A distanza di diversi mesi dall'uscita dello splendido secondo album della storia dei Redemption, si è presentata l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con Nick Van Dyk, il talentuoso musicista che ha dato vita a questa interessante band Prog Metal. Naturalmente EUTK non si è lasciata scappare questa opportunità... ecco cosa ne è venuto fuori!
Ciao Nick! Innanzitutto complimenti per “The Fullness of Time”!
Ti ringrazio moltissimo!
Saresti così gentile da fare un breve riassunto di cosa è successo nei Redemption dall'uscita del vostro primo disco a questo momento?
Il nostro primo CD è stato accolto in maniera talmente positiva da permetterci di portare la nostra musica sul palco della quarta edizione del ProgPower. Quando ho ricevuto l'invito del ProgPower, mi sono reso conto della necessità di avere una line-up stabile. Speravo di poter avere Jason Rullo alla batteria, ma benché i Symphony X suonassero allo stesso festival, non ci fu la possibilità di provare i brani insieme. Anche la mia label negli USA mi suggerì saggiamente di mettere insieme una formazione vera e propria, in modo che i Redemption fossero visti come una band vera e propria e non soltanto come una project band. E così decisi di andare ad un concerto di una Prog Metal band della mia zona, i Prymary, per capire se il loro tastierista si sarebbe potuto rivelare un musicista adatto a suonare con noi dal vivo, e rimasi impressionato non solo dal tastierista, ma anche dal batterista e dal bassista. Chiesi loro se fossero interessati a suonare al ProgPower, e la loro reazione fu estremamente positiva. Per quanto riguarda il cantante, benché ritenga la performance di Rick sul primo CD decisamente buona (anzi, una delle migliori della sua carriera di musicista), credo che lui sia essenzialmente un cantante Power Metal, mentre io avevo intenzione di lavorare con qualcuno che fosse più a suo agio col Progressive; qualcuno che avesse le mie stesse opinioni in merito al songwriting e alle melodie. Ascoltai con Bernie (Versailles, ndr) diversi CD ed insieme decidemmo di chiedere a Corey Brown, l'eccezionale vocalist dei Magnitude9, di suonare con noi ad Atlanta. Corey accettò, e così nacque la line-up con cui i Redemption si esibirono al ProgPower.
Quando iniziarono le registrazioni del nuovo CD, ero convinto che Corey sarebbe stata la scelta più naturale come cantante a tempo pieno dei Redemption. Ma Ray (Alder, ndr) ascoltò il nuovo materiale in pre-produzione e mi chiese di poter cantare le nuove canzoni. Questa cosa inizialmente mi mise in difficoltà, sia perché non volevo deludere Corey, sia perché volevo essere sicuro che Ray si potesse dedicare in maniera adeguata ai Redemption. Ho un grandissimo rispetto per i Fates Warning e gli Engine, e non volevo assolutamente costringere Ray a dover trascurare questi gruppi, ma allo stesso tempo volevo essere certo che Ray fosse in grado di dare ai Redemption il giusto contributo dal punto di vista delle registrazioni, dei concerti, degli impegni con la stampa, etc. Abbiamo discusso di questi dettagli ed infine Ray è entrato nella band in pianta stabile. Ed ora siamo qui!
“The Fullness of Time” è stato pubblicato diversi mesi fa. Qual è stata la reazione della stampa del settore e dei fan a questa uscita?
La stampa è stata estremamente positiva. Per esempio, siamo stati “Album del Mese” sull'edizione francese di Rock Hard nello stesso mese in cui è uscito “Octavarium” dei Dream Theater... ovviamente questa è stata la classica ciliegina sulla torta. Anche la reazione dei fan è stata notevolmente buona. Credo che la Massacre e la Replica abbiano fatto un lavoro fantastico nel promuovere il CD in Europa. Naturalmente i Redemption sono una piccola band in un genere musicale altrettanto piccolo, quindi non mi ero fatto enormi aspettative, ma la reazione dei fan e della critica è stata straordinaria, e lo abbiamo davvero apprezzato.
Qual è il significato della copertina del nuovo disco?
Il nome della band è ispirato al film “The Shawshank Redemption” (“Le Ali della Libertà” in italiano, ndr). C'è una scena in particolare di quel film, in cui l'eroe è scappato dal suo ingiusto imprigionamento strisciando in una fogna e riesce ad arrivare in superficie nel momento in cui si scatena un temporale. C'è un'inquadratura in cui il protagonista alza le braccia verso il cielo per farsi bagnare e purificare dalla pioggia scrosciante, ripulendolo letteralmente e metaforicamente della sporcizia alla quale è stato costretto dalla fuga nelle fogne. E' una scena molto forte, ed una metafora altrettanto efficace. La mia intenzione era quella di usare questa particolare metafora per rappresentare il tema della canzone “Transcendence”, che parla di una persona che riesce a superare le difficoltà della vita. Ho parlato di questa mia idea a Travis Smith, ed è diventata il retro della copertina.
Per completare questa idea, avevo bisogno di un'immagine che rappresentasse l'opposto della trascendenza, qualcosa che corrispondesse all'inizio del testo della suite di “The Fullness of Time”. Se la trascendenza rappresenta la redenzione, l'assoluzione, la liberazione, allora il suo opposto deve comunicare tormento, dolore, costrizione. Ho parlato di questo a Travis e ha ideato il concept presente sulla copertina... un uomo oppresso dal tormento, stretto nelle braccia perché sono l'unico riparo di cui dispone, i suoi pensieri e la sua anima che evaporano nel fuoco. Credo che sia un'immagine molto forte.
A cosa ti sei ispirato per i testi dei nuovi brani? Le ultime quattro canzoni, la suite “The Fullness of Time”, sono ispirate a qualche film o libro, così come era avvenuto per “Desperation” sul vostro primo album?
Ho scritto io i testi. Era uno degli aspetti dei Redemption che più volevo migliorare per il nuovo album. Il nostro primo CD era principalmente incentrato su una narrazione in terza persona, e benché non sia esageratamente brutto, non è neanche particolarmente maturo. Raccontare dal punto di vista della terza persona una storia scritta da qualcun'altro è molto lineare, ed è più adatto alla narrazione di una lunga e dettaglia lista di eventi, ma poco adatto a comunicare un immaginario in maniera più acuta, o ad evocare delle emozioni grazie all'introspezione e non in base alla storia narrata. Il nuovo album è un grosso passo in avanti da questo punto di vista – i nuovi testi sono molto più introspettivi, come si può notare, e toccano una vasta gamma di emozioni, come la sensazione di perdita, la paura, la speranza, l'amore, il dolore, il tradimento ed altre cose che, sia in maniera positiva, sia in maniera negativa, hanno un grande impatto sulle nostre vite. Per esempio, è molto più facile immedesimarsi in un tema quale la perdita dell'innocenza, che in quello di un gruppo di persone che fugge da un demone che vive nelle profondità del deserto.
I testi delle ultime quattro canzoni sono ispirati ad un evento che mi è accaduto quando sono stato tradito da una persona che consideravo amica. Il nome “The Fullness of Time”, la pienezza del tempo, riguarda il ciclo di emozioni che una persona prova quando viene tradita. Disillusione, rabbia, tristezza, disperazione e anche, se siamo esseri umani sani, la capacità di lasciarci tutto alle spalle e di andare avanti. Ovviamente, questo non accade fino a quando non ne siamo pronti a livello emozionale – al momento giusto, nella “pienezza” del tempo.
Le quattro canzoni della suite trattano di queste emozioni: Rabbia, Disperazione, Liberazione (che ha a che fare con la mancanza di speranza e il domandarsi se vale la pena di continuare a combattere tutte quelle cose della vita che cercano di buttarti giù), e la Trascendenza, che se tutto va bene, è il lieto fine della vicenda.
Conosco diverse persone (tra le quali il sottoscritto) che preferiscono l'ultimo disco dei Redemption a “FWX” dei Fates Warning. So che sei un grande fan di questa band, cosa ne pensi di questo complimento?
Beh, ovviamente, da grande fan dei Fates Warning, è un grandissimo complimento. I Fates sono una band che non guarda mai al passato; so che Jim (Matheos, ndr) non ha alcun interesse a scrivere la stessa musica che ha composto più di dieci anni fa, e i Redemption sono più vicini a quello stile che al materiale attuale dei Fates Warning. Quindi alcuni fan che sono inclini a sonorità più aggressive potrebbero preferire la proposta dei Redemption, che è più un Prog Metal veloce e “tradizionale”, se davvero esiste un Progressive Metal tradizionale. Personalmente rispetto e ammiro tutto ciò che i Fates Warning hanno fatto nella loro carriera, e questo include anche “FWX”.
Hai già iniziato a lavorare al prossimo disco dei Redemption? Come pensi che potrebbe evolversi il sound del gruppo?
Abbiamo già cominciato i lavori. Credo che “The Fullness...” sia un CD in cui il nostro sound si è definito piuttosto bene, e penso che i nostri progressi, nel migliorare quel sound, abbiano raggiunto un livello notevole. Lo definirei una combinazione di aggressività e melodia, con una notevole complessità ma sempre legata alle necessità dei singoli brani, più che per il gusto della complessità fine a se stesso. E' caratterizzato da una grande tensione melodica, specialmente nelle linee melodiche, che da' un senso di “insistenza” alla musica e crea un'atmosfera emozionale. Buona parte del materiale che sto scrivendo in questi giorni ricalca queste caratteristiche, e credo che ci sarà una buona continuità tra “The Fullness...” ed il nostro prossimo CD. Ho intenzione di coinvolgere Tommy Newton (producer, ndr) molto presto nel processo creativo, decisamente prima di quanto avvenne per l'ultimo disco. Spero davvero che possa continuare a tirare fuori il meglio di noi.
Quali sono gli album più interessanti che hai ascoltato negli ultimi mesi e che consiglieresti ai nostri lettori?
Di recente ho comprato un bel po' di dischi che avrei già dovuto possedere da un bel po'. Tutto quello che ho ascoltato negli ultimi tempi ha già qualche mese alle spalle. Tra le uscite degli ultimi sei mesi, mi piace moltissimo “Octavarium” dei Dream Theater, e credo che “Ogre Tones” sia uno dei più bei dischi che i King's X abbiano registrato negli ultimi anni, e mi piace molto anche l'ultimo disco degli Zero Hour.
Cosa ci puoi dire dell'attività live della band? Avete già in programma un tour o qualche data in Europa?
In questi giorni stiamo discutendo di alcune date negli Stati Uniti. Ma vorrei davvero venire in Europa a suonare. Con un po' di fortuna, ci sarà la possibilità di suonare in qualche festival in futuro. Se la nostra musica riuscirà a trovare un buon pubblico in Europa, credo che sarà veramente divertente, perché sono amico di diverse band che suonano regolarmente nel vostro continente, quindi si potrebbe davvero mettere insieme una line-up fantastica. Vedremo!