Dopo una lunga attesa durata 8 anni si è finalmente materializzato il nuovo stupendo album dei seminali
Seth, abbiamo quindi colto l' occasione per scambiare due chiacchiere con
Saint Vicent (vocals) e
Heimoth (chitarre e tastiere) anche se con un po' di ritardo ...
Benvenuti, non posso che iniziare questa nostra chiacchierata facendovi i miei più sentiti complimenti per il vostro ultimo capolavoro (senza dimenticare che che il nostro Matteo l'ha recensito con un “giusto” 9/10 qualche mese fa)…
S.V Grazie per tutti questi elogi, siamo veramente fieri del lavoro fatto sull'album, ma tutti i complimenti ricevuti fin qua vanno ben al di la delle nostre aspettative .
Volete un po' raccontarci cosa è successo negli otto anni che intercorrono tra il precedente “The Howling Spirit” ed il nuovo album?
H. Siamo stati veramente molto attivi in questi anni, subito dopo l'uscita dell'album abbiamo suonato in diversi festival e siamo andati in tour con i
Pestilence nel 2014. Il 2018 lo abbiamo quasi interamente passato a suonare per il 20° anniversario del nostro debut album sia in Europa che in Canada e questo ci ha preso molto tempo tra prove e date vere e proprie. Poi la label
Les Acteurs de L'Ombre ha deciso di pubblicare uno dei nostro show e così abbiamo avuto veramente molto da fare e poco tempo per pensare a scrivere un nuovo album.
Sin dalle prime note, notiamo una differenza sostanziale tra il nuovo album e il precedente, diciamo che “Le Morsure Du Christ” può ritenersi un vero e proprio ritorno alle origini.
H Si sicuramente, abbiamo deciso sin dall'inizio che quest'album doveva suonare come il proseguo del nostro primo album. Diciamo che è stato un po' un azzardo perché i fan avevano molte aspettative riguardo l'album, però vedendo come è stato accolto, dobbiamo ammettere di essere riusciti nel nostro intento. C'è una convergenza univoca nel pensare che
“Le Morsure Du Christ” non solo suona come il nostro primo album, ma ne accresce e magnifica ancor di più lo spirito primordiale.
Alcune recensioni hanno sottolineato come il fatto di voler far rivivere il passato sia sempre rischioso, ma credo che ci siamo riusciti in maniera impeccabile e sono contento di questo. Dopo aver terminato il tour celebrativo di
“Les Blessures De L'Ame” abbiamo inserito della linfa nuova nella band con
Pierre Le Pape alle tastiere e
Drakhian alla chitarra.
Loro sono stati i primi a voler realizzare un album che suonasse come questo. Essendo un continuo de
“Les Blessure ...” il nuovo materiale é stato indissolubilmente inspirato a quel suono, quello che avevamo creato in termini di atmosfere è stato preso come modello per fare qualcosa di più aggressivo e possibilmente moderno.
Abbiamo cercato di carpire fino in fondo le nostre radici musicali e dargli un tocco “fresco” grazie anche ai nuovi entrati nel gruppo.
Dunque non sbaglio se dico che “Hymne Au Vampire” è direttamente legato al vostro immortale debut.
S.V. Il nuovo album è il continuo del primo e questo deve essere chiaro senza alcuna ambiguità. Da questo punto di partenza ho cercato di scrivere le parole cercando di collegare la tradizione di
“Les Blessures...” con la mia visione artistica moderna, arricchita da due decenni di militanza nella scena black... il tutto è semplicemente arricchito dall'esperienza fatta con il tempo che passa.
Come anche tu hai sottolineato il legame più evidente tra i due album è proprio il 3° atto d'
“Hymne Au Vampire” rivisitato con l'amarezza del tempo e delle delusioni crudeli.
Il suono di “Le Morsure...” è certamente più “grandioso ed epico” (nella title track), più drammatico (“Les Oceans Du Vide”) e “evil” (“Le Triomphe De Lucifer”) rispetto al passato.
H. Si quest'album suona come il primo ma è certamente più aggressivo e centrato. C'è certamente la componente epica del debut ma qui è più matura e teatrale e la produzione, decisamente migliore, aiuta molto nella riuscita.
Possiamo consierare “Metal Noir” come una sorta d'inno per voi? La dichiarazione del vostro essere e il vostro testamento spirituale?
S.V. Si in effetti il testo sintetizza l'essenza di tutti questi anni “investiti” a suonare questa musica, mettendo in parole emozioni estatiche nate da una ispirazione spirituale e un'emozione profonda.
Possiamo vedere un certo collegamento tra voi e il movimento “Metal Noir Quebecoise” o la loro attitudine patriottica è troppo differente dalla vostra?
S.V. Abbiamo avuto la fortuna di suonare parecchio in Canada, soprattutto in Quebec, e di aver partecipato due volte a “La Messe Des Morts”, un eccellente festival che si svolge a Montreal.
Ad essere totalmente onesto devo ammettere di essere stato ispirato dalle persone che ho incontrato laggiù e dai gruppi che ho avuto la possibilità di veder suonare.
Devo dire che ho pensato molto a loro proprio mentre scrivevo le parole di
“Metal Noir” , di cui parlavamo prima. Diciamo che rappresenta una strizzata d'occhio come ce ne sono diverse nell'album.
Ciò detto, la storia dei nostri due paesi è molto diversa e noi non abbiamo questa fibra patriottica come alcuni dei gruppi del Quebec, anche se trovo formidabile la loro volontà di cantare in francese. E su quest'album anche noi facciamo lo stesso.
Sappiamo che l'incendio della cattedrale di Notre Dame è stata l'ispirazione principe per la realizzazione di quest'album, cosa vuol dire per voi tutto questo?
S.V. L'incendio di Notre Dame, rappresenta le fine della religione in occidente, una fine che conclude una lunga decadenza nella quale siamo cresciuti. E' un fatto di caratura internazionale che marca in maniera indelebile la fine del Cristianesimo in occidente. Tutte le manifestazioni religiose, dopo questo fatto, non sono che degli spasmi inutili, denudati della loro essenza, in pratica delle abitudini che non hanno più fede né senso.
Forse in pochi sanno, anche perché i media non ne parlano praticamente mai, che in Francia ci sono moltissimi incendi di chiese, cosa ne pensate? Possiamo ritenere ancora il cristianesimo come il vostro principale “nemico”?
S.V. Scrivendo le parole di quest'album mi sono messo dalla parte di uno spettatore della nostra epoca. In effetti ho la presunzione che l'album rappresenti la sintesi di un'epoca, una foto che sottolinea il cambiamento di un paradigma, così come lo è la copertina. Gli incendi delle chiese sono anch'esse delle manifestazioni sporadiche e simboliche di questa transizione verso il nuovo mondo.
Cosa ne pensate della propagazione del fondamentalismo islamico in Francia? Come pensate possa convivere con i principi storici della Repubblica?
S.V. Questi temi non sono minimamente toccati nelle lyrics. La dimensione dei testi è puramente spirituale e non può essere circoscritta a delle semplici considerazioni politiche o sociali.
L'album rappresenta la constatazione della sparizione del Cristianesimo dalla nostra terra. Ci sarà una religione che lo rimpiazzerà? Se si quale? Personalmente credo che lo scientismo sia un serio candidato ed è ciò che lascio intendere in
“Le Triomphe De Lucifer” .
Ok, senti anche se l'album non è un vero concept album nel senso classico, credo ci sia un filo conduttore all'interno dei testi.
S.V. In effetti potremmo presentare l'album come un concept sulla fine della religione dal mondo occidentale. In effetti anche tu lo hai sottolineato , c'è chiaramente un filo conduttore che lega i testi fino ad arrivare alla copertina; tutto inizia con la rivelazione dell'illusione della chiesa, dove le promesse non sono state mantenute e appaiono ormai come vuote presentando un Cristo fantomatico (
“Le Morsure Du Christ”).
Questa rivelazione s'incarna nel black metal (
“Metal Noir") che presenta la volontà possente delle forze oscure (
“Sacrifice De Sang”) tutto questo porta inevitabilmente all'incendio di Notre Dame e la fine della religione (
“Ex-Cathedral”). In questo nuovo mondo vaghiamo estraniati, ma animati da antiche passioni (
“Hymne Au Vampire Act III”) e attendiamo la morte (
“Les Oceans Du Vide”).
A questo punto arriva una nuova rivelazione che da vita ad una nuova era
(“Le Triomphe De Lucifer”)
Un “concept" certamente ambizioso che ha richiesto, a maggior ragione, l'utilizzo della lingua di Moliere...
S.V. Anche questo è un ritorno alle origini.
Seth è stato il primo gruppo che ha pubblicato un album in francese per una grande label come Season Of Mist. Il tutto era ancor di più ancorato nell'intenzione di scrivere un seguito al debut.
A tal proposito, a parte che per “Era Decay”, avete sempre inciso per etichette francesi.
H. E' più che altro una questione di comodità.
Quando ci sono delle ottime labels a casa tua non hai per forza bisogno di andare a cercare altrove. Abbiamo fatto una parentesi con AvantGarde e abbiamo degli ottimi ricordi. Non è quindi una questione “patriottica” ma certamente poter parlare tutti i giorni con gente che parla la tua stessa lingua agevola di molto il lavoro e il rapporto. Conosciamo molto bene lo staff della Season Of Mist che sono a Marsiglia. Anche io provengo da li anche se il gruppo è evoluto a Bordeaux.
Mi puoi dire qualcosa della vostra relazione con Les Acterus De L'Ombre?
H. Gerald de LADLO ha deciso di realizzare il live di
“Les Blessures De L'Ame” appena finita la nostra prestazione al Feux De Beltane Festival, organizzato da loro stessi. Nessuno era al corrente che lo show sarebbe stato registrato. Abbiamo ascoltato il risultato finale e abbiamo dato il nostro accordo. Questo è stato il nostro primo incontro con questa label. Dopodiché hanno ottenuto una licenza da parte della SOM per pubblicare la versione limitata in cassetta del nostro ultimo album. E' una label estramamente dinamica.
Ok, siamo giunti alla fine , non ci resta che ringraziarvi per la chiacchierata!
H. Speriamo di riprendere presto a poter suonare dal vivo e rivedere anche i nostri fans italiani.
Grazie ancora per l'intervista.