Gli Ahrcana sono un'altro dei gruppi italiani giunti all'esordio sull'onda del buon momento per la scena nazionale. "Into The Prophecy" è un discreto album di Power Metal, in questa occasione influenzato dalla scena tedesca e senza tastiere troppo "invadenti". Ovviamente si tratta di un buon punto di partenza per la band, ma ora gli Ahrcana dovranno mettersi sotto per riuscire a replicare in maniera convincente. E forse sarà più arduo più di quanto lo stesso gruppo si sarebbe aspettato, siccome a mettere loro i bastoni tra le ruote, come ci spiega il chitarrista Alex, è arrivata la defezione di Halley, il cantante del gruppo.
Il 2003 è stato un anno importante per gli Ahrcana: avete finalmente realizzato il vostro debut album, però ha visto anche qualche scombussolamento a livello di formazione. Cosa è successo... ed avete già trovato rimedio?
Innanzitutto ciao Sergio e grazie per esserti interessato a noi! Sì, in effetti il 2003 è stato un anno importante per la band perché siamo giunti alla pubblicazione del debut album, ovvero quel trampolino di lancio tanto desiderato da tutti i gruppi cosiddetti "underground". Speriamo che continui ad esserlo, facendoci trovare il degno sostituto del nostro ormai ex-cantante Halley, che per motivi strettamente personali ha deciso di abbandonarci poco dopo l'uscita del disco. A questo proposito stiamo tuttora effettuando dei provini perciò chiunque fosse interessato non esiti a contattarci! (e-mail: info@ahrcana.com)
Come è stato accolto "Into The Prophecy"? Più soddisfatti della reazione degli "addetti ai lavori" o dei metalhead? Ci sarà di certo una recensione o una mail che ti ha fatto venire la bava alla bocca!
Per ora abbiamo avuto dei riscontri positivi un po' da tutti gli addetti ai lavori e ciò ci lusinga non poco vista anche la difficoltà nell'emergere in un genere così inflazionato. Quanto ai metal-heads anche qui siamo soddisfatti dei commenti (abbiamo ricevuto tanti complimenti anche dall'estero!!) nonostante dobbiamo ancora partire con l'attività live vera e propria. Secondo noi infatti solamente sul palco puoi renderti conto di come un album sia stato accolto dai fans. E purtroppo il problema con Halley ci sta bloccando in questo senso. Siamo comunque fiduciosi visto che gli addetti ai lavori sono a tutti gli effetti dei metal-heads, perciò se tanto mi da tanto...
Avete piazzato i due brani già inclusi su "Promo 2001" subito all'inizio del CD... avete preferito brani già rodati oppure c'era un ordine da rispettare nella sequenza dei brani?
Sì, effettivamente l'ordine dei brani non è casuale, ma abbiamo effettuato diversi ascolti, insieme al mitico Luigi Stefanini del New Sin Studio ; dopo esserci confrontati abbiamo deciso che questa doveva essere la scaletta, anche in relazione alla durata e alla struttura di ogni singola canzone. Ecco quindi il perché della scelta di "The Travel", pezzo molto diretto e facilmente assimilabile prima di "Gates To Realm", song invece più articolata e ricca di arrangiamenti, e quindi più difficile da ascoltare.
Non si tratterà mica di un concept?
Ooopsssss... tana per gli Ahrcana!! Ebbene sì caro Sergio, hai proprio fatto centro! Anche se più che un concept vero e proprio definirei l'album come una sorta di racconto metaforico-autobiografico. Mi spiego meglio: il riassunto di quello che succederà viene narrato nell'intro "The Prophecy" dal nostro compagno di viaggio, il druido Nicodemus, il quale parla di 5 guerrieri che superando mille pericoli e combattendo aspramente arriveranno a conquistare il regno, spodestando quindi le forze del male. Il risvolto metaforico sta nel fatto che dietro tutto ciò ci sono i 5 membri degli Ahrcana, i quali hanno dovuto lottare e superare mille difficoltà, che solo chi ha un progetto come il nostro può immaginare, per raggiungere un obiettivo cioè il debut album "Into the Prophecy". Naturalmente ciò accomuna la vita di ogni persona che ha un sogno e intende realizzarlo ad ogni costo. Ovviamente stiamo lavorando affinché la storia non si fermi qui. La cosa strana è che non abbiamo deciso nulla a priori, ma ci siamo accorti che ogni pezzo si legava all'altro solo dopo aver avuto davanti agli occhi la scaletta!
Temo che comincino ad esserci sin troppi concept album in circolazione... sopratutto quelli legati alla triade fantasy-fantascienza e mitologia, tu che ne pensi?
Riguardo a ciò penso che il concetto di concept album (scusa il gioco di parole) sia stato un po' abusato. Credo infatti che solo poche band oggi siano in grado di produrre concept validi, mentre molte si limitano a pubblicare magari anche ottimi album, ma con tematiche che semplicemente si rifanno a questa o quell'opera. Secondo me infatti un buon concept è tale quando leggendo l'opera e ascoltando contemporaneamente l'album hai l'impressione che le due entità si fondano perfettamente l'una con l'altra. Un esempio a mio modesto parere è Nightfall dei Blind Guardian. Il concept album inoltre è positivo in quanto aiuta l'ascoltatore a scoprire o approfondire opere che per un motivo o per un altro non conosceva. In definitiva produrre un buon concept implica un gran lavoro di ricerca oltre che doti compositive non indifferenti.
Puoi descriverci quindi quelli che sono i contenuti dell'album, a livello musicale e per quanto riguarda le liriche?
A livello musicale abbiamo cercato di evitare alcuni stereotipi del panorama power metal italiano attuale. Uno di questi è senz'altro l'utilizzo massiccio di tastiere nei brani. Al contrario in "Into the Prophecy" si può notare facilmente la minima presenza di parti sinfoniche-orchestrali. La nostra prerogativa sta piuttosto nell'utilizzo di cori d'impatto che devono coinvolgere sin dal primo ascolto. Tutto ciò unito a riff molto diretti, come ci hanno insegnato gli anni '80.
Anche perché questo tipo di arrangiamenti ci è sembrato adattarsi molto bene ai testi. Come detto sopra, le liriche narrano di 5 guerrieri uniti contro le forze del male. Ho già accennato anche all'aspetto metaforico-autobiografico che questa storia vuole assumere: ovviamente ciò non è di facile comprensione senza una spiegazione adeguata ma, per motivi di tempo e di spazio, non vorrei dilungarmi troppo (anche per invogliare l'ascoltatore a soffermarsi sui testi...eh!eh!eh!). Prenderei quindi le canzoni più significative, che danno la giusta chiave di interpretazione anche per le altre. "In the Village" per esempio rappresenta la fase in cui i nostri eroi si trovano in una vallata dove i soldati dell'armata "Dark Elf" (l'esercito del regno) sono stati tramutati in rocce e alberi da un incantesimo malefico. Grazie allo "Spell Of Light" vengono liberati ma, nonostante abbiano riacquistato sembianze umane, essi rimangono immobili. Nella vita di tutti i giorni siamo prigionieri di vincoli mentali imposti dalla società, dalla famiglia, ecc, che come incantesimi condizionano i nostri comportamenti. Quanto sarebbe bello abbattere qualcuno di questi vincoli!!.
"Stormmaster" invece dipinge la fase che precede la battaglia. Ecco quindi la tensione, le paure, il desiderio dei soldati di pregare il proprio Dio. Quando all'orizzonte appaiano segnali di tempesta gli stessi soldati interpretano il fenomeno come un segnale del Dio delle tempeste appunto che sta dicendo loro "sono con voi!!". Ciò li fa sentire più forti e quindi vincono la battaglia. Metaforicamente si potrebbe dire che ogni individuo può trovare risorse in se stesso senza per forza doversi affidare a un'entità superiore. Qui infatti il segno divino è dovuto esclusivamente ad un'interpretazione dei soldati, che quindi inconsapevolmente traggono da loro stessi le forze per vincere la battaglia. Spero di essere stato abbastanza chiaro e di non averti annoiato soprattutto. Ad ogni modo se qualcuno volesse ulteriori informazioni-chiarimenti può contattarci sul nostro sito mi raccomando!
Ehmm... sinceramente l'introduzione narrata con annessi e connessi io lo avrei saltata: ma era proprio necessaria?
Come ti dicevo prima l'intro è molto importante per far immedesimare l'ascoltatore nella storia filo-conduttore del nostro album. Inoltre ti svelerò un piccolo aneddoto che sta dietro quest'intro: era nostra intenzione rendere omaggio un po' a tutte le persone che hanno partecipato al progetto nel corso degli anni e quindi ai vari cambi di monicker che volenti o nolenti abbiamo dovuto effettuare; THE PROPHECY è quindi il giusto omaggio al vecchio nome della band a cui noi siamo molto legati.
Ancora una curiosità: "Long Life to Dark Elf" ha qualche legame con il primo nome del gruppo?
Certamente! Leggendo il testo infatti si nota come esso celebri "l'armata dell'elfo scuro", le cui gesta eroiche sono narrate dai Bardi di ogni parte del mondo. Dando però un'interpretazione più approfondita questo è per noi un inno al primissimo nome della band. Col senno di poi il testo non è stato molto profetico è vero... ma ti assicuro che ognuno di noi Ahrcana ha ancora dentro di sé un pezzettino di quel Dark Elf che quindi continua a vivere!
Beh... da Dark Elf a Ahrcana: quali sono state le tappe salienti nella vostra storia dagli inizi a "Into The Prophecy" ?
Tra Dark Elf e Ahrcana sono passati 5 anni intensi e molto impegnativi. Al di là dei vari cambiamenti che abbiamo avuto agli inizi, come avviene per quasi tutte le band, le tappe fondamentali sono tre. In primo luogo l'arrivo nel '99 del nostro attuale chitarrista Franz Montonati che ha accresciuto tecnicamente e compositivamente la qualità dei nostri pezzi. In secondo luogo la decisione di sostituire il nostro primo singer Andrea Colombo (presente sul nostro primissimo demo) con Halley, che ha portato un'ulteriore salto di qualità sia tecnico-compositivo che di motivazioni. Le stesse motivazioni che ci hanno spinto a registrare un secondo demo (il Promo 2001 di cui si parlava prima) presso il Flying Studio di Gravellona Toce. Questa è la terza tappa fondamentale, in quanto "Promo 2001" ha visto il cambio di moniker da Prophecy a Ahrcana e ha contribuito a far girare il nome,offrendoci diverse opportunità, fino a raggiungere il contratto discografico con Steelborn/Northwind nel 2002. Aggiungerei la prova difficile che stiamo affrontando tuttora con la perdita di Halley: sappiamo infatti che è un altro scoglio fondamentale da superare, ma che ci vuoi fare, ormai siamo abituati a essere sempre sotto pressione!!!
Sul piano live come ve cavate? Immagino che suoniate anche delle covers, sono curioso di sapere quali...
La fase live è sicuramente la più bella per un musicista! Tutti infatti ti dicono: "che bello fai un album, sei nei negozi, conoscono la tua musica all'estero..." etc., ma hanno solo una vaga idea del massacro psico-fisico che sta dietro un disco. Per questo cerchiamo di divertirci il più possibile sul palco cercando di riproporre il più fedelmente possibile i nostri pezzi. Questo anche grazie al fatto che non amiamo usare troppe risorse "artificiali" in studio...
Ovviamente, essendo un gruppo agli esordi, dal vivo non possiamo proporre solo pezzi nostri, perché per quanto possano funzionare, chi ci ascolta rischia di perdere interesse. Cerchiamo perciò di farcire la scaletta con cover che scatenino il delirio ma che siano anche divertenti per noi. Ultimamente abbiamo proposto grandi classici come "Fear of the Dark" dei Maiden o "Hail & Kill" dei Manowar, ma anche pezzi un po' meno suonati come "A little time" degli Helloween, "Prowler" sempre dei Maiden oppure "Heading the Call" degli Hammerfall. Solitamente gli effetti sono mooolto devastanti!!
Stiamo arrivando alla conclusione, dimmi come sono andate le vacanze estive? Hai avuto la possibilità di tirare giù qualche pezzo nuovo oppure hai solo pensato a rinfrescarti?
Ma direi che le vacanze sono andate benone!!La prima parte in agriturismo in Toscana sulle strade della cultura e del vino (soprattutto) è stata stupenda (a parte qualche bestiolina indesiderata, ma si sa in campagna...). Poi ho tentato di rinfrescarmi al mare in Puglia, ma diventa difficile se l'acqua è 30 gradi!!! Come avrai capito non ho dedicato molto tempo alla musica in questo periodo, anche perché te lo immagini un Marshall da 400 w in un tranquillo agriturismo toscano?! Avrei rischiato il linciaggio!
Voi siete un gruppo giovane, quindi le idee dovrebbero nascere (magari influenzate) piuttosto facilmente. Credi invece che band e musicisti che hanno una lunga carriera alle spalle abbiano difficoltà nel realizzare materiale nuovo che sia sempre all'altezza?
Vedi Sergio, in entrambi i casi credo ci siano lati positivi e lati negativi. Per una band giovane come noi le idee sono tante e bisogna solo riordinarle nel modo giusto (hai detto niente!). La difficoltà sta però nel ricavarsi il proprio spazio vitale senza essere paragonati a questo o a quel grande nome. Anche perché oggi nel nostro genere si è sempre alla ricerca del nuovo, del diverso, ma non abbiamo capito che il metal è questo e più di tanto non si può cambiare(per fortuna!!). Per quanto concerne i grandi nomi, sulla cresta dell'onda da anni, questi incontrano sicuramente più difficoltà nel proporre musica sempre ad alti livelli. Hanno però dalla loro grandi case discografiche che li sostengono (Metallica docet...) e gran parte degli addetti ai lavori che raramente li bocciano o che comunque concedono loro molte più chances rispetto a gruppi meno blasonati. Ciò è comprensibile: anche per me sarebbe difficile parlar male del nuovo dei Maiden o dei Grave Digger di turno!
Stop and Go, nel senso che io ho finito ed ora tocca a te/voi!
Grazie ancora per averci concesso questo spazio!
Un messaggio a tutti i metalheads: buttate via i cd e andate ai concerti perché solo lì si respira il vero heavy metal!!
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