SECRET SPHERE: Aldo Lonobile (chitarra)

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Il contratto con la Nuclear Blast è stato sicuramente un ottimo punto d'arrivo, certo non facile da raggiungere, ma il valore dei Secret Sphere è sempre stato lì, in bella evidenza. Credo però che le cose saranno ancora più difficile in futuro, quando dovranno continuare a dimostrare di poter mantenere certi livelli, ma non penso che l'eventualità li spaventi. Comunque l'aver realizzato il terzo album della propria carriera per la Nuclear Blast non ha per nulla cambiato l'atteggiamento dei Secret Sphere (certo che però quella Porsche non me la ricordavo... sai Aldo?). Dopo aver realizzato "A Time Never Come", album che ha riscosso parecchio successo e che li ha portati a suonare anche al Gods of Metal del 2001, il gruppo alessandrino ha saputo reagire con energia ai problemi con la Elevate, un energia che hanno saputo convogliare nel nuovo album, arricchendo la propria musica con scelte non sempre convenzionali. Evidente la sferzata Hard Rock che hanno dato ai propri brani, eppure non ne sono rimasto particolarmente sorpreso, conoscendo il gruppo sin dai suoi primi passi ed avendoli visti dare spazio ad una certe attitudine già nelle ultime esibizioni dal vivo. Un'energia che sembra essere però mancata al mio interlocutore, il chitarrista Aldo Lonobile (ma ti ho annoiato così tanto!?!) al momento di chiudere l'intervista...

Partiamo da lontano... dal fallimento della Elevate al contratto con la Nuclear Blast avete fatto un bel salto, nel periodo tra i due episodi sono stati maggior le sofferenze o le soddisfazioni?
Le cose hanno cominciato a non andare più tanto bene già dopo l'uscita di "A Time Never Come". Abbiamo iniziato a chiedere un maggior sforzo promozionale ed abbiamo anche cercato di parlare di tour... cose che avrebbero dato qualcosa in più all'album. Inoltre già in precedenza all'Elevate non avevano accettato alcune nostre scelte manageriali ed il rapporto tra noi si era così incrinato e praticamente non ci siamo più sentiti. A questo punto abbiamo inciso un paio di promo per cercare di svincolarci da loro dato che iniziavano anche a girare voci sul loro fallimento, una situazione che ancora oggi non riesco a spiegarmi, ne come sia andata ne perché, dato che avevano un buon numero di band valide e sembravano piuttosto solidi. Come ti dicevo, abbiamo prodotto due promo negli studi di Dario Mollo, con il primo abbiamo avuto dei riscontri ma solo con etichette italiane, poi verso la metà del 2002 il secondo promo ha smosso un po' di più le acque e non solo in Italia ma anche all'estero. Ma prima abbiamo però dovuto risolvere il problema Elevate... un vero problema dato che era diventato impossibile contattarli, i telefoni squillavano a vuoto... non è stata una cosa semplice ed abbiamo davvero dovuto fare i salti mortali per raggiungerli e riuscire a concordare la nostra uscita. Una situazione che ci ha tenuto per molto tempo con il fiato sospeso, ma alla fine si è risolto tutto, e bene. Infatti, la Nuclear Blast dopo il secondo promo aveva chiesto informazioni su di noi e mostrato quell'interesse che ci ha poi portato a firmare con loro.

Tutto sommato allora tanti patemi che però hanno anche contribuito ad un epilogo felice...
Certo! Questo contratto è un bella soddisfazione personale... ma anche a livello contrattuale abbiamo praticamente ottenuto tutto quello che avevamo richiesto e non possiamo che esserne soddisfatti.

Beh... è una di quelle occasioni che capitano una volta sola...
Si, ma l'abbiamo vagliata accuratamente e prima di firmare abbiamo valutato attentamente la situazione.

Senza farvi abbagliare dal logo della Nuclear Blast?
Sul primo momento quando ho scaricato la mail dell Nuclear Blast sono rimasto un attimo accecato... poi con il passare del tempo ed i primi contatti telefonici ci siamo calmati ehehe... ed abbiamo visto che quello che ci offrivano era superiore ad altre offerte che avevamo avuto in precedenza.

Ora che siete sotto una label straniera potreste "internazionalizzare" i vostri nomi... che so Aldus Lo Noble oppure Andrew Buratt o Luke Papergoal?
Eheh... a me non ha mai attirato usare pseudonimi... sai facciamo tanta fatica per portare una band italiana fuori dal cortile e poi dovrei rinunciare al mio vero nome? Magari presentare sul palco un Aldo Lonobile alla chitarra non farà scena, ma non mi interessa... non mi va di cercare un nome più figo, preferisco il mio. Comunque è una mia idea, una cosa strettamente personale ed ovviamente ho il massimo rispetto per chi usa pseudonimi.

Tornando all'album, qualche tempo fa lo avete presentato alla "stampa" italiana al Transilvania di Como, se non sbaglio avevate fatto la stessa cosa in Germania, come era andata?
Guarda era un Sabato, lo stesso giorno che avevamo completato il mixaggio dell'album, e la Nuclear Blast ha organizzato proprio negli studi una listening session. La situazione non è stata così rilassata come a Como... in Germania non conoscevamo nessuno ed erano tutti lì serissimi che ascoltavano il disco nella regia. Del gruppo c'eravamo solo io e Ramon... guardavo i giornalisti e li vedevo tutti presi all'ascolto ma non avevano alcun tipo di espressione ed erano serissimi, a parte una giornalista di Blackout che si agitava ehehe. Ma alla fine del disco ci hanno fatto i complimenti, hanno apprezzato il disco e sopratutto il fatto che li avevamo sorpresi, dato che si aspettavano un album di canonico symphonic metal, e l'aver trovato anche dell'altro li ha colpiti parecchio... ci hanno fatto anche qualche critica, sopratutto per la non facile presa di alcuni pezzi, come ad esempio nel caso di "Surrounding".

Questo potrebbe anche essere preso per un complimento...
Si infatti, non erano critiche veramente negative... anche io l'ho visto in maniera costruttiva, dal momento che chi ascolta la tua musica ti lascia la sua impressione ed io tengo conto di questo, e nella composizione dei nuovi brani cerco sempre di calarmi nei panni dell'ascoltatore. Quando in sala abbiamo composto "Surrounding" non ci sembrava così difficile, ma visto che ce lo hanno detto in molti prenderemo in considerazione anche questo aspetto. Tornando alla listening session in Germania, alla fine della serata ero soddisfatto, perché quella stessa sera si concludeva un lavoro che aveva avuto anche parecchi problemi, come quelli relativi alla prenotazione degli studi di registrazione, ed inoltre avevo constatato che la prima reazione era positiva.

Gli avete fatto sentire anche la cover di "Kings of Metal" ?
Assolutamente no!! Ahahah

Come mai vi siete cimentati con un gruppo come i Manowar... e con un brano da true defender poi!
Guarda, all'inizio quando c'è stata la licenza commerciale in Giappone, ho subito fatto la classica domanda: "serve una bonus track?". Ovviamente la risposta è stata positiva... stavolta volevo preparare un brano a parte, dato che in precedenza avevamo addirittura dovuto togliere una canzone dalla scaletta dell'album, come era avvenuto con "Lost Land of Lyonesse" ai tempi di "A Time Never Come". Poi ci hanno proposto una cover dei Manowar, personalmente non sono un grande fan dei Manowar, certo ho qualche loro disco, come tutti quelli che ascoltano metal (ne sei certo...con tutti sti poser in circolazione! n.d.S.), ma Paco ne era entusiasta visto che i Manowar a lui piacciono tantissimo. Abbiamo dapprima pensato a "Blow your Speakers" ma era ostica nel cantato, poi abbiamo optato per "Kings of Metal" che ha una gran parte ritmica girata su tempi rock... anche se per il poco tempo a disposizione non abbiamo potuto fare grandi stravolgimenti come avvenne invece per "How Many Tears" degli Helloween.

Hai avuto l'impressione che la stampa tedesca vi sottovalutasse perché italiani?
No! Non sottovalutano il metal italiano, ci riconoscono preparazione tecnica e ottime idee... forse in questo settore trovano troppo simile tutto quello che arriva dall'Italia. Questo poteva valere per il nostro debutto "Mistress of The Shadowlight", ora hanno apprezzato la scelta che abbiamo fatto con il nuovo album.

Questa evoluzione musicale è evidente... vi siete guardati attorno, al passato ed al futuro, è stato naturale inglobare questi nuovi aspetti nelle vostre composizioni o lo avete programmato?
No... non è stato pianificato nulla, tranne il modo in cui ci siamo vestiti per le foto del booklet! Il resto è venuto tutto in maniera naturale. Abbiamo scartato diversi pezzi, alcuni perché non completamente calzanti e con cali di tensione, altri perché necessitavano un lavoro ulteriore. Le atmosfere Hard Rock hanno un approccio molto pesante, difficilmente in questo genere si trovano delle chitarre così pesanti, abbiamo cercato di non farle suonare in maniera troppo leggera... e comunque sono temi che abbiamo sempre affrontato, ed erano già ben presenti sui promo di cui ti ho parlato prima e che hanno preceduto l'album. Forse era arrivato il momento di affrontare certe sonorità, che io trovo molto legate al feeling... a suonarle ti deve scattare qualcosa dentro. E' comunque un qualcosa su cui dobbiamo ancora lavorare sopra.

Ma alla fine l'album è venuto fuori come volevate voi?
In parte... abbiamo avuto qualche dubbio, non solo sulla validità delle canzoni. Sai è molto più difficile realizzare un album come questo che uno di più classico Power. Un dubbio che ci è venuto qualche volta era se le persone che ci ascoltavano avrebbero capito il nuovo album... la maggior parte delle persone sembra aver capito, altri un po' meno, si sono arrivate anche certe mail tragiche... alla fine non puoi accontentare tutti, comunque noi siamo soddisfatti di come è uscito l'album... quello che se potessimo cambieremmo sono alcuni arrangiamenti che sarebbero venuti meglio se fossero stati sviluppati diversamente, ma sopratutto la pianificazione delle registrazioni dato che ci sono stati alcuni problemi di organizzazione.

Ed i punti di forza del disco?
Uno è sicuramente il suono, che è abbastanza diverso dal solito, ma sopratutto non aver avuto paura di osare su certe scelte... siamo certo più aperti che in passato e questo ci ha aiutati. Io prima di essere un musicista... vabbe' ci sto ancora provando... sono sempre un fan della musica, ma da parte mia ho sempre apprezzato quei gruppi che non hanno paura di provare cose nuove.

Ah si... allora dato che non hai paura di osare, chiudi in maniera originale questa intervista!
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzz!

Aldo che fai?
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz!

Me lo dicevano che era un dormiglione... stara dormendo sugli allori o sarà colpa delle mie domande noiose o della linea telefonica?
Boh... potreste chiederglielo direttamente Venerdì 20 Giugno quando dalle ore 17 saranno a disposizione dei loro fans presso il negozio di dischi Mariposa Duomo a Milano nella Galleria S. Radegonda MM Duomo.

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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