Handful Of Hate sono una delle band estreme più iconiche e longeve del panorama estremo italiano (e non), non potevamo quindi esimerci dal fare una bella chiacchierata con il mastermind Nicola Bianchi per festeggiare il trentennale della band ... Eccone il resoconto
Nicola, so che é un po’ scontato, ma non possiamo non iniziare dalle tue sensazioni, sono 30 anni di Handful Of Hate, come ti senti ? Te lo aspettavi (certamente te lo auguravi) di raggiungere questo traguardo ? Cosa vuol dire per te ?
Onestamente non ho mai avuto per la musica un senso del tempo molto sviluppato. Non sono mai stato incline alle celebrazioni, sono già 30 anni ! Ecco questo mi viene da dire. Molte persone, in tutto questo tempo, hanno contribuito a far arrivare la band fino a qua, le ringrazio ma, personalmente, dovrei autocomplimentarmi (sò bene che risulta antipatico) perchè ho affrontato, assorbito e superato tantissime difficoltà portando la band al trentennale. Sono ripartito da zero varie volte e, con tenacia e coerenza che credo di potermi attribuire, ho portato avanti la band a testa bassa. La musica è sempre stata una costante nella mia vita, perciò ho sempre pensato che morirà con me ; che sia con Handful Of Hate, con un'altra band o, semplicemente, con una chitarra in mano la porterò fino alla fine.
Puoi farci un bilancio di questa lunga esperienza ?
Sono soddisfatto, è innegabile. Ho realizzato 7 album, vari EP's, concerti un po' ovunque. Non guardo molto indietro ma penso che Handful Of Hate rappresentino una realtà solida. Mi gratifica il fatto che quello che volevo fare, l'ho fatto. Mi riferisco soprattutto in termini musicali. Molte cose potevano andar meglio, molti sforzi avere un risultato maggiore, ma fa parte del gioco.
Il gruppo é stato formato da te e dal tuo fraterno amico Ugo, che purtroppo ci ha lasciati nel 1994 (dunque un solo anno dopo la formazione della band), dopo tutto questo tempo, possiamo affermare che HOH é un tuo progetto personale ? Gli altri membri, presenti e passati, che peso hanno nella scrittura della musica ?
Anche se non amo dirlo, dopo 30 anni è indubbio che Handful Of Hate siano Nicola Bianchi. Non sono mai stata una one man band, mai ho teso a questa cosa. Ho sempre cercato una formazione stabile fatta di persone motivate e partecipi al progetto. Più ho cercato questo e più non l'ho trovato. Se fossi stato dietro ai particolarismi delle situazioni personali di ogni ex membro ci saremmo sciolti, probabilmente senza neppure fare un album. Non voglio polemizzare con le situazioni passate ma, un mio punto di forza, è stato proprio quello di andare avanti senza perdermi troppo dietro ai 'personaggi' che hanno attraversato, positivamente o negativamente, il cammino della band.
Di Ugo posso dire che il prossimo anno saranno 30 anni dalla scomparsa. Aveva 17 anni, ricordo che nacque da lui il nome della band. Ricordo che suonavamo nella sua soffitta. Ricordo la sua malattia, lo strazio. Erano periodi in cui, oltre a escursioni notturne per cimiteri limitrofi e posti desolati, componevamo i primi riffs, coverizzavamo i Dark Throne ed i Morbid Angel, ascoltavamo i primi due lavori dei Marduk e gli At The Gates. Ricordo ancora le nottate a Firenze con la nostra band 'gemella', i Necromass. Scontato dire 'altri tempi', ebbene, quel sano gusto amarcord non guasta mai, consci del passato, viviamo il presente e ci proiettiamo nel futuro.
In passato ti abbiamo trovato nelle fila dei Deviate Pulse, bands con all’attivo un solo demo, un’esperienza molto rapida che in qualche modo ti ha lasciato qualcosa o si é trattato solo di una ‘fun band’ ?
Decisamente una 'fun band' nata per divertimento tra amici che condividevano la passione per il « porn grind ». Avevo delle idee, le misi in musica, registrammo e facemmo pure un paio di live. La vita stessa ci ha divisi dopo qualche mese. Lavoro, trasferimenti all'estero, poco tempo a disposizione... insomma le solite storie... Se un domani avrò tempo e voglia, magari riproporrò qualcosa, magari aggiornando lo stile o cambiando completamente. Al momento non avrei il tempo materiale per farlo ma, visto il mio amore per certe realtà grind core, non lo escludo.
Dallo scorso anno fai anche parte degli storici Necromass, qual é il tuo ruolo all’interno della band ? Come ti senti ad essere parte di questa storica entità ? Ci puoi dire qualcosa riguardo il futuro con loro ?
Si sono entrato in formazione con loro a settembre 2022. I Necromass sono sempre stata una band 'gemella' alla mia. Uso questo termine perchè sin dagli inizi siamo sempre stati in contatto crescendo insieme. Già nel 2013 feci da session ad un loro live. Qualche mese fa, avendo smesso il loro chitarrista storico, è stato naturale che subentrassi in una band nella quale, ed in un certo senso, mi sentivo già parte da lungo tempo.
Concentriamoci ora su HOH, se diamo un’occhiata alle uscite discografiche vediamo come , con il passare degli anni, sono intercorsi intervalli di tempo sempre più lunghi tra una release e un’altra, é solo una conseguenza della normale mancanza di tempo per via della tua vita privata o é diventato sempre più complicato e dunque impegnativo il processo di songwriting ?
Penso che entrambe le cose abbiano pesato. Premetto che ho sempre firmato contratti dove non erano previsti tempi di realizzazione, o consegna del master entro tot. Questo perchè, essendo praticamente colui che compone almeno l'80%, se non la totalità di un album, devo avere il tempo e l'ispirazione per farlo. Ho sempre notato nelle bands più grosse l'alternanza tra un album superbo ed un album di passaggio, nel quali salvi 2 – 3 songs e le altre scorrono. Essendo professionisti, raramente trovi pezzi inascoltabili, però avverti bene la percezione del minutaggio che deve scorrere a favore del cd che va pubblicato per lavoro-contratto. Ecco, non essendo una persona che vive di musica, io evito questa cosa che reputo deleteria. Compongo con assoluta calma, provo (anche se mi piacerebbe poter provare molto di più) e registro, sempre con le mie tempistiche. I primi album hanno avuto una sequenza più stretta, i più recenti hanno tempi più dilatati. Ha influito molto anche la mia vita personale che è notevolmente cambiata.
Dopo ben 7 full lenghts dove trovi ancora l’ispirazione per creare nuova musica ? E’ cambiato qualcosa rispetto agli inizi?
Dove trovo ispirazione non saprei, sono come un motore acceso da 30 anni, mi metto sullo strumento e, ogni tanto, qualcosa di valido nasce. Assemblo tutte queste idee e le lego insieme, oppure le prendo singolarmente e vedo dove mi portano. All'inizio ero molto più schematico, ancorato a certe tipologie e soluzioni musicali, adesso suono lo strumento in maniera meno vincolata e non ho paura di spingermi dove un'idea mi porta.
Per i vostri 30 anni la Dusktone ha (giustamente) ristampato i primi due album, che ne pensi oggi? Riesci ancora ad ascoltarli? Come li valuti e quali critiche gli faresti?
A dire il vero li ascolto principalmente per riarrangiarli per possibili live. Riguardo le impressioni che mi suscitano posso così descriverle: prima, fino a pochi anni fa, ri ascoltarli mi portava a criticare le pecche che c'erano: “avremmo potuto fare, peccato per quella cosa, è mancato questo etc”. Adesso invece li ho sedimentati. Questo erano, questo sono ed in fondo è giusto così. Li ho 'accettati' con tutti i pro ed i contro. Posso però dire che, per gli anni che erano, facemmo due lavori sicuramente validi.
Da semplice ascoltatore compri/supporti ristampe e remaster o é impossibile fare un discorso generico e bisogna valutare le singole operazioni?
Ti rispondo in due maniere, entrambe completamente soggettive. Tutto bello, ristampe, bonus, nuove versioni etc... In teoria le supporto. Altro aspetto: all'atto pratico compro solo cose originali, con sound originale. Quindi , anche una ristampa deve essere col sound dell'epoca, il fatto di ristampare deve assolvere ad una richiesta di copie sul mercato. Quando si sente dire 'remastered version', la evito. Piuttosto ri-registra un vecchio disco con suoni attuali, può essere un esperimento, un confronto con te stesso. Sentire un riff caratteristico dei primi anni '90 col taglio e timbro delle chitarre odierne può esser interessante. Non amo l'idea di 'snaturare' una cosa vecchia, magari analogica, processandola con l'elettronica moderna. Poi tutto va visto ma l'idea di base non mi esalta.
Io continuo a preferire ‘Qliphotic’ a ‘Hierarchy’ lo trovo veramente ‘evil’ e profondamente ritualistico e mi é sempre piaciuto vederlo come ‘il padre’ di ‘Ars Magika’ dei Maldoror…
Sono due album diversi, scaturiti in periodi diversi e da persone diverse. E' vero io ero presente ma, mentre 'Qliphothic Supremacy' (1997) raccoglie melodie ed arpeggi a 360 gradi, 'Hierarchy 1999' è stato una sorta di urlo efferato e senza compromessi. Il secondo penso sia inscritto in una via tipicamente black senza nessun tipo di fronzolo o 'rifinitura', il primo raccoglie parti più atmosferiche e , in termini di composizione, si diversifica nel lavoro di tre persone differenti. Non saprei cosa dirti riguardo ai Maldoror, ho ricordi molto lontani di concerti fatti assieme e poco altro.
Da amante della musica estrema mi sarebbe piaciuto ascoltare almeno un altro vostro album sullo stile di ‘Qliphotic’ e invece da ‘Hierarchy’ in poi la musica di HOH non ha mai smesso di evolversi, passo dopo passo verso nuovi lidi come impellente necessità artistica, sbaglio?
Io penso che molte melodie e fraseggi alla 'Qliphopthic' siano riemersi nell'uyltimo album 'Adversus' ed altri ancora ne usciranno nel prossimo. Personalmente, dopo il 1997 data di uscita di 'Qliphothic Supremacy', ho iniziato a comporre alla ricerca di uno sviluppo molto incisivo, violento, senza troppe aperture o 'abbellimenti'. Ascoltavo quasi esclusivamente bands 'veloci', feci del blast bet un credo. Questo richiese una grande miglioria mia a livello tecnico. Negli anni a venire da 'Hierarchy 1999', 'ViceCrown', 'Gruesome Splendour' fino a 'To Perdition' – con un piccolo respiro dato da 'You Will Bleed' – credo che sia stata una spirale. La musica si è sempre evoluta a livello di riffing e schemi portanti ma la violenza senza compromessi ha sempre fatto da padrona. Mi sono sentito realizzato ed appagato in questa maniera.
Mi sbaglio se dico che ‘Hierarchy’ é IL vostro album più true black?
Hai ragione! comunque ci accosto anche 'To Perdition'.
Mi togli una curiosità, perché l’hai intitolato ‘Hierarchy 1999’ invece che ‘soltanto’ ‘Hierarchy’ ?
Perchè secondo me 'Hierarchy' soltanto era incompleto. Ci misi l'anno, mi credi se ti dico che non feci caso al 999-666 ? La cosa esalto' l'etichetta nelle grafiche, nonostante il numero 9 a me sia sempre piaciuto.
A partire da ‘Vicecrown’ si colgono due importanti novità in seno al vostro sound, da una parte l’introduzione di pezzi più cadenzati e dall'altro le influenze death … come nascono queste necessità ?
Ho sempre dichiarato che per me 'Vicecrown' fu l'album della svolta. Presi in mano la band, come era già successo, e come succederà più volte in futuro, la rifondai ed iniziai a lavorare su me stesso, come musicista, e sull'album. Le registrazioni furono per la prima volta gestite in maniera diversa e professionale – e si sente il netto stacco. Le voci curate, le chitarre impostate su amplificazioni di primo livello, drumming editato ed esaltato nei suoni. Insomma, feci un disco frutto di molto lavoro, sia su me stesso, sia nel songwriting, curato e registrato bene. Il mio fine era quello di creare un album che usasse il metal estremo a 360 gradi (da qui il pescaggio anche in soluzioni death) per una risultante di impatto, violenta 'uncompromising'. La cadenza di respiro in un paio di episodi serve per dar fiato all'ascolto, altrimenti diventi noioso dopo i primi 5 pezzi.
Il processo di fusione del black degli inizi con il death, é proseguito in maniera costante e sempre più importante, come lo spiegheresti ? Una via ‘necessaria’ per evolvere il sound o semplicemente una cosa spontanea ?
Mi piace definirla spontanea. Nel processo di miglioramento e lavoro su me stesso è stato tutto molto naturale inserire parti death metal comprensive di palm muting, cosa per molte black bands quasi inconcepibile.
Levami una curiosità, ma come nasce una song di HOH? Ti capita mai di lavorare un pezzo per lungo tempo, ovvero continuare ad apporre modifiche e ritocchi finché non arrivi all’idea primordiale, oppure lasci che sia l’istinto del momento a guidarti ?
Nasce da un riff di chitarra. Il processo alle volte è immediato, una parte chiama l'altra. Si sviluppa uno stralcio di brano, una piccola parte,. la seguo e la evolvo arrangiandola. Alle volte rimane li per lungo tempo ,fino a quando la riprendo in mano e la evolvo. Ti confesso che alle volte, guardando indietro, mi chiedo 'ma come è nata questa song ? Che concatenarsi di singoli eventi l'hanno fatta nascere? Come sono arrivato qua ? Eppure ci sono ! Un qualcosa di atemporale che scorre.
In un’intervista al nostro portale, parlando delle lyrics, hai detto come l’approccio all’occultismo, sviluppato agli inizi di carriera, ti aveva un po’ 'deluso' e si era esaurito ‘rapidamente’ portando il discorso su qualcosa di più terreno, dunque più ‘concretezza’ e meno ‘filosofia’, sarà cosi’ anche in furturo o ci dobbiamo aspettare dell’altro ? Quale importanza dai ai testi ?
Premetto che non sono mai stato uno di quelli che decantano il 'demonio' ai quattro cantoni nelle tipiche forme di molte bands Black Metal. La cosa mi imbarazza, nei migliori dei casi mi fa sorridere, mi reputo frutto di ben più alta cultura e studio. Sempre la cultura, per certi versi accademica, e l'indagine storica mi portarono, già nei primi anni di studio di certe discipline, a farne un'aspra critica. I valori espressi, i legami e riferimenti culturali a certe correnti filosofiche, l'accozzaglia di valori presi in maniera estemporanea un po' a casaccio e, soprattutto, lo spessore dimostrato dai vari rappresentanti di certe 'scienze' , mi portarono a prenderne un netto distacco. Sono terreno, vivo ricevendo tutte le impressioni dai miei sensi, traggo quindi ispirazione dall'intorno. Non trascendo, non nei limiti di una sensibilità artistica. Preferisco assorbire impressioni esterne, filtrarle e riportarle nell'economia del testo. Molte parti negli ultimi due lavori possono risultare astratte, al limite della metafisica, sono pure sensazioni. Altre sono più concrete e riferite all'iconografia storico-agiografica dei martiri, a molte icone intrise di memorie passate ed ancora ben percepibili. Questi sono esempi limitati mentre è molto variegato l'universo dal quale attingo.
HOH é una band che, nonostante le difficoltà, ha sempre suonato abbastanza dal vivo, per alcuni le esibizioni live sono una specie di rituale, per te invece ?
A me è sempre piaciuta la dimensione live poi, in maniera graduale, le cose sono cambiate per via di vari fattori : cambio di mentalità, subentro ovunque del 'pay to play', problematiche interne alla band (distanza spesso e disponibilità delle persone), non ultimo il mio cambio di lavoro che mi porta ad avere pochissimi giorni durante l'anno per suonare live. Detto questo vorrei continuare a farlo, anche se in maniera meno assidua.
Sei soddisfatto, a livello quantitativo, dei concerti effettuati o avresti voluto/potuto fare di più ? In particolare quali sono i concerti che ricordi con più piacere ?
Sicuramente avrei potuto fare più concerti ma, per forza di cose e nel rispetto delle problematiche individuali di ognuno, non avremmo potuto fare molto di più. Non viviamo di musica e neppure abbiamo situazioni economiche, o lavorative, che ci permettono di staccare quando c'è un evento. Tutto va calcolato al millesimo e devono tornare un insieme di fattori. Non mi piace, al momento, andare troppo indietro col passato (scarsa memoria!!) quindi posso risponderti che i concerti più belli sono stati gli ultimi : Rep Ceca, Austria e Svizzera.
Sei riuscito a suonare insieme a tutti i gruppi che volevi o ti rimane ancora qualche piccolo desiderio ? Qual é la band che hai ‘ammirato’ di più dal vivo ?
Sai che non ho mai suonato dal vivo con una delle band che più di tutte mi hanno fatto scuola nei primi anni '90 ? i Marduk !
Sono passati 4 anni da ‘Adversus’, a che punto sei con il nuovo album? Titolo? Previsioni sulla data di uscita? Label?
Si sono passati 4 anni, considera che sto componendo tutto il nuovo materiale da solo. 7 pezzi sono praticamente pronti, penso mi fermerò ad 8. Purtroppo i mesi invernali ci hanno portato tanti di quei problemi a livello personale che a stento sono riuscito a farmi forza per portare avanti un minimo di attività. Comincio ad essere veramente stanco. Questo disco sarà frutto di una fatica immane, ma voglio arrivare alla fine. Ho alcune bozze per i testi e titoli ma devo ancora fare tutte le liriche. Posso anticiparti che, oltre a delle songs molto tirate (come nostro stile) , ce ne sarà una piuttosto differente, una sorta di apertura verso i miei primi anni di conservatorio – quindi verso il mondo della classica - che mi porta a nuovi lidi compositivi, il titolo è 'Winter March'.
Sarà un album che seguirà la naturale progressione dei suoi predecessori o magari ti é rimasto qualche pezzo nel cassetto del periodo di ‘Qliphotic’ (non credo ma ci provo ) ?
Già con 'Adversus' tirai fuori dal cassetto alcune melodie in stile primo album. Sto facendo la stessa cosa anche per il nuovo album.
Hai mai pensato ad un concept album ? Soprattutto adesso che non sembrano essere più tanto di moda …
Generalmente se una cosa va di moda, io faccio esattamente il contrario. Anche per questo, forse, Handful Of Hate non ha mai raggiunto grandissimo successo a livello di 'followers'. Io sono sempre all'opposto dei moti delle masse, mi viene spontaneo... Ad esempio, sono anni che vanno di moda – si! parlo di moda, perchè nel metal ci sono le mode esattamente come in tutti gli altri generi - i pezzi lunghissimi, infiniti! Spesso non sono altro che due o tre songs attaccate una all'altra. Ne finisce una ed inizia l'altra (è difficilissimo non annoiare dopo 10 minuti!), bene! Fosse per me farei songs da 3-4 minuti massimo, stile grind. Quello che ho da dire te lo sparo in faccia e stop!
Dopo 30 anni, c’é qualcosa che ancora ti manca da raggiungere con HOH ?
Senza guardare indietro e proiettandomi nel futuro, penso che adorerei tornare a suonare in alcuni paesi per rincontrare vecchi amici tra questi: Grecia, Inghilterra ed un posto dove non ho mai suonato, la Polonia.
Siamo giunti alla fine, innanzitutto grazie per il tempo concessomi, per il resto ti ringrazio a nome di tutti gli estremisti della Penisola per aver tenuto alto il nome della nostra musica estrema nel mondo … a te l’onere di concludere come preferisci.
Io ringrazio te e la redazione per l'intervista. Ringrazio chi ha avuto la pazienza di arrivare fino a qua e mando un abbraccio a tutti coloro che negli anni hanno continuato a seguirci, considerandoci una band valida e degna di rispetto e stima.