Flotsam And Jetsam: Flotzilla attack!

Che i Flotsam And Jetsam abbiano partecipato a scrivere un pezzo importante della storia del thrash metal con i loro primi due dischi, 'Doomsday For The Deceiver' e 'No Place For Disgrace' direi che è fuori discussione. Ma altrettanto indubbio è il fatto che la band negli ultimi dieci anni circa sia davanti a una vera e propria rinascita, e per l'occasione non potevamo lasciarci sfuggire l'occasione di parlare con lo storico cantante Eric AK per parlare non solo del nuovo album 'I Am The Weapon', ma anche di molte altre cose, passate e future. Buona lettura!
Ciao Eric, benvenuto su Metal.it, e grazie per la disponibilità! ‘I Am The Weapon’ raccoglie l’eredità lasciata dai vostri precedenti album e conferma l’ottimo stato di salute della band. Com’è stato il processo di realizzazione del disco e del songwriting? Ci sono state differenze rispetto al vostro modus operandi solito?
Lo stesso processo degli ultimi due dischi, quando qualcosa funziona si cerca di non cambiare troppo e di aggiungere qualche miglioramento. Ultimamente la band è impegnata in un forte percorso di scrittura. I chitarristi stanno davvero tirando fuori riff emozionanti e coinvolgenti, il che rende la scrittura dei testi e delle melodie vocali molto agevole, sia per me che per Ken Mary.
Trovo che tra ‘I Am The Weapon’ e le vostre ultime tre release ci sia un forte legame, sia musicalmente che testualmente, come se in un certo modo aveste modernizzato la vostra proposta di thrash metal, senza però snaturarvi troppo. Ti trovi d’accordo?
Abbiamo deciso di non cercare di scrivere nella direzione verso la quale sta andando la musica, ma di essere semplicemente noi stessi. Cercare di stare al passo con i nostri colleghi non è da noi, dobbiamo essere fedeli a noi stessi e lasciare che la scrittura venga naturale.

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[Band photo provided by AFM Records for free promotional use Copyright @Shane Eckart]
Sempre parlando dei vostri ultimi lavori, si può notare come anche Flotzilla sia tornato stabilmente nelle copertine. Come mai questa scelta?
Flotzilla è stato con noi fin dall’inizio, e abbiamo pensato che fosse giunto il momento di farlo uscire dalla gabbia. Tutti hanno bisogno di una buona mascotte, noi ne abbiamo sempre avuta una, e lui si stava annoiando ad aspettare che lo portassimo a spasso.
Parlando invece dei testi, anche qui c’è un punto di incontro con i vostri precedenti album, ovvero una visione catastrofica e principalmente in negativo di come è il mondo attualmente, passando anche per tempi politici e sociali. Penso sia a varie canzoni come ‘Cry For The Dead’ o ‘Brace For Impact’ presenti su ‘Blood In The Water’, ma anche sulla Titletrack di ‘I Am The Weapon’ e ‘Running Through The Fire’. Come mai la decisione di incentrare il vostro songwriting su questa macro-tematica in particolare?
I testi di solito sono scritti in base agli stati d'animo. Ascolto la musica e qualunque sia lo stato d'animo in cui mi portano i riff, è la direzione in cui scorrono i testi. È davvero così semplice.
Il vostro ultimo live album, ‘Once In Deathtime’ appunto, risale ormai al 2008, quasi vent’anni fa. Pensi che i tempi siano maturi per un nuovo live, andando così a pescare a piene mani da tutto il vasto repertorio presente negli ultimi sei dischi, in particolare da ‘I Am The Weapon’?
Ho un'idea in proposito, di cui non posso parlare, ma forse, come dici, è arrivato il momento di registrare un disco dal vivo. Devo proporre l'idea che ho al resto della band, ma credo che sia arrivato il momento.

Nel maggio 2023 annunciaste la cancellazione del tour europeo a causa degli elevatissimi costi. Come si è evoluta la situazione attualmente, trovate sempre le medesime difficoltà o c’è stato qualche risvolto positivo?
Non è una svolta completa, ma le cose stanno migliorando. Non possiamo andare in tournée, perdere un mucchio di soldi e rimetterci mesi di bollette e pagamenti, solo perché ci piace andare in tournée. Le garanzie per noi stanno aumentando. Le cose sembrano più positive.
Ricordo che un paio d’anni fa, pochi mesi dopo la pubblicazione di ‘Blood In The Water’ affermasti in un’intervista che avevate abbastanza materiale inedito per altri due album. Uno è appena stato pubblicato, possiamo quindi aspettarci nuova musica nel breve tempo?
Abbiamo bisogno di un po' di tempo per portare questo nuovo album al massimo delle sue potenzialità live, ma probabilmente continueremo sempre a scrivere e pubblicare canzoni, fino a quando non potremo più farlo.

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[Band photo provided by AFM Records for free promotional use Copyright @Shane Eckart]
Siete arrivati al non indifferente traguardo di quindici album in studio! Se avessi la possibilità di tornare indietro, c’è un lavoro in particolare che ti rende insoddisfatto da qualche punto di vista, e sul quale vorresti nuovamente mettere su le mani?
Personalmente sono una di quelle persone che non è mai del tutto soddisfatta di ciò che fa. Posso trovare qualcosa che stona un po' in ogni canzone che abbiamo scritto, ma credo che sia una cosa positiva. Mi tiene sulle spine per la prossima volta.
Nel 2014 uscì una versione remixata del vostro secondo album, ‘No Place For Disgrace’. Era stata pensata come un unicum, o nei vostri piani futuri sono previste altre operazioni simili con altri episodi della vostra discografia?
Potremmo fare qualcosa con “When The Storm Comes Down”, ma dovrebbe essere qualcosa di veramente speciale e diverso, non una semplice riedizione.
Riesci ancora a trovare tempo per ascoltare nuove band, o tutto il tempo ruota attorno ai Flotsam And Jetsam? E in caso, quali sono i gruppi che più ti hanno impressionato positivamente?
Sono davvero pessimo nell'ascoltare altre band. Diavolo, sto ancora cercando di recuperare i gruppi del passato. Anche quando sento una nuova band che mi piace molto, il giorno dopo ne dimentico il nome, e questo mi dà un po' fastidio. Ci sono sicuramente alcuni gruppi più recenti che meritano un ascolto e un po' di rispetto. Sto cercando di prestare attenzione, ma il mio processo di pensiero è molto limitato.

Fatta eccezione per una breve parentesi tra il 2001 e il 2002, sei stato l’unico membro della band ad esser stato costante in tutta la sua vita, e a figurare su tutti i dischi. Rispetto al passato, come vedi cambiata la scena musicale, in particolar modo quella thrash?
Dopo anni di alti e bassi nell'industria musicale, non pretendo di sapere cosa succederà in futuro. Mi sono sbagliato così tante volte che ho smesso di tirare a indovinare. Ma mi sembra che le cose stiano andando in una buona direzione per i bravi musicisti e per la buona scrittura di canzoni in tutti i generi musicali.
Fra l’inizio degli anni 90’ e la loro fine, i Flotsam And Jetsam virarono su un thrash metal con delle influenze grunge, ma anche sperimentali, mantenendo però l’essenza thrash che era sempre presente di fondo, faccio riferimento in particolare alla tripletta ‘Cuatro’, ‘Drift’ e ‘High’. Cosa ricordi di quel periodo, ti va di raccontarci qualche aneddoto?
Quello è stato un periodo della nostra carriera in cui abbiamo cercato di seguire la nostra componente più “heavy”. Volevamo rimanere rilevanti, ma allo stesso tempo rimanere noi stessi. Era un buon momento per la scrittura del materiale di quegli album, ma credo che fossimo un po' oltre con le idee, e con l'industria musicale di quegli anni. Se quelle canzoni uscissero ora credo che sarebbero accolte un po' meglio, ma non certamente dai fan più irriducibili.
Bene Eric, l’intervista è finita, e ti ringrazio ancora molto della disponibilità. Lascio a te le ultime parole!
I Flotsam and Jetsam non sono affatto finiti. Sentiamo di essere in debito con i nostri fan e di poterne raccogliere di nuovi. Quindi, continuiamo ad andare avanti!

Intervista a cura di Francesco Metelli

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