StreetLore: United we stand ...

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Gruppo:StreetLore

Una delle sorprese dell’anno appena concluso è stato sicuramente il debutto eponimo degli StreetLore, l’ennesima conferma che l’Italia è oggi pienamente qualificata per “sfidare ad armi pari” le scene melodiche più blasonate e competenti a livello internazionale. Un risultato ormai piuttosto consolidato, basato su tecnica esecutiva, ispirazione e sulla capacità di saper trattare in studio di registrazione un suono che per sublimarsi necessita anche della giusta nitidezza e di tanto equilibrio.
Il tutto nello specifico scaturisce da un team di lavoro capitanato da Lorenzo "Lorerock" Nava, nostro interlocutore per questo doveroso approfondimento, e a cui ha contribuito fattivamente la Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group con il suo ricco roster (più alcuni prestigiosi ospiti), a ulteriore dimostrazione che la crescita dell’intero “movimento” è piuttosto solida e compatta.

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Ciao Lorenzo, complimenti vivissimi per il debutto degli StreetLore e benvenuto su Metal.it! Cominciamo in maniera forse poco “elegante”, ma interamente in linea con il primo pensiero che mi è venuto in mente dopo l’ascolto dell’albo … da dove “sbuchi”? E come mai finora non sapevo niente del tuo talento?
Ciao Marco, prima di tutto lascia che ti dica che il piacere è tutto mio, perché sono un assiduo lettore delle recensioni/interviste di Metal.it e pensare che ora ne sono io il “protagonista" rende la cosa alquanto incredibile, e quindi grazie per questa opportunità.
Dunque, io sono sempre stato qui, in Brianza dove da 42 anni vivo, ed ho quasi da sempre suonato, perché ho iniziato in tenera età ad appassionarmi alla musica, ed ho suonato in diverse cover band per anni. Ma l’idea di fare un disco di inediti, in realtà, è sempre stata vivida in me, tanto da portarmi nel tempo a scrivere bozze di canzoni, testi, che alla fine grazie all’incontro avuto con Pierpaolo “Zorro” Monti e Stefano Gottardi, hanno potuto finalmente vedere la “luce” ed entrare a far parte di un disco di inediti.
E già che ci siamo, mi piacerebbe sapere qualcosa di più anche delle tue fonti ispirative come compositore e musicista …
I miei primi passi verso la musica li ho compiuti, anche in questo caso, in tenera età quando nella cameretta con mio fratello Luca ascoltavamo gli Europe, Bon Jovi, Guns N Roses, Bryan Adams, tutti artisti che tutt’ora per me restano intoccabili, e quindi se dovessi indicare delle fonti di riferimento, senza indugi citerei questi mostri sacri. Se invece mi puntassi la classica pistola alla tempia nello sceglierne uno solo, ti direi gli Europe.
È ormai chiaro (anche alla luce della mia playlist annuale …) che considero “StreetLore” una delle eccellenze melodiche del 2022 … urge pertanto chiederti di raccontarci un po’ meglio com’è nato il progetto e come si sono svolte le varie fasi di realizzazione di un disco tra l’altro ricco di collaborazioni eccellenti …
Non posso che iniziare con il ringraziarti per aver annoverato “StreetLore” in tale lista, cosa che mi rende davvero orgoglioso e non poco.
Dobbiamo tornare abbastanza indietro nel tempo, ovvero all’anno 2010 quando venne pubblicato “Charming Grace” da parte di Pierpaolo “Zorro” Monti, di cui tra l’altro tu stesso hai fatto una bellissima recensione proprio su queste “pagine”.
Dicevamo, in quell’anno Antonella “Aeglos” Astori, nonché mia moglie, si occupò di creare l’artwork, e quando venne pubblicato il disco, ci incontrammo per festeggiarne l’uscita, e quella fu l’occasione giusta per parlare e far ascoltare a Zorro i pezzi che, come citato poco fa, nel tempo avevo scritto ma che erano rimasti nel cassetto. Una volta ascoltate le canzoni, si è proposto con estremo entusiasmo di produrre il disco. Il secondo step è stato l’incontro con Stefano Gottardi della Burning Minds Group, anch’egli dopo aver ascoltato i pezzi scritti, ha accettato di salire a bordo di questo fantastico viaggio.
Abbiamo così iniziato a lavorare sui pezzi, in primis con Alessandro Broggi degli Airbound e successivamente, con Andrew Trabelsi degli Alchemy, che subentrò in quanto Alessandro per problemi personali non poté proseguire nella lavorazione, e quindi eccoci qui con "StreetLore" sugli “scaffali” pronto per essere ascoltato.

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Rimanendo sul tema degli “ospiti”, sono curioso di sapere come sono stati “selezionati” e con quale criterio sono stati assegnati soprattutto i diversi incarichi vocali (peraltro, per quanto mi riguarda tutti assai azzeccati …) …
L’idea di assegnare ogni canzone ad un singolo cantante è stata estremamente naturale; infatti, quando dissi a Zorro che la sua idea di puntare su diversi singer per il suo disco d’esordio “Shining Line” per me fu geniale, subito pensammo a seguirne la stessa linea. Così scegliemmo di assegnare ogni canzone ai cantanti dei gruppi già annoverati nell’etichetta, con qualche “special guest”, ed effettivamente anche io ne sono estremamente soddisfatto. Lascia che ringrazi nuovamente tutti gli artisti coinvolti, sia cantanti che musicisti. Voglio ringraziarli perché oltre ad essere dei fantastici ragazzi, hanno anche un talento che è davvero ammirabile; si sono approcciati alla lavorazione di StreetLore con una passione ed una partecipazione davvero encomiabile, e questo per me ha avuto, ed ha tutt’ora un valore inestimabile.
Nel mio piccolo, con StreetLore, mi auguro che possa contribuire in qualche modo ad aiutarli nel raggiungere un pubblico più “ampio” perché lo meritano veramente tanto, tutti.
E sempre a questo proposto, mi soffermerei innanzi tutto sulla prova di Terry Brock, un cantante che personalmente ammiro moltissimo e che invece mi risulta non essere pienamente apprezzato dalla comunità melodica … parlaci un po’ del perché avete affidato a lui “Crossroad”, uno dei brani di punta di “StreetLore” …
Che dire di Terry Brock, prima accennavo ai mostri sacri, riferendomi ai miei primi ascolti soprattutto negli anni 80, e lui rientra nella mia personale classifica, quindi abbiamo gli stessi gusti.
Credo che un disco come “Walk in the Fire” se sei un amante di questo genere, non può lasciarti assolutamente indifferente, e quindi quando pensammo agli special guest, lui venne indicato naturalmente per “Crossroad” e scelto essenzialmente per il mood della canzone stessa.
Voglio fare un ringraziamento particolare per lo splendido lavoro di backing vocals fatto da Dave Rox Barbieri e da Marcello Spera: hanno elargito una prestazione sublime a livello vocale, degna dei migliori dischi anni 80.

Ovviamente sarei tentato di chiederti un breve commento su ogni brano dell’opera … diciamo che (faticosamente) mi limito a sceglierne solo altri tre … “Brothers”, “Only wounds remain” e “Shelter from the rain” …
Devi sapere che StreetLore, per me è una sorta di diario messo in musica; infatti, ogni canzone scritta narra di esperienze personali, sia positive che negative, ciò che ho vissuto in questi anni, e quindi una sorta di viaggio interiore alla riscoperta di me. E con questo spero di aver soddisfatto la tua curiosità in merito agli altri pezzi del disco.
Ma veniamo a “Brothers”, prima canzone che hai citato, che è anche il brano con il quale ho fatto conoscere al mondo StreetLore. È senza indugi la canzone più autobiografica del disco, e credo che il titolo della canzone non lasci spazio a molti fraintendimenti.
Come ho detto all’inizio dell’intervista, mio fratello Luca è stato fondamentale nella mia vita, è grazie a lui se suono uno strumento musicale e se amo così tanto la musica; non dimenticherò mai quei pomeriggi trascorsi a giocare con i Lego e ad ascoltare “The Final Countdown”, quel “maledetto” o “benedetto” intro fu proprio la scintilla che fece scaturire in me la voglia di imparare a suonare uno strumento musicale.
Purtroppo, però crescendo abbiamo preso strade differenti e la vita, a volte, ti obbliga ad affrontare delle situazioni che involontariamente avrebbero potuto farti allontanare per sempre, ma come nelle migliori favole tutto è finito in bene, ed oggi abbiamo un rapporto splendido, e continuiamo a condividere la passione per la musica (e non solo) come in quegli anni in cui eravamo bambini spensierati con tutto il nostro futuro che ci attendeva. E questa è la mia dedica a lui ed a tutto quello che ha rappresentato e rappresenta per me.
Only Wounds Remain” invece narra di una storia finita, spesso quando un amore finisce, difficilmente se ne esce senza conseguenze. Spesso sento dire “ne sono uscito con le ossa rotte”, ecco con “Only Wounds Remain” non ho fatto altro che scrivere ciò che ha significato la fine della mia prima vera storia d’amore, si parla dei primi anni 2000.
Con “Shelter from the Rain” invece ho voluto comunicare un messaggio positivo. La canzone in un certo senso è (oltre ad “Aeglos”, traccia numero 5 del disco cantata splendidamente da Jesùs Espin dei 91 Suite) dedicata ad Antonella, la ma compagna di vita da 20 anni.
La felicità di aver trovato la persona giusta che tutt’ora mantiene le celebre promessa nel starti vicino “nel bene e nel male” mi ha portato a scrivere questo pezzo, in un periodo difficile.
Racconta la volontà di non mollare mai, di crederci sempre, nel volerne uscire insieme mano nella mano, uno a fianco all’altro, riusciremo a trovare un riparo dove vivere nuovamente, serenamente insieme.
Dopo la fase critica della pandemia da Covid (che speriamo di aver accantonato per sempre …) c’è molta “voglia di live” … per una band come la vostra l’esibizione dal vivo è, per ovvie ragioni, parecchio complicata … avete pensato a qualche soluzione in tal senso, magari con una formazione “ridotta”? E più generale, quanto è importante per un gruppo rock poter prendere contatto diretto con il proprio pubblico?
Stai facendo questa domanda ad uno che, prima della pandemia andava a 2/3 concerti ogni mese, quindi, so benissimo a cosa ti riferisci.
Ahimè StreetLore è un progetto di studio, ed è davvero complicato poter portare le canzoni sul palcoscenico in veste live, anche se ammetto che mi piacerebbe tantissimo; purtroppo, però viviamo tutti, o quasi, in regioni differenti d’Italia e con non pochi Km di distanza, e quindi è difficile anche semplicemente trovarsi nella classica sala a fare le prove in preparazione del Tour.
Non mettiamo limiti alla provvidenza, mai dire mai, ma ad oggi purtroppo non ci sono date in vista all’orizzonte.

Anche se potrebbe sembrare “prematuro”, avete già qualche idea in cantiere per il prossimo albo degli StreetLore? Perché ci sarà, vero? Dai rassicuraci …
Scrivo sempre musica, idee, pensieri che si tramutano in canzoni, e non ti nascondo che qualcosa è già stato “abbozzato” ma è troppo presto per poterci lavorare, però posso dare a te ed ai lettori di Metal.it una piccola anteprima: infatti del materiale inedito di StreetLore sarà incluso in una compilation speciale sugli artisti italiani del nostro amato genere che sarà rilasciata quest'anno da Burning Minds Music Group.
Dunque, la risposta è sì, bisogna solo avere un po’ di pazienza.
Arriviamo all’immancabile (per me, almeno …) domanda sulla “scena melodica italiana” … credi che oggi esista effettivamente una sorta di “via tricolore” al genere o che si tratti esclusivamente di una fisima di noi “maturi” appassionati del settore, che abbiamo vissuto con un certo “fastidio” gli anni della boria e dello scetticismo internazionale nei nostri confronti?
Non so se esista una “via tricolore” ma è innegabile che negli ultimi anni ci sono diverse band nostrane che sono diventate vere e proprie realtà, per citare i più celebri Edge of Forever ed i Lionville.
La mia stessa etichetta, negli ultimi anni ha pubblicato dischi di un livello che non ha nulla da invidiare a quello delle band più blasonate, e le voci ed i musicisti che elargiscono la loro estrema tecnica e capacità su StreetLore, ne sono la dimostrazione.
Credo, parere del tutto personale, e senza boria, che le band leggendarie ricevano consensi più per una sorta di affetto incondizionato, per quanto fatto in passato, che per quanto pubblicato oggi.
Se ci pensi bene, è anche un po’ triste che un elemento che unifica tanto come la musica, sia motivo per scontri ed invidie di questo tipo.
Purtroppo, è così; l’Italia è sempre stata considerata come il paese della pizza, del mandolino, e il posto dove trascorrere le vacanze estive, e purtroppo certe convinzioni radicate nelle persone difficilmente si riescono a scalfire, non ci resta che dare sempre di più per poter far cambiare l’opinione a chi ci ascolta.
Il 2022 si è appena concluso e per i musicofili è praticamente impossibile non indulgere nella pratica della classifica consuntiva annuale … ti chiedo di condividere con noi quelli che ritieni i tre dischi migliori e, se ti va, anche la delusione, dell’anno …
Effettivamente è uscita tantissima musica del nostro genere, ed alcuni dischi ammetto che non ho ancora avuto modo di ascoltarli nel modo corretto. Ti farò tre nomi, non per forza in ordine di bellezza, perché è davvero molto difficile stilare una classifica.
A me è piaciuto tantissimo il disco degli spagnoli 91 Suite “Back in the Game”; altro album veramente bello è quello di Satin, “Appetition”, che fa parte della Burning Minds, ed i sempre verdi Treat di “Endgame”.
Delusione (ma a livello squisitamente di produzione) il disco dei Journey “Freedom”.

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Siamo alla fine e a questo punto, come di consueto, lascio a te, dopo averti ringraziato per la disponibilità, le ultime parole dell’intervista …
Sono io che ringrazio nuovamente te per questa piacevole chiacchierata, ci tengo ancora a ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di StreetLore, e spero che il mio disco possa essere la colonna sonora delle vostre giornate.
Keep on Rocking!


Immagini fornite direttamente dalla casa discografica
Intervista a cura di Marco Aimasso

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