Gli Scala Mercalli sono gli autori di una delle più interessanti uscite per il Metal Italiano nell’anno in corso: "Confini 1915-18". Per raccontarci del loro nuovo album, ma anche per toccare altri temi – anche alquanto spinosi – ci hanno raggiunti il cantante Christian Bartolacci e il batterista Sergio Ciccoli, che nel video di saluti che segue vengono accompagnati anche dal chitarrista Michael Rossi e dal bassista Roberto Guglielmi
"Confini 1915-18" è appena uscito e quindi è chiaramente troppo presto per poter aver raccolto un feedback dagli ascoltatori... ma voi lo avrete metabolizzato bene. Allora, cosa avete pensato nel momento in cui lo avete finito?
(Sergio): Quando abbiamo avuto il Master in mano è stata sicuramente una bella festa perchè tra impegni live, personali della band, aggiunte di brani dell’ultimo momento abbiamo impegnato un anno e poco più per finire tutto!! Però siamo molto soddisfatti dobbiamo dire che anche se è uscito adesso già dai singoli usciti in precedenza abbiamo avuto un buon feedback dagli ascoltatori sia dai videoclip che live.
Una delle più importanti novità del nuovo album è l'aver incrementato l'utilizzo del cantato in italiano, come è nata questa scelta?
(Christian): Abbiamo parlato spesso durante la stesura dell’album della volontà di inserire più parti in lingua madre, lo abbiamo fatto per rendere il nostro messaggio ancora più fruibile per il pubblico italiano. I nostri brani parlano di persone che hanno dato la vita per difendere il nostro paese è il nostro tributo a loro veri patrioti. Poi dopo l’uscita del nostro penultimo album in diversi frangenti ci è stato chiesto dagli addetti ai lavori di provare a inserire più parti in italiano, così ci siamo convinti che pur mantenendo la volontà di proporre i nostri brani in inglese era giusto lavorare in questo senso, speriamo che la nostra scelta sia piaciuta!
Ma anche a livello di formazione, gli Scala Mercalli hanno registrato degli avvicendamenti, ci racconti qualcosa dei nuovi musicisti?
(Sergio): si abbiamo dovuto fare alcuni cambi per motivi di lavoro soprattutto; infatti, ci tengo a dire che siamo in ottimi rapporti con gli ex membri come Clemente, Cristiano e soprattutto Giusy che ancora qualche volta quando può viene a suonare qualche pezzo con noi.
Federico è già con noi da 5 anni, infatti è subentrato a Cristiano che per lavoro ha mollato poco dopo l’uscita di “Independence”, Michael lo stesso è entrato pochi mesi dopo a sostituire Clemente, Roberto era il bassista sostituto di Giusy per alcuni live, poi quando lei per lavoro non poteva esserci, anche su sua volontà è diventato membro effettivo. Con tutti sia io che Christian abbiamo un bel rapporto, infatti, di solito quando entrano nuovi membri nella band prima si valuta l’aspetto umano davanti ad una birra e una bella chiacchierata poi si va in sala prove. Siamo una band vecchio stile, prima di tutto siamo amici e ci si aiuta anche fuori dalla band, poi si suona insieme e si condivide tutto impegni, gratificazioni e ogni tipo di emozione.
Beh… visto che la vostra precedente intervista sul nostro sito risale ai tempi di "Border Wild", addirittura nel lontano 2009, che ne dici di ripercorre un po' anche i trascorsi della band?
(Sergio): Wow è una bella impesa in 15 anni abbiamo fatto tantissime cose, Tour esteri con Tarja, Wasp, Exodus ecc… in Italia tanti festival anche con nomi importanti, come l’anno scorso al Luppolo In Rock con i Saxon. Gli album che si sono seguiti si sono concentrati, sia “New Rebirth” che “Independence”, sulla storia del risorgimento italiano dai quali abbiamo avuto un ottimo responso non solo dal pubblico metal, ma anche da tante istituzioni non proprio vicine al genere. Siamo usciti su tre libri di storia del risorgimento, menzionati in altri, una targa nel museo di Calatafimi Segesta in Sicilia, suonato per le scuole medie e superiori e avuto appezzamenti anche dalle comunità di italiani e discendenti in America latina, Brasile e Argentina. Poi un’altra bella cosa è stata avere qualche complimento per le tematiche scelte anche dai corpi militari che erano legati ai personaggi di cui si parlava in alcune canzoni, tipo Bersaglieri, Marina Militare, ecc.. abbiamo scoperto inoltre che tra i professori, soldati, storici vari c’erano un sacco di fan del Rock Metal e che sembrerebbero insospettabili. In sostanza credo che una cosa buona fatta in questi anni è stato allargare gli orizzonti del nostro genere anche in ambienti al di là dei nostri soliti Confini!!
Su "Confini 1915-18" non sono mancati nemmeno degli ospiti, ad esempio su "Piave Fiume Sacro" ma anche nelle bonus track "Queen of Dragons" e "Two Lands One Heart", come sono nate queste collaborazioni?
(Sergio): Per “Fiume Sacro” i nostri due esperti di Pive Alessio e Federico, sono amici della mia città e li conosco bene sin da giovanissimi; quindi, collaborare con loro è stato veramente un piacere. “Queen of Dragons” invece abbiamo deciso di risuonarla con i nostri ex membri al concerto del XXX° anniversario quando la abbiamo rifatta insieme Live, abbiamo deciso che era ora di riregistrala al meglio, uno perché era un pezzo a cui eravamo molto legati anche all’epoca e poi anche per il piacere di stare insieme. Per “Two Lands One Heart” è stato veramente un caso, ci aveva contattato a dicembre 2023 Hugo Bistolfi (tastierista degli storici Rata Blanca, famosissimi in Argentina ed America latina), per far cantare Christian su un suo pezzo in italiano, poi da lì si è aggiunto mio fratello Fabio che fa anche i cori sul nostro album e da lì abbiamo pensato poi di scrivere un pezzo nostro per le sue tastiere, a lui l’idea è piaciuta moltissimo ed è nato il pezzo.
Non credo di sbagliare nel ritenere il nuovo album come l'evoluzione di "New Rebirth" e "Independence"… è una cosa volute e che percepite anche voi?
(Sergio): Si assolutamente voluta, perché la Prima guerra mondiale per noi italiani è la vera fine del Risorgimento, infatti viene chiamata quarta guerra di indipendenza, quindi dovevamo continuare il discorso della nostra Unità come Paese e dei nostri moderni Confini. Diciamo pure che era un’evoluzione dovuta sulla quale ci si ragionava già da anni.
Chiaramente il trait d'union tra le vostre ultime uscite è dettato dall'indirizzo lirico, dato che su tutti e tre gli album ci avete narrato episodi diversi storici del nostro passato, ma come è nata questa particolare linea d'azione che non mi sembra fosse presente sulle precedenti realizzazioni?
(Sergio): L’aspetto storico un po' è stato sempre presente nelle nostre canzoni sin dai tempo dei Demo, ma molto leggero e da giovanissimi eravamo concentrati più su tematiche sociali. Poi c’è stato un periodo in cui abbiamo sentito la necessita di raccontare qualcosa che potesse unire il nostro Paese, vediamo l’Italia sempre più divisa, soprattutto dalla politica e da un revisionismo storico che fa di tutto per mettere nord contro sud e una regione contro l’altra, lasciando cosi che dall’alto i “Potenti” continuino a distruggere la nostra nazione senza più l’ostacolo più pericoloso di tutti, cioè un popolo unito. Nel Risorgimento ci sono tanti episodi in cui le regioni nord e sud si sono aiutate per essere un paese libero e unito, dove lottando insieme abbiamo potuto conquistare la nostra libertà e scacciare tanti oppressori che ci volevano schiavi di potenze straniere. È principalmente per questo che trattiamo queste tematiche, speriamo di dare uno stimolo che possa far rinascere un po' di amor di patria (ricordate che Patriottismo è diverso da Nazionalismo) e soprattutto di unione tra il popolo italiano, raccontando dell’enorme sacrificio che hanno fatto i nostri nonni e avi in generale per darci questa libertà, che riteniamo ci stanno pian piano togliendo.
Eppure, non si è trattato di un vero e proprio concept, infatti, sia "Write Your Destiny" sia "Face Your Fears" hanno un altro background lirico, vero? Cosa c’è dietro questa “promiscuità”?
(Christian): Assolutamente vero, noi vogliamo ricordare eventi storici molto importanti per la nostra patria, ma nello stesso tempo vogliamo che alcuni brani siano legati a tematiche attuali così da coinvolgere anche i giovani, questi due brani che hai citato sono proprio scritti e pensati soprattutto per il pubblico più giovane, loro sono il futuro e nelle loro mani c’è il destino dell’umanità. Speriamo che il declino umano che piace a chi mal governa il mondo finisca e che una nuova generazione cambi la rotta che abbiamo preso.
Non temete che parlare di glorioso ed epico passato, di eroi e battaglie, di sentimenti e orgoglio patriottico, peraltro con l'utilizzo scenico di divise militari d'epoca, possa dare adito a fraintendimenti, facendo pensare agli Scala Mercalli come una band di guerrafondai e nostalgici irredentisti?
(Sergio): È certamente un rischio che sappiamo di correre proprio perché la gente dovrebbe imparare a non fermarsi alle apparenze (una cosa per cui noi Metallari abbiamo sempre lottato sin dagli anni ‘80). Oggi “quelli dall’Alto” vogliono far passare il messaggio che essere patriottici e narrare della storia dei nostri avi che hanno combattuto per la nostra libertà sia un messaggio, diciamolo pure di destra, che chi studia un po' sa che è una Cavolata Immensa!!! Patriottismo e Nazionalismo sono due cose molto diverse come sapete, pensate che anche i Partigiani non siano stati Patrioti? Lo stemma dell’ANPI è sul tricolore. Noi non vogliamo avvicinarci alla politica perché pensiamo che sia usata come un mezzo di divisione (qualcuno scrisse “Divide et Impera”), ma ci piace invece ricordare quella storia di quei personaggi e avvenimenti prima della politica moderna di destra e sinistra che possono far rinascere un sentimento di unità, il Risorgimento è fondamentalmente questo per noi! siamo e saremo sempre per la Pace e per il Popolo Unito al di là di ogni politica!!
Per quanto riguarda le uniformi che abbiamo sempre indossato come nei precedenti album, sono giacche dei diversi reparti che da nord a sud hanno lottato per la nostra Unita, proprio per accentuare il più possibile il fatto che siamo un paese dove ogni regione ha contribuito per la ricerca della nostra Libertà e indipendenza. I militari veri con gli ideali, da sempre per primi sono quelli che conoscono il dolore della guerra e che non la vogliono, anche perché sono i primi a pagarla con il sangue, diverso ovviamente da chi le ordina e se ne sta comodo nel salotto di casa sua!
A me era chiaro, ma credo fosse necessario rimarcarlo per tutti quelli che scoprono solo ora gli Scala Mercalli, cosa ne pensi allora di questa ondata di violenza che sembra abbattersi ovunque? Lo so che è una cosa che avviene dall'inizio dell'umanità, ma molti sembrano non averlo ancora capito…
(Sergio): La storia serve proprio a questo, ricordare!! Se la gente non ricorda continuerà a fare gli stessi errori. Una frase di Alessandro Barbero che stimo moltissimo, diceva in un’intervista di poco tempo fa
“… a me sembra che le lezioni che le tragedie del ‘900 ci hanno insegnato, almeno le classi dirigenti in occidente, le abbiano dimenticate…”, cosa sempre più credibile direi. Aggiungerei che a me sembra che soprattutto i popoli le abbiano dimenticare, perché chi dall’alto vuole la Guerra non le abbia affatto dimenticate, ma siccome sono una fonte di enormi guadagni per alcuni Potenti Mondiali, allora continuano ad alimentarle, a loro della morte della povera gente non interessa per nulla. Altro grosso problema è che nel frattempo al popolo viene nascosta la verità grazie ai media sempre più pilotati e corrotti. Concludo solo con un’osservazione che ho riscontrato in alcuni storici, il periodo che stiamo vivendo è molto simile a quello vissuto poco prima della Grande Guerra… Ovviamente spero assolutamente di sbagliare!!!
Vista la complessità dell'album, se dovessimo esplorare ogni singolo brano andremmo troppo lunghi e inoltre toglieremo ai lettori e soprattutto a quelli che si avvicineranno a "Confini 1915-18" il piacere di andare a scoprire e approfondire le vicende che avete narrate, ma mi piacerebbe che ce ne raccontaste almeno un paio… a tua scelta!
(Sergio): Bene allora scelgo “Ace of Aces” dedicata a Francesco Baracca, il pilota, asso degli assi, più famoso della nostra aviazione, perché se lo andrete a studiare un po’ sono certo scoprirete un personaggio molto affascinate e positivo, per il suo coraggio e nobiltà d’animo, per intenderci lui diceva “ io sparo all’aereo non all’uomo”, infatti dei 34 aerei abbattuti, alcuni piloti avversari furono salvati da lui stesso (e scoprirete anche che lo stemma del cavallino rampante della Ferrari è preso dal suo aereo). L’altro scelto è “Potartici Carniche”, donne eroiche che si sacrificarono enormemente per salvare i loro uomini al fronte, partenti, amici, mariti, padri e figli, capaci di un coraggio straordinario. Riuscirono a portare per impervi sentieri di montagna i rifornimenti ai soldati al fronte, dove nessun mezzo poteva arrivare esponendosi al fuoco nemico. La più famosa tra loro è stata Maria Plozner Mentil che fu uccisa da un cecchino e decorata con medaglia d’oro. Loro come tutti gli altri di cui narriamo credo meritino di essere ricordati.
Ma come ho sottolineato, "Confini 1915-18" non è solo musica, dato che è stato ottimamente supportato anche a livello visivo, sia per lo stupendo artwork e relativo booklet sia per i vari video che avete realizzato. Ci racconti i dettagli e qualche curiosità?
(Sergio): Partendo dall’artwork è stato disegnato da Fabrizio de Fabritiis di Emmetre Edizioni, sviluppato da una mia bozza di idea, che ovviamente ha poi realizzato in maniera eccezionale. Per i video posso dirti che “Aces of Aces” è stato girato con una copia perfettamente funzionante dell’aereo di Francesco Baracca con cui girarono anche il film della Rai su di lui, le riprese fatte a Nervesa della Battaglia sul Piave dove fu abbattuto e c’è ancora il suo monumento (foto finale del video). Per il video clip “L’impresa di Premuda“ lo abbiamo girato in Ancona nei pressi del porto in cui Luigi Rizzo arrivo con i suoi MAS a fine missione, grazie a delle autorizzazioni speciali perché è area della capitaneria di porto. Per questo video poi abbiamo avuto anche i complimenti dell’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) e un episodio interessante c’è stato circa un mese fa quando durante il loro ultimo convegno in Ancona siamo stati invitati e hanno proiettato in nostro video che ha ricevuto tanti apprezzamenti dalla gente presente, che in realtà immaginiamo molto lontana dal mondo del Metal.
Tornando al piano musicale, avete qualche aneddoto da raccontarci sulla fase di songwriting e delle registrazioni di "Confini 1915-18"… e magari qualche dettaglio più tecnico per soddisfare le curiosità dei "vostri" colleghi che magari ci leggono?
(Sergio): Quando abbiamo realizzato le canzoni del nuovo album lo abbiamo fatto sempre tutti insieme in sala prove spesso partendo da improvvisazioni o da idee che uno di noi proponeva e poi si sviluppava insieme con gli altri, è un vecchio modo di fare, però ogni singola canzone è tutto frutto da un buon lavoro di squadra.
Per le registrazioni ci siamo avvalsi del Sound Distillery Recording Studio di Damiano Paolini, che è stato un santo a supportaci e sopportaci, perché spesso abbiamo cambiato gli arrangiamenti in studio e ogni volta che ci veniva un’idea ci si rimetteva sopra le mani, di tecnologia lì ce ne è a bizzeffe, strumenti misteriosi per me... però posso dirvi che per i suoni di cassa ho utilizzato la cassa Sonor di Nicko Mc Brain del World Slavery Tour 84-85, che un mio amico collezionista ha rimediato anni fa non so dove e a quale prezzo, ovviamente risistemata con pelli e microfoni attuali.
(Christian): Un’altra cosa importante che ha segnato la differenza dai precedenti album è che abbiamo composto in sala prove molti più brani di quelli che abbiamo inserito nell’album, abbiamo scartato brani che avevamo composto all’inizio e un brano lo abbiamo tolto quando era già registrato.
A mio parere le canzoni rivelano un suono e un feeling tipicamente in stile anni '80, a cavallo tra la NWOBHM e lo Speed/Thrash Metal. Nessuna tentazione nel tentare qualcosa di veramente diverso?
(Christian): Noi siamo nati con questi generi musicali ci piace suonare questo heavy che ci rappresenta come persone, per adesso non abbiamo intenzione di cambiare, dicono mai dire mai…… noi vorremmo riportare all’attenzione dei giovani l’heavy Metal che tanto ci ha dato e per adesso il nostro binario non cambia, chi vuole salire è il ben venuto :-)
(Sergio): Concordo con Chris, poi abbiamo due chitarristi molto giovani che hanno anche delle influenze musicali molto ampie; quindi, chissà non si sa mai i prossimi pezzi come saranno…
Dopo 19 anni dal vostro primo album e a più di 30 dai primi passi, credo comunque siate cambiati voi… la vostra visione della vita ed anche quella musicale… cosa vi lega ancora agli Scala Mercalli degli esordi?
(Sergio): La cosa che ci lega di più è la passione per la musica e la possibilità che dà di esprimere le nostre emozioni e poi abbiamo sempre creduto, soprattutto con il passare degli anni, che sia un grande mezzo di comunicazione con il quale si possa aiutare gli appassionati ad affrontare meglio la vita di tutti i giorni e soprattutto per superare i momenti più difficili che ognuno di noi prima o poi si trova ad affrontare. Inoltre, la musica ha un grande potere, allarga la mente, rende le persone più riflessive, libere e meno controllabili…
Avete già idee per il prossimo album? Continuerete sul filone storico, nel caso proseguirete in ordine cronologico affrontando l'ancor più controverso periodo del Ventennio e della Seconda Mondiale o magari un salto indietro nel tempo sino all'Impero Romano?
(Sergio): Non posso dire cosa faremo ancora perché ci stiamo lavorando credo comunque la storia sarà presente… ma ti dico quello che sicuramente non tratteremo: La Seconda guerra mondiale, perché ancora troppo strumentalizzata e fonte di divisione. Sicuramente cercheremo di trattare qualcosa che possa darci forza e unita nel miglior modo possibile.
Sai che non mi spiacerebbe vedervi realizzare un brano sulla Guerra di Crimea, con una "The Trooper" e la Battaglia di Balaklava che diventano "I Bersaglieri" e la Battaglia della Cernaia. Che dici potrebbe essere un'idea da sviluppare?
(Sergio): Non si sa mai, conosco questi episodi e ci piacciono molto, il quel periodo i bersaglieri si distinsero molto per coraggio ed efficacia ricevendo complimenti anche dalle truppe francesi e inglesi; quindi, una
the Tropper made in Italy sarebbe possibile… Un’idea del genere era in progetto già per quest’album, ma non posso dire di più ??
Accantonate le mie perverse fantasie, torniamo alla realtà e al presente, infatti, state già supportando l'uscita di "Confini 1915-18" con delle date live. Come stanno andando e soprattutto quali saranno i prossimi appuntamenti?
(Christian): Le prime date sono state davvero belle sia la presentazione al Onstage di Castelfidardo, che a Bari e in provincia di Frosinone sono andate alla grande, pubblico fantastico, bei suoni, bei locali, ottimi gruppi d’apertura, tanta accoglienza da parte dei vari staff, noi ci siamo divertiti molto e i nuovi brani sono andati alla grande. Prossimamente suoneremo il 17 gennaio a Prato al Monsters A-LIVE e il 18 gennaio a Pesaro Spazio Webo con gli Ancillotti. Grazie a Morrigan Promotion per l’impegno profuso nell’organizzare i vari eventi.
(Sergio): Comunque vi invitiamo a seguirci sui nostri social per vedere quale concerto sarà più vicino a casa vostra. Sicuramente una band si apprezza meglio LIVE e non si sa mai avremmo spazio anche per il nostro cannone d’artiglieria che spara a salve... mi sembra... ??
Beh... è tutto! Vi ringrazio per aver partecipato a questa intervista e vi faccio gli auguri per "Confini 1915-18" e per il vostro futuro. Vi lascio l'ultima parola.
(Christian): Prima di tutto voglio ringraziare tutto lo staff di METAL.IT per il vostro impegno e il supporto che date al Metallo in generale. Ovviamente un saluto va ai nostri fratelli di band Roberto, Michael e Federico, poi invitiamo tutti vostri lettori a supportare il Metal italiano perché pieno di band meritevoli.
(Sergio): Grazie Sergio per lo spazio e speriamo di vederci presto Live!! Ovviamente voglio invitare tutti i lettori ad approfondire un po’ la storia che vi piace, da tutte le diverse fonti che potete trovare, dei vinti e dei vincitori. Riscoprire le vostre radici, vi renderà più consapevoli di chi siete ora e di cosa state vivendo… Un po' come il Metal, capite meglio una band e le sue musiche se ne conoscete anche la sua storia ??
Band photo provided by Scala Mercalli for free promotional use.