Eccoli tornati i nostrani A. M. E. N. per una bella chiacchierata riguardante il nuovo lavoro uscito per My Kingdom Music a Marzo e non solo, la parola al nume tutelare del progetto
Ciao Vittorio, benvenuto su Metal.it , spiegaci nel dettaglio l’idea che sta dietro la band A. M. E. N.
Ciao
Matteo e
Metal.it.,
A.M.E.N. nasce nel 2020 come una sorta di laboratorio sperimentale con al suo interno una forte componente jazz unita alla musica estrema. Volevo che i miei strumenti a fiato uscissero dai canoni già sperimentati con gli altri progetti per addentrarsi in nuove strade, solo che man mano che lavoravo i brani ho avvertito l’esigenza di inserire delle parti vocali, affidate al growl di
Matteo Vitelli.
Poi una serie di eventi e coincidenze non proprio fortuite mi hanno portato a stretto contatto con i ragazzi del
Ponte del Diavolo e dopo aver ascoltato l’espressività di
Erba Del Diavolo le ho chiesto se voleva prender parte al progetto.
Lei è stata subito entusiasta, e mentre nel primo album “
The Book Of Lies – Liber I ”è presente in soli due brani, con il nuovo “
Argento” ho voluto cambiare le carte in tavola, costruendo l’intero concept intorno al suo modo di cantare.
Questo vostro ritorno rispetto alla vostra prima fatica, lo vedo come un’evoluzione, una crescita molto personale, cosa ne pensi al riguardo?
La cosa più evidente è che la matrice psicopatica e schizoide di “
The Book of Lies – Liber I”, dove blast-beat, riff e free jazz la facevano da padrone, lascia spazio all’intimità e al male psicologico insito nei cinque brani di “
Argento"!
Non so se è un’evoluzione o un’involuzione, cerco di portare la musica dove intravedo una direzione che mi soddisfi totalmente, e che non sia mai uguale o simile a cose che ho già composto e registrato.
Paradossalmente per molti aspetti sono tornato indietro di tanti anni, quando avevo a che fare con molti jazzisti italiani e americani, e ho voluto ricreare l’ambiente affascinante e fumoso dei jazz club insieme alle tante scoperte musicali che ho fatto dopo aver dato vita a
Dawn Of A Dark Age e agli altri miei progetti.
Questo album è un tributo al maestro del brivido Dario Argento, ma non è il classico omaggio, soprattutto a livello musicale, mi spieghi nei particolari qual è stata la scintilla che vi ha fatto scoccare questa intenzione artistica?
La scintilla che ha dato vita a “
Argento” è scoccata in un afoso giorno di luglio, il giorno in cui ho dovuto salutare per sempre la mia compagna di vita per quindici anni, il mio cane
Rumba.
Potrebbe sembrare ‘normale’ un rifugio nella musica dopo un evento tragico, ma in questo caso è stato determinante per la nascita del disco, soprattutto perché nei mesi estivi il caldo mi inibisce ogni ispirazione musicale e non riesco a comporre alcun tipo di musica, dedicando quel periodo a editing e arrangiamenti di progetti precedentemente registrati.
Ricordo solo che mentre ascoltavo
J. S. Bach sono rimasto incantato al primo ascolto dal "
Preludio in Re minore", e istintivamente ho chiamato il pianista
Luigi Genovesi chiedendogli se era possibile pensare di creare un album tenendo come filo conduttore il suddetto preludio, ma che tornasse di volta in volta con delle variazioni, intese sia nel senso classico del termine che con una componente fantasiosa di jazz.
La sua risposta naturalmente è esplicitata nella musica di “
Argento”, poiché il suo pianoforte e il "Preludio" sono diventati il filo di Arianna dell’intero album, con una libertà espressiva che fonde musica colta, jazz, escursioni prog e citazioni rock, tenuti insieme da un’aura magica, chiave di volta di tutto l’album.
Dopodiché è stato facile reclutare i musicisti giusti che mi permettessero di lavorare un album del genere, visto che in passato avevamo condiviso tanta musica in studio e live.
E poi la voce, ma ne parleremo più avanti.
Questa è a grandi linee la genesi di “
Argento”.
Questi cinque brani ruotano attorno a dei capolavori del regista romano, su che base avete fatto questa scelta? Soprattutto avevate un’idea di fondo su quali film prendere in considerazione?
Dopo aver ascoltato alcune idee del pianista e dopo aver fatto la stesura aerea dell’intero album ho inviato l’embrionale “
Argento” a
Erba Del Diavolo , non dandogli alcun tipo di indicazione sul concept che avevo in mente (in realtà erano due), lasciandole completa libertà di azione.
Dopo qualche settimana mi chiama dicendomi che le sarebbe piaciuto incentrarlo su alcuni film di
Dario Argento , e da lì abbiamo incanalato l’intero album in questa direzione.
Un lavoro in simbiosi dove la parte musicale è stata di mia competenza, ma il concept e la parte vocale sono tutto frutto della sua classe e ispirazione.
Come ho detto in sede di recensione, il disco è bellissimo ma soprattutto l’interpretazione di Erba Del Diavolo è un valore aggiunto, c’è una solida base teatrale o sbaglio?
Sicuramente
Erba Del Diavolo è la ciliegina sulla torta dell’intero album. Il suo singolare modo di cantare, di esprimersi e di essere teatrale è unico e riconoscibile in mezzo a centinaia di cantanti, e questo credo sia l’aspirazione massima che si possa avere sia come strumento, voce o band che sia.
Riesce a cogliere sfumature e particolari inimmaginabili che lasciano a ogni parola un peso importante all’interno dei brani.
Com’è stato accolto questo lavoro concettuale dall’audience metal, e dalla critica?
Poco prima dell’uscita del primo singolo "
Magia" eravamo eccitati e molto curiosi di come sarebbe stato accolto “
Argento” e il suo approccio completamente diverso rispetto al primo album “
The Book of Lies – Liber I”, che muoveva da una matrice free jazz per inerpicarsi tra hardcore/punk, death metal e altre contaminazioni stilistiche. L’idea di capovolgere completamente il discorso in “
Argento” e di sconvolgere molti dei nostri seguaci ci affascinava particolarmente: i veloci blast beat, i violenti riff e il growl di
Matteo Vitelli presenti nel primo album sono stati sostituiti completamente da composizioni con atmosfere intime e colori molto oscuri, con la voce di
Erba Del Diavolo al centro dell’attenzione.
Dopo l’uscita dell’album sinceramente non ci aspettavamo una risposta del genere, e sia dalle recensioni che dai feedback dei nostri supporters è emerso che questo cambio di direzione ha comunque suscitato delle emozioni, dei ricordi e anche tanti incubi, e per noi questa è la più grande soddisfazione.
Come vi trovate con la label nostrana My Kingdom Music?
Premetto che la nostra collaborazione con
My Kingdom Music nasce dopo aver mandato a
Francesco il master di “
Transumanza” del progetto
Dawn Of A Dark Age.
E da lì si è instaurato un rapporto di amicizia oltre che professionale che ha portato alla realizzazione sia di
A. M. E. N., “
Argento”che del nuovo
INCANTVM, “
Maleficia” .
L’apertura musicale a 360° di
Francesco mi lascia campo libero per esplorare mondi e ter-ritori nuovi, e sinceramente questo è essenziale per come mi piace concepire la musica.
Quindi puoi capire che il rapporto con la label è in totale sintonia.
Ultima domanda, sarà possibile vedere gli A. M. E. N. dal vivo o si tratta di un progetto da studio?
Al momento è difficile dirlo, anche se ci sono delle idee a riguardo ma ancora niente di concreto.
Ringrazio te, i supporter di
Metal.it e a tutti coloro che supportano i miei progetti, che potrete trovare integralmente sulla pagina
Bandcamp (https://dawnofadarkage.bandcamp.com/ )