Messa, la forma dell'acqua

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Gruppo:Messa

Mi fa veramente piacere fare questa intervista e avere la possibilità di conoscere meglio i Messa, band che ho amato immediatamente al primo ascolto. Non siamo in un periodo promozionale legato a un nuovo album, ma c'è sempre molta attenzione nei confronti della band. Forse la proposta così particolare, un esordio assolutamente unico e inaspettato, e anche il fatto di essere una realtà italiana, porta una certa attenzione in costante crescita su questa band dai connotati tanto particolari. Abbiamo rivolto alcune domande a Sara, meravigliosa e potente voce dei Messa.

Prima di tutto vorrei chiedervi come si è formata la vostra band con una proposta tanto particolare, pregna di contrasti in un perfetto equilibrio armonico. Evidentemente avete trovato subito la giusta alchimia, non solo a livello musicale, ma anche a livello personale…
Sara: Messa è un progetto nato nel 2014. Volevamo approfondire sonorità che nessuno di noi aveva mai approfondito in altri progetti musicali. Hai detto bene, penso che per far funzionare una band ci debba essere un’alchimia speciale in vari piani. Di sicuro abbiamo un legame molto forte e sanguigno tra di noi.
Per quanto riguarda invece la scrittura dei brani e delle liriche, c'è qualcuno che se ne occupa principalmente o è frutto della collaborazione di tutti?
Sara: I testi sono scritti da me, i ragazzi mi lasciano carta bianca. C’è molta fiducia. I pezzi sono frutto di una collaborazione, di solito qualcuno di noi porta in sala prove un riff che poi iniziamo a lavorare. Diamo una struttura al pezzo, cerchiamo di capire dove vogliamo arrivare e poi lo arrangiamo sempre tutti assieme, nella stessa stanza. Di sicuro non è un processo veloce. Per una sola canzone ci vogliono varie sessioni di prove.
Ascoltando i vostri album sento una certa differenza stilistica, ho come l'impressione che Belfry sia più dettato dall'istinto, dalle emozioni, come se vi foste lasciati trasportare dalla musica stessa, mentre il secondo album è più ragionato, più studiato forse, sbaglio?
Sara: Belfry è stata la prima esperienza in studio come Messa, e anche la primissima esperienza come cantante per me, quindi era davvero tutto nuovo. L’abbiamo scritto in pochi mesi, di getto, e l’abbiamo registrato subito. Feast for Water invece ha richiesto una quantità di tempo maggiore per la sua creazione. I mood dei due dischi sono molto diversi. Di sicuro arrivati al secondo disco avevamo un’intesa musicale maggiore e stare su un palco tutti insieme ci è servito parecchio.

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Entrambe le copertine dei vostri album hanno un elemento dominante che è l'acqua, immagino abbia un significato particolare per voi...
Sara: L’acqua fa parte degli elementi, del ‘fil rouge’ che unisce i due dischi. È carica di significati, mutevole, necessaria. Pensiamo sia un elemento che si presta bene al nostro immaginario.
A questo proposito, la band proviene da Cittadella, in Veneto, proprio a metà strada tra mare e monti, per la vostra indole, dov'è che rivolgete preferibilmente il vostro sguardo, verso le acque del mare o verso i monti?
Sara: In realtà l'unico che proviene da Cittadella è Marco! La maggior parte di noi abita in punti della zona Pedemontana Veneta abbastanza vicini tra di loro. Dalle nostre finestre possiamo vedere il Monte Grappa e il Monte Tomba. Ad ogni modo la nostra regione ha una forte radice marinara e sarebbe impossibile escluderla dall’insieme di influenze paesaggistiche che percepiamo come necessarie nel nostro universo creativo.
Ho sempre pensato che il luogo in cui si vive influenzi il proprio modo di suonare, legato alle proprie radici, alla storia e all'anima dei luoghi. Siete d'accordo?
Sara: Assolutamente sì. Proveniamo tutti da paesi piccoli, e questo ha sicuramente influito sul modo in cui viviamo e facciamo esperienza delle cose.
Lo scorso anno è uscito il bellissimo video del brano "She Knows/Tulsi", che ho trovato molto suggestivo, girato in notturna tra i canali di Venezia. Potete parlarci un po' delle riprese del video e della storia che c'è dietro, suddivisa in capitoli?
Sara: Il video è frutto della nostra collaborazione con Laura Sans, videomaker di origine catalana a cui ci siamo sempre affidati per i nostri video. Laura conosce bene l'impronta visuale del progetto Messa e ha sempre centrato in pieno ogni nostra aspettativa. Le riprese sono state effettuate a Febbraio, in piena notte, dunque puoi immaginare da te il freddo e l’umidità che avvolgevano Venezia in quel periodo dell'anno! Filmare a Venezia è complesso perché ovviamente ci si può muovere attraverso la città solo a piedi o in barca, ma a noi non piacciono le cose facili! Il video è diviso in capitoli strettamente legati alla canzone e al suo contenuto. Volevamo fosse un video ‘noir’ e siamo molto soddisfatti del risultato.
Il 2020 è stato un anno terribile dal punto di vista economico, portando sull'orlo del fallimento molti locali, riducendo il fatturato delle case discografiche e di fatto annullando le entrate delle band da tour e concerti. Allo stesso tempo è stato un anno musicalmente ricchissimo di ottime uscite e grandi album. Per la vostra band, come è stato l'anno appena trascorso, avete avuto modo di portare avanti i vostri progetti?
Sara: Nonostante siano state cancellate le date che avevamo in programma e nonostante le varie chiusure, siamo riusciti a scrivere un disco che allo stato attuale è praticamente ultimato. Ovviamente ci manca molto l’attività live, ma quest’anno siamo stati penalizzati fino ad un certo punto. Ad altre band è andata molto peggio! Alberto è stato l'unico tra noi che è riuscito a fare qualche data quest'anno, col suo progetto blues Little Albert.
E se posso chiederlo, come è stato per voi a livello personale? Per tante persone è stato terribile, per molti altri è stato un periodo in cui si è riscoperta la lentezza, la possibilità di guardare anche dentro se stessi, la possibilità di dedicarsi a cose mai fatte prima..
Sara: Penso sia stato un anno pieno di incertezze e instabilità per tutti noi. Da un lato ci ha dato la possibilità di pensare, riflettere e scavare, dall'altro ci è sembrato di vivere in una bolla, di concludere poco. Come dicevo prima, anche da questo punto di vista poteva andare peggio. Tutti noi siamo stati bene dal punto di vista fisico. Mentalmente, per me, il 2020 è stato una montagna russa di emozioni contrastanti, a volte difficili da capire.

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Entrambe le vostre uscite sono firmate Aural Music, che rapporto avete e come vi trovate con questa etichetta?
Sara: Ci siamo sempre trovati bene con Aural. Emiliano, il proprietario dell'etichetta, ci ha sempre supportato su ogni cosa. Finora la collaborazione è stata ottima!
Sara cosa puoi dirci della tua recente collaborazione con la band Ottone Pesante?
Sara: È stato spontaneo accettare la loro proposta, poiché ho sempre reputato Ottone Pesante un progetto davvero valido e per nulla scontato. Nessun'altro suona Metal come gli Ottoni! La personalità di una band per me conta tanto. Mi hanno lasciato piena libertà per testo e linee vocali. Sono molto felice di aver messo la mia voce su Tentacles, penso sia un esperimento ben riuscito. Ne sono molto soddisfatta.
Come vi trovate nella dimensione live? Avete suonato anche in grandi festival, eppure la vostra musica mi sembra più introspettiva, quasi da piccoli club, da gustare e assaporare come un whiskey ben invecchiato..
Sara: Tutte le nostre esperienze live ci sono servite molto, dal festival gigante come l’Hellfest al club piccolo. Di sicuro suonare in venues/locali più ristretti dà un senso di intimità maggiore con il pubblico.
Infine, vorrei chiedervi ovviamente se state lavorando su nuovo materiale. Possiamo aspettaci un nuovo album in un futuro non troppo lontano?
Sara: Assolutamente sì. Non sappiamo ancora quando, ma il capitolo III arriverà senz’altro!
Bene, è tutto. Vi ringrazio davvero per la vostra disponibilità e per il tempo che ci avete dedicato. Augurando a tutti un felice anno nuovo, lascio a voi la parola per i saluti.
Sara: Grazie mille a te per l’interesse, un ringraziamento anche ai lettori/lettrici di metal.it! A presto!

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Intervista a cura di Burned_byFrost

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