Abbiamo avuto il piacere di intervistare Tommi, chitarrista dei finlandesi Chevalier, band che con il suo album d'esordio "Destiny Calls" ha conquistato una fetta di pubblico (nostalgico?) amante dell'old school speed metal. Ma diventare una band revival anni '80 non è lo scopo degli Chevalier. Di questo, della loro recente esperienza live al Metal Conquest a Roma e di molto altro ancora abbiamo parlato nella seguente intervista:
Ciao Tommi, innanzitutto grazie per il tempo che ci dedichi! Vorrei chiederti qualcosa sui membri del gruppo. Gli Chevalier sono una band giovane, nata nel 2016, ma certamente non siete musicisti principianti, quali sono le vostre esperienze prima degli Chevalier?
Tommi: Beh, in verità la maggior parte di noi era davvero più o meno alle prime armi quando abbiamo fondato gli Chevalier. Sebastian (il bassista, ndB) aveva già suonato in un paio di band, io prima suonavo in una band black metal con Mikko (l'altro chitarrista della band, ndB) ma, ad esempio, non avevo mai suonato in un concerto dal vivo. Quindi intraprendere questo viaggio con gli Chevalier è stata un'esperienza piuttosto nuova per la maggior parte di noi.
Probabilmente qualcuno che non conosca gli Chevalier e ascolti "Destiny Calls" per la prima volta penserebbe di ascoltare un album heavy metal degli anni '80. I vecchi tempi sono i bei tempi?
Tommi: L'obiettivo non era tanto un sound "old style" come per le band revival anni '80, quanto un suono oscuro e medievale in un modo che si adattasse alla musica degli Chevalier. Questo era già chiaro con il nostro primo EP "A Call to Arms" e continua ad esserlo, si spera in modi ancora più raffinati e intricati per creare e plasmare un sound e uno stile personale.
Le vostre scelte musicali sembrano essere destinate a una piccola cerchia di fan fedeli e appassionati, come la scelta di eseguire la cover dei Warlord, questa è la via che avete scelto... ma forse è la strada più difficile da seguire...
Tommi: Potrebbe sembrare difficile se si considerano la popolarità, il successo e la facilità di ascolto come scopi principali di una band, ma per noi e le band che hanno influenzato maggiormente gli Chevalier non sono mai stati gli obiettivi durante il processo di songwriting. Preferisco 5 persone che capiscano e condividano la mia passione a supporto della musica che suoniamo con gli Chevalier piuttosto che comporre musica facilmente digeribile per 5000 persone. Dopotutto, il continuo supporto da parte delle nuove generazioni a gruppi come Warlord (o anche più Lordian Guard), Manilla Road o Dark Quarterer, ad esempio, dimostra che la creazione di qualcosa di speciale resisterà sempre alla prova del tempo e avrà un impatto sulle persone anche col passare degli anni, anche se non hanno mai raggiunto un picco di popolarità e vendite.
La voce di Emma si adatta molto bene alla vostra musica, avere una donna come cantante è forse una scelta coraggiosa in questo genere di musica, come mai l'avete scelta?
Tommi: C'era uno stile vocale che avevo ben in mente per gli Chevalier. Avevamo appena finito di suonare alcune cover insieme ad Emma, per cui le ho chiesto di unirsi alla nuova band che avevo in progetto in quel momento. Non credo che nessuno di noi degli Chevalier sia molto concentrato sul genere femminile o maschile del cantante, la timbrica vocale è ciò che conta.
Che cosa è successo al concerto di Atene dello scorso dicembre? Siete arrivati senza batterista e tu Tommi hai dovuto suonare la batteria... e comunque te la sei cavata alla grande, anche come batterista!
Tommi: La mattina stessa che dovevamo prendere il volo per Atene per suonare al concerto il nostro batterista ci ha fatto sapere che non sarebbe venuto. Per fortuna ho suonato la batteria di tanto in tanto e siccome conosco le nostre canzoni a memoria siamo riusciti a farcela senza annullare la data all'ultimo minuto, il che sarebbe stato un incubo sia per noi che per l'organizzatore. Non ce lo aspettavamo proprio questo abbandono e non avevamo tempo di provare o prepararci con un altro batterista, non avevo nemmeno le bacchette quando siamo saliti sul palco per il sound check, quindi immagino che sia andata abbastanza bene in quella circostanza ahah!
Ma a Roma, al Metal Conquest, c'era un nuovo batterista, chi è?
Tommi: Axel dalla Svezia, che ha anche suonato con me e Mikko nei Demon's Gate. Per vari motivi i nostri legami con Joel si sono sciolti rapidamente dopo il fatto di Atene. Conoscevo Axel, un batterista molto capace e laborioso, quindi è stata la prima persona a cui ho pensato quando abbiamo dovuto trovare un nuovo batterista.
Lo scorso gennaio avete suonato al Metal Conquest Festival a Roma. Ho sentito molti commenti entusiastici tra i presenti, quali sono state le tue impressioni?
Tommi: È stato un festival fantastico soprattutto per una prima edizione, sono fan di tutte le band che erano presenti nella set-list, quindi a parte il nostro show, la maggior parte della giornata è trascorsa in prima fila e il tutto è finito troppo in fretta! Le persone che hanno lavorato alla realizzazione del festival sono nostri buoni amici, quindi siamo stati estremamente felici di farne parte e condividere l'intera esperienza con così tanti amici presenti. Per fortuna abbiamo trascorso 4 notti in totale a Roma, quindi c'è stato anche molto tempo per andare in giro oltre al festival.
Registrato al Black Floyd Analog Studio, il sound di "Destiny Calls" è perfetto per un album degli anni '80, ma alcune persone hanno criticato la produzione "old style". Quanto è stato difficile ricreare un sound del genere?
Tommi: Non ho alcuna esperienza per poter fare confronti con il processo di registrazione dal momento che è stato il primo album che abbia mai registrato in uno studio, ma come accennato in precedenza, l'obiettivo principale era quello di rendere unico il sound del disco invece di provare a copiare un altro album o un'epoca. Per cui davvero non so come rispondere a questa domanda ... Quando si tratta di critica, siamo lieti di dare una forte impressione, sia essa buona o cattiva!
Invece Mikko, il chitarrista, sembra avere un altro look e un altro stile, più legato agli anni '70, qual è il suo contributo alla musica degli Chevalier?
Tommi: È sicuramente il miglior chitarrista solista della band e si occupa delle linee di chitarra più classiche, che sia legato agli anni '70 o meno, è un po' difficile da dire. Alla fine non vogliamo essere classificati come una band revival di questo o quel decennio ma cerchiamo di mescolare sempre influenze di varie epoche e vari stili di musica heavy.
So che Emma sta prendendo lezioni di canto da Gianni Nepi dei Dark Quarterer, come è iniziata questa collaborazione? E come può gestire le lezioni nonostante la distanza tra Italia e Finlandia?
Tommi: Conosco Gianni da molti anni, avendo visto i Dark Quarterer in giro per l'Europa, e sapevo anche del suo lavoro come insegnante di canto. Le lezioni si svolgono tramite video chat, quindi ho proposto l'idea ad Emma, sapendo che se c'è un cantante heavy metal da cui prendere lezioni, quello è certamente lui. Gianni è il migliore!
Ok, è tutto .. grazie mille per il tempo che ci hai dedicato, auguro tutto il meglio a te e agli Chevalier!
Tommi: Grazie per l'intervista, e speriamo di poter tornare in Italia un giorno!
Live photo credits: Luisa Fabriziani at Metal Conquest Festival