Tra i migliori rappresentanti della sempre più interessante scena metal siciliana, gli Irencros hanno da poco esordito con “Alchemy of Destruction”. Un bel disco di Power Metal Sinfonico, che ha avuto una gestazione travagliata, ma che alla fine, stampato dalla Adrenaline Records, ha finalmente visto la luce. Ma come emerge dalla parole del cantante Giulio Di Gregorio e del chitarrista Gianfranco Attardo, purtroppo le difficoltà non sono finite ed altre sfide aspettano gli Irencros.
Non hanno mollato sinora e spero continuino a tener duro.
Come si conviene per un gruppo all'esordio, credo si debba iniziare dal riassumere la storia del gruppo... sopratutto da dove salta fuori il monicker Irencros?
Gli Irencros nascono nel 1998, la band è stata fondata da Gianfranco Attardo (Chitarra) Johnny Bozzari (Basso) e Davide Lima (Batteria).
Negli anni successivi la band affronta diversi cambi di line-up fino a quando entrano Simone Campione (Chitarra), Giulio Di Gregorio (Voce) e Francesco Ilona (Tastiere).
Da li in poi la formazione resta stabile e di conseguenza è stato possibile iniziare un duro lavoro di ricerca per creare il sound del gruppo.
L’Irencros è il nome di una croce celtica che veniva usata nel medioevo per scacciare gli spiriti maligni.
"Alchemy of destruction" esce solo ora ma è un sacco di tempo che i più attenti alla scena italiana ne sentono parlare... è un bel po' che vi sbattete, non è vero?
La pubblicazione è stata davvero sofferta, dopo il primo demo abbiamo deciso di autoprodurci un master con tutti i brani che avevamo a quell’epoca, il 2001, per cercare qualcuno interessato a stampare e distribuire il disco. Alla fine del 2003 dopo aver vagliato diverse proposte, decidiamo di accettare le condizioni dell’Adrenaline Records. Il disco sarebbe dovuto uscire 6 mesi dopo, ma causa fallimento del distributore italiano con cui la label aveva un accordo, l’uscita del disco viene rinviata a tempo indeterminato. Quindi già erano passati 2 anni dalla registrazione del master. A questo punto decidiamo di registrare nuovamente tutto il master nei nuovi Hangar 18 di Giulio, in modo da rendere la produzione più competitiva, in particolare nei suoni. Escludiamo 2 vecchi brani per inserirne 2 nuovi più la cover dei Queen registrata 2 anni prima nei Raven Studios. Dopo circa 2 mesi il master era pronto, ma purtroppo i diversi problemi della nostra label ritardano di altri due anni l’uscita del disco, ovvero Novembre 2006… un’attesa alquanto improponibile visto che il mercato musicale cambia nel tempo, considerato anche che in “Alchemy…” ci sono brani che hanno ormai più di 6 anni!!!
Sfogliando "Alchemy of destruction", puoi descriverci quindi quelli che sono i contenuti dell'album, a livello musicale e pure per quanto riguarda le liriche?
L’argomento principale delle liriche è ovviamente la distruzione. Ogni brano dell’album non fa altro che affrontarne uno dei tanti aspetti. Ad esempio in “1984 Slives of”, ispirata dal capolavoro di George Orwel “1984”, si parla di distruzione in termini di annientamento della libertà umana; nel brano “Jesters”, invece, muoviamo una critica al problema del monopolio dei mezzi di comunicazione da parte di certe elites di potere che gestiscono l’informazione per loro uso e consumo. I brani “Blindness” e ”Annihilation” hanno un’impronta per certi versi ecologista (il tema è diviso in 2 brani). Anche la scelta di riproporre “The Show Must Go On” dei Queen non è casuale e a nostro modo ci sembrava coerente con i temi e le atmosfere che volevamo creare con il nostro disco. Per sintetizzare, il tema della distruzione nelle sue svariate sfaccettature, la figura dell’alchimista, tra mago e scienziato, a collegare tutte le songs.
Sebbene siano evidenti atmosfere Power Sinfoniche e Neoclassiche, sono altrettanto chiari passaggi speed/thrash ed anche un cantato parecchio aggressivo. Un intreccio forzato oppure nasce spontaneo?
Uni intreccio spontaneo, ogni elemento della band ha influenze molto diverse, tutti però abbiamo un denominatore comune i Symphony X, i Testament e per certi versi i Queen, quindi ti lascio immaginare.
... addirittura "The King is Dead" in alcuni momenti mi fa pensare ai WASP!
Beh, mai nessuno ci aveva paragonato ai WASP… ad ogni modo li conosco bene e questo non può che farmi piacere!
In una vostra vecchia intervista apparsa sempre su Eutk, ho letto una storia interessante riguardo alle registrazione delle vocals di "The Gosen"... per l'occasione Giulio è riuscito a trovare la giusta ispirazione?
Sembrerà assurdo ma durante le sessioni di registrazione di “The Gosen” abbiamo avuto strani problemi, non a causa di Giulio, ma il programma di audio editing dava continuamente errori perdendo dei file in maniera inspiegabile… .un po’ come è successo anni prima… .mah, un po’ un mistero… forse non dovevamo storpiare la parola ebrea Goses, che non è altro che il nome di una condizione trascendentale dell’anima… semplifico molto il concetto…
Ci sono altre storie particolari o curiosità su qualche altra canzone?
Penso possa bastare già la stranezza di The Gosen……
Le canzoni non sono comunque mai "spoglie", vi siete fatti aiutare da dei guest, sia per le parti vocali sia per quelle musicali?
La composizione di tutto il materiale è nostra, i guest si sono limitati a prestare le loro voci, Mario Giacalone singer degli Envidhia e dei Nexus presta la sua possente voce nell’intro “The Alchemist”, Mark Raven esegue un recitativo in “The Gosen”, la nostra amica Carla Tripisciano esegue il coro femminile in “The Show Must Go On”, approfittiamo nuovamente per ringraziare tutti i guest per la loro estrema disponibilità!
Quali motivi ci sono dietro la scelta rischiosa, ma a mio parere pienamente centrata, della cover di "The Show Must Go On" ?
L’infinito e spropositato amore verso i Queen, ma forse e soprattutto verso il grande Freddie Mercury. Al momento io e Gianfranco, stiamo registrando Bohemian Rhapsody, ma stavolta senza sconvolgerla. Io adoro le parti corali e amo registrare da solo tutte le voci, come ho fatto nel nostro disco e in quello dei Thy Majestie.
Cosa mi dici invece delle altre due bonus track, "Soldiers of Nothing" e "Two Thousand Years and a Gate" ?
Sono i 2 brani che abbiamo scartato al momento di registrare nuovamente il master. Le ritenevamo troppo complesse all’ascolto, poco immediate, sopratutto “Soldiers of Nothing”. La nostra label ha pensato di inserirle comunque come bonus… Giulio non era convinto, a lui non piace come ha cantato in quei brani.
Quanto è importante per un disco avere una buona produzione? Può essere più importante della musica stessa?
Oggi si pensa di più alla produzione che alla musica, ma chi vuol veramente ascoltare musica, prima pensa alla melodia e poi al resto…ma è innegabile che il mercato ha delle leggi severe!
Ed una bella copertina ed un booklet accattivante e ben realizzato?
Un buon vestito fa sempre figura, è un buon biglietto da visita, la grafica è stata realizzata da Giulio, fortunatamente lui è fotografo ed è riuscito a salvare la situazione creando delle foto che ritraessero l’alchimista nel suo laboratorio, poi ha manipolato il tutto, il risultato finale è quello che si può vedere nel cd stesso… il grafico dell’Adrenaline Records lasciava molto a desiderare...
La scena siciliana sta mettendo in mostra un sacco di gruppi interessanti, esiste una vera e propria scena dalla vostre parti ?
Sicuramente non come la conoscete al nord Italia. Di band ce ne sono parecchie, ma la possibilità di suonare è radente quasi al nulla. Se si guarda poi a potenziali esperienze live in altre regioni si pone il problema dei costi elevati per gli spostamenti e se non si dispone di grossi budget la cosa risulta veramente difficile..
L'uscita del disco ha aperto - o perlomeno socchiuso - le porte ad un possibile tour di supporto... a qualche data interessante?
Come ho accennato sopra, le difficoltà sono enormi. Oltretutto al momento nella band siamo rimasti in tre (Giulio, Gianfranco e Simone) gli altri elementi hanno abbandonato la band… causa l’enorme sfiducia e stress procurate dal terribile ritardo dell’uscita del disco… grazie al sistema pessimo della nsotra label. Oggi le cose sono molto difficili e a Palermo è difficile trovare musicisti adatti e motivati.
Beh... "The Show Must Go On", ma l'intervista si chiude qui: con le vostre ultime parole...
Ringraziamo EUTK.NET per lo spazio dedicatoci, Supportate le band emergenti!!!
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