“Un imprevisto è la sola speranza” scriveva Montale in una sua celebre poesia (ok adesso la pianto!)… e in effetti quando ti trovi Thomen Stauch dall’altro capo del telefono senza nessun preavviso, quando da una settimana eri convinto di dover parlare con Bjorn “Speed” Strid… certo, il cambio in corsa dell’interlocutore mi ha non poco spiazzato (spero che Thomen non si sia offeso, ma mi è scappato anche un “ma non dovevo farla con Speed l’intervista?”), e ho dovuto ricorrere a non poca improvvisazione, ma alla fine credo che sia stato meglio così. Giudicherete voi che leggete, ma mi sta come venendo la sensazione che se davvero avessi parlato col singer dei Soilwork (con tutto il rispetto, per carità), questa intervista non sarebbe stata così interessante e ricca di particolari… La straordinaria simpatia di Thomen Stauch e ovviamente il suo ingombrante passato all’interno di una delle band più importanti dell’heavy metal (chi ha detto Blind Guardian?) ha fatto sì che questa lunga chiacchierata sia andata ben oltre le domande di rito sull’interessante progetto dei Coldseed da lui messo in piedi… passato, presente e futuro di uno dei migliori batteristi oggi in circolazione, con una punta di gossip velenoso che non guasta mai…
Beh Thomen, direi che la prima domanda è d’obbligo: mi racconti un po’ come è nata questa band?
E’ successo tutto nel 2003, durante il tour dei Blind Guardian negli Stati Uniti: lì li spostamenti tra una città e l’altra sono lunghissimi come puoi immaginare! In particolare, eravamo da due giorni sul tour bus e ci stavamo tutti annoiando a morte, così Michael Schuren, il tastierista che suonava con noi dal vivo, arriva da me e mi fa: “Ok Thomen, adesso ti intratterrò facendoti una serie di domande stupidissime!” e io rispondo: “Ok, fai pure, se non hai niente di meglio da fare…” (ok, certi viaggi così negli States li ho fatti anch’io, vi assicuro che può accadere anche di peggio…)
Siamo andati avanti per un po’ finchè mi dice: “Adesso voglio farti una domanda seria: hai mai pensato di fare musica che fosse completamente diversa da quella dei Blind Guardian e dal power metal melodico in generale?” No – ho risposto – non ho mai avuto tempo, e poi non saprei neanche con chi mettermi a fare una cosa del genere…” E lui a questo punto mi fa: “Beh, con me ad esempio…” E io: “Ah, perché no? Teniamoci in contatto e vediamo quando riusciremo a trovare del tempo per questa cosa…” Nel settembre dello stesso anno mi sono poi trasferito a vivere in Spagna, e lì ho conosciuto quello che è tuttora uno dei miei migliori amici, Gonzalo Lopez, un giovane chitarrista molto valido, a cui ho chiesto se avrebbe voluto entrare a far parte del progetto. Ha acconsentito immediatamente, per cui abbiamo iniziato a comporre insieme le prime canzoni. Nel frattempo Michael aveva iniziato a lavorare separatamente con Thorsten Praest, l’altro chitarrista che appare sul disco: è tedesco, e si conoscevano già da parecchio tempo. Lui è un musicista a tutto tondo, sa suonare qualsiasi stile musicale, ed era davvero l’elemento che ci serviva! La nostra intenzione, nel momento in cui abbiamo deciso di mettere in piedi i Coldseed, era infatti quella di suonare qualcosa di completamente diverso rispetto a quello che facevamo di solito con le nostre band, di creare qualcosa di moderno… bene, abbiamo completato circa sette canzoni, e ci siamo recati tutti nel mio studio personale in Spagna per fare una sorta di preproduzione. In quell’occasione si è unito a noi anche Swen Offenbach, un altro amico di Michael, che è molto famoso nell’ambiente della produzione cinematografica, e lavora più che altro con l’effettistica, sperimenta nuove sonorità e cose così. Anche lui si è unito al lavoro di songwriting, contribuendo qua e là con varie idee, e alla fine se ne è venuto fuori con una canzone praticamente da solo: “Burning with a shade”. Se la senti bene, infatti, ti renderai conto che è leggermente diversa dal resto del disco, ha un feeling molto più oscuro, che è stato portato completamente da lui.
Abbiamo registrato queste sette canzoni, e solo a quel punto ci siamo messi a pensare a chi potesse essere il cantante giusto: in un primo momento abbiamo pensato a Skin degli Skunk Anansie (????) cosa che avrebbe dato sicuramente un’impronta totalmente diversa a tutto il lavoro. La volevamo non solo perché ha una grande voce, ma soprattutto perché con la sua band ha saputo creare un sound davvero unico e particolare. Poi però abbiamo letto alcune sue dichiarazioni riguardo al fatto che, nella sua nuova carriera solista, si era spostata molto di più sul pop e che aveva iniziato a rivedere in questa chiave anche le vecchie canzoni degli Skunk Anansie… sinceramente ci siamo intristiti, e abbiamo pensato che, se le cose stavano così, lei non faceva più al caso nostro.
E’ a quel punto che mi è venuta fuori l’idea di chiamare Bjorn: amo molto i Soilwork, e considero Bjorn un cantante molto versatile, che sa cantare senza problemi le parti melodiche e quelle aggressive. Ho pensato che era quello che ci voleva, e che nello stesso tempo sarebbe stato capace di fare qualcosa di completamente diverso con noi rispetto a quello che fa di solito. Gli altri membri della band non erano molto contenti dell’idea, ma io ho insistito: “Chiamiamolo - ho detto loro – e facciamogli la proposta: vedrete che se accetta di farlo lo farà alla grande!”
E così è andata: gli abbiamo mandato qualcosa da sentire, gli è piaciuto immediatamente, ci ha detto subito di sì e ha registrato dei demo a casa sua, in Svezia. Quando abbiamo sentito il risultato ci siamo tutti convinti del fatto che fosse lui il nostro uomo! La band era a questo punto formata, ci mancava solo un bassista. Abbiamo dunque pensato di chiedere ad Oliver Holzwarth, con cui suonavo nei Blind Guardian, e che sapevo essere un ragazzo molto talentuoso, l’ideale per noi. E questa è la storia di come sono nati i Coldseed…
E’ un disco che suona molto Soilwork alle mie orecchie: è stato l’apporto di Speed a fargli prendere questa direzione, oppure in qualche modo la tua passione per questa band vi ha condizionato?
Non la spiegherei proprio così: diciamo che se prendi singole parti di qualsiasi canzone di qualsiasi band, troverai sempre qualche altra band con cui fare un paragone, mi spiego? Questo accade anche con i Coldseed: non sono magari influenze dirette, sono cose che stanno in secondo piano, ma quando tu hai così tante persone dal background differente nello stesso gruppo, è normale che succeda questo. Prendi ad esempio la title track, che è stata scritta da me e Gonzalo: ci puoi trovare dentro anche degli elementi che rimandano al metal tradizionale, e credo che questo sia anche ciò che rende i Coldseed così speciali, il fatto cioè che combiniamo così tante sonorità diverse all’interno di una stessa canzone. E’ per questo che suoniamo così nuovi, non tanto perché sono innovativi gli stilemi della nostra musica, ma per come essi sono combinati insieme, non è una cosa che trovi così facilmente nella scena metal di oggi! Hai capito cosa intendo dire?
Sì, diciamo che è un disco che suona certamente “moderno”, ma che non può essere inserito pienamente all’interno di un certo tipo di trend: non è un lavoro che potremmo chiamare “nu metal”…
Esatto! E’ totalmente “out of the trend”! Ti posso dire infatti che, ascoltando “Completion makes the tragedy” per intero, non sono riuscito a dire: “Hey, suona esattamente come quest’altra band”. E non posso quindi neanche dire che suoniamo come i Soilwork, perché all’interno del disco ci sono anche mid tempos, pezzi più groovy, pezzi lenti, e questo non rientra certo nel loro trademark sonoro… probabilmente ti sono venuti in mente i Soilwork perché sai che Bjorn viene da lì, però in realtà, se ascolti attentamente, ti rendi conto che nemmeno lui ha usato lo stesso modo di cantare: conosco persone che hanno ascoltato l’intero album senza guardare le note di copertina, e si sono detti: “Bravo questo cantante, chi è?” e poi, girando finalmente la cover e vedendo la foto di Bjorn hanno esclamato: “Ma come? Proprio lui, possibile? (ride)”
Beh, in effetti hai ragione: avevo pensato di chiedergli come aveva fatto ad offrire una prova così variegata (anche se nessuno mi toglierà mai dalla testa l’impressione che i Soilwork siano il paragone più immediato per descrivere il sound dei Coldseed!)…a questo punto però chiedo questo a te: che cosa ha significato suonare la batteria su pezzi così diversi rispetto a quanto fai di solito? Che cosa esattamente hai dovuto cambiare nel tuo approccio?
Oh, è stato completamente diverso! Vedi, sia nei Blind Guardian che nei Savage Circus, la cosa più importante è quella di doppiare il basso, contribuire a dare potenza e velocità alle canzoni, dare gli accenti nei momenti topici, sottolineare una particolare ritmica di chitarra. In pratica la batteria deve dare potenza e velocità alla musica, ma senza coprire tutte le cose che fa la chitarra… nei Coldseed invece le cose cambiano: qui la cosa più importante è dare groove alle canzoni, perché se non c’è quello la canzone non funziona, hai capito cosa intendo dire? Non devi suonare cose molto complicate come nei Blind, si tratta il più delle volte di tenere tempi regolari, ma devi farlo in modo tale da fare acquistare alle canzoni la loro propria fisionomia. In pratica, più suoni lento, più è difficile mantenere lo stesso tiro, te lo posso assicurare: ho sudato sangue per registrare questo album (ride)! E’ uno stile completamente diverso dal mio, ma è questo che mi ha reso i Coldseed così interessanti, e davvero adesso capisco cosa Michael intendeva dire quel giorno sul tour bus dei Blind Guardian! E’ stata una sfida interessante, perché mi ha dato la possibilità di progredire come batterista, di non limitarmi a fare sempre le solite cose. E chissà mai che un giorno o l’altro non mi metta a fare qualcosa di completamente diverso ancora…
Mi pare quindi di capire dalle tue parole che consideri i Coldseed come una vera e propria band piuttosto che un semplice side project: avete già in programma tour o cose del genere?
Ci stiamo pensando, il problema è che adesso siamo tutti straordinariamente impegnati: Oliver e Michael partiranno presto con i Blind Guardian, e credo che sarà il tour più lungo nella storia della band… Bjorn è sempre in giro con i suoi Soilwork, e anch’io sarò impegnato coi Savage Circus fino alla fine dell’anno… so che i Blind dovrebbero avere un break tra ottobre e novembre, prima di partire per gli Stati Uniti, per cui stiamo cercando di organizzare qualche data in quel periodo tramite la Dragon Production. Prima sarà impossibile, anche perché il disco uscirà il 30 giugno in Europa, in luglio negli Stati Uniti, e bisognerà aspettare di vedere quali saranno le reazioni del pubblico: non è un disco facile, occorrerà tempo prima di assimilarlo a dovere, ci sarà gente che lo comprerà solo perché ci suono io, ma la musica è molto diversa… insomma, bisognerà aspettare e stare a vedere quel che succederà!
Cosa puoi dirmi invece dei testi: mi incuriosisce molto la frase “Completion makes the tragedy”… puoi spiegarmela in due parole?
Quello che Bjorn ha voluto dire nella title track è che, nonostante tutti bramino la soddisfazione totale delle proprie aspettative, pensino ad arrivare il più in alto possibile, questa non è sempre la cosa migliore da fare. Quando arrivi ai vertici puoi anche cadere giù ad una rapidità vertiginosa, per cui è forse meglio vivere in una sorta di mediocrità piuttosto che pensare sempre e solo a raggiungere il massimo: perché se cadi da quell’altezza è la tragedia, potresti rischiare di non riuscire più a rialzarti… penso che anche il resto dei testi sia su questo filone, ma ti devo confessare di non essere troppo informato su questo aspetto del lavoro: abbiamo preferito lasciare tutto a Bjorn, perché è lui che deve cantare le lyrics, per cui era giusto che lui potesse esprimere al meglio tutta la sua personalità facendo questo. Devi sentire tue le cose che canti, e quale modo migliore di farlo se non scrivendole tu stesso?
Senti, qualche settimana fa ho avuto modo di parlare con Hansi Kursch e André Olbrich e tra una cosa e l’altra si è parlato anche del disco dei Savage Circus… se non vuoi rispondere dimmelo che mi fermo…
No no figurati, non c’è nessun problema…
Ok, beh, loro dicevano di averne ascoltati solo due brani, e che comunque non condividevano la sua direzione musicale: per loro infatti tornare sui propri passi e rifare cose già fatte non ha senso, dicevano che nella musica si deve sempre andare avanti senza mai guardarsi indietro… vuoi replicare?
(Risata ironica) Mettiamo subito in chiaro che ho un rispetto grandissimo verso i Blind Guardian, parte del mio cuore è ancora con loro, visto che ci ho suonato per vent’anni! Mi dispiace moltissimo però dover notare che, ora che sono ripartiti alla grande con Frederik (il nuovo batterista della band), improvvisamente hanno cambiato idea sui Savage Circus: vedi, quando io stavo lavorando a quel disco, e contemporaneamente coi Blind Guardian lavoravamo al nuovo album (Thomen ha composto il materiale del suo progetto prima di lasciare la band), loro non hanno detto niente di negativo su quello che stavo facendo, anzi, i loro commenti erano tutti positivi! Adesso è strano vedere come, nel momento in cui hanno fatto i primi concerti con Frederik, e i fans hanno gradito, hanno iniziato a rilasciare strane interviste sui vari giornali in cui me ne dicono di tutti i colori!
In particolare, ho appena letto un’intervista su un magazine tedesco di cui non voglio rivelare il nome, in cui si dicevano cose veramente brutte nei miei confronti, in cui venivano insinuate cose su di me assolutamente non vere! Il tono da loro usato era allusivo, non hanno mai fatto il mio nome, ma hanno fatto tutta una serie di riferimenti per cui chiunque avrebbe potuto capire che si parlava di me! (Thomen mi ha raccontato dettagliatamente l’episodio in questione, ma dietro sua richiesta ho preferito non pubblicarlo, per non turbare ulteriormente il già fragile equilibrio tra le due parti) E’ stato davvero brutto per me leggere quelle cose, si è trattato di un vero e proprio shock! Voglio dire, che bisogno c’era di far sapere certe cose ad un giornale? Se hanno un problema con me, se certe cose che ho fatto non gli vanno bene possono prendere il telefono e chiamarmi! Se per questo anch’io avrei da dire un bel po’ di cose su di loro, ma non ho mai pensato di dichiararle pubblicamente, non voglio mettermi sul loro stesso livello! E poi questa cosa che avrebbero ascoltato solo un paio di canzoni è una cazzata: so per certo da altre persone che il disco l’hanno ascoltato tutto! E a quanto ne so, l’avrebbero anche commentato in questo modo: “Oh, è un progetto in cui Thomen ha lavorato mentre ancora suonava nei Blind Guardian, e non ci ha mai interessato!” E questo per me è triste, perché io ho suonato vent’anni in quella band, e sono ancora interessato a lei anche ora che non ne faccio più parte. Vedere che loro non sono interessati ad una cosa fatta da uno che è stato con loro vent’anni… beh, mi rende veramente triste…
Comunque non mi sto piangendo addosso, è una scelta loro, probabilmente hanno un problema coi Savage Circus che è più grande di quanto loro non vogliano ammettere…
Non è che Hansi non ha apprezzato troppo il fatto che Jens Carlsson, il vostro cantante nei Savage Circus, oltre ad essere molto simile a lui nella timbrica, sembra cavarsela anche decisamente meglio tecnicamente?
(Risate) Ti ringrazio del complimento! Sinceramente sono d’accordo con te (ride)! Per carità, Hansi è un grandissimo cantante, ma credo che Jens abbia una cosa che Hansi aveva nei primi anni in cui ha iniziato a cantare, e cioè la potenza, anche e soprattutto nelle parti più alte. Hansi non ha più questa potenza oggi, mi sembra che usi un modo di cantare più “di testa” e “leggero”. Non fraintendermi, è tuttora un ottimo cantante, non potrei mai dire niente di male su di lui, però capisco quello che vuoi dire, e sono d’accordo: la voce di Jens ha quel qualcosa in più che oggi manca a quella di Hansi, e credo che molta gente se ne sia accorta e lo apprezzi per questo.
Comunque ascolta: non era mia intenzione parlare dei Blind Guardian in questo modo, ma devi capire che sono molto arrabbiato per le cose che vanno in giro a dire su di me! Penso che siamo tutti grandi abbastanza per capire che queste sono cose stupide, soprattutto quando non fanno i nomi delle persone e lasciano tutto al discernimento dei fans! Mi dispiace davvero di aver detto delle cose non molto carine su di loro però se c’è una cosa che non farò mai è proprio star fermo e lasciare che la gente creda che le accuse che mi stanno lanciando sono vere!
Beh, diciamo che adesso hai avuto una buona occasione per replicare…
Certamente! Comunque non voglio certo mettermi a fare a botte con loro! Anche perché perderei di sicuro, sono loro la band più importante e famosa!
E comunque in questa musica c’è posto per tutti: Blind Guardian, Savage Circus… poi la gente sceglierà ciò che più gli piace...
Ma certo! E tra l’altro mi ha fatto anche molto piacere sentire il loro nuovo singolo: me l’ha fatto sentire un mio amico e all’inizio ero un po’ prevenuto, perché ovviamente avevo suonato quel pezzo prima di lasciare la band e non mi piaceva molto. Poi però, sentendo la versione definitiva, mi sono ricreduto: è molto più diretta rispetto a “A night at the opera”, e anche se sicuramente non mi interessa più lavorare su certe sonorità, rimane comunque una bella canzone! Credo che questo stile sia quello oggi perfetto per la band, per cui che vadano avanti! Anche il batterista è pazzesco! E credo che il disco alla fine sarà buono… per ora ho ascoltato solo qualche pezzo, e devo dire che, nonostante loro mi abbiano garantito a suo tempo che non sarebbero mai tornati indietro, beh, qualche cosa sullo stile del passato ce l’hanno infilata…
Sì, ma secondo me è solo una questione di arrangiamenti più scarni: ti assicuro che le melodie sono una diretta continuazione delle cose più recenti…
Cambiamo argomento e concludiamo: che cosa bolle nella pentola dei Savage Circus? Tour? Nuovo album?
Entro la fine dell’anno finiremo il tour: adesso faremo una data ad un festival in Germania, non lontano dalla mia città natale, poi andremo a Mosca e San Pietroburgo, poi Atlanta per un festival, un altro festival in Inghilterra, in Svezia, il “Last night on earth” a dicembre in Germania, un conceryo in Grecia… come vedi abbiamo un po’ di cose in giro, dovremmo anche riuscire a venire in Italia, ma ancora quello non è ben definito, vedremo cosa riusciremo a fare…
E poi penserete al nuovo album?
Sì, subito dopo il tour ci metteremo a scrivere le nuove canzoni. Per quanto ne so forse qualcuno della band ha già iniziato, io non ho ancora sentito nulla, nel caso, spero che abbiano salvato ben bene le idee sul computer (ride!)! Il vero e proprio processo di scrittura inizierà però nel momento in cui inizieremo a lavorare tutti insieme ai pezzi…
Bene Thomen, è stato davvero un piacere, ti auguro ogni bene con i tuoi futuri progetti e spero di incontrarti di nuovo in Italia…
E’ stato un piacere anche per me, Luca, ci vediamo presto!
Che dire? Chi l’avrebbe mai detto che dietro la pacatezza di Kursch e Olbrich si nascondesse questa acrimonia? Che davvero i consensi ricevuti dai Savage Circus abbiano loro dato fastidio? Francamente mi importa molto poco: è stato giusto dare a Thomen l’occasione per dire la sua, ma come lui stesso ha detto, è inutile ingigantire le cose e creare ulteriore polemica! Lasciamo parlare la musica e non ci sbaglieremo di certo: “Completion makes the tragedy” è un gran bel lavoro, e vale davvero la pena procurarsene una copia, anche se non siete proprio fans del genere. Per quanto riguarda la sfida artistica Blind Guardian/Savage Circus… attendiamo settembre e poi vinca il migliore!