NEAL MORSE (cantante)

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A cura di Carlo Viano
Trascrizione: Elena Mascaro

Cantautore, polistrumentista, instancabile ed iperattivo sul palco; con gli Spock's Beard , con cui è riuscito nel difficile tentativo di dare un nuovo corso musicale al genere "New Prog", il successo è arrivato subito con il debut "The Light", a cui fecero seguito capolavori come "Beware Of Darkness" e "Snow" (la risposta americana all'inarrivabile "Subterranea" degli inglesi IQ), poi la partecipazione alla "superprogband" Transatlantic e la collaborazione con Ayreon in "The Dream Sequencer" e infine la decisione improvvisa di lasciare gli Spock's, motivata da un sempre più crescente bisogno di cercare qualcosa di più spirituale, culminata con gli album "Testimony" (ora disponibile anche in versione DVD live) e l'ultimo "One". Signore e signori, Neal Morse!

Quando hai iniziato a creare "One"?
Ho iniziato a lavorarci nell'novembre del 2003, ma avevo già delle idee dal mese di ottobre, mentre ero in tour per promuovere Testimony, e ogni volta che mi veniva un'idea la registravo su un registratore. Nel periodo di Natale ho iniziato a lavoraci più seriamente fino a Gennaio 2004 quando ho deciso di dedicarmici al 100%. Dovrei controllare i miei appunti ma credo che la prima cosa che ho scritto sia stata "The Man's Gone" che poi è anche il concetto trainante dell'album, quello da cui è partito tutto il concept, quest'uomo che abbandona Dio e poi torna sui suoi passi.

"One" è un altro concepì album dove, a differenza di "Testimony" , parli di temi biblici e non più del tuo personale rapporto con Dio usando lo stesso approccio musicale che avevi con gli Spock's Beard o con i Translatlantic: si tratta forse di un tentativo di accontentare sia i tuoi vecchi fans sia i tuoi fans cattolici?
In genere scrivo quello che sento, ogni similitudine tra i miei dischi è pura coincidenza, non c'è mai nulla di studiato, cerco di creare in modo libero e di fare quello che Dio vuole che io faccia. In realtà non ero troppo sicuro di voler fare un altro concepì, verso febbraio ho anche avuto un blocco creativo a causa di questa mia indecisione, sapevo di aver bisogno di aiuto ma non sapevo chi o cosa avrebbe potuto darmelo. Poi verso aprile Randy George è venuto a farmi visita e ha tirato fuori dei testi e dei nuovi spunti che mi hanno molto aiutato e in quel momento ho capito che avrei dovuto finire l'album così com'era. Era come se Dio mi avesse detto di andare avanti, di mandare i demo a Mike Portnoy e sentire il suo parere; arriva un momento in cui lavorare da solo ti fa perdere la prospettiva di quello che fai ed io stavo attraversando proprio quella fase. Le persone con cui ho lavorato, invece, hanno apprezzato quello che avevo creato e mi hanno aiutato a dargli forma, a correggere alcuni punti... diciamo che io ho fatto l'80% del lavoro e Mike e Randy hanno aggiunto il resto.

Hai anticipato la mia terza domanda, mi chiedevo quanto fosse stato importante per te lavorare con Randy George e con Mike Portnoy sin dall'inizio...
È stato molto importante. Loro hanno portato una freschezza che io non riuscivo ad avere e di cui avevo bisogno.

Ascoltando "Author Of Confusion" ho avuto l'impressione che fosse un tributo ai Gentle Giant...
Rendo omaggio ai Gentle Giant da più di dieci anni! Sono cresciuto ascoltando molta musica acappella perché mio padre è il direttore di un coro, e ho imparato ad amarla così come amo gli arrangiamento vocali complessi. Amo i Gentle Giant dalla prima volta che li ho sentiti, credo che la prima volta che ho iniziato a comporre della musica sentendomi ispirato da loro fosse per l'album "Beware Of Darkness" con gli Spock's... Ad ogni modo mi piace utilizzare idee differenti per le mie canzoni e spero davvero che la gente apprezzerà tutto l'album: io mi sono davvero divertito a scriverlo e a suonarlo!

Tornando a "One", cosa ci dici del bonus cd?
Abbiamo finito "One" un giorno prima del previsto e volevamo divertirci così abbiamo iniziato a registrare le basi di una serie di cover, poi abbiamo deciso di utilizzare queste basi per il bonus cd. Credo che in tutto ci siamo volute cinque settimane per finirlo.

La scorsa estate hai partecipato al California prog Fest, dove sei stato raggiunto sul palco da Nick D'Virgilio e da Ryo Okumoto: sei ancora in buoni rapporti con i membri degli Spock's, dunque?
Sì, ci sentiamo spesso, per telefono o via instant messenger e io continuo a seguire la carriera degli Spock's o quella dei singoli membri, ad esempio Ryo in questo momento è in tour in Europa, ma non abbiamo mai perso i contatti. Suonare insieme al Prog Fest è stato un po' deludente perché mancavano gli altri membri, in particolar modo la chitarra di Alan (Morse), insomma non era proprio la stessa cosa. Ma è comunque stato bello rivederci!

Com'è andato il tour europeo di "Testimony" (il cui DVD live è da poco disponibile): come sei stato accolto dal pubblico?
Benissimo! Il tour è andato molto bene e il pubblico è sempre stato molto caloroso!

Farai un tour promozionale anche per "One"? Forse verrai anche in Italia?
Sì sicuramente andremo in tour con "One". Mi piacerebbe molto venire a suonare anche in Italia ma il problema è che è difficile che ci vengano offerte delle date lì da voi, soprattutto perché ci vogliono un sacco di soldi per muovere una intera band e tutto lo staff...

Ricordo che qualche anno fa con gli Spock's, l'album era "V", avete suonato in un locale piccolissimo, talmente piccolo che in molti hanno pensato che fosse uno scherzo e non sono venuti a vedervi!
Non sapevo che qualcuno avesse addirittura pensato che fosse uno scherzo! Sì, ricordo quel concerto, il posto era piccolo e non l'abbiamo neanche riempito tutto! Comunque a me piace suonare ovunque, sia in posti piccoli sia in posti grandi, e prego di riuscire a venire anche in Italia!

Hai lasciato gli Spock's per seguire una tua direzione musicale ispirata alla tua conversione religiosa: come mai non hai pensato di poterlo fare rimanendo negli Spock's Beard?
Ho sentito che in quel momento Dio mi stava chiedendo di fare questo; non c'erano problemi di nessun tipo nella band ma io ho percepito che quello era il volere di Dio e mi sono limitato a o obbedire. Non credevo fosse giusto rimanere e cercare di cambiare quello che loro volevano fare, non volevo impormi. Penso che i miei dischi da solista e i loro dischi senza di me siano diversi da quanto fatto in passato ma si tratta solo di cose diversi, in entrambi i casi sono stati fatti degli ottimi dischi. Penso che loro abbiano fatto un ottimo lavoro e che avranno un enorme successo e sono molto felice per loro!

Per ora è tutto! Grazie infinite, Neal, per questa intervista! Ora vorrei che dicessi qualcosa di speciale per i nostri lettori!
Pregate Dio con tutta la vostra vita, con tutto il vostro cuore e la vostra mente! Questo è il mio messaggio!

Intervista a cura di Carlo Viano

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