Primo Cd/Dvd live per gli eccellenti Seventh Key di Billy Greer, Mike Slamer (che torna alle esibizioni dal vivo dopo un lungo periodo d’assenza) e Terry Brock.
Una registrazione realizzata di fronte ad un pubblico rigorosamente selezionato fatto d’amici ed ospiti “particolari” e che dimostra, in ogni caso (se ce ne fosse bisogno), come tiene a sottolineare con una certa forza il nostro interlocutore Billy Greer, che gli autori di “Seventh Key” e “The raging fire”, non sono affatto un “freddo” progetto nato a tavolino atto a produrre studio albums “scientificamente” concepiti per minare le coronarie dei melodic hard rock fans, ma un gruppo vero e genuino, capace di dimostrare le sue qualità anche alla “prova” del palco.
La recente partecipazione al festival “United Forces Of Rock” di Ludwigsburg (vicino a Stoccarda), è un’ulteriore conferma di tale asserzione e ci lascia fiduciosi di avere, anche dalle nostre parti, la possibilità in futuro di assistere in diretta ad una loro performance.
Per il momento accontentiamoci di quest’ottimo “surrogato” chiamato “Live in Atlanta” e di approfondirne un po’ il contenuto grazie alle parole di Mr. Greer.
Un disco dal vivo dopo solamente due (peraltro eccellenti) lavori in studio … Quali sono le ragioni di una scelta come questa?
Lo scopo fondamentale era quello di realizzare un Dvd live. La versione in Cd è stata pubblicata per tutti quelli che volevano sentire i Seventh Key suonare dal vivo senza dover per forza acquistare il Dvd.
Con quale criterio avete selezionato i brani da includere in questo lavoro?
La selezione è stata compiuta da me e da Mike con l’aiuto di Terry. Credo che i brani inclusi nel disco siano quelli in grado di rappresentare al meglio la nostra musica.
Il suono del disco appare piuttosto buono e “naturale” … merito di una competente live crew e di uno staff tecnico “da concerto” molto qualificato oppure ehm … il risultato del sapiente utilizzo di overdubs?
La tecnica che abbiamo utilizzato per filmare e registrare questo Dvd è stata quella di realizzarne una versione con il pubblico ed un’altra senza, in modo tale da avere più di una fonte alla quale attingere per ottenere i risultati migliori. Mi domandi se ci sono degli overdubs? Ovviamente la risposta non può che essere affermativa. Il 99% dei cosiddetti “Cd e Dvd live” li hanno e anzi, ti posso dire che nella mia esperienza ognuno dei lavori di questo tipo nei quali sono stato coinvolto ha contemplato l’uso di overdubs.
Nel Cd ci sono moltissime situazioni emozionanti e tra queste non si può non parlare della versione acustica di “Forsaken”, con Robby Steinhardt e tuo fratello Johnny nelle vesti d’ospiti davvero speciali.
Cosa ci puoi dire di questo “momento magico”?
Sono stato molto felice di godere dell’opportunità di avere mio fratello e Robby ospiti sul palco per quest’arrangiamento acustico di “Forsaken”. E’ una cosa che Johnny ed io potremo raccontare e mostrare ai nostri nipoti e pronipoti. Abbiamo iniziato a suonare insieme nella nostra prima band all'incirca quarant’anni fa …
Sono stato, inoltre, molto onorato dal fatto che Robby si sia dimostrato disponibile a concederci il suo tempo e il suo talento per impreziosire ulteriormente l’esecuzione del brano.
Ho parecchio apprezzato anche le tre bonus studio tracks incluse nell’edizione in formato Cd di “Live in Atlanta”, tra le quali spicca “Remember you well”, descritta come il frutto della collaborazione tra te e Kerry Livgren. Ti va di raccontarci la “storia” di questa cooperazione?
“Remember you well” non è stata proprio una collaborazione nel vero senso della parola. Quando registrammo il primo Cd dei Seventh Key, la nostra etichetta voleva che fosse costituito da tredici canzoni. Io e Mike ne avevamo scritte solamente dodici, così chiesi a Kerry se aveva delle canzoni già pronte da poter utilizzare e lui mi propose questa traccia. Ho ri-eseguito le parti vocali della canzone e l’ho mandata alla Frontiers. Finì per diventare una bonus track della versione Giapponese del nostro debutto.
Non ho ancora avuto l’occasione di vedere il Dvd “Live in Atlanta” ... Ho letto che è stato diretto dalla figlia di Mike, Nicole … Cosa puoi aggiungere in merito a questa scelta di tipo “familiare”?
Nicole ha frequentato una scuola di cinematografia a Los Angeles. Aveva girato due video per i Seventh Key unicamente a scopo dimostrativo e Serafino della Frontiers, dopo averli visti ed aver apprezzato la qualità del suo lavoro, le ha chiesto di occuparsi delle riprese del Dvd. Il fatto, poi, che Nicole fosse la figlia di Mike, non ha avuto niente a che fare con il suo incarico; è, come suo padre, una persona di gran talento e come lui è alquanto perfezionista in quello che fa.
Tra tutti i brani del Vostro favoloso repertorio, quali sono quelli che ritieni abbiano la migliore resa dal vivo e l’impatto più forte sul pubblico?
Le canzoni che hanno ottenuto la migliore reazione da parte dell’audience sono state “The sun will rise”, “Always from the heart”, “The Kid could play” e “Only the Brave”.
Cosa ci dici della Vostra presenza al festival “United Forces Of Rock”, insieme a grandi bands come Legs Diamond, John Wetton/Geoff Downes, Blanc Faces, Pride of Lions, ecc.? Tra queste, quali sono quelle che ti piacciono maggiormente?
Ho grande rispetto per tutti questi gruppi. Conosco piuttosto bene Geoff Downes, dacché gli Asia aprirono i concerti dei Kansas della metà degli anni ‘90, quando suonammo in Germania. Conosco da diversi anni ormai anche Jim Peterik e nutro una grandissima stima nei suoi confronti sia come musicista, sia come compositore.
Moltissime “new sensations” riescono a raggiungere il successo anche senza un qualunque tipo di gavetta “da concerto”. Ritieni che l’attività dal vivo sia fondamentale per poter essere davvero un “gruppo” musicale?
E’ una cosa importante, forse anche troppo, per l’opinione pubblica.
In ogni intervista realizzata per promuovere entrambi i nostri precedenti Cd, mi è stato chiesto da praticamente tutti i giornalisti se i Seventh Key fossero esclusivamente un progetto da studio oppure una band vera e propria. E’ sperabile che con il Dvd ed ora, con il concerto che abbiamo suonato in Germania, questa domanda possa ritenersi sepolta per sempre.
Talvolta i live albums identificano una circostanza importante nella carriera di un artista, con un relativo cambiamento nell’approccio musicale … dei momenti di “svolta” insomma … Che cosa rappresenta per Voi questo “Live in Atlanta”? Quando avremo la possibilità di ascoltare del nuovo materiale dei Seventh Key?
Per quanto riguarda la possibilità di un cambiamento nell’approccio musicale, direi proprio che è una cosa da escludere, a meno che tu non abbia già pronto del materiale per questo scopo specifico … (mi spiace Billy … ma mi sembra che ve la caviate “discretamente” anche senza il mio aiuto …N.d.A.). “Live in Atlanta” dimostra in maniera inequivocabile che i Seventh Key sono una band autentica e che sono qualcosa di più, dunque, di un semplice progetto nato in studio.
Ci troveremo al più presto con Mike per lavorare sulle canzoni del nuovo Cd, ma al momento non posso fare previsioni sul quando questo sarà pronto e disponibile.
E ora il “microfono” è tutto tuo per concludere nel modo che preferisci ...
Vorrei, innanzi tutto, ringraziare te per quest’intervista e in secondo luogo dire un grazie di cuore a tutti i fans per il loro costante sostegno. Spero veramente che possiate apprezzare il nostro nuovo lavoro e mi auspico di vedervi tutti al più presto direttamente ad un nostro concerto.
Infine, grazie anche alla Frontiers per la sua incessante attività di supporto.
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