I Dynamic Lights sono una delle formazioni italiane di maggiore qualità che la scena italiana abbia espresso negli ultimi anni. Per la band di Marco Poderi è finalmente giunto il momento di pubblicare il disco d'esordio, l'ottimo “Shape”, ed è proprio il talentuoso chitarrista a rispondere alle domande di EUTK.
Innanzi tutto complimenti per “Shape”, era un pezzo che non ascoltavo un disco così bello!
Grazie mille per il complimento! Abbiamo lavorato tantissimo su Shape ed è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione vedere i buoni responsi che stanno arrivando un po’ dappertutto.
Cominciamo col parlare del vostro primo disco, “Shape”. Dove e quando è stato registrato? Le canzoni che lo compongono fanno parte dei vostri precedenti demo, o c'è anche qualche pezzo scritto di recente?
Il processo che ha portato alla realizzazione di Shape ha riguardato fondamentalmente i primi mesi del 2004: il disco è stato registrato e mixato ai Fear Studio di Ravenna, mentre il design è stato curato dal nostro bassista Raffaele Mariotti. Tutti i pezzi contenuti nell'album sono inediti, non ci sono cover e non ci sono stati ripescaggi dai nostri precedenti lavori. Le esperienze passate ci sono servite molto in fase di composizione, ma non abbiamo mai pensato di riutilizzare dei brani: abbiamo provato, invece, a rinnovare ed evolvere il nostro sound.
Sia nella grafica dell'artwork di “Shape”, sia in quella del vostro sito ufficiale, siete estremamente puliti e semplici, quasi minimalisti. Questa scelta è in qualche modo legata anche al vostro sound, in cui i tecnicismi sono molto meno “esasperati” rispetto alla maggior parte dei gruppi che suonano Progressive Metal?
La pulizia, il minimalismo e l'essenzialità dell'artwork e del sito sono principalmente legati allo stile personale di Raffaele, il quale si adatta alle idee della band. In Shape ci sono inoltre vari legami tra il design e la musica: le pagine del booklet, ad esempio, sono state studiate da Raffaele in modo tale per cui ogni foto è collegata concettualmente con i testi, mentre la copertina ha una evidente affinità con il titolo dell'album. Viene infatti preso in considerazione il concetto stesso di "forma" e "non-forma" che ben si accosta al discorso musicale del gruppo.
Dal punto di vista musicale, ho apprezzato moltissimo lo spazio che avete riservato ad uno strumento dell'importanza del pianoforte, preferendolo spesso alle sonorità elettroniche, anche per la versatilità con cui Giovanni lo suona. Questa scelta è dovuta alla natura delle vostre composizioni, o è stata una scelta mirata?
Non abbiamo mai fatto calcoli in questo senso, anche se ammetto che il piano ha un ruolo fondamentale nel sound di Shape. L'apporto di Giovanni, pianista/tastierista, in fase di composizione è stato importantissimo e in varie occasioni abbiamo ritenuto le potenzialità espressive di questo strumento maggiormente adatte ai pezzi rispetto ad altre di carattere più prettamente tastieristiche. In ogni caso grande attenzione è stata dedicata anche alle sonorità elettroniche che riteniamo siano determinanti per la riuscita di alcuni brani.
Ci vuoi parlare brevemente della storia dei Dynamic Lights? Come è nato il gruppo?
I Dynamic Lights si sono formati nel 1997 dall’unione di due band già esistenti e alla base del gruppo vi è una forte intesa che va ben oltre il contesto musicale. Durante questi anni abbiamo lavorato ad un demo, abbiamo registrato un Ep autoprodotto (“Resurrection”) che ha ottenuto un grande successo di critica a livello sia nazionale sia estero, e ci siamo concentrati molto sull’attività live riuscendo anche a suonare con band affermate come i Pain Of Salvation, i Lacuna Coil e gli Shaman. Ultimamente però ci siamo dedicati quasi interamente alla composizione e alla realizzazione di Shape.
Come siete arrivati ad un contratto con la DVS? Avevate ricevuto offerte anche da altre label?
La DVS ci ha contattato quando abbiamo mandato una copia di “Resurrection” (il vecchio EP) alle selezioni per partecipare al ProgPower Festival un paio di anni fa. Rene Janssen, titolare dell'etichetta, era nella commissione incaricata di scegliere le band ed è rimasto molto colpito dal nostro lavoro, così ha deciso di contattarci e di proporci un contratto. Prima di firmare con la DVS abbiamo vagliato diverse possibilità, ma la dedizione che questa label ha per ogni sua release, la cura con cui sceglie gli artisti e le possibilità internazionali che ci offriva ci hanno convinto.
“Shape” ha certamente poco del classico “disco di debutto”, a partire da una produzione di notevole qualità. E' solo una mia impressione, o i numerosi (e doverosi, aggiungerei) anni di gavetta vi hanno permesso di arrivare preparatissimi all'appuntamento col primo disco?
Abbiamo sempre cercato di dare il massimo percorrendo una tappa alla volta, senza cercare forzatamente il disco o altro. Inoltre abbiamo iniziato a suonare assieme quando eravamo molto giovani, tutti minorenni, e le esperienze accumulate ci sono servite per crescere, per maturare ed anche per curare nei minimi dettagli ogni aspetto della vita della band.
Molti vi paragonano ai Fates Warning, altri ai Pain of Salvation. Quali sono le influenze musicali che, a vostro giudizio, caratterizzano maggiormente il vostro sound? In tutta sincerità, ritenete questi paragoni ingiustificati, o pensate che nei prossimi anni i Dynamic Lights possano migliorare dal punto di vista dell'originalità?
Quando lavoriamo ad un pezzo ci basiamo solamente sulle nostre idee, sul nostro modo di suonare e su ciò che vogliamo esprimere con esso, quindi non riesco a dire se e da chi la nostra musica è stata influenzata. D’altra parte penso che molti paragoni con i Fates Warning siano dovuti più al nostro stile “prog-non-convenzionale” che ad altro: linee vocali particolari, assoli di chitarra piu improntati alla ricerca melodica che a quella tecnica ecc. Per quanto riguarda i Pain Of Salvation, penso che il filo conduttore sia la grande importanza che diamo al lato interpretativo/emotivo dei brani, al calore che viene trasmesso dal pezzo, ma dal punto di vista prettamente musicale non credo che le nostre canzoni suonino tanto simili. Per quanto riguarda il futuro, continueremo a lavorare per migliorare e questo porterà sicuramente a dei cambiamenti, d’altra parte è sempre stato così per noi da quando abbiamo cominciato.
Tra pochi giorni inizierà il vostro tour Europeo di spalla ai Nightingale. Come vi sentite all'idea di suonare all'estero?
Non vediamo l’ora di partire…sarà sicuramente un’esperienza importante: suoneremo al fianco di grandi musicisti e porteremo la nostra musica in giro per l’Europa, avremo l’occasione di esibirci davanti ad un pubblico totalmente nuovo per noi e penso, infine, che potremo prendere tanto dal vivere, anche se solo per pochi giorni, a contatto con persone ed ambienti così diversi dal nostro.
Quest'autunno avrete l'opportunità di suonare in un contesto prestigioso, quello della annuale edizione europea del ProgPower. E' certamente una bella opportunità, come siete riusciti ad ottenerla?
Siamo veramente felici di essere nel bill del Progpower e per di più con band che stimiamo tantissimo come i Wolverine (con i quali siamo anche amici!) e i Pagan’s Mind. L’headliner della nostra serata, inoltre, non è stato ancora ufficializzato ma siamo fiduciosi che sarà una grande formazione. Per quanto riguarda la nostra partecipazione, penso sia merito della pubblicazione di Shape e del successo che per il momento sta avendo all’estero. E’ stata la direzione del Progpower a contattarci facendoci una graditissima sorpresa e realizzando quello che è stato per tanto tempo per noi un grande desiderio.
Suonerete qualche data in Italia nel corso dell'estate? Pensate di riuscire a fare qualche data anche dalle parti di Torino, così magari vi vengo a vedere? :P
Anche se gli impegni più imminenti sono le date all’estero ci stiamo già muovendo per organizzare qualcosa in Italia ed è nostra intenzione girare il più possibile sul territorio nazionale. Siamo molto fiduciosi in questo senso e se ci sarà l’opportunità di suonare in una città bella come Torino non ci tireremo certo indietro!