I The Defaced, supergruppo che comprende membri di Darkane, Terror 2000 e Soilwork, si erano conquistati già un piccolo posto d’onore nell’olimpo svedese grazie al loro album d’esordio, ma per il secondo disco ‘Karma In Black’ avevamo già notato in sede di recensione alcune evoluzioni stilistiche sia grafiche che di sonorità. Segno di maturità giustamente raggiunta da un gruppo di musicisti ultracollaudati o segno di idee confuse in fase di songwriting ? Parliamo anche di questo con Mattias Svensson, axeman del combo.
Mattias, dopo solo due anni sono cambiate già molte cose nella vostra musica, non trovi ?
Quando abbiamo pubblicato ‘Domination Commence’ nel nostro sound si sentiva molto dei Machine Head e dei Testament e questo non era proprio quello che avevamo in mente quando abbiamo scritto i pezzi, ma solo ciò che ne veniva fuori naturalmente. Quando abbiamo iniziato a scrivere i brani di ‘Karma In Black’, invece, abbiamo preso le parti del primo disco che ci piacevano di più e abbiamo cominciato proprio da lì per comporre, quindi questo disco è una continuazione e una evoluzione del precedente, anche se sono molti quelli che hanno visto un notevole cambiamento. Sono d’accordo comunque, che sia diverso, solo voglio precisare che non è stata una cosa pianificata a tavolino, ma un cambiamento naturale grazie al quale abbiamo stabilito meglio il nostro suono.
Il titolo è davvero strano per un disco metal, non trovi ?
Si, è particolare. ’Karma In Black’ E’ una riflessione sull’incapacità di prevenire le cose brutte che ci accadono nella vita. Penso che ognuno di noi attraversa brutti momenti e spesso ci sono attimi in cui ti ritrovi a credere che ti capiti sempre solo il peggio, come se vivessi in una perpetua spirale discendente. Non è una considerazione religiosa, la nostra, ma solo un modo di dire ‘ciò che non ti uccide ti rende più forte’.
Chi si occupa di più dei testi ?
Io ed Henry (Ranta, il batterista, ndr) ed entrambi scriviamo nello stesso modo. E’ come se scrivessimo da dentro una bolla guardando l’esterno. I testi del disco sono oscure riflessioni, è vero, ma sono anche un’esortazione a prendere in mano le redini della propria vita. Ne abbiamo discusso molto anche dopo la pubblicazione del disco, con Henry e tutti i brani ci sembrano far parte di un discorso unico, anche se è ovvio che ognuno può interpretarli come vuole e non pretendiamo che l’ascoltatore si identifichi per forza in quello che volevamo dire noi.
Avete goduto di un’ottima produzione e una buona distribuzione, mi pare. Siete soddisfatti ?
Certo, senza dubbio. L’obiettivo era di fare un disco pieno, energico e vivo e per questo l’abbiamo registrato in due studi diversi. A Queenstreet Recording siamo andati per le parti di batteria, nel Darkane Studio per il resto. Non volevamo effetti sul drum-kit, né riverberi, né campionamenti, e la stanza della batteria di quello studio è davvero buona, poi siamo tornati lì anche per il mixaggio, per circa 8 giorni. Il resto ci ha occupati per due mesi di duro lavoro durante i quali abbiamo consumato quantità enormi di pizza ed ettolitri di birra. Avevamo molte idee sul disco e mi sembra che tutte siano state soddisfatte in pieno. Per la distribuzione non posso dire molto, perché dipende dal paese in cui ti trovi e da chi ha in mano il disco lì. Spero che facciano del loro meglio comunque.
Beh, so che viene distribuito anche in Giappone. Immagino che, come al solito, là ci siano delle bonus track.
Indovinato. C’è una traccia in più chiamata ‘World Wide Hysteria 5.1 . (Ma perché diavolo fanno ‘sta cosa solo in Giappone non l’ho mai capito, ndr)
Parlate di ‘metal per le nuove generazioni’ nella vostra biografia. Come se le nuove generazioni non si accontentassero solo di MTV...
Non sono d’accordo. Sono totalmente convinto che le nuove generazioni avranno sempre interesse nella musica estrema. E’ un modo per esprimerti, il bisogno di comunicare e di essere te stesso tramite la musica ed il metal è un mezzo straordinario per questo. Non credo di essere l’unico a pensarla così. D’altro canto esisterà sempre gente che continuerà ad abusare della plastica commercialità dell’intera industria pop.
E molti giovincelli invece fondono metal con suoni più rap. E’ solo un momento ?
Mah, non saprei. Forse potrebbe essere un vero e proprio genere musicale completamente stabilizzato, così come lo fu per il death metal quando si impose quella scena per la prima volta. Credo che molta roba di questa sia davvero buona, che si sviluppi bene. A molta gente da fastidio, ma non ne capisco il motivo. Fai quello che ami di più e lascia che gli altri facciano lo stesso.
Comunque il metal migliore viene dal Nord Europa adesso, e di questo ne sono più che sicuro.
Ed è molto strano, ti assicuro. Forse è solo perché molte delle grandi influenze degli anni ’80 e ’90 sono state forgiate da alcune band nordiche. Non c’è altro motivo che riesca a trovare dal momento che qui , almeno in Svezia, non abbiamo una scena metal nei piccoli locali. Devi essere una grande band blasonata per suonare nel locale più scadente. Questo mette un po’ in difficoltà molte band emergenti. (Beati voi ! Qua suona chiunque sappia tenere in mano un battipanni, ndr)
E l’Inghilterra invece è fuori...
E già. Ma lì sono sempre stati focalizzati sulle mode, anche sul metal all’inizio, è chiaro che doveva finire così.
Che ascolti nel tempo libero ?
Davvero tutto. Da Elvis, che tu ci creda o no, fino alle ultime uscite metal. Siamo tutti fan della musica di ogni tipo.
Tornando al disco, avete registrato anche un video, ‘Once In Between’. Parlami di questa esperienza.
Siamo andati in un vecchio magazzino, qui ad Helsingborg, la vigilia di Natale. Abbiamo filmato per un po’ di giorni ed essendo il nostro primo video ti posso dire che è veramente strano suonare in playback così a lungo ! Comunque è stato molto divertente. Il video ha un’idea di base molto semplice : c’è una rosa che cade per tutto il video, finché alla fine non urta il terreno e si rompe. Quasi un simbolo per dire che anche le cose più belle alla fine finiscono e muoiono. E’ stato mandato già in molte parti del mondo, in Canada e anche qui da noi ed è stato davvero grande vederlo. Speriamo che continuino a mandarlo.
Sembrate un gruppo affiatato nonostante proveniate da band diverse e quindi avrete idee diverse.
Si, ma l’amicizia tra noi cinque è un toccasana per la nostra creatività. Quando componiamo musica lo facciamo insieme, facendo uscire fuori i sentimenti comuni al gruppo. L’idea migliore che salta fuori sarà anche quella definitiva e non ci sono mai stati grandi disaccordi. Questo è il processo ideale che dovrebbe seguire ogni buona composizione.
In conclusione dovrei dirti di salutare i fan italiani, ma preferirei solo quelli di EUTK.net che sono più belli e simpatici !
Ascoltate ‘Karma In Black’, se cercate musica dura, moderna e melodica non resterete delusi. Spero di vedervi numerosi nei festival estivi. Spaccheremo tutto insieme ! Stay Defaced !
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