Lo so cosa state pensando … ecco un’altra “all-star band”, l’ennesimo “specchietto” per “allodole” rockofile ormai abbastanza insensibili a tali circostanze diventate così diffuse e ordinarie.
Sottovalutare i Secret Alliance e il loro “Solar Warden”, da poco pubblicato su Punishment 18 Records, sarebbe, però, un errore … prima di tutto per il talento, l’esperienza, l’estro e la preparazione del loro promotore (tutta “roba” già apprezzata in Mantra, Time Machine e Silver Horses, nonché nella sua attività da solista) e poi perché le celebrità che sostengono l’Alleanza appaiono davvero “coinvolte” e affiatate.
Ne abbiamo parlato proprio con il suddetto fondatore del progetto, Gianluca Galli …
Ciao Gianluca … e bentornato sulle pagine di Metal.it! Se non sbaglio, infatti, è dai tempi del primo album dei Silver Horses che non ci “sentiamo” … direi di cominciare con un breve “riassunto delle puntate precedenti” …
Ciao Marco, con molto piacere! Che dire... l’attività compositiva e creativa per fortuna non si ferma mai, anche se non è sempre semplice suonare dal vivo, almeno la composizione e la parte in studio mi accompagna sempre... come sai dopo l’esordio dei Silver Horses con Tony Martin, abbiamo faticato parecchio a trovare la voce giusta, considerando che Tony non sarebbe stato disponibile per concerti live. Abbiamo provato per un paio di anni varie soluzioni, anche con cantanti molto noti, da Glenn Hughes a Graham Bonnet, da Lenny Wolf a Mike Tramp a Oni Logan. Devo dire che tutti sono rimasti molto impressionati dalla nostra musica, ma poi i problemi di natura logistica ci avrebbero quasi reso impossibile suonare dal vivo. Ci siamo resi conto però che avevamo una grandissima voce a due passi da casa, quella di Andrea Ranfagni, per cui è nato il sodalizio (e con lui abbiamo registrato il secondo album dei Silver Horses “
Tick”) che tutt’ora continua.
… fino ad arrivare al tuo nuovo brillante progetto Secret Alliance … com’è nato e quali sono gli obiettivi che ti sei prefisso per la realizzazione di “Solar Warden”?
Nasce dal mio lavoro strumentale “
Evolution Revolution”, che però hanno ascoltato davvero in pochi ... e forse era un po’ troppo per addetti ai lavori ... far cantare quei pezzi a
Ranfa ha fatto letteralmente cambiare anima a tutta la produzione, è nato un disco che mi soddisfa davvero tantissimo, Andrea ha fatto una delle più belle prove della sua carriera secondo me.
Possiamo considerare questa “Alleanza Segreta” un autentico “supergruppo”, una circostanza artistica diventata ormai piuttosto diffusa, perdendo, così, parte del suo fascino primigenio. Nel vostro caso, però, buona parte dei prestigiosi musicisti presenti aveva, in effetti, già collaborato al tuo “Evolution revolution”, a conferma di un sodalizio non improvvisato. Com’è nata la stima reciproca tra te e artisti del calibro di Ricardo Confessori, Tony Franklin, Alex Masi e Frank Gambale?
Oggi le collaborazioni forse sono rese più semplici dall’uso d’internet, le distanze si azzerano quasi … certo è che grandi musicisti prendono parte a progetti se ne sono interessati. Non è una questione di soldi, o almeno non solo, chiaramente qui siamo nell’ambito della musica, quella vera, studiata per anni e suonata con passione … non siamo a “x factor” o da “amici”… queste collaborazioni le fai se ti piace il progetto e musicalmente lo ritieni valido, altrimenti non ci perdi tempo.
Questo per dire che gli ospiti mi hanno dato una gratificazione enorme, tutti, nessuno escluso.
Ricardo l’ho conosciuto oltre dieci anni fa ai tempi dei Time Machine, dopo che avevamo suonato al Gods of Metal col compianto Andrè Matos ... mentre gli altri, da Tony Franklin a Gambale, tramite contatti di amici comuni. Pensa che Gambale è stato ospite a casa mia per diversi giorni, è stato estremamente divertente, oltre ad essere un mega virtuoso ci siamo fatti delle belle spaghettate!
E poi c’è Andrea ‘Ranfa’ Ranfagni, cantante che personalmente ammiro moltissimo … raccontaci come hai capito che era la voce “giusta” per i Secret Alliance …
Ormai Andrea ed io ci conosciamo parecchio bene … è una persona speciale ed ha una voce assolutamente fantastica ... per il disco Secret Alliance era ed è la voce perfetta. Personalmente mi ritengo molto fortunato a poter dire di aver suonato e registrato dei dischi con Andrea e con il mio vecchio compagno di avventure Jacopo Meille ... certamente due voci italiane di assoluto valore internazionale.
Arriviamo dunque ai contenuti di “Solar Warden”, che considero un’intrigante”evoluzione” del tuo fantasioso approccio alla materia hard-rock … come sono nati i pezzi e in che maniera si è svolto il loro processo creativo?
Diciamo che nonostante i miei oltre venti anni di studi, fra classica (oltre dieci anni di percorso di conservatorio) e altrettanti di studio di Jazz, mi ritengo un inguaribile bluesman rockettaro ... il mio approccio è assolutamente legato al rock-blues di matrice seventies e mescolato al metal anni 80 con cui ho, di fatto, imparato a suonare la chitarra elettrica da ragazzino ... per cui le mie due anime 70/80-iane si fondono nel mio modo di concepire la chitarra e nella composizione.
I pezzi strumentali avevano già un’impostazione molto melodica, e quindi con Andrea è stato un processo abbastanza semplice l’adattare le linee strumentali alla voce. Ne sono nati dei pezzi che, vocalmente, sono molto difficili, anche molto alti e avrebbero messo in croce anche il miglior Ray Gillen, però Andrea li ha cantati con una grinta e una naturalezza che li fa sembrare quasi semplici, ma vi assicuro che ci vogliono tre palle quadrate per cantarli! Tempi dispari a non finire e armonie piuttosto ricercate. Abbiamo però cercato di mantenere una melodicità che li rendesse fruibili ed anche memorizzabili ... tutti i ritornelli sono molto orecchiabili e con tantissimi cori, cosa, per questo genere, forse poco comune.
Come dicevamo poch’anzi, la tecnologia ha sicuramente agevolato la pratica delle “all-star band”, in contrasto all’idea “romantica” di un gruppo di musicisti “eletti” che si ritrova in studio e condivide esperienze, perizia e inventiva … qual è il segreto per rendere comunque organico, vitale e passionale un lavoro di questo tipo, proprio come accade a “Solar Warden”?
Si è vero ... se la tecnologia aiuta per un verso, rischia di appiattire l’approccio o la passione dall’altro. Devo dire però che tutti i partecipanti hanno davvero suonato con passione, sia chi era in studio con me, che chi, per motivi di distanze, ha suonato nei propri studi nei relativi paesi di origine ... poi devo dire che anche i vari ospiti si sono “gasati” fra loro sapendo a loro volta degli altri partecipanti. Mi fa molto piacere comunque che il lavoro sia molto organico e omogeneo, non è assolutamente un collage dove sono appiccicati dei pezzi qua e là. Questo grazie anche ad Alessandro Guasconi, mio caro amico e co-produttore con cui lavoro da tanti anni, che sa esattamente come valorizzare al meglio ogni produzione che segue.
Il disco è alimentato concettualmente da un immaginario “fantascientifico”, pur non rinunciando a una certa spiritualità … mi piacerebbe che approfondissi un po’ meglio i concetti che avete voluto comunicare al pubblico dei rockofili …
Gli argomenti trattati sono una mia passione personale ormai da oltre trent’anni ... c’è un fondo di spiritualità, certamente, ma non intesa in senso religioso o dogmatico … personalmente credo che il testo di “
No faith” spieghi bene questa visione della vita. ... io credo molto nella volontà, nella determinazione dell’uomo che è artefice della propria vita, nel bene e nel male, non è una questione di fede, chi non decide non sbaglia … chi non cammina non cade ... certo, poi c’è l’aspetto del “mistero”, dell’imponderabile, forse qualcuno ci osserva dall’altro ... forse è un qualche Dio, o forse è un omino dentro una nave argentata, chi lo sa!
L’album esce per la Punishment 18 Records, etichetta molto competente e dinamica, attiva specialmente in settori leggermente più “estremi” … com’è nata la vostra collaborazione?
Merito di
Ranfa! La Punishment 18 aveva già lavorato con i Vanexa e Andrea aveva avuto un’ottima esperienza. Anche in questo caso, come per il discorso dei cantanti di prima ... si va a cercare oltre confine spesso quando in casa nostra abbiamo delle eccellenze! Un grazie speciale a Corrado, Monica e gli altri ragazzi della P18 che veramente sono stati molto accoglienti!
E’ arrivato il momento di affrontare la questione “progetti futuri” … anche se “Solar Warden” è uscito da poco, prevedi che ci sarà un secondo capitolo della “Alleanza Segreta”? Altri progetti in cantiere?
Assolutamente si! Secret Alliance avrà al 1000% un sequel, certamente con
Ranfa e spero davvero con Ricardo Confessori. Stiamo lavorando ai pezzi nuovi e chi ha apprezzato il primo disco sono sicuro che gradirà anche il prossimo! Poi sto lavorando alla produzione con i “vecchi amici” Jacopo Meille, Andrea Castelli e Matteo Bonini ... siamo partiti riarrangiando alcuni brani dei Mantra, scegliendo dai primi tre CD e aggiungendo una serie di pezzi nuovi ... ne è nato materiale per fare almeno due, se non tre album, per cui adesso stiamo scegliendo i brani che registreremo a partire da Settembre, virus permettendo … sarà una bella sorpresa, te lo assicuro!
Hai collaborato con numerosi musicisti di enorme livello, ma ce n’è qualcuno con cui, per “affinità elettive”, ambiresti lavorare?
La lista sarebbe davvero lunga! Se però devo essere realistico ed eliminare i vari Jimmy Page, Coverdale o personaggi piuttosto “inarrivabili”, direi che mi farebbe piacere fare un progetto con Terry Bozzio (che peraltro si è reso disponibile), Tony Levin, Billy Sheehan … magari potrebbero essere la nuova sezione ritmica del secondo Secret Alliance, vedremo.
Qualcosa l’hai già accennato, ma da “vecchio” fan del gruppo, non posso proprio esimermi da farti una domanda specifica sui Mantra, una band che considero molto sottovalutata e che oggi che certi suoni (cfr. i Greta Van Fleet …) sembrano di nuovo prepotentemente tornati in auge, potrebbe veramente tornare a “dire la sua” …
Sì, come ti dicevo sto lavorando (e divertendomi come non succedeva da anni), con Jacopo, Andrea e Matteo ... forse la “vera” formazione dei Mantra, quella almeno che per me sarebbe stata ideale dal mio punto di vista ... molto ‘70s e graffiante, anche se oggi tendiamo più a semplificare, ad andare dritti al punto, senza tanti “arzigogoli” settantiani, non so se mi spiego ... e con un sound decisamente più attuale.
Questo perché anche noi siamo assolutamente consapevoli e dispiaciuti del fatto che davvero i Mantra avrebbero meritato di più ... forse con questo nuova band (di cui ancora non abbiamo deciso il nome) avremo un po’ più di visibilità.
Siamo alla fine, complimentandomi per “Solar Warden” e ringraziandoti per la tua disponibilità, lascio a te, in piena libertà, lo spazio finale dell’intervista …
Grazie mi fa piacere che un lavoro del genere, che ritenevo abbastanza fuori dagli schemi e atipico, piaccia ... mi da molta carica e voglia di andare avanti! Un grazie di cuore a tutti gli amici grandi musicisti con cui ho collaborato e con cui sto lavorando, è una fortuna poter scambiare idee musicali creative e fregarsene del marketing ... lunga vita al rock’n’roll!