Dagli Ides of March ai gloriosi Survivor ai Mecca, l'infaticabile Jim Peterik continua la sua collezione di successi con i Pride Of Lions, sua ultima creatura. Con il secondo album "The Destiny Stone" Peterik e il suo giovane pupillo dall'ugola d'oro Toby Hitchcock hanno superato se stessi per la gioia dei loro numerosi fans. Abbiamo raggiunto Jim Peterik, mente e braccio dei Pride Of Lions ma anche insospettato filosofo... Buona lettura!
Come mai avete deciso di pubblicare un nuovo album ad appena un anno di distanza da "Pride of Lions"?
Ai "vecchi tempi" i gruppi tendevano a fare uscire un album all'anno, quindi non è una cosa così inusuale. Oltretutto c'erano molte cose che volevo dire e un sacco di idee che non vedevano l'ora di prendere forma. E poi volevamo sfruttare la scia del nostro primo album, tenere vivo il momento magico!
Vi siete sentiti sotto pressione, visto il grande successo del vostro debut?
Io e la pressione andiamo d'accordo! Mi piace avere delle scadenze fissate da gente che rispetto, come i dirigenti della Frontiers che si aspettano ogni volta un lavoro di alta qualità e non si accontentano di nulla di meni. Credo che sentirmi sotto pressione abbia contribuito a migliorare il mio modo di scrivere e suonare ogni brano del disco.
Come avete deciso di usare "The Destiny Stone" come titolo?
Quello è il brano che conduce tutto l'album, secondo me, e mi ha permesso di attingere a una fonte inesauribile di idee. Penso che ognuno di noi sia stato messo su questa Terra per un motivo preciso. Questa canzone parla di trovare questo motivo e condividere i nostri doni con l'ambiente che ci circonda. Molti dei brani dell'album hanno a che fare con la ricerca del significato profondo della vita.
Chi ha scritto i brani?
Io ho scritto tutte le canzoni, questa volta. Penso che Toby diventerà un compositore in gamba, ma per ora il suo contributo consiste nella sua incredibile voce e lo spirito che ha durante ogni prova e ogni incisione. E comunque se lui non "sente" una canzone, allora la tagliamo via. Ha bisogno di sentire dentro ogni nota per cantarla nel modo in cui lui sa farlo!
Dove avete registrato "The Destiny Stone" e quanto tempo avete impiegato per finire le registrazioni?
L'abbiamo registrato a casa mia, nel mio studio privato, che io chiamo World Stage International; è incredibilmente attrezzato, ma la chiave di tutto è Larry Millas, un ingegnere che lavora con me da molti anni e che è incredibilmente intuitivo e anche divertente. Ci sono voluti all'incirca tre mesi per scrivere, registrare e mixare l'album.
C'è qualche relazione tra il titolo dell'album e i testi?
In "The Destiny Stone" descrivo una serie di eventi della mia infanzia quando mi sentivo come se stessi precipitando in una crepa nel tempo, come se avessi intravisto l'infinito, Dio o le mie vite passate. non ho mai capito del tutto questi episodi ma in qualche modo quel periodo mi è servito a plasmare la mia vita e mi ha portato a credere fermamente che esiste qualcosa molto più grande di noi...
Ascoltando "The Destiny Stone" si ha l'impressione che il vostro sound sia diventato più maturo rispetto al lavoro passato. Si è trattato di una scelta precisa o è stata una naturale evoluzione della vostra musica?
È stata una evoluzione naturale. Stiamo una entità che sta iniziando a crescere. Quando un brano come "The Destiny Stone" fa da colonna portante del disco è naturale che molti degli altri brani siano a un livello di profondità in linea con esso. Certo, ci saranno sempre canzoni più divertenti come "The Courage To Love Somebody", il cui testo fa comunque riflettere.
Per quest'album avete aggiunto alla vostra line-up Thom Griffin ai cori (già con i Mecca) e la batterista Hillary Jones: per quale motivo avete scelto questi due artisti?
Thom è probabilmente uno dei migliori vocalist con cui abbia mai lavorato. È un grande solista ma è anche un eccezionale corista, è sempre un onore lavorare con lui: Per quanto riguarda Hillary, cosa posso dire, lei è un genio! L'ho chiamata per eseguire degli arrangiamenti in stile Neil Peart, come "The Destiny Stone" o "Behind The Mask". Ed Breckenfeld è un batterista altrettanto incredibile, solo si tratta di sue stili diversi.
Sei soddisfatto di com'è venuto l'album o c'è qualcosa che cambieresti?
Mi piacerebbe remigare "Second Hand Life" se potessi, ascoltandolo ora penso che avrei potuto rendere il sound molto più duro di quanto non abbia fatto.
Cosa ci dici della copertina, cosa rappresenta e di chi è stata l'idea?
L'idea è stata mia e di Mark Alano, il mio designer. È una immagine che si riferisce all'era di Camelot ma rappresenta anche il castello di Edimburgo dive è custodita la Pietra del Destino.
Da cosa è dipesa la decisione di far precedere l'album da un singolo "Black Ribbons" che n però non contiene alcun brano tratto da "The Destiny Stone"?
In realtà "Black Ribbons" è un singolo che abbiamo realizzato per raccogliere fondi per le famiglie delle vittime dell'attentato di Madrid, noi non abbiamo guadagnato nulla. È un modo per cercare di sensibilizzare le persone e renderle consapevoli. Inoltre è un assaggio dei Pride Of Lions dal vivo perché ha due versioni live di "Gone" e "I Can't Hold Back".
Com'è andata la vostra attività live durante quest'anno? Possiamo sperare di vedervi dal vivo in Europa o in Italia?
Per tutto il 2004 abbiamo fatto delle apparizioni live per promuovere il nostro primo album, abbiamo fatto dei set acustici in Europa e un buon numero di concerti in America. Adesso stiamo lavorando sodo per ricominciare a suonare dal vivo nel 2005, abbiamo avuto molte proposte che stiamo vagliando, staremo a vedere che succede!
Cosa pensi della scena musicale di oggi, c'è qualche nuovo artista che apprezzi particolarmente e che credi lascerà un segno per il futuro?
Non so se lasceranno il segno ma mi piacciono molto i Train e John Mayer, e anche qualcosa dei Linking Park e dei Velvet Revolver.
Quali progetti avete per il futuro?
Faremo un DVD live dei Pride of Lions nel 2005 e continueremo a promuovere in ogni modo "The Destiny Stone". Io terrò un grande concerto come World Stage a febbraio a Chicago che ospiterà molti artisti tra cui Kelly Keagy dei Night Ranger, Kevin Chalfant, Tom Keifer dei Cinderella e molti altri.
Grazie mille per l'intervista! Vuoi lasciare un messaggio per i vostri fans italiani?
Vorrei ringraziare tutti voi italiani per la vostra passione per la vita e per la musica. Sono le persone come voi che ispirano il mio lavoro. Voi riuscite davvero a sentire la musica, cogliete davvero il significato dei testi; e, per me, chi riesce a mettere insieme un buon messaggio con una bella melodia ha davvero tutto! Grazie di tutto e keep rocking!
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