti sembra che risponda il pubblico ai concerti?
Sinceramente, credo che un progetto del genere non debba avere a tutti costi una dimensione dal vivo. Per questo non riesco a vederlo come un aspetto fondamentale senza il quale non andremmo avanti, ma posso assicurarti che ciò che vedi sul palco è ciò che sono nella vita reale e – insieme con gli altri ragazzi della band – il nostro obiettivo è sempre quello di dare il massimo, a prescindere dalle condizioni in cui ci ritroviamo a suonare, e di solito il pubblico lo percepisce immediatamente.
Rileggendo la bellissima lettera di Ennio Flaiano a Pasquale Scarpitti sull'Abruzzo, cosa vedi come limite e cosa vedi come ricchezza dell'essere abruzzese?
Se sai vivere e comprendere cosa vuol dire essere di qui, credo che l'Abruzzo sia una regione con molti pregi. Per quanto mi riguarda, ritengo sia genuinamente ispiratrice per le arti: c'è una natura a tratti selvaggia con splendidi paesaggi, costumi e storie che sembrano non aspettar altro che essere raccontate e tanto altro... Certo, sono di parte perché parlo del luogo in cui sono nato e cresciuto ma onestamente non vedo dei limiti degni di nota.
Noto che nell'arco di una sola generazione sono sparite tante credenze, tradizioni e suggestioni popolari. Come vedi questo fatto?
Forse Selvans è anche un modo per tenere vivo un certo substrato culturale?
Lo è certamente... Ciò che noti non è nulla di strano per i tempi in cui viviamo! Personalmente, noto che l'unica forma in cui il folklore sembra 'rivivere' in Italia al giorno d'oggi è quella dello sfruttamento a fini commerciali per sagre e altre turpi trovate del genere.
Quanto coraggio e quanta passione ci vogliono per scrivere un album come Faunalia?
Si tratta di un album di sincero metal italiano, credo sia intuibile da ogni suo aspetto, e realizzarlo ha richiesto sicuramente molta passione e dedizione, mia e di chi ha lavorato con me. Sul coraggio, non credo ve ne serva... Se dovessimo arrivare a considerare 'coraggiosa' la scelta di esprimersi per ciò che si è, al posto di adeguarsi senza troppo impegno a modelli stranieri, saremmo davvero sul fondo del baratro. Invece siamo ad uno o due piedi da esso! (ride, ndr)

Photo credit Cleg Dennis e Marco Alfieri
Intervista a cura di Burned_byFrost

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