Questo con i Black Phantom e Metal.it sembra ormai essere un appuntamento fisso: prima abbiamo esplorato le emozioni dell'esordio, poi tutte le aspettative della seconda uscita ed ora il fatidico avvento del terzo album…
Eppure Andrea non era scontato arrivarci, anche perché per dare un seguito a "Zero Hour Is Now" ci avete messo ben quattro anni, e non mi dire che avete avuto troppo da fare con la partecipazione a tutte quelle colonne sonore di film Horror...
Andrea Tito: In effetti quattro anni, considerando come fossimo "lanciati", tra il primo e il secondo album, sembrano davvero un'eternità! In realtà la spiegazione è abbastanza scontata: l'uscita del nostro secondo disco è coincisa con l'inizio della pandemia, del lockdown e di tutto quanto ben conosciamo. Questo è stato un colpo durissimo, sia dal punto di vista artistico che soprattutto finanziario, perché ci siamo trovati con un album in mano che non potevamo promuovere, con una striscia di concerti già fissati che abbiamo dovuto forzatamente cancellare, e quindi con un "buco nero" sia nello spirito che nel portafoglio!!
Le conseguenze dirette di tutto ciò sono state un lungo periodo di incertezza, e soprattutto un cambio nella line-up, con la dipartita di un membro originario la cui sostituzione ha richiesto molto più tempo del previsto. In ultima analisi, le numerose collaborazioni ai film Horror non sono state affatto un motivo di ritardo, anzi... ci hanno consentito di tenerci impegnati artisticamente, e di finanziare una parte delle registrazioni stesse del nuovo album.
Penso peraltro che questa attesa alla fine sia stata ripagata, dato che siamo convinti che questo terzo disco sia venuto proprio bene!
Nel frattempo, avete anche recuperato un nuovo chitarrista, ma avete scelto Toni Cacciapaglia solo per la sua bravura o anche perché non essendo fornito di una folta chioma non avrebbe rovinato l'immagine della band?
Andrea Tito: Beh, sarebbe stato comunque impossibile intaccarla, visto che, escludendo il sottoscritto, gli altri tre Black Phantom sono dei sex-symbol a prescindere dalla capigliatura!! Ahahah!! A parte gli scherzi, la scelta di Toni è stata particolarmente azzeccata, perché oltre ad essere un vero e proprio fuoriclasse della chitarra, preparatissimo tecnicamente ed estremamente versatile nello stile, siamo parlando di una bravissima persona, con il quale è facilissimo andare d'accordo. Io penso che l'aspetto artistico sia fondamentale, ma quello umano sia ancora più importante: sotto questo aspetto ci riteniamo davvero fortunati, per l'armonia e l'amicizia che c'è all'interno del nostro gruppo.
Torniamo su binari più seri, quali sensazioni state provando visto che per vari motivi credo che questo sia un album davvero importante per tutta la band, no?
Andrea Tito: Oltre alla soddisfazione di essere riusciti a pubblicare un terzo disco (cosa non così scontata oggigiorno!) e di averlo fatto alzando ulteriormente l'asticella, pubblicando a nostro avviso un gran bel pacchetto di canzoni, nuove e ben assortite, la sensazione principale è quella di grande curiosità: siamo sempre curiosi di sentire se quello che abbiamo creato possa portare piacere ai nostri ascoltatori così come lo porta a noi!
Ora, non ne facciamo ovviamente una malattia, perché sappiamo che molte cose là fuori sono comunque "guidate" in modi fuori dal nostro controllo, ma a giudicare dai feedback che abbiamo ricevuto da molteplici fonti (recensioni, commenti dei fan, risposte ai concerti e giudizi di colleghi musicisti) sembra proprio che "HORROR PARADISE" sia piaciuto, e non poco!!
Parlando invece delle varie soundtrack cui avete collaborato, quale è stato il ritorno da queste partecipazioni? Visibilità, nuove possibilità, vagonate di Euro e Dollari...
Andrea Tito: Un po’ di tutto, direi. Dal punto di vista economico non si è trattato ovviamente di cifre astronomiche (dato che stiamo comunque parlando di produzioni cinematografiche indipendenti), ma sono state decisamente una boccata d'aria, nel momento in cui non avevamo altre entrate, non potendo suonare in giro e contare sulle vendite di CD e merch. Il ritorno più importante, oltre ovviamente alla soddisfazione di sentire la propria musica in diversi film, è stato sicuramente quello di far girare il nostro nome e conquistare nuovi fan anche in ambienti non strettamente legati a quelli della musica Heavy Metal. Da cosa nasce cosa, ed infatti ora i BLACK PHANTOM sono abbastanza conosciuti in quell'ambito, ed abbiamo già ricevuto parecchie proposte per nuove, interessanti collaborazioni. Ultimo, ma non ultimo, c'è il discorso dei video: potendo fare affidamento sul materiale proveniente dai film ai quali abbiamo contribuito per la colonna sonora, adesso abbiamo la possibilità di far uscire nuovi videoclip "a tema", come è accaduto con "Beast On The Loose" questa estate, con le immagini di "Night Of The Axe".
Come ho sottolineato nella mia recensione, su "Horror Paradise" avete recuperato tutti e tre i pezzi "in-editi", li avete comunque ri-registrati nel corso delle recording session per il nuovo album?
Andrea Tito: Sì, principalmente per un motivo di uniformità con il resto dei pezzi dell'album, quelle tre canzoni sono state parzialmente ri-registrate, e quindi remixate e rese omogenee con tutte le altre in fase di mastering. In particolare, Manuel le ha completamente ri-cantate, talvolta anche variando qualcosa nelle line di voce rispetto a quanto è stato dato ai film: questo rende ancora di più una "chicca" le versioni originali, per tutti i completisti (e sappiamo che ce ne sono!).
A proposito dove avete registrato il tutto, sempre presso gli Octopus Studio?
Andrea Tito: Assolutamente sì, lo studio di Andrea Garavaglia, il mio storico batterista coi Mesmerize, è da sempre il posto il cui incidiamo: uno studio di registrazione comodo e professionale, che consente di tirare fuori il meglio da tutti quanti. Andrea, oltre ad essere stato uno dei musicisti dei Black Phantom sul disco d'esordio, è a tutti gli effetti il nostro sesto membro: sa benissimo quello che vogliamo ed è capace di tramutarlo in suoni, ed in modo perfetto.
Purtroppo non l'ho scritto nella mia recensione, ma all'ascolto di tutte le canzoni di "Horror Paradise" è subito evidente come ci sia armonia tra tutte le parti che le compongono. Quanto ci avete lavorato per ottenere questo risultato?
Andrea Tito: Diciamo che grande merito va come sempre al buon Andrea, che stavolta ha davvero superato se stesso, sia in fase di mixaggio che soprattutto di masterizzazione. Personalmente, reputo che questo album - quantomeno dal punto di vista della resa sonora - sia in assoluto il migliore di tutti i nostri tre. Al gran mestiere del nostro Sound Engineer va inoltre aggiunto il nostro buon lavoro di pre-produzione, che ci ha consentito di avere le idee chiare su come dovessero suonare i pezzi fin da subito.
Ne avete lasciata qualcuno nel cassetto?
Andrea Tito: Sì, anche parecchie, a dire il vero. Nel periodo del Covid, per ovvi motivi, non potendo fare altro mi sono concentrato nella composizione di nuovi brani, arrivando a scriverne una trentina, completi anche di linee vocali, testi e un'idea di arrangiamenti, scambiandoci i file in digitale con gli altri membri della band. Da quel gruppo di pezzi, ne abbiamo identificati una decina, che poi sono stati quelli sui quali abbiamo lavorato prima per i film e poi per l'album completo. Nel cassetto quindi ce ne rimangono un'altra ventina: diciamo che, se mai dovesse esserci un quarto album dei Black Phantom, già inizieremmo con un'ottima base di partenza!
Quanto l'aver bazzicato l'immaginario Horror, vi ha suggestionato? Non credo di aver sbagliato suggerendo che la scelta del titolo e dell'artwork ne siano stati influenzati, no?
Andrea Tito: Non sbagli assolutamente. Nel momento in cui ci siamo trovati a decidere titolo e grafiche dell'album, abbiamo fatto mente locale su quale fosse il tema principale delle canzoni, trovandolo nell'Orrore... sia in senso stretto, visto il discorso della partecipazione alle colonne sonore dei film di quel genere, sia in senso più allargato, visto che altri brani presenti sul disco trattano di temi affini come la guerra o gli incubi. Da lì è arrivata la decisione del titolo, e di conseguenza anche la scelta di che tipo di artwork utilizzare.
Per quanto riguarda invece la copertina, ci siamo avvalsi dell'aiuto di Jose Canales, grandissimo disegnatore Cileno, che in Sud America lavora tanto con le band Metal locali (oltre ad essere lui stesso un musicista!): a lui abbiamo dovuto soltanto dare un piccolo brief su quello che volevamo, e lui ci ha mandato a strettissimo giro una rappresentazione perfetta! Per quanto riguarda invece l'interno del booklet, ci siamo rivolti come sempre al buon Cesare Ferrari di Flarescape, che anche stavolta ha fatto un lavoro super!
E direi anche le varie foto che avete inserito nel booklet, quelle che ho definito "alla Supernatural". Ma... ma... capisco l'accetta, il piccone e la mazza che possono essere davvero mortali, e forse pure la chiave inglese è temibile, ma Ivan Carsenzuola con quella chiave a rullino chi voleva spaventare?
Andrea Tito: Non sottovalutare Ivan e le sue armi. Prova ad incontrarlo in un vicolo buio di notte, e poi ne riparliamo!! Ahahahah!!
Ci hai già ricordato che "Horror Paradise" non è un concept horror e che nei testi avete toccato anche altri temi, come la pena di morte e la Seconda Guerra Mondiale... argomenti che a mio parere sono ben più orrorifici e purtroppo sempre attuali. Detto questo, ti va di raccontarci qualcosa in più di ognuno dei dieci brani del disco?
Andrea Tito: Cercherò di non dilungarmi troppo, altrimenti i già pochi lettori che ci hanno seguito fino a qui, ce li perdiamo definitivamente!
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Sammy The Elf: Colonna sonora del film horror "He Knows", tratta delle presunte origini del protagonista, un serial killer travestito da elfo natalizio. È stato divertente scrivere questo pezzo, dato che mi sono dovuto basare sulla sceneggiatura del film, che mi è stata trasmessa in anteprima direttamente dal regista!
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Come Hike With Me: Altro pezzo nato dalla collaborazione con un altro film americano, "Never Hike Alone" un vero e proprio tributo a "Friday the 13th". Il brano racconta di una coppia di ragazzi che si fa una passeggiata nel bosco, dove finiranno ovviamente trucidati dal buon Jason. Nella parte centrale del pezzo c'è una parte parlata che riprende proprio le battute del film originale.
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War Of Tanks: Sono da sempre appassionato di storie della Seconda Guerra Mondiale, e questa in particolare parla degli scontri tra carri armati nazisti ed alleati nelle settimane successive allo Sbarco in Normandia. Personalmente, penso che sia uno dei pezzi più riusciti dell'album... al suo interno c'è tanta roba, come si suol dire.
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The Headsman: Era da una ventina d'anni che volevo scrivere un pezzo sulla figura del boia, che decapita la gente per lavoro... ma anche per piacere personale! Ho finalmente trovato la musica giusta che combaciasse con l'argomento, ed il risultato è uno dei brani che mi piace maggiormente suonare dal vivo.
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A Nightmare: Penso che sia il testo più veloce che io abbia mai scritto, quanto meno a livello di testi: mi è venuto giù in un paio d'ore, e ne sono particolarmente soddisfatto. L'arrangiamento delle musiche ha richiesto un po’ più di tempo, dato che anche qui c'è parecchia roba, con cambi di tempo tra parti atmosferiche e più veloci. Il testo parla di quando negli incubi ci si sente inseguiti, facendo un parallelo con le persone che invece ci opprimono davvero nella vita reale.
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I Got The Callback: Altro brano ispirato alla trama di un film americano, del quale doveva essere la colonna sonora. Il brano racconta la storia della rivalità di due attrici, che sfocia nel rapimento e nelle torture da parte di una nei confronti dell'altra. Purtroppo, per beghe di produzione, questo film non verrà mai realizzato... quantomeno resterà la nostra canzone!
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Listen To The Voice: Questa sarà la colonna sonora del film americano "Hillsborough Road", un classico horror in pieno stile anni '80, con un serial killer mascherato da una testa di maiale, che nei pressi della sua fattoria di campagna stermina una serie di ignari adolescenti. Tutto nella norma, insomma... ahahah!
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Beast On The Loose: Come citato precedentemente, questa è la colonna sonora del film “Night of the Axe”, dal quale sono state tratte le immagini del video pubblicato quest’estate. Anche qui c’è un serial killer, evaso da una casa di cura, che si aggira in una cittadina americana assassinando la gente a colpi di ascia. Altro brano molto divertente da suonare in sede live.
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The Armour Of God: Il testo di questo brano è di ispirazione biblica, dato che ho attinto a piene mani dalla lettera di Paolo agli Efesini. Come sempre in questi casi, esistono molti livelli di interpretazione, ma in estrema sintesi parla di lotta spirituale e di resistenza al Male. Anche questo brano è stato scritto e composto per apparire come sigla di una interessante serie TV americana chiamata "St. Gabriel", ma alla fine la collaborazione non si è concretizzata.
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J For Jenny: Il pezzo di chiusura è forse il più articolato di tutto l'album, e ci abbiamo lavorato parecchio. Il testo è ispirato dall'omonima graphic novel di Garth Ennis, da sempre il mio autore preferito, e parla dei bombardamenti inglesi sopra la Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. La cosa interessante è che è tutta basata sull'introspezione psicologica dei componenti di uno degli equipaggi di quegli aerei, alcuni di essi animati da sete di vendetta, altri devastati dal rimorso delle proprie azioni, ed altri ancora lì soltanto per sbarcare il lunario. Difficilmente credo che suoneremo questo pezzo dal vivo, ma lo reputo in assoluto il punto più alto, sia sotto l'aspetto compositivo che interpretativo, di tutto l'album.
L'album è uscito già alcuni mesi ed avete già avuto la possibilità di presentarlo dal vivo. Le nuove canzoni funzionano anche dal palco?
Andrea Tito: Sì, dal momento della sua uscita ad oggi abbiamo avuto modo di fare una decina di date live: ovviamente, trattandosi spesso di Festival con altre band, il tempo a nostra disposizione è comunque di solito abbastanza circoscritto. Se a questo unisci il fatto che abbiamo in scaletta dei pezzi imprescindibili dai nostri primi due album, capisci bene che non c'è fisicamente la possibilità di proporre dal vivo tutti i brani di Horror Paradise, ma soltanto i più rappresentativi. Detto questo, le nostre canzoni non sono mai così complesse e sovra-arrangiate, e quindi ti confermo che anche dal palco funzionano molto bene!
Ma ti ricordi ancora il tuo primo concerto come spettatore? ?
Andrea Tito: Beh, come si dice, la prima volta non si scorda mai!! Il mio primo concerto da spettatore è stato davvero un evento storico, perché si tratta del famoso MONSTERS OF ROCK di Modena del 1988, dove il sottoscritto allora sedicenne ha potuto godersi in singolo concerto mostri sacri del calibro di IRON MAIDEN, KISS, HELLOWEEN e ANTHRAX nel punto più alto della loro carriera! Una giornata davvero indimenticabile: erano gli Iron del tour di Seventh Son, con una scaletta e una performance davvero sensazionale!
Ho visto che è disponibile una versione su cassetta di "Horror Paradise" come pure per le due precedenti uscite, ma nemmeno questa volta avete previsto di realizzazione una sul "buon vecchio" vinile? ?
Andrea Tito: Direi proprio di no. La nostra etichetta Punishment 18 Records non tratta il vinile: giustamente, aggiungo io, dato che in questo mercato musicale che va sempre peggio, si è voluta concentrare sul supporto CD, e continua il suo ottimo lavoro esclusivamente su quello. Si potrebbe pensare di concedere il disco in licenza a qualcun altro, ma i costi per realizzare una versione in vinile, anche su quantità numericamente ridotte, rimangono comunque molto alti: nessuna etichetta è disposta ad assumersi totalmente il rischio di questo investimento, e noi stessi come band non ce lo possiamo permettere.
Beh... forse è un po’ presto per chiederlo, ma state già pensando al successore di "Horror Paradise"? O avete altri progetti in cantiere? Grazie mille per essere stato con noi. Vuoi mandare un saluto ai lettori di Metal.it?
Andrea Tito: Guarda, mi auguro che in futuro ci sia un altro album dei Black Phantom, visto che abbiamo ancora tante cose da dire e tante canzoni nel cassetto... È però altrettanto vero che questa certezza non ce l'abbiamo, visto che la situazione per una band "piccola" come la nostra è diventata quasi insostenibile. Non voglio fare i soliti discorsi da "vecchio dinosauro" (quale effettivamente io sono!), ma avendo vissuto la scena musicale per così tanto tempo, non ricordo un momento peggiore di questo, sotto molteplici aspetti: dalla mancanza di serietà di promoter e locali, passando soprattutto per un pubblico che sembra sempre meno interessato alla musica in sé.
La domanda che sempre più spesso ci poniamo è "Ma chi ce lo fa fare?", e so che questo quesito se lo stanno ponendo molte delle band al nostro stesso livello: fino a quando riusciremo a darci una risposta, penso che ci saremo… ma ultimamente si sta raschiando il fondo del barile, per trovarla.
Mi spiace dover chiudere l'intervista con questa nota non particolarmente allegra, ma ritengo giusto che i lettori di Metal.it, che saluto di cuore e ringrazio per il supporto nel corso di tutti questi anni, siano consci della situazione attuale! Grazie ragazzi, e grazie Sergio per lo spazio! ROCK ON!