DGM: Talento al servizio delle Emozioni di "VITA" (Simone Mularoni, Guitars)

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E' con vero piacere che ospitiamo nuovamente su queste pagine Simone Mularoni, chitarrista dei DGM (nonché uno dei produttori attualmente più importanti del metal italiano), a distanza di qualche settimana dall'uscita dell'ultimo acclamato lavoro della band, intitolato Life e realizzato per la Frontiers Records.
Dopo l'intervista rilasciataci nel 2020, il "Mula" ci ha gentilmente concesso il "bis" dimostrando, come sempre, un'enorme disponibilità

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(foto fornita da Frontiers Music ad uso promozionale libero e gratuito)
Ciao Simone e bentornato sulle pagine di “metal.it”!
Come in occasione dell’intervista di 3 anni fa, successiva all’uscita di “Tragic Serparation”, non posso non iniziare facendo i complimenti a te, e agli altri membri della band, per il vostro bellissimo nuovo album Life.
Grazie mille, sia per l'invito che per i complimenti, lieto che il disco ti sia piaciuto!
Ma bando alle ciance e sotto con le domande!
Ormai i DGM sono una realtà affermata del panorama metal italiano. Come vivete questa situazione? Non avvertite il peso delle responsabilità quando scrivete un nuovo disco?
Guarda, non sono tanto le pressioni che provengono dall'esterno ma, per assurdo, quelle che avvertiamo dentro. Mi spiego meglio: quando lavoriamo su un nuovo disco, proviamo sempre a migliorare il nostro precedente lavoro. Cerchiamo sempre di dare il 200% e quindi, ogni volta che si parte con un nuovo progetto, ci chiediamo: “cosa possiamo migliorare rispetto al passato?”. Questa continua ricerca verso la “perfezione” (consci che sia irraggiungibile) da un lato ci "pesa", ma dall'altra parte però, ci sprona solamente a dare il meglio.
Quanto siete soddisfatti di questo disco? Lo volevate proprio cosi o c’è qualcosa che, a posteriori, avreste fatto diversamente?
Assolutamente si, soddisfattissimi! Non consegnerei mai un disco “incompleto” o che non mi soddisfa al 100%. Ovviamente poi, con il passare del tempo, e quando si è meno implicati con la realizzazione del prodotto, ci si accorge sempre di qualche lacuna o mancanza, ma ti assicuro che, per ogni disco, la cura della realizzazione e dei dettagli è sempre massima.
Partiamo dal titolo. Perché “Life”?
Come si può evincere dai testi, Life è una raccolta di emozioni e stati d'animo che abbiamo vissuto negli ultimi 3 anni. E ovviamente, in quanto tale, racchiude sia momenti più gioiosi e spensierati, sia quelli più oscuri. Quando cercavamo il titolo adatto per l'album, ci siamo resi conto che queste emozioni contrastanti sono semplicemente la metafora della vita stessa: non sai mai cosa può accadere e bisogna essere preparati a ogni situazione che la vita ci propone.
Mi è sembrato che, in confronto agli ultimi album, Life si basi di più sul sentimento, sulle atmosfere e sull’emotività. Secondo voi invece, in cosa è diverso questo disco rispetto ai suoi predecessori?
Direi che la tua analisi è più che perfetta! In questo disco, a differenza degli album passati, ci siamo concentrati molto meno sulla ricerca della tecnica fine a se stessa, ma piuttosto, sulle melodie (sia vocali che musicali) e sull'orecchiabilità dei brani. Questo chiaramente, per i DGM, non significa prettamente scrivere brani “commerciali”, ma cercare quelle aperture melodiche che ci emozionano e spesso possono sembrare più vicine al rock classico. Penso che la musica dei DGM oggi sia esattamente la commistione delle parti più prettamente heavy con quelle più ariose dell'AOR.
Perfettamente d’accordo! Difatti, nella mia recensione, ho descritto Life come un tripudio di musicalità che si concretizza attraverso trame melodiche e linee vocali efficaci e, per certi versi, innovative per il sound della band. Sonorità molto più ariose e meno cupe rispetto a quelle di “The Passage” o “Momentum”. E' stata una scelta ponderata presa a tavolino o un processo naturale?
Non direi che è stata una scelta programmata. Quando ci apprestiamo alla scrittura dei brani, siamo molto spontanei, seguiamo sempre ed esclusivamente il “flow” del momento, quindi è molto probabile che i nostri gusti attuali siano più orientati verso questo stile leggermente diverso e, come giustamente dici tu “arioso”, piuttosto che verso la claustrofobia di un incessante riffing contorto. Questo non significa che la direzione sarà solamente questa in futuro... ogni disco è una storia a sé e rappresenta la reale fotografia dei gusti della band in quel preciso istante.
Chiarissimo! Comunque questo album sembra rappresentare un ulteriore step nel vostro processo di crescita, non solo musicale ma, oserei dire, anche umano. Pur non essendo un concept, c’è un comune filo conduttore tra le varie tracce del disco?
Come accennavo precedentemente, la maggioranza dei testi del disco tratta di esperienze e stati d'animo realmente vissuti, quindi direi che, pur non seguendo un concept vero e proprio, il filo conduttore, a livello di tematiche, è sicuramente l'introspezione e la ricerca di un equilibrio e di una pace interiore.
Bene, la prossima domanda era proprio: quali sono le tematiche principali, a livello di lyrics? In “Tragic Separation” si parlava di dolorose separazioni, intese come un elemento indispensabile per la crescita di una persona. Qual’è invece, se esiste, il tema portante di Life?
Direi che la tematica portante è sicuramente la ricerca di una stabilità personale a livello interiore. Questi ultimi anni ci hanno messo a dura prova a livello emotivo e mentale e non sempre siamo riusciti a contrastare determinate emozioni e stati d'animo, non sempre positivi: i testi di Life (in gran parte) trattano di questa “lotta” interiore e della voglia di riscatto rispetto a queste esperienze.
Due parole sull’artwork che trovo molto affascinante. E’ stata disegnata da un veterano delle copertine metal, ovvero Travis Smith (che ha già firmato in passato lavori di artisti come Amorphis, Death, Cynic, Iced Earth, King Diamond ecc...). Come è nata la collaborazione con lui?
Guarda, per me, avere un artwork realizzato da Travis, era sicuramente un sogno che avevo fin da adolescente! Ha firmato la maggioranza di titoli che ho apprezzato durante la mia crescita artistica. Non avrei mai pensato che accettasse di lavorare per una realtà “piccola” come i DGM, ma ho avuto la fortuna di entrare in contatto con lui per via di un'altra band con cui collaboro, gli americani Redemption. Travis ha realizzato tutte le copertine per loro quindi, avendo suonato e prodotto gli ultimi 3 album, sono riuscito a parlarci e gli ho spiegato la storia della band e il mio desiderio di lavorare con lui. É stato veramente un mito, accettando con grande entusiasmo la collaborazione! Comunque, ti assicuro che non sarà assolutamente l'ultima volta!
Gran bella notizia davvero! Complimenti!
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Una domanda un po’ “scomoda” al "Simone Mularoni-produttore". Life, come tutti i dischi prodotti ai Domination Studio, ha un suono praticamente perfetto. In realtà, questo discorso potrebbe essere esteso, bene o male, a tutte le produzioni odierne. Non credi che, se da un lato questa pulizia sonora apporti dei benefici a livello qualitativo, dall’altra parte, rischi di uniformare il sound di tutte le uscite contemporanee? In altre parole, non c’è il rischio che i dischi di oggi, da questo punto di vista, si somiglino un po’ tutti?
Hai perfettamente ragione! E' un'analisi su cui mi trovi d’accordissimo e che anche io mi ritrovo spesso a fare. A me, come produttore, piacerebbe tantissimo fare dischi più "diversi" e sperimentali. Il problema principale però è che i clienti, quasi sempre, cercano di emulare il suono di bands più rinomate e quindi ci si trova quasi sempre a dover rincorrere un sound già prestabilito, finendo ovviamente nel calderone del “prodotto standardizzato”. La colpa non è ovviamente solo delle bands ma, onestamente, anche di noi produttori. Ci vorrebbe il coraggio di osare e produrre album con un suono diverso dalle produzioni attuali ma, come produttore, si ha chiaramente sempre il timore di non soddisfare le richieste dei clienti.
Spero però vivamente che il futuro ci riporti indietro ai suoni più organici di qualche decennio fa, dove si sentivano effettivamente le differenze tra le varie band e la qualità dei musicisti veniva fuori al 100%!
Altra domanda scomoda (non odiarmi!) e provocatoria: al giorno d’oggi, a livello economico, ha ancora senso il formato album per una band? Non sarebbe più redditizio registrare dei singoli e metterli periodicamente online? E’ una domanda che “MI TOCCA” farti, considerando come funzionano le cose nel music business odierno ma, SIA CHIARO, io sono un sostenitore dell’album intero! Per quanto mi riguarda, i singoli e le playlists sono una bestemmia musicale ed è assurdo, sempre secondo la mia personale concezione musicale, passare da un brano a un altro, magari anche di un artista diverso, come se niente fosse! Sarebbe come iniziare un libro e, dopo qualche pagina, passare a leggerne un altro e poi un altro ancora. Quindi, per me, tutta la vita il formato album! Ma io non conto e sono un vecchio "dinosauro"! Inoltre, non sono un musicista. Tu che invece sei all’interno del settore, cosa ne pensi?
Se ti può far piacere, mi sento di tranquillizzarti sotto quest’ aspetto. Se parliamo da un punto di vista meramente economico, ritengo che l'album sia ancora molto più conveniente! Pensala in questo modo: un album lo puoi ancora vendere in un formato fisico. Un singolo andrà solo ed esclusivamente sul digitale e, come ben sappiamo, guadagnare cifre soddisfacenti a livello digitale (spotify ecc ecc) richiede una quantità di streams assurda, che bands piccole come la nostra, ad esempio, faticano anche solo ad avvicinare. Quindi, in questo senso, produrre un album è ancora più conveniente, perché dà la possibilità alla band di vendere un prodotto fisico e guadagnarci qualcosa di più. Inoltre, a livello di registrazione/produzione, è sempre meglio lavorare su un album piuttosto che un singolo alla volta, perché molti costi fissi vengono spalmati e abbattuti. A livello di preferenza personale poi, io la penso esattamente come te! L'album è un'opera unica ed è un viaggio che ogni ascoltatore dovrebbe intraprendere dall'inizio alla fine!
Grazie Simo, adesso mi sento meglio, davvero. Ho sempre il timore che un giorno il formato album possa sparire, proprio per questioni economiche!
C’è una cosa che vi infastidisce particolarmente nel music-business attuale, cosi diverso rispetto a quando avete cominciato il vostro percorso musicale?
Sicuramente il fatto che spesso (o quasi sempre?) il successo (di vendite o di popolarità) delle bands metal di oggi non è direttamente proporzionale alla loro preparazione tecnica o alla qualità della musica proposta. Chiaramente questo non significa che una volta funzionasse tutto in maniera perfetta e meritocratica, ma sicuramente la qualità della musica e dei musicisti veniva tenuta maggiormente in considerazione.
Cambiamo argomento. I DGM, nel 2024, raggiungeranno ben 28 anni di attività ed è curioso notare come, quella attuale, priva di tutti i membri fondatori, sia la line-up più longeva nella storia di questa gloriosa band nostrana. Avete mai pensato a un tour celebrativo, coinvolgendo magari qualche membro storico, come ad esempio Titta Tani o Diego Reali? Credo sarebbe una bella iniziativa per i vostri fans di vecchia data!
Certamente! Proprio qualche giorno fa a Roma, in occasione del nuovo release party, ci siamo trovati con Diego e altri ex-membri nello stesso locale. Abbiamo da sempre parlato di fare qualcosa tutti insieme, anche perché, bene o male, siamo tutti in buoni rapporti, ma bisognerebbe ovviamente verificare la fattibilità e soprattutto valutare se la cosa potrebbe interessare al pubblico ;)
Rappresentando io una (piccolissima) parte del suddetto pubblico, ti garantisco che la cosa interessa assai!
Bene, involontariamente mi hai “bruciato” la domanda successiva che, per l'appunto, era: in che rapporti siete rimasti con gli ex membri?
Hahaha, scusami! Come ti accennavo, in generale siamo tutti in buoni rapporti. Io ovviamente ho avuto meno a che fare con certi componenti più “vecchi”, ma ti posso assicurare, per esempio, che con Diego Reali c'è un rapporto di amicizia bellissimo e una stima reciproca altissima.
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(foto fornita da Frontiers Music ad uso promozionale libero e gratuito)
Parliamo di progetti paralleli. Tralasciando le innumerevoli bands con cui è impegnato Andrea Arcangeli (del resto, a chi non farebbe comodo un bassista cosi?), i restanti componenti hanno in cantiere qualche progetto parallelo futuro? A tal proposito, ti chiedo: l’avventura degli Empyrios, dove, tra l’altro, aveva militato anche Emanuele Casali, si può considerare ormai definitivamente terminata, visto che sono trascorsi ormai più di 10 anni dall’ultimo album, o possiamo sperare (primo o poi) in un nuovo disco?
Andrea ha vari progetti, mentre noi siamo impegnati più che altro con DGM e basta. Ovviamente facciamo tutti, molto spesso, delle comparse sporadiche nei lavori di artisti amici, ma sono chiaramente sempre meno prioritarie rispetto alla band. Gli Empyrios sono stati una pagina importantissima della mia vista musicale ma, da quando Dario, il batterista, si è trasferito in USA, abbiamo deciso di fermarci. Anche perchè, prima che una band, siamo sempre stati 4 veri amici, quindi non ci è mai passato per la mente di sostituirlo. Ognuno di noi poi si è impegnato in progetti diversi. Non so dirti se mai ci sarà un seguito. Ogni tanto ci penso con nostalgia e in fondo mi piacerebbe anche, ma poi non sempre è facile riprendere in mano qualcosa che è stato fermo così tanto tempo.
Nella precedente intervista ti avevo chiesto se c’era qualche realtà emergente italiana che vi piaceva particolarmente e ricordo che avevi menzionato gli Ancient Bards. Ora, a distanza di 3 anni, ti rifaccio la stessa domanda, vuoi citare qualcuno in particolare?
Sinceramente, ce ne sono tantissime musicalmente preparate e meritevoli, è difficile dare solo un nome. Se proprio devo citare qualcuno....personalmente, uno dei gruppi che ho apprezzato maggiormente, sono i Silenzio Profondo, una giovane band metal di Mantova, dedita ad un heavy metal old school, in lingua italiana! Sicuramente una cosa inusuale, ma i ragazzi sono fantastici musicisti!
Avete in programma un tour per promuovere Life, e magari anche il precedente “Traffic Separation” che, essendo uscito nel 2020, fu duramente penalizzato dalla pandemia?
Si, sicuramente faremo un po' di date di supporto, non sappiamo ancora se un lungo tour o varie date sparse, ma è nostra intenzione portare in giro i nuovi brani.
Ok Simo, prima di chiudere, ti concedo la possibilità, più unica che rara, di interagire con i GLORIOSI lettori di metal.it, o semplicemente di salutarli. Mi raccomando, giocatela bene, perché non è da tutti avere questo privilegio!
Hai ragione! È proprio un privilegio avere un supporto così importante da parte di tutte le persone che vi leggono e che ci seguono, quindi voglio semplicemente ringraziare tutti per la costanza e l'interesse con cui viene seguita o ascoltata la nostra musica! Grazie di cuore!
Grazie a te per questa nuova intervista e ancora complimenti per il vostro ultimo bellissimo lavoro.
Continuate a tenere alta la nostra bandiera nel panorama metal mondiale e torna pure a trovarci quando vuoi, tanto ormai sei di casa su “metal.it”!
A presto!
(foto di copertina fornita da Frontiers Music ad uso promozionale libero e gratuito)[/LEFT]
Intervista a cura di Ettore Familiari

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