Kamelot (Thomas Youngblood)

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Gruppo:Kamelot

All’inizio dello scorso anno è uscito “The black halo”, disco che si è rivelato da subito come un capolavoro inaudito, che ha lanciato la band di Thomas Youngblood su sentieri per loro ancora sconosciuti. Oggi nessuno peccherebbe più di esagerazione se definisse i Kamelot come una delle realtà più importanti dell’intero panorama heavy metal, tra le pochissime della nuova generazione ad aver creato qualcosa di originale, ad aver contribuito a ridefinire le coordinate del power classico donandogli un gusto più raffinato e romantico, decisamente lontano dalle pacchianità orchestrali di certe formazioni.
A più di un anno e mezzo dal nostro primo incontro, ho nuovamente l’occasione di parlare con Thomas Youngblood: questa volta ci si sente al telefono, e l’occasione è l’uscita di “One cold winter’s night”, il dvd che riprende il concerto tenuto ad Oslo nel febbraio di quest’anno, e che purtroppo al sottoscritto è toccato solo in versione doppio cd…
Anzi, a voler essere sinceri, quando squilla il telefono di casa mia il pacchetto promozionale non è ancora in mio possesso, ma non mi sembra il caso di scagliarmi nuovamente contro il mondo dei corrieri privati! Diamo la parola al chitarrista della Florida, leggermente raffreddato ma disponibile come sempre. Chi volesse, può andare a leggersi la mia recensione nella sezione apposita: come vedete, alla fine i corrieri si sono riabilitati…

Per prima cosa ti chiedo di scusarmi, ma non ho ancora ascoltato il vostro live album né tanto meno visto il dvd… sai, le poste italiane…

Non ti preoccupare, capisco perfettamente il problema! Comunque, se ti interessa saperlo, il disco suona alla grande!

Mi fa piacere, del resto non mi aspettavo diversamente! Che ne diresti di presentarlo in due parole?

Si tratta del nostro secondo live, il primo in assoluto su dvd. L’idea è venuta dalla nostra casa discografica, che ha pensato che potesse essere il modo più adatto per celebrare il grande successo di “The black halo”. Per l’occasione hanno deciso di fare le cose in grande, e ci hanno permesso di realizzare questo lussuoso package con tanto di poster, un sacco di materiale extra e un doppio cd live assieme alla versione video del concerto. Anche per filmare lo show ci sono state date condizioni ottimali, per cui abbiamo contattato il nostro registra preferito, che aveva già lavorato con noi per il video di “March of Mephisto”. Il concerto in questione è andato alla grande e credo che in definitiva questo sarà un prodotto di cui tutti i fans potranno ritenersi soddisfatti!

Ho notato che la setlist dello show è piuttosto diversa da quella che avete presentato a Milano lo scorso marzo, e che in generale è più incentrata sui brani dell’ultimo album: di solito per un dvd ci si aspetta una sorta di greatest hits…

Beh, questo è l’album che stavamo promuovendo per cui ci sembrava la cosa più giusta da fare, inoltre la Sanctuary detiene ancora tutti i diritti sulle nostre vecchie canzoni, e per ognuna che vogliamo utilizzare dobbiamo sborsare un sacco di soldi. Ci siamo dunque preoccupati di scegliere quelle canzoni che eravamo sicuri i fans avrebbero voluto per forza di cose sentire, vale a dire “Nights of Arabia”, “Forever”, ecc. Ma più in generale abbiamo preferito concentrarci su “Black halo” ed “Epica” perché entrambi fanno parte del concept che abbiamo anche voluto mettere in scena, portando sul palco i vari personaggi con le loro differenti caratteristiche. E’ stata una cosa molto divertente da fare, specialmente nella trilogia di “Elizabeth” (che però non c’entra nulla con il concept citato! NDA) nella quale ha recitato anche mia moglie Mary. Abbiamo fatto una cosa molto diversa dal punto di vista visivo, perché pensavamo al dvd, ma è una cosa che ci piacerebbe portare avanti anche in futuro, rendere cioè il nostro show maggiormente teatrale.

Non vi siete sentiti nervosi alla vigilia del concerto, sapendo che c’erano tutti questi elementi nuovi, e soprattutto che avreste filmato e registrato tutto quanto?

Abbiamo imparato negli anni precedenti ad accostarci ad ogni show nella stessa maniera, anche perché ciascuno di essi potrebbe avere un motivo particolare che ti rende nervoso: ti senti in una certa maniera, oppure sai che c’è a vederti qualcuno di importante… abbiamo dunque cercato di fare come al solito, di essere noi stessi sul palco, cercare di offrire ai nostri fans lo show migliore possibile, senza preoccuparci troppo delle telecamere! Perché se stai a guardare troppo quell’aspetto, a preoccuparti di come ti stai muovendo sul palco, se certe tue pose sembrano buffe, beh, non te la cavi proprio più!

Normalmente, quando un gruppo fa uscire un disco dal vivo si parla di fine di un’era e inizio di un’altra: sarà così anche per voi?

No, come ti ho già detto prima, si tratta solo di un modo per celebrare questa fase molto positiva della nostra carriera. So che di solito le bands tendono a far coincidere il disco dal vivo con l’inizio di una nuova era, ma non è il nostro caso. Abbiamo semplicemente sfruttato il momento: avevamo un’ottima venue, un ottimo direttore… non c’è nulla di particolare dietro questo dvd, non è che adesso ci metteremo improvvisamente a cambiare il nostro stile o cose così…

Mi sembra a questo punto legittimo chiederti qualcosa del successore di “Black halo”…

E’ in fase di lavorazione, anche se ancora non abbiamo deciso certe cose, tipo il titolo. Siamo appena tornati da un tour molto positivo in Nord America e tra un paio di settimane partiremo per la Germania per iniziare le registrazioni. Speriamo di poterlo finire in modo tale che possa uscire alla metà di aprile.

Posso avere qualche anticipazione sulla direzione in cui avete deciso di muovervi?

In generale sarà più heavy dei due precedenti, più brutale, ma nello stesso tempo non si discosterà di molto dalle cose che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni. Vogliamo sicuramente aggiungere nuovi elementi al nostro sound, qualcosa che non abbiamo mai provato prima, in modo che possa costituire anche una sfida per i nostri fans…

Hai lavorato al songwriting assieme a Roy Khan come in precedenza?

Sì, abbiamo lavorato nello stesso modo: io sono andato in Norvegia per un po’, lui è venuto qui, ed abbiamo già fatto una session in Germania assieme al produttore. D’altronde c’è un’ottima alchimia tra di noi e penso che anche questo album sarà un altro passo avanti per la storia di questa band!

A proposito di Roy: l’ultima volta che ci siamo visti avevo già avuto modo di sottolineare quanto le sue prestazioni in studio siano eccellenti. Dal vivo purtroppo non mi è mai sembrato particolarmente brillante, in particolare nella vostra ultima data italiana le cose non sono andate molto bene…

Ci sono tanti elementi da tenere in considerazione, come ad esempio la serata, la salute del cantante, la situazione delle spie… in particolare Roy ha sempre avuto problemi con le spie, faceva fatica a sentirsi, per cui spesso spingeva la sua voce per potersi sentire sul palco, con risultati chiaramente non positivi… ma credo che ogni musicista possa andare incontro a problemi di questo tipo quando si appresta a suonare live. Adesso abbiamo migliorato i dettagli tecnici, e le cose vanno meglio: ho letto alcune recensioni degli ultimi show nordamericani ed erano tutte positive…

Senti, questo è un periodo in cui il supporto dvd sembra un po’ inflazionato, con l’uscita di tanti lavori davvero mediocri: non pensi che possa in qualche modo essere dannoso affacciarsi sul mercato con un prodotto del genere?

Per quanto ci riguarda, abbiamo semplicemente cercato di offrire il prodotto migliore possibile, anche in considerazione della quantità di soldi che ci abbiamo investito. Del resto è un atteggiamento che abbiamo nei confronti di ogni cosa che realizziamo, si tratti di un album da studio, di un poster o di una copertina! Quanto sul fatto che fare uscire un dvd adesso possa essere una mossa rischiosa… no, non penso proprio. Non è tanto importante il periodo, anche se fossimo usciti due anni fa le cose sarebbero state le stesse, del resto non ci interessano tanto i ragionamenti sul marketing…

Prima parlavi del vostro tour negli Stati Uniti: che differenze riscontrate tra il suonare in questo paese ed esibirvi in Europa?

Beh, devo dire che le cose negli Stati Uniti stanno davvero migliorando! Abbiamo fatto in passato degli show locali in cui la gente era poca e stava tutta ferma a braccia conserte, però in questo ultimo tour la partecipazione è stata veramente alta, soprattutto a New York i fans sono andati letteralmente fuori di testa, quasi di più che in Europa! Probabilmente c’è un ricambio generazionale, abbiamo notato un sacco di gente giovane nelle prime file. Non so che cosa stia accadendo, ma è sicuramente molto bello, e spero che duri il più a lungo possibile! Non dimenticheremo certo il nostro pubblico europeo, ma continueremo a suonare negli Stati Uniti, anche perché lì è tutta una questione di suonare dal vivo, continuare a tornare negli stessi posti, come hanno fatto i Kreator, che hanno aumentato il loro pubblico in maniera esponenziale…

“On a winter’s night” esce sei anni dopo il vostro primo disco dal vivo, che documentava il tour di supporto a “Fourth legacy”: che cosa è cambiato nel frattempo?

Ovviamente siamo cresciuti tantissimo in tutto questo lasso di tempo, sia dal punto di vista tecnico che come performance dal vivo. Diciamo che “Expedition” è semplicemente la versione primitiva di come suoniamo ora, adesso abbiamo più orchestrazioni e un suono nettamente migliore…

Ok Thomas, grazie per la chiacchierata, conto che ci vedremo presto dalle nostre parti…

Verremo in Europa due volte, prima dell’estate e poi a settembre, e sicuramente l’Italia sarà inclusa in una di queste due fasi…

Avete sentito? Cominciate a mettere da parte i soldi…

Intervista a cura di Luca Franceschini

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