KLIMT 1918: Marco Soellner (voce, chitarra)

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Non è la prima occasione, e spero nemmeno l'ultima, di vedere un gruppo che si è recensito passare dalla categoria "Demo" alla sezione "Uscite Ufficiali". La soddisfazione raddoppia quando si tratta di una band che ti è passata per le mani e sulla quale avresti scommesso... e vinto! Ecco infatti i Klimt 1918 che, raggiunto il contratto discografico con la My Kingdom Music, hanno pubblicato il loro primo album "Undressed Momento". Passando dal demo all'album i Klimt 1918 si sono ulteriormente allontanati dal metal, anche se poi la conclusiva "Stalingrad Theme" è praticamente un brano Death Metal, dando sfogo a influenze che derivano dalla New Wave e dalla scena Dark degli anni '80, ora molto più evidenti ma non per questo ingombranti. Come già successo ai tempi di Metal.it, ecco qui Marco Soellner, chitarrista e cantante del gruppo romano, con cui possiamo approfondire diversi aspetti del gruppo e del loro debut album.

Ciao Marco, c'eravamo lasciati al tempo dell'ottimo demo "Secession Makes Post Modern Music", ed ora siamo di fronte al vostro "vero" debutto discografico. Come ci siete arrivati?
Caro Sergio, il tragitto è stato lungo e tortuoso. Dopo aver firmato un contratto con la My Kingdom Music, l’unica label underground realmente interessata alla nostra proposta, abbiamo cominciato a lavorare ai brani che avrebbero composto "Undressed Momento". Per un anno non abbiamo fatto altro che provare in saletta, curare gli arrangiamenti e registrare demo casalinghe. Una sorta di pre-produzione in vista delle registrazioni vere e proprie. Nel luglio del 2002, dopo aver subito un rimaneggiamento della line up (il chitarrista Alessandro Pace è subentrato al posto del dimissionario Francesco Tumbarello) finalmente siamo entrati in studio. Dopo alcune settimane di duro lavoro, ansia a non finire e grandi soddisfazioni "Undressed Momento" era finalmente pronto. Avevamo tra le mani il nostro debutto discografico, il frutto di dodici mesi di fatiche. Li per li non volevamo crederci.

Vi trovate bene con l'operato della My Kingdom Music? Dall'esterno l'impressione è di un'ottima etichetta, concreta e con delle buone idee.
Si, hai perfettamente ragione. La My Kingdom sta facendo un ottimo lavoro e sta diventando un piccolo punto di riferimento in Italia per quanto riguarda il movimento avantgarde dark metal. In giro sento già parlare di “My Kingdom style”, segno che il lavoro febbrile svolto in questi mesi da Francesco Palumbo, titolare dell’etichetta, ha avuto buon fine. Sono sicuro che il futuro di questa label sarà più che roseo.

Ho notato che non ci sono brani in comune tra il precedente demo e "Undressed Momento"... eppure si trattava di ottimi brani !
Si, è vero. A noi non piace riciclare brani vecchi. Abbiamo il computer intasato di riff e canzoni che aspettano solo di essere arrangiate. Per quale motivo dovremmo farlo?? Comunque, un giorno, spero di poter pubblicare i brani di "Secession...", magari con una nuova veste grafica curata e arricchiti da alcuni inediti. Anzi, sai che ti dico? Colgo l’occasione per fare un appello. Se qualcuno è interessato a pubblicare il materiale del promo 2001 non deve far altro che farmelo sapere….

Ne avevamo già parlato in passato, ma all'epoca sulle pagine di Metal.it... Eutk.net ancora non esisteva. Non sarebbe male quindi riassumere nuovamente la storia del gruppo, il vostro passato, le vostre influenze...
Repetita iuvant…Dunque i Klimt 1918 si sono formati nel 1999 sulle ceneri degli Another Day, un gruppo death prog in cui suonavamo io e mio fratello Paolo. Finita l’avventura con questa band abbiamo deciso di formarne un’altra con l’obiettivo di approfondire il nostro amore per i Beatles, per certe sonorità wave ’80 (Cure, U2, Smiths, Tears For Fears, Police, Japan, Bauhaus) e avantgarde (Katatonia, Novembre, Anathema, Opeth). Il risultato dei nostri sforzi è stato il demo "Secession Makes Post Modern Music", uscito nel gennaio del 2001, lavoro che ci ha garantito un contratto con la My Kingdom music.

Quando vi siete messi al lavoro sui nuovi pezzi avete cambiato l'approccio alla composizione ed alle liriche ?
Si, necessariamente abbiamo dovuto rivedere il nostro metodo di lavoro. Prima le canzoni avevano un approccio più chitarristico e venivano scritte partendo dai singoli riff. Ora che la mia esperienza di cantante si è sedimentata ho compreso quanto sia importante la cura delle linee vocali all’interno dell’economia del brano. Oggi compongo cantando, non riesco a fare una cosa separata dall’altra. Questo ci ha portato ad alleggerire molto gli arrangiamenti e a rendere le canzoni più immediate, ma allo stesso tempo più complete. Un tempo era una gara a infilare più sovraincisioni possibile, adesso invece abbiamo capito che durante le registrazioni si deve avere il coraggio anche di togliere, eliminare, snellire.

L'uso dell'italiano in alcuni passaggi mi sembra una novità... ricordo male?
No effettivamente è la prima volta che usiamo il nostro idioma per la nostra musica. In passato avevamo già dimostrato un certo interesse per altre lingue come il tedesco. Per "We Don’t Need Non Music" la scelta è caduta sull’italiano. Mi piaceva molto la musicalità del testo così ho deciso di non tradurlo. E’ stata una scelta piuttosto casuale. Chissà forse in futuro la ripeteremo ancora, non si sa mai…
Come si sono svolte le registrazioni dell'album? Momenti di panico... di euforia?
Registrare un album è un esperienza che ti travolge completamente lasciandoti alla fine svuotato di qualsiasi volontà. All’inizio c’è molta curiosità e timore, poi mano mano che si entra nel vivo del lavoro una parte celata e molto privata di te è costretta ad uscire fuori e ad esprimersi. In studio è necessario perdere qualche inibizione. La preparazione individuale non basta. Bisogna lasciarsi andare se non si vuole soccombere al panico, all’ansia, alle numerose, fondatissime preoccupazioni che accompagnano questo farsi. I primi giorni sono stati carichi di tensione: chitarre che non ne volevano sapere di accordarsi, clic da riscrivere, tracce guida errate. Poi è subentrato il momento estatico, di placida e proficua naturalezza. Merito di Giuseppe e Massimiliano degli Outersound studios, prima di tutto dei veri e propri maestri di cerimonia in grado di sciogliere qualsiasi tipo di ansia. Lavorare con persone come loro, che sanno metterti a tuo agio fin dall’inizio, è come avere un asso nella manica.

Per quanto riguarda la critica musicale, se ben ricordo per "Secession Makes Post Modern Music" si erano levati solo elogi... anche qui nessun cambiamento?
"Undressed Momento" sta avendo ottimi responsi un po’ ovunque. Certo le stroncature non sono mancate all’estero. Ma si trattava di ‘zine di musica estrema. La nostra proposta musicale, così ibrida e trasversale spesso non viene apprezzata in quegli ambiti.

Quale è stata invece le reazione da parte degli ascoltatori?
Reazione ottima, per quel poco che abbiamo avuto modo di constatare… Ti saprò dire qualcosa di più preciso quando avremo fatto più concerti.

Mi puoi dare qualche delucidazione sulla copertina e sopratutto a riguardo della prima traccia, quella introduttiva?
La foto di copertina come, quella del retro, è stata scattata da Eloisa, una nostra amica che si occupa di fotografia di moda. Quando l’abbiamo vista spulciando il suo interminabile archivio abbiamo subito pensato che si sarebbe adattata perfettamente al titolo e agli umori dell’album. Rappresenta una figura femminile sfuocata dal movimento che sta compiendo sotto l’acqua. C’è qualcosa di estremamente lieve e rilassato nella sua espressione. Esprime un lasciarsi andare dolce ed intimo. Lo stesso abbandono che dovrebbe suggerire l’ascolto del nostro cd.
La prima traccia invece è un esperimento nato in studio che ha l’obiettivo di riprodurre attraverso i rumori, un momento spogliato, pregno di intimità: una ragazza guarda la televisione, si alza per spegnerla, si accende una sigaretta. Intanto fuori piove, il rumore della pioggia si sente appena sui vetri chiusi delle finestre. In sottofondo una moto che sfreccia sulla strada. Poi i respiri di qualcun altro nella stanza. Qualcuno che è rimasto in silenzio fino a quel momento. Aspetta sospirando che la verità si dischiuda e qualcosa di molto profondo e speciale finisca.
Dunque, un’ immagine sonora molto cinematografica che abbiamo cercato di costruire tenendo a mente le suggestioni dell’album.

Beh, già che ci sei potresti anche commentarci le singole canzoni che compongono "Undressed Momento"
"Pale Song" la prima canzone, ha un mood wave alla Police con un basso enorme e un lirismo agrodolce. E’ un pezzo dal sapore politico in quanto è dedicata ad Hassan Hitab, Fedayn palestinese, autore dello splendido libro “La tana della iena”, scappato dal campo di Chatila poco dopo il massacro perpetrato dai Falangisti cristiani sotto gli ordini di Ariel Sharon nel 1982.
"Parade of Adolescence" è il brano dell’album che preferisco: elegia, melodia e immediatezza. Tre elementi che sublimano a perfezione i Klimt 1918. Musica da ascoltare nudi, in un grande letto sfatto. "We Don’t Need No Music" è l’ultimo pezzo ad essere stato scritto quindi è quello stilisticamente più vicino a ciò che stiamo sperimentando adesso. Ha un incedere molto ritmato che alla fine si scioglie in un crescendo in doppia cassa. Anche qui molta melodia, e reminescenze new wave anni ’80. "That Girl" è un 4/4 molto rock, con chitarre acustiche acquose in stile Cure ed elettriche a sette corde molto pesanti. Decisamente un brano live. "Undressed Momento" invece si assesta su ritmi più rilassati. E’ una canzone chiaroscurale. Inizia piano, per esplodere poi verso il finale rigorosamente elettrico, malinconico, in doppia cassa. "Naif Watercolur" è in assoluto il pezzo più romantico del disco: melodie molto catchy, orchestrazioni di tastiera, uno stacco centrale veramente pop, batteria terremotante. Originariamente si concludeva con "While My Guitar Gently Weeps" dei Beatles, armonia vocale che abbiamo dovuto eliminare per i soliti problemi di copyright. "If Only You Could See Me Now" è il secondo brano politico. Scaturito dopo la mia esperienza al G8 di Genova. E’ molto rabbioso, le chitarre sono pesanti, il testo particolarmente aggressivo. Si conclude con alcune citazioni Duran Duran che spero gli ascoltatori siano in grado di individuare. Infine "Stalingrad Theme", il brano più decontestualizzato di "Undressed Momento". Si tratta di puro death black metal (doppia cassa in sessantaquattresimi, chitarre splettrate) con l’aggiunta di vocals pop. Un piccolo tributo al nostro passato estremo…

Nella nostra precedente intervista, mi avevi accennato che era nei vostri progetti realizzare una homepage per il gruppo. Ho notato che l'avete realizzata, vi è stata di qualche utilità? Che ne pensate di Internet e di tutto quello che comporta?
Be’ in realtà ancora non è stata terminata. Purtroppo una serie di imprevisti stanno ancora una volta ritardando il nostro ingresso nella rete... Speriamo comunque che entro l’estate il sito dei Klimt 1918 sia pronto. Per adesso sono disponibili le nostre caselle postali. Chiunque sia interessato a ricevere notizie riguardo il gruppo può scrivere a info@klimt1918.com.
Tornando alla tua domanda penso che internet sia di grandissima utilità per tutti quei gruppi esordienti che desiderano far girare il proprio nome. Un tempo esistevano i fliers, le lettere, i nostalgici francobolli ricoperti di colla che venivano riciclati quaranta volte. Adesso invece ogni band ha il suo sito, completo di sampler mp3, notizie, fotografie. E’ una rivoluzione importante che sta già dando i suoi frutti. Prendi i Klimt 1918 per esempio. Incidono per una piccola casa discografica, ma sfruttano uno straordinario passaparola virtuale…

Temo sia giunto il momento dei saluti!
Grazie a te Sergio e a tutti gli amici di Eutk. Ci avete dato voce all’epoca del demo e continuate a farlo adesso. Vi siamo eternamente riconoscenti.

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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