Derek Sherinian [Derek Sherinian, keyboards]

Ciao Derek! Come stai, tutto bene?

Si, ti ringrazio! Sono davvero elettrizzato per l'uscita del mio nuovo disco solista, ho già fatto un sacco di interviste e sono davvero contento che tu abbia trovato il tempo di parlare con me. Tra l'altro sono appena tornato dall'Italia...

Hai suonato nel nostro paese tra date coi Planet X. Come sono andati i concerti?

Sono andati benissimo! E' stata la prima volta che ho suonato coi Planet X in Italia, anche se in passato l'avevo già fatto in altre occasioni. Adoro venire in Italia, credo che i fan siano fantastici e spero davvero di tornare presto, in futuro.

Qual è il tuo rapporto col nostro paese?

Lo amo letteralmente, i fan sono stati estremamente calorosi nei nostri confronti! E poi sono stato anche qualche giorno in vacanza in Sicilia, per la prima volta, e l'ho trovata bellissima. Ho visitato Palermo e Taormina. Anche se il tempo non è stato molto clemente (ha piovuto quasi tutto il tempo), è stata un'esperienza bellissima!

Avendo appena composto un disco intitolato “Mythology”, credo che la Sicilia sia stata certamente un luogo appropriato da visitare...

Assolutamente, ci sono numerosi richiami alla mitologia in Sicilia, dalle colonne greche ad un sacco di altre cose. E' stato davvero magnifico.

Passiamo a parlare del tuo nuovo disco solista. Quando è stato registrato, e dove? E perché hai scelto questo titolo?

Ho registrato il disco nel corso degli ultimi due anni nel mio studio privato. Ho sempre provato, sin da quando ero bambino, un grande interesse verso la mitologia, forse anche a causa delle origini greche di mia madre. Mi sono sempre piaciute le storie relative alla mitologia europea, e anche l'universo di immagini che le sono associate.

Per registrare questo disco ti sei circondato di un grande numero di musicisti eccezionali, in particolar modo di chitarristi dal notevole valore. A partire da Alan Holdsworth...

Alan è sempre stato uno dei miei eroi, sin da quando avevo sedici anni, ed è stato davvero eccitante per me avere l'opportunità di sentirlo suonare su “Mythology”. Quando ho composto “Day of the Dead”, sapevo già che avrei voluto Zakk (Wylde, NdR) e Alan a suonare questo pezzo, e così li ho contattati, e il risultato finale ha addirittura superato le mie aspettative. Credo che su questo pezzo Alan suoni in maniera più aggressiva di quanto abbia mai fatto nella sua intera carriera!

Su “God of War” invece suona John Sykes...

Anche John è un chitarrista eccezionale, che ho ammirato per moltissimi anni. Mi ha chiamato all'inizio di quest'anno, perché voleva che suonassi le tastiere nel tour giapponese dei Blue Murder. Quindi tra di noi è nato un bel rapporto, e l'ho invitato a suonare su “Mythology”, e credo che il risultato sia incredibile. Su “God of War” suona insieme a Zakk Wylde.

Hai suonato con John Sykes a Marco Mendoza durante questo tour giapponese. Cosa hai provato a suonare insieme a musicisti di questo livello?

E' stato spettacolare, sono musicisti davvero professionali, e poi c'era Tommy Aldridge alla batteria, e sono un suo grande fan sin dai tempi di Blizzard of Oz. Avere questi musicisti leggendari al tuo fianco è davvero eccitante!

Mi è piaciuto in particolar modo il suono di “El Flamingo Suave”.

Marco Mendoza suona il basso in quel pezzo, mentre alla chitarra c'è Steve Stevens. Ho suonato con la Billy Idol band negli ultimi tre anni, ma questa è la prima occasione che ho di registrare qualcosa insieme a Steve. Credo che il suo contributo a questa canzone sia semplicemente incredibile, con una notevole varietà stilistica.

Com'è nata questa canzone?

C'è un assolo che Steve suona di solito coi Billy Idol, fortemente influenzato dalle sonorità del flamengo, e così ho pensato che sarebbe stato bello avere qualcosa del genere anche su “Mythology”, e così è nata “El Flamingo Suave”.

Poi c'è “Goin' To Church” con Steve Lukather...

Steve è veramente incredibile. Questo è il mio terzo disco su cui suona. E' davvero un musicista incredibile. Arriva in studio, sente la canzone per la prima volta, la impara in brevissimo tempo e poi suona un assolo semplicemente fantastico. E tutto in meno di mezz'ora! E' veramente un grande professionista, vederlo all'opera ti lascia senza parole.

Quindi “Trojan Horse”...

“Trojan Horse” è una canzone che ho scritto insieme a Brian Tichy, un tributo ad Eddie Van Halen. Brian suona sia la chitarra che la batteria su questa canzone, ed è anche un grande compositore, è sempre bello poter collaborare con lui sui miei dischi solisti.

Jerry Goodman è certamente una parte importante di questo pezzo.

Jerry è l'unico violinista che potrei mai volere su un mio disco! E' veramente bravo, ed è la terza volta che ho il piacere di averlo come ospite.

Derek, hai mai considerato l'idea di incorporare più influenze classiche nel tuo sound? Non solo un violino, magari anche altri strumenti...

Certamente! Uno dei miei dischi preferiti è quello orchestrale di Yngwie Malmsteen, lo ascolto sempre quando sono in macchina. Mi piacerebbe davvero lavorare con un'orchestra, magari succederà in futuro.

Cosa mi dici, invece, di “One Way or the Other”?

La canzone è stata scritta con Jerry Goodman, che poi l'abbiamo portata in studio affinché Allan Holdsworth ne suonasse l'assolo. E' forse la canzone più “visionaria” di “Mythology”.

E di “A View From the Sky”?

Ci suona Steve Stevens, e credo che possa ricordare molto “Wired” di Jeff Beck. Mi piace perché è molto distesa, da' una grande sensazione di spazialità.

“The River Song” è forse la canzone più strana di tutto il disco...

E' stata l'ultima che è ho scritto, in ordine cronologico. E' stata composta proprio in studio, e Zakk ha iniziato a cantarci sopra. Il mio ingegnere del suono ha sistemato un microfono e abbiamo deciso di provare a scrivere il pezzo in quel modo, in mezza giornata.

E' la prima volta che c'è una vera e propria parte vocale in una tua canzone, giusto?

E' vero, ma non era davvero mia intenzione! Ma Zakk ci ha iniziato a cantare, e quando l'ho riascoltata ho pensato che il risultato fosse davvero buono, così ho deciso di tenerla.

Ci possiamo aspettare altri esperimenti di questo tipo da te, in futuro?

No, penso proprio di no. Credo che non ne sentirò la mancanza! (ride)

Su questo disco suonano numerosi chitarristi di valore assoluto. Come credi che la loro presenza abbia modificato il tuo stile? Ci sono mai stati momenti in cui avresti desiderato essere un chitarrista, piuttosto che un tastierista?

Vedi, credo che ogni musicista abbia uno strumento per il quale è più portato. Nel profondo del mio cuore ho sempre sognato di essere un chitarrista, ma le mie mani scorrono meglio su una tastiera. Mi sento davvero fortunato ad avere avuto la possibilità di suonare con tutti questi grandi musicisti, e di scrivere musica con loro. Penso anche che il mio stile personale sia influenzato in maniera marcata dalla chitarra, e probabilmente è anche uno degli aspetti che mi distingue da molti altri keyboard player.

Cosa ci dici invece del progetto Planet X?

Siamo appena tornati da una serie di concerti in Italia e Polonia, che sono andati davvero bene, e credo che per un po' di tempo ci prenderemo una pausa. Ma so che presto io e Virgil torneremo in studio a comporre qualcosa di nuovo, anche se non so esattamente cosa ci riserverà il futuro. Magari pubblicheremo un nuovo disco nel 2005, o almeno lo spero.

Mi ha un po' stupito la scelta di suonare solamente in Italia e Polonia per questo nuovo tour...

E' nato tutto dalla possibilità di suonare in un festival in Polonia, le date successive sono state organizzate dai promoter. Non è facile riuscire ad organizzare un tour oltre oceano, perché è molto costoso, quindi devi sfruttare le poche occasioni che si presentano volta per volta.

Sono felice che abbiate avuto la possibilità di fare tre date qui in Italia, perché spesso non si va oltre alla singola data, per la maggior parte dei gruppi stranieri...

Ne sono molto felice anche io, perché so di avere molto fan in questo paese. E' stato molto bello suonare in questi tre locali, e specialmente lo show di Taranto è stato indimenticabile! Ma anche i concerti di Roma e Milano sono stati bellissimi. I fan sono sempre molto calorosi ed amichevoli, è sempre un piacere suonare in Italia.

Derek, a cosa ti dedicherai nelle settimane a venire?

Farò alcune date con Billy Idol, sia in inverno che nel corso del 2005, dopodiché mi concentrerò principalmente sul songwriting, sia per i Planet X, sia per la mia carriera solista. Staremo a vedere cosa ne viene fuori!

Ti ringrazio per l'intervista Derek. A te il microfono per la conclusione!

Sono io a ringraziarti, per avermi dato la possibilità di fare questa intervista. Vorrei anche ringraziare tutti i fan italiani che sono venuti ai nostri show, per il vostro sostegno, per aver comprato i miei album. Sul mio sito personale, http://www.dereksherinian.com potete ascoltare alcuni sample di “Mythology”, e se siete fan del Progressive, della Fusion o del Metal strumentale, vi garantisco che questo cd è un tassello fondamentale per la vostra collezione.

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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