Primo demo e già hanno ottenuto buoni risultati, e, infatti, i Flashback Of Anger sembrano essere in grado di rilanciare un certo modo di intendere il power metal che solo qualche anno fa vedeva come riferimento diversi gruppi italiani.
Buone prospettive quindi, tuttavia non pensavo che concedere la parola al loro bassista, Francesco Masini, equivalesse ad aprire una diga... invece mi sono dovuto arrendere di fronte ad un fiume in piena, che mi ha letteralmente sommerso!!
Partiamo con la classica ed immancabile presentazione del gruppo:
Innanzi tutto benvenuti a tutti i lettori di EUTK.NET e a tutti coloro che ci seguono.
Noi siamo i Flashback Of Anger, siamo una power-prog metal band e veniamo da Firenze. Siamo al secondo anno di attività musicale e solo dal novembre 2004 ci stiamo affacciando sul panorama underground grazie all'uscita del nostro primo demo auto prodotto "Panta Rei".
La nostra formazione è composta da 5 elementi:
Alessio Gori: voci e tastiere
Alberto Amadori: chitarra solista
Matteo Bovini: chitarra ritmica
Francesco Masini: basso
Antonio Sigismondi: batteria.
La nostra proposta musicale è quella di un power melodico dalle decise influenza prog, con elementi che (marginalmente) in alcuni casi riprendono una ritmica heavy e con un utilizzo molto classico delle tastiere.
Il nostro intento è quello di ritrovare e riproporre un metal molto melodico, sebbene aggressivo, con atmosfere sognanti e molto sentimentali.
Bisogna ammettere però che non è facilissimo inserirci in un genere preciso, abbiamo diverse componenti musicali che si fondono insieme, sia per scelta, ma, soprattutto, a causa di un modo di comporre che in senso letterario può essere definito di tipo "romantico", infatti i nostri pezzi non vengono composti seguendo dei canoni fissi di power o prog metal, bensì si cerca di ricostruire l'"effetto" emotivo che vogliamo dal pezzo, ovviamente ispirandoci e tenendo in considerazione però anche le strutture basilari del power e del prog.
Anche se la composizione dei pezzi è proprietà di Alessio diplomato in pianoforte al conservatorio, si può dire che ognuno di noi apporta un differente stile e una sensazione del tutto personale al pezzo. Alessio ci fornisce le strutture base poi noi, attraverso un lavoro di arrangiamento, le riadattiamo al modo di suonare a noi più vicino, quindi più power o prog o epic o heavy a seconda del momento e delle sensazioni del periodo.
È per questo che tanti generi diversi si fondono spesso nei nostri pezzi, sebbene siano sempre caratterizzati da uno stile pianofortistico classico e sinfonico.
Siamo un gruppo molto mobile, data anche la giovane età, che difficilmente si "ancora" a canoni e posizioni musicali fisse, siamo in continua evoluzione ed il nostro stile cambia con e attraverso le nostre esperienze, cosa a mio avviso positiva dato che ci garantisce un continuo rinnovamento, evitando di auto-clonarci nelle composizioni.
Il nostro intento è quello di coinvolgere quanto più possibile l'ascoltatore nei nostri sentimenti, siano essi positivi o negativi.
Terminerei questo riepilogo dicendo che siamo una band giovane con ancora dei margini di miglioramento molto elevati, soprattutto dato che siamo autodidatti, compreso Alessio, diplomato si in pianoforte ma del tutto autodidatta vocalmente.
Speriamo di poter far sempre meglio per chi ci segue, garantendo un buon prodotto musicale e, senza ombra di dubbio, tutto l'impegno possibile.
Credo che trovare il nome da dare ad una band sia sempre più difficile... come siete arrivati a Flashback Of Anger ?
Il nome è stato probabilmente una delle cose più difficile ma allo stesso tempo buffe che ci siano capitate.
Abbiamo fatto dei sondaggi e ognuno di noi ha provato a fare delle proposte. Al primo giro tutte sono fallite miseramente sono stati tirati fuori nomi come: Manovals, Scream Of Vengeance, Delirium Tremens e tanti altri. I problemi fondamentali erano tre: trovare un nome che ci rappresentasse, che fosse consono al nostro stile, e che non fosse ridicolo.
Ma il problema di fondo è che non conoscevamo nessuna delle suddette condizioni!
Abbiamo cominciato la nostra avventura musicale come un gruppo di ragazzi che suonavano in una band per la prima volta, quindi del tutto all'oscuro di ciò che sarebbero andati a fare e per giunta facendo cover che andavano dagli Iron ai Metallica, agli Stratovarius, cosa che certo non ti offre garanzie su uno stile ben preciso.
Per 6 mesi siamo stati chiamati come "i Bonini" dato che era Matteo a prenotare la sala prove lasciando il suo cognome.
Il nostro nome è venuto fuori per caso, parlando in sala prove un giorno notammo come intorno a noi ci fosse un grande scetticismo e un velo di derisione da parte di molti nostri amici, quindi noi, prendendo il tutto come sfida, dicemmo che un giorno avremmo concluso qualcosa di buono e avremmo fatto ricredere molta di quella gente.
Se sommiamo la sfiducia ad una grande voglia di esprimersi il risultato è Flashback Of Anger, trovato un giorno dal batterista (Antonio) e subito piaciuto al resto del gruppo.
Come i nostri brani si può dire che anche il nostro nome è nato con l'istinto, forse sarebbe più adatto ad un gruppo trash ma noi lo amiamo particolarmente per il significato che porta, significato che sta assumendo sempre più forza da quando il nostro demo ha fatto chinare la testa a molte persone. Inoltre abbiamo potuto constatare come questo nome rimanga abbastanza bene in mente, cosa che senza dubbio può dirsi utile per un gruppo che basa la sua esperienza (almeno per ora) sull'auto produzione e l'auto promozione.
"Panta Rei" è il vostro primo lavoro, quindi prime esperienze in studio, il risultato finale ha rispecchiato ciò che avevate in mente oppure avete dovuto rinunciare a qualcosa?
La rinuncia per un gruppo che si affaccia alla sua prima produzione auto prodotta penso sia un elemento invalicabile, soprattutto a causa del budget.
Ma dire che abbiamo rinunciato a qualcosa non sarebbe del tutto corretto, più giusto è dire che non abbiamo fatto le cose in grande come avremmo voluto.
"Panta Rei" è stata una vera e propria sfida e un grande rischio, soprattutto perché è composto dai primi 5 pezzi che abbiamo composto, non abbiamo scelto le canzoni, abbiamo preso quelle che c'erano e registrate, senza riarrangiarle, senza correggerle e senza esperienze in studio, insomma, un prodotto nudo e crudo, molto "nature".
Questo nostro lavoro è stato molto rischioso in quanto non sapevamo come un eventuale pubblico avrebbe reagito, il rischio di farsi un pessimo nome è molto alto. Ebbene abbiamo notato con soddisfazione l'interesse e l'apprezzamento che ha suscitato questo lavoro, con ottime recensioni, un'alta richiesta e un aumento delle serate live e di pubblico che vi partecipa, insomma, una grande vittoria, ottenuta col sudore.
In ogni caso è giusto notare come questo lavoro potesse senza dubbio essere svolto meglio, cosa che non mancheremo di fare per i pezzi che già si sono aggiunti al nostro bagaglio, ci auguriamo di fare ancora meglio, viste le possibilità e l'aumento dell'esperienza. "Panta Rei" è stato un ottimo punto di partenza, un'ottima vittoria, ma si può star certi che non ci fermeremo qui, siamo persone che pretendo molto e sempre di più da loro stessi.
Vogliamo che le persone apprezzino la nostra musica e ci auguriamo che in futuro questo apprezzamento aumenti, faremo di tutto per fare in modo che sia così, le capacità e la voglia ci sono, speriamo di trovare un struttura che ci metta a disposizione budget e basi consone alla realizzazione di un prodotto di alta fascia, in grado di soddisfare sia la nostra musica che chi avrà il piacere di seguirla.
Avete letto molte recensioni del vostro nuovo demo? Siete d'accordo con quanto è stato scritto?
Sono arrivate diverse recensioni del nostro lavoro e decisamente ci troviamo d'accordo con gran parte di esse, non solo perché i voti che ci sono stati attribuiti sono ottimi (si va dal 7 al 7 1/2), ma anche perché, dal punto di vista critico la faccenda è stata analizzata con molta attenzione e con molta schiettezza. Le recensioni per una delle quali vi ringraziamo, sono state molto utili anche al nostro lavoro e allo sviluppo di una capacità critica che, solo chi svolge professionalmente il proprio lavoro è in grado di far emergere.
Siamo rimasti molto soddisfatti delle recensioni fin qui ricevute, rendono merito al nostro impegno facendoci però notare i punti negativi e le cose da correggere e migliorare, credo che ogni gruppo che esce con un lavoro debba farsi recensire, che queste siano buone o nette stroncature, sono estremamente utili per rendersi conto delle cose che, a volte, essendo sentimentalmente coinvolti nel proprio lavoro, si tendono a non considerare con il giusto peso.
Insomma ringrazio tutti i recensori per il lavoro svolto e la fiducia accordataci.
Qui su EUTK.NET (e non lo faccio per leccare) sono particolarmente bravi.
Dopo il passato ed il presente, diteci quali saranno le vostre prossime mosse...
Le nostre prossime mosse sono innanzi tutto continuare assiduamente il nostro lavoro e comporre quei pochi brani che ancora mancano per concludere una nostra idea di cui vi parleremo in seguito, trovare molte date live per ritagliarci spazzi importanti per promuovere la nostra musica, continuare a migliorare le nostre capacità, accrescere la nostra esperienza, trovare una label interessata al nostro lavoro.
In sostanza abbiamo in cantiere un opera di consolidamento che si spera faccia da "intro" ad un'opera di affermazione, crediamo di stare svolgendo un buon lavoro o quantomeno consono ai nostri obiettivi.
Le nostre prossime mosse saranno quindi il risultato degli obiettivi che riusciremo a raggiungere, essendo un gruppo ancora agli inizi, dobbiamo fare un passo alla volta, sfruttando il meglio e seguendo la via che può farci migliorare di più. Noi puntiamo molto su un concept che stiamo per concludere, speriamo che ciò ci consenta di uscire presto con un album che, a parte gli ultimi ritocchi si può già definire concluso, soprattutto dal punto di vista concettuale. Seguiremo lo svolgersi degli eventi, è ancora presto per pianificare il futuro sebbene siano state già dettate delle vie fondamentali per far si che questo futuro sia il più soddisfacente possibile.
Fate parte dell'underground metal italiano... ma se per verificare la vostra cittadinanza è sufficiente un'occhiata alla vostra carta d'identità, come ci dimostrate la vostra fede metallica?
Sinceramente è la prima volta che ci troviamo a rispondere ad una domanda di questo genere e sinceramente non è affatto facile rispondere.
Si sente molto in noi il fatto di essere italiani, non soltanto per la musica in sé, ma soprattutto per il modo molto sentimentale e caldo in cui ci esprimiamo nei testi e nelle idee del nostro concept, anche le sonorità classiche aggiungono (non so spiegare perché) un tocco in più di italianità, troppo spesso sottovalutata.
Per esempio in gruppi come i Labyrinth si riconoscono nelle loro atmosfere tratti tipici del carattere degli italiani (ovviamente non è che siamo tutti uguali), come il sentimento, la morbidezza delle note, il calore e la solarità, ovviamente rimanendo nel power metal!
Per testimoniare la nostra fede metallica non saprei cosa altro dire se non ascoltateci!
Infatti noi siamo un gruppo metal molto atipico a livello visivo ma soprattutto siamo molto lontani dallo stereotipo (a mio avviso troppo presente nell'underground italiano) del metallaro grosso e incavolato che beve birra a tutti i costi e si veste di pelle nera, niente in contrario, semplicemente noi non siamo così e risulteremmo ridicoli se ci provassimo.
Siamo un gruppo di ragazzi abbastanza tranquilli, e probabilmente uno dei pochi gruppi metal totalmente astemi, Matteo (chitarra) non sopporta neanche l'acqua gassata!
Ma non per questo manchiamo di grinta o siamo meno metal di altri!
In ogni caso essere metallari si esprime a nostro avviso principalmente con la musica, altrimenti che gusto ci sarebbe? spesso i musicisti più formidabili e potenti sono quelli che sembrano dei padri di famiglia, non ci venite a dire che Mjung dei Dream Theater sa di metallaro perché non ci credete neanche voi! E Romeo dei Symphony X come lo vedete dietro un camioncino da porchettaro? Io da Dio! Eppure sparano metal come ossessi, e che musicisti!
E questo è solo un esempio fra molti altri casi, che discorsi, per quanto tranquilli sul palco bisogna darsi da fare ed esprimersi anche dal punto di vista scenografico, ma è inutile salire sul palco con le borchie se stecchi tutti le note e non ti rendi conto di quello che stai facendo! C'è troppa gente che crede che per essere metallaro basti raspare su un basso o su una chitarra.
Ci siamo capiti: non saremo scenografici ma almeno la nostra musica non le manda a dire!
Viva il metal vero, quello suonato e sudato, lasciate perdere i posers, non ne vale la pena (anche perché sanno suonare una volta si e 10 no).
Facile per voi parlare di musica... quindi: quale film o libro usereste per rappresentare il gruppo? E' ancora troppo facile? Allora motivatelo!
Non ti saprei dire con esattezza quale film o libro usare per rappresentare il nostro gruppo, sinceramente speriamo di poter scrivere col tempo una storia tutta nostra, in ogni caso possiamo tentare di fare un curioso accostamento con un grande classico: l'Odissea di Omero. Specialmente per il tipo di percorso del protagonista.
Come sappiamo questo grande classico è composto da una serie di "Nostoi", parola greca che significa ritorno, senza andare troppo a scavare nei significati dei vari "Nostos", che presentano una vastità di elementi mitologici poco atti ad un accostamento con il nostro gruppo e con la nostra idea di musica; l'Odissea ci può offrire uno spunto molto interessante, quello di perdersi e a volte ritrovarsi, scoprire e superare i propri limiti, scavalcare con un balzo le difficoltà. Ponendo quindi noi come l'astuto Odisseo, il parallelismo risulta chiaro agl'occhi. Noi come lui persi in un ritorno, si rabbioso ma importante alla nostra crescita, come persone e come musicisti, in cui spesso si viene tratti in inganno dalle sirene della ribalta e della fama, speranze tradite e gorghi pronti ad inghiottirti.
E la musica come una moglie devota è li che ci aspetta alla fine del nostro viaggio, del quale non riusciamo a scorgere mai il termine, in una solitaria, ma importantissima marcia verso la tranquillità, verso la soddisfazione, verso un risultato ottenuto fra sofferenze ed ostacoli.
Anche noi come gruppo pecchiamo di "Ubris" come fece il grande Ulisse e per questo ci troviamo spesso intrappolati in disagi che noi stessi ci creiamo. Speriamo un giorno di poter attraccare alle dolci sponde della nostra Itaca musicale, passando a testa alta fra quei Proci (è facile il gioco di parole) che tanto hanno agognato una nostra caduta fra i flutti. Saremo mai incoronati un giorno?
Quali aiuti riceveremo noi, profughi della musica? Ad Odisseo fu propizia Atena e a noi quale Dio ci terrà manforte?
Tutti interrogativi per noi ancora troppo ardui, noi che solo ora ci troviamo a trarre le ancore dalla baia di Troia in fiamme, quella Troia che adesso per noi facilmente si accosta ad un panorama musicale in cui tutti tentano di espugnarti senza lasciarti la possibilità di vedere oltre le mura della tua sala prove. Saremo noi scaltri come l'astuto Ulisse, riusciremo a trarci d'impiccio dal mulinare degli eventi, speriamo di sì, ma non piangete se cadremo fra i vortici marini o schiantati sugli scogli, noi saremo sempre fieri di averci quantomeno provato.
Questo sinceramente è l'unico accostamento che mi è giunto alla mente, le difficoltà in musica sono molto più simili ad una tempesta in mare aperto di quanto si pensi, speriamo di scegliere la giusta rotta.
Power metal e fantasy sono spesso a braccetto, anche voi fate parte di questa categoria, da dove arriva questa passione? Dalla copertina direi di si...
Non posso assolutamente smentirti, anche noi siamo grandi appassionati di Fantasy, tanto che Francesco (bassista) ha un drago tatuato sul polpaccio e la scritta dell'anello sul braccio, come avremmo fatto a rispondere di no?
Però devo anche dire che, se a livello personale amiamo il Fantasy allo stato puro, con le varie saghe letterarie e cinematografiche, a livello musicale sfruttiamo per così dire le "scappatoie" letterarie che il genere ci offre.
Il nostro modo di proporre il Fantasy non è quello convenzionale e epico, come usato per esempio dai Rhapsody, bensì più che il Fantasy abbiamo usato la fantasia, coniando una storia che parla di una realtà in cui è la mente a dominare la scena, non pretendiamo di dare veridicità storica o mitologica in maniera "tlokienana" al nostro operato artistico, sarà l'ascoltatore a dargliela, dato che il nostro concept tratta dei sentimenti più vicini all'uomo, come l'amore e l'odio, in una dimensione che però non pretende di dare spiegazioni universalistiche, bensì lancia una pietra, uno spunto di riflessione, sul quale ogni ascoltatore potrà trarre le conclusioni che più si avvicinano alla sua esperienza di vita.
Ovviamente a volte esce fuori qualche cenno ad un Fantasy più cavalleresco, come per esempio nel testo di Flashback Of Anger, ma, anche qui, a concept concluso si capirà che le cose non stanno esattamente come sembrano.
In ogni caso non possiamo che elogiare il genere in questione per il merito, che se non è quello di averci dato un filo da seguire, è quanto meno di averci aiutato ad usare la fantasia, insegnato a sognare, una cosa bellissima per la quale non c'è prezzo e della quale c'è un immenso bisogno.
Siamo degli amanti della mente e del ruolo che svolge nella vita dell'uomo, sia nel bene che nel male. Il nostro Fantasy, come la nostra musica, non è fisso, monolitico in grado di far sembrare tutto reale, nel nostro Fantasy, come nella nostra musica, tutto sembra disegnato con gli acquarelli, tutto sembra sfuggire e tornare, sempre uguale ma diverso, in continuo mutamento, un flusso che si sa da dove comincia ma non dove finisce.
Se non sbaglio "Panta rei" è incentrato su un concept, vero?
"Panta Rei" rappresenta la base primordia di un concept album che abbiamo già sviluppato, sebbene necessiti ancora di molto lavoro, che assumerà il nome di "Splinters Of Life", Panta Rei è una sorta di premessa della storia che prenderà forma nel concept insieme ad altri 5-6 canzoni, quasi del tutto composte in toto. Avrà una struttura di carattere letterario, direi quasi che la storia potrebbe essere rappresentata in teatro.
Riassumendo il concept posso dire che narra delle vicende di un giovane che si trova ad affrontare una dimensione onirica che si fonde e si interseca con la realtà, in un'ambiguità di eventi, in un gioco che si svolge fra il sogno, l'inconscio ed il reale. Infatti l'effetto interessante che propone questa storia è che il lettore (e quindi poi l'ascoltatore) non può essere mai del tutto sicuro che l'evento trattato in un atto (e quindi poi in una song) si svolga concretamente, nella mente del protagonista o in un sogno.
La storia rispecchia un visione molto vicina al sentimento dell'uomo odierno di spaesamento e paura del mondo e di sé stesso, senza però pretendere di dare a questo sentimento un tocco universalistico, che pretenda arrogantemente di descrivere tutta la condizione dell'uomo in rapporto al mondo. Il concept esprime come la vediamo noi e allo stesso modo lasciamo all'ascoltatore ogni libertà di percepire qualsiasi tipo di sensazioni.
Tutto sembra inserito in una sorta di "libro game", non c'è mai un'unica soluzione o un'unica interpretazione, ma infinite, ogni persona che si accosterà all'ascolto di "Splinters Of Life" avrà probabilmente una sensazione del tutto soggettiva degli avvenimenti anche se fondata su un' essenziale linea narrativo - musicale, che indica una semplice traccia, un indizio.
Tutto ciò non è stato fatto per mancanza di invettiva o per accaparrare il maggior numero di consensi possibile, come avrete già capito dalle domande precedenti non abbiamo paura di assumerci rischi e responsabilità, vogliamo per una volta offrire un prodotto aperto ai sentimenti di ognuno, in un mondo (compreso quello musicale) in cui tutto appare blisterizzato e preordinato per essere assunto come una medicina commerciale dal pubblico, siamo stanchi di ricette, vogliamo lasciare a chi lo ascolterà la possibilità di sognaree costruirsi la propria storia.
Ma quale migliore spiegazione ci può essere di quella fornita dall'autore in persona: Alberto, che coadiuvato da un canovaccio by Flashback Of Anger in toto, ha messo in piedi tutto il concept?
Passiamo quindi la parola alle sue testuali parole: "L'avventura narrata è quasi esclusivamente incentrata sull'interiorità del protagonista.
Il protagonista rappresenta la giovinezza disillusa in un quadro di vita quotidiana che appare familiare quanto incerto e sospeso nel tempo. "Splinters of life" ci comunica una concezione pessimistica della vita, ma sempre pronta a continue smentite: un flusso di coscienza che nasce dal nulla e finisce nel nulla, dopo un lento decadere che vede l' uomo alla costante ricerca di valori per i quali condurre la propria esistenza. Il concept vuole esprimere il disagio di una generazione dominata dalla totale soggettività dei valori, valori che ognuno cerca dentro di sé senza che sia mai possibile distinguere con esattezza il "giusto" dallo "sbagliato", il sogno dalla realtà, l'amore dall'odio, un rapporto dialettico in continua evoluzione."
Proprio per la difficoltà di trovare valori, vogliamo lasciare agli ascoltatori la possibilità di riflettere su se stessi e di trovarvi i propri, qualunque essi siano, nella nostra musica.
Questa è la nostra visione, ai futuri ascoltatori la parola su quello che sarà, per loro,"Splinters Of Life".
Capitolo Internet, cosa ne pensate... aspetti positivi e negativi, senza limitarvi però al solo aspetto musicale ma analizzandone anche l'impatto socio/culturale. (azz... questo sembra un tema per l'esame di Maturità!!)
Intanto possiamo affermare che Internet è un grandissimo mezzo, ammesso che venga usato in maniera corretta.
Per quanto riguarda la musica, il web è un'occasione fantastica per i gruppi emergenti di aprirsi nuove vie e prospettive con un lavoro attento e volto ad espandere il proprio nome e le proprie idee.
Come nota positiva citerei i siti come il vostro che con serietà e professionalità aiutano i gruppi nel proprio compito.
Per quanto riguarda l'impatto socio-culturale anche qui dipende tutto dall'uso che si fa del mezzo, qualora questo si manifesti come astrazione dell'uomo dalla realtà di tutti i giorni, causando una difficoltà fra i rapporti inter-personali, allora diventa senza dubbio motivo di preoccupazione.
Per esempio ci sono molti, troppi, giovani della nostra età che seno dei fenomeni sulle chat (a mio avviso il peggior aspetto di internet) e dal vivo non sono in grado di esprimere un concetto compiuto, a volte, inoltre, si verifica che l'uomo del cyberspazio perde l'identità di se stesso, nel mondo telematico è possibile essere chiunque in qualsiasi momento.
Il fenomeno di spacciarsi donne quando si è uomini è viceversa è abbastanza grave, non per un discorso razzista o sessista, ma perché esemplifica in maniera eccezionale la vanità e il vuoto interiore espresso dell'uomo in queste occasioni.
Se usato correttamente questo mezzo può essere un ottimo fautore della crescita della persona, vi si trovano un sacco di informazioni utili e di cose interessanti per la cultura e per il tempo libero, insomma, si può accostare un po' alla televisione: tutto sta in ciò che si propone e si prende in esame.
Ma ancora una volta siamo noi a scegliere a che mondo appartenere: a quello che si avvale della bontà del web, traendo nuovi spunti per arricchirsi, come nel caso della musica; o a quello del porno facile, della vendita dei bambini o delle chat in cui non si riesce più a capire chi siamo?
Come sempre l'ultima parola sta alla nostra intelligenza.
Ancora più difficile: riviste... webzine... fanzine... diversi modi di esplorare il mondo musicale, pregi e difetti!
Grazie a dio o chi per lui si comincia a capire che un ottimo mezzo di conoscere la musica non è solo ascoltando qualunque cosa, ma anche andandosi a leggere una buona recensione su un sito come EUTK.NET. Con questa operazione possiamo imparare contemporaneamente a:
conoscere un gruppo nuovo o affermato da vari punti di vista, prendere in esame la musica in maniera critica e competente, evitando di sparare giudizi per sentito dire, si impara un po' a scrivere, cosa della quale c'è una mancanza incredibile, e ci si accosta alla musica in maniera più consona e rispettosa (rispetto che la musica si merita).
Nello specifico caso delle webzine metal, qui si offre la possibilità alle persone di capire che il metal non è quel mondo di bambini uccisi, donne stuprate, blasfemia e odio verso il prossimo; sono un ottimo mezzo per contrastare il perbenismo dilagante che fa di noi metallari tutti bestie di satana, uno può anche rendere grazia al re degli inferi senza uccidere nessuno, è solo uno stile musicale, un modo di esprimere la propria aggressività, anzi, andrebbe incentivato: chi fa della musica valvola di sfogo alle proprie frustrazioni solitamente è persona assai tranquilla e rispettosa dei sentimenti altrui (almeno così ci insegna la nostra esperienza), poi che discorsi, gli idioti ci sono sempre!
Per quanto riguarda gli aspetti negativi sinceramente nel caso delle webzine non ne abbiamo trovati molti, forse l'unico è che alcune di queste prendono in considerazione un gruppo solo se già affermato, dimenticandosi così di investire sul proprio futuro, la scena dei gruppi emergenti è un buon vivaio anche per le webzine dato che i gruppi come noi offrono spesso cose nuove e molto materiale, molti sembrano averlo capito, altri invece proprio non ci arrivano, peggio per loro!!
Chiudiamo alla grande... o meglio fatelo voi!
Mi pare di aver detto abbastanza, anzi spero di non essermi dilungato troppo nelle mie spiegazioni, è che è tanta la passione che ho per la musica e per il mio gruppo che potrei parlarne per ore, spero che le mie parole vi siano piaciute e vi abbiano destato curiosità e voglia di approfondire la conoscenza dei Flashback Of Anger, spero di aver espresso al meglio il mio ed il nostro modo di vedere e vivere la musica, facendovi venire voglia di seguirci o di intraprendere un'esperienza simile.
Spero di avervi coinvolto nel nostro grande sogno, facendovi vedere come può essere bella la musica e tutto ciò che gli gira intorno; probabilmente lo sapevate già da soli, ma in questi casi fa bene ribadire il concetto.
L'unica richiesta? Rimanete con noi il più a lungo possibile per vedere che succede, ci sarà da divertirsi e se non ci sarà troveremo un modo.
Grazie a tutti per l'attenzione, grazie mille a EUTK.NET che ci offre questi spazi importantissimi, grazie a voi che avete letto perchè senza di voi, il pubblico, a chi il musicista farebbe sentire altrimenti la propria arte?
Grazie a chi ha fiducia nel nostro operato.
Grazie a tutte le persone che ci spronano a continuare, grazie a chi ci ama e chi ci ascolta.