Citati a ragione fra i gruppi più seguiti e longevi della scena metal estrema italiana e non solo, i capitolini Stormlord hanno da poco stupito il pubblico presentando il secondo video della loro carriera, “Under The Boards”, brano tratto dal terzo disco “The Gorgon Cult”, pubblicato a Marzo. Anche in questa occasione gli Stormlord non hanno fatto mistero della loro passione per le atmosfere sanguinolente dei film horror anni ’70 ed ’80. Abbiamo approfittato di questa occasione per incontrare il chitarrista Pierangelo Giglioni in modo da poter tirare il punto della situazione per quanto concerne l’ultimo disco ed il relativo video, non trascurando di chiedere informazioni sui progetti futuri della formazione.
Da poco avete pubblicato il vostro splendido video “Under The Boards”, sempre incentrato su tematiche fortemente horror. Cosa vi ha spinto ad adottare un filone così lontano dal vostro genere musicale?
“Non credo che l’horror sia del tutto estraneo al nostro sound, anzi, penso che il materiale contenuto in ‘The Gorgon Cult’ si presti ad atmosfere violente ed inquietanti. Capisco che sarebbe lecito aspettarsi un video orientato su un’iconografia più epica data la solennità della nostra proposta musicale, ma noi siamo tutti appassionati di horror/gore, soprattutto quello del degli anni ’70 – ’80, così quando si trattò di girare il video per “I Am Legend” decidemmo di fare qualcosa di particolare. Anche per ‘Under The Boards’ il cast coinvolto è praticamente lo stesso del video precedente: la regista nonché organizzatrice dell’intero progetto è Brigida Costa, mentre agli effetti speciali troviamo la FantaX di David Bracci, proveniente dal team di Sergio Stivaletti (al lavoro con Dario Argento e molti altri). Il ruolo dei protagonisti è affidato a due ottimi attori come Giuseppe Oppedisano (‘Il Paziente Inglese’, ‘Cari Fottutissimi Amici’ etc…) ed Irene Turati (già vista sul set di Pupi Avati ed in ‘Gangs Of New York’), che salutiamo con affetto; la storia tratta di uno psicopatico serial killer ossessionato dalla chirurgia e dell’inseguimento che vedrà la sua sfortunata vittima finire prigioniera di un incubo senza via d’uscita. Come nell’altro video era nostra intenzione omaggiare una leggenda come George Romero, questa volta è giunto il turno di Maestri come John Carpenter, Tobe Hooper e, soprattutto, Lucio Fulci.”
Quali sono, secondo te, le differenze fondamentali fra i due videoclip?
“Innanzitutto il budget messo a disposizione, questa volta la Scarlet Records ci ha dato un sostanzioso aiuto che ha permesso di fare le cose più in grande rispetto ad ‘I Am Legend’, quindi l’intero concept del video è stato stravolto rispetto al passato. Nonostante l’ottimo successo di ‘I Am Legend’ non era nostra intenzione ripeterci con un prodotto simile, per questo abbiamo ancora una volta dato carta bianca a Brigida senza imporle alcun limite o restrizione. La regista ha così avuto l’idea di girare un clip che assomigliasse più ad un cortometraggio che ad un video tradizionale; anche se inizialmente l’idea ci sembrava eccessivamente pretenziosa e difficilmente concretizzabile con i mezzi a nostra disposizione, abbiamo comunque deciso di dare piena fiducia a Brigida sapendo che non si sarebbe mai impegnata in qualcosa che fosse impossibile da portare a compimento. Il risultato ci ha lasciato sbalorditi, e non solo noi a giudicare dagli eccellenti risultati: dopo una sola settimana online “Under The Boards” ha totalizzato più di 4.000 download! Sono numeri a cui non avremmo mai pensato di poter arrivare in così breve tempo, evidentemente c’è qualcuno ancora interessato all’horror ‘old style’ lì fuori, e forse anche agli Stormlord. Hehehe.”
Non pensate che alcune scene del vostro video siano troppo violente e reali, e possano offendere parte dell’audience o essere censurate?
“Mi rendo conto che, a causa della sua atmosfera ‘urbana’, ‘Under The Boards’ possa risultare come un video più oscuro e coinvolgente rispetto al precedente, dove apparivano creature di fantasia come gli zombie. Molte persone che lo hanno visto sono rimaste colpite da questo particolare, sentendosi a disagio proprio perché la situazione illustrata, per quanto irreale, potrebbe accadere ad ognuno di noi. Detto questo, non crediamo di aver dato vita ad un prodotto eccessivamente offensivo, non più di quanto lo sia un film horror qualunque, ed a tal proposito le persone più impressionabili sono tutelate da un disclaimer che sconsiglia la visione ad un pubblico non maggiorenne. Pensiamo invece di aver fatto cosa gradita agli appassionati di un certo genere di film e di aver tributato il dovuto riconoscimento al Maestro Lucio Fulci, un regista di cui dovremmo andare tutti fieri vista la sua influenza su cineasti attualmente ben più blasonati. Non siamo spaventati dalla censura, anche perché difficilmente questo video verrà trasmesso da un’emittente che non sia Rock Tv, la quale si è sempre dimostrata estremamente ricettiva alle nostre proposte. Non abbiamo girato questo video per vederlo su Mtv, in caso contrario avremmo dovuto assoldare qualche ballerina seminuda; l’obbiettivo che ci siamo posti era quello di fare un regalo ai nostri fan più integerrimi mostrandogli ciò che la maggior parte dei videoclip metal si limita a promettere senza mantenere, ed è per questo che abbiamo reso disponibile la versione ad alta risoluzione di ‘Under The Boards’ sul sito. Internet abbatte le frontiere, e non c’è censura che possa impedire il libero traffico di opere come la nostra. A tal proposito, se desiderate visionare l’oggetto di tante discussioni lo trovate su www.stormlord.net .”
Parlando d’altro, a Marzo avete pubblicato “The Gorgon Cult”, il vostro terzo album, siete soddisfatti dei risultati conseguiti finora?
“Desidererei prendere la tua domanda alla larga, noi siamo soddisfatti non solo del nostro ultimo disco, ma di tutta la nostra carriera, che oramai va avanti fra alti e bassi sin dal lontano 1991. Abbiamo sempre cercato di evitare la staticità, e credo che questa sia una caratteristica che viene fuori ascoltando i nostri tre full lenght; ogni album, dal mini ‘Where My Spirit Forever Shall Be’ fino al disco più recente, ha contribuito ad aggiungere un tassello al puzzle della nostra carriera, portandoci ad assumere l’identità che oggi abbiamo. ‘The Gorgon Cult’ ci ha regalato numerose soddisfazioni, non ultima la partecipazione al Gods Of Metal, ma adesso è già arrivato il momento di guardare avanti, infatti abbiamo appena iniziato a lavorare al materiale che andrà a comporre il nuovo lavoro visto. Questa volta non vogliamo aspettare altri tre anni per pubblicare un nostro nuovo capitolo discografico.”
Hai appena parlato del Gods Of Metal, un’esibizione che ha certamente rappresentato uno degli apici della vostra carriera, ma che non è stata esente da problemi. Cosa ricordi di quel giorno?
“Principalmente l’angoscia. Quando iniziò la bufera ci rendemmo subito conto che quel evento avrebbe avuto ripercussioni sull’intera scaletta del festival, e così è stato; abbiamo rischiato di non suonare e dobbiamo ringraziare la Live per aver fatto in modo che sia noi che i Naglfar che i Sodom potessimo avere l’opportunità di esibirci in maniera dignitosa. Alla fine siamo riusciti a presentarci su quel palco, oltretutto davanti ad un pubblico numerosissimo a causa della decisione di far valere il biglietto del primo giorno anche per il secondo, e per quanto riguarda la brevità dell’esibizione, in un certo senso siamo stati fortunati dato che è molto più facile impressionare l’audience con quindici minuti tirati al massimo piuttosto che con un set più lungo e stancante. Alla fine l’organizzazione ha deciso di tagliare l’ultimo minuto di ‘Curse Of Medusa’, il nostro cavallo di battaglia, nonostante ciò ci siamo resi conto che si era trattata di una soluzione necessaria per permettere il corretto svolgimento del festival. Il Gods Of Metal ha qualcosa di magico in sé, spesso siamo stati ospiti sui palchi di festival altrettanto imponenti come il Summer Day In Hell del 2003, il Dia De Leones del 2002 o diverse edizioni dell’Agglutination, eppure l’emozione provata in quei brevi minuti passati sullo stesso palco di Motorhead, Twisted Sister, Alice Cooper e Judas Priest rimarranno impressi nelle nostre menti per molto tempo.”
“The Gorgon Cult” è sicuramente il vostro disco più maturo, addirittura sembrate prendere le distanze dalle atmosfere epiche dei primi due lavori.
“Mi dispiace ma non sono completamente d’accordo. ‘The Gorgon Cult’ è sicuramente un disco diverso dai precedenti, soprattutto perché abbiamo adottato un metodo di composizione differente rispetto al passato, coinvolgendo tutti i membri del gruppo nel processo di scrittura dei brani e non solo alcuni membri come Francesco e Simone (rispettivamente bassista e tastierista). Questo ci ha portato ha comporre un album sicuramente più oscuro rispetto al passato, ma che s’inserisce senza problemi nella tradizione dei nostri lavori; così, se brani come ‘Wurdalak’ o ‘The Gorgon Cult’ possono suonare distanti dalle nostre abituali coordinate sonore, canzoni quali ‘Dance Of Hecate’, ‘Medusa’s Coil’ o ‘Oath Of The Legion’, al contrario, riprendono ed evolvono il discorso sviluppato con ‘Supreme Art Of War’ e ‘At The Gates Of Utopia’. Devi anche pensare che, rispetto alla nostra release discografica del 2001, s’è aggiunto anche un nuovo membro, il chitarrista Gianpaolo Caprino, che ha portato nuova linfa alla band, presentando nuove idee ed arrangiamenti intriganti.”
Come mai la scelta di proporre la cover di “Moonchild” degli Iron Maiden?
”Le cover rientrano nella nostra tradizione, non dimentichiamoci che Stormlord nasce proprio come gruppo di cover di Cristiano ed i membri presenti nel 1991. Nel corso degli anni abbiamo omaggiato le nostre influenze proponendo, e spesso registrando, canzoni tratte dal repertorio di Venom, Metallica, Naglfar, Death SS e Slayer, eppure per qualche motivo non ben definito, abbiamo sempre trascurato la band che più di tutte mette d’accordo i membri degli Stormlord: gli Iron Maiden. Presa coscienza di questa grave lacuna, ci siamo subito messi in moto per cercare una canzone dei Maiden che fosse possibile rielaborare nel nostro stile; la scelta è caduta su ‘Moonchild’ e non avrebbe potuto essere altrimenti. Quel brano è uno dei più belli e sottovalutati mai prodotti dal combo di Steve Harris, e le sue atmosfere oscure e tenebrose ben si adattano al sound di ‘The Gorgon Cult’, permettendoci così di inserire la cover in un contesto non troppo dissimile.”
I vostri testi sono sempre molto interessanti e ben congegnati, potresti fornirci una panoramica più esaustiva dell’immaginario lirico di “The Gorgon Cult”?
(Pierangelo Giglioni) “Poiché i testi sono quasi tutti opera di Francesco, preferisco che sia lui a rispondere a questa domanda”
(Francesco Bucci) “L’intro ‘The Torchbearer’ e la seguente ‘Dance Of Hecate’ sono collegate dallo stesso filo conduttore, l’oscura figura di Hecate, una divinità che è stata collegata col passare del tempo sia agli inferi che alla luna, ricoprendo anche il ruolo che fu di Diana. Questo testo è frutto di un accurato studio su questa figura, considerata una e trina, e contiene anche degli stralci d’invocazioni ad Recate tradotte direttamente dal Greco.
‘Wurdulak’ è un tributo a Mario Bava, uno dei migliori registi mai esistiti, autore di capolavori come ‘Tre Volti Della Paura’, ‘Operazione: Paura’, “La Maschera Del Demonio” e così via. La canzone prende il titolo da un episodio dei ‘Tre Volti Della Paura’, tradotto all’estero come ‘Black Sabbath’ (proprio ispirato da questo film Ozzy scelse il nome della sua prima band), episodio che vede come protagonista il leggendario Boris Karloff. Ci sembrava giusto, in un periodo di incessante esterofilia, tributare i giusti onori ad un regista che con i suoi lavori ha influenzato schiere di cineasti.
‘Under The Boards (195, M.A.)’ si sposta su tematiche più attuali, prendendo ispirazione dalle efferate gesta di Dennis Nielsen, un serial killer attivo a Londra verso l’inizio degli anni ’80 e tuttora vivo in un carcere inglese.
‘Oath Of The Legion’ prende spunto da quanto accaduto ad Aquilonia nel 203 a.C., quando una legione di Sanniti, pur sapendo di scontrarsi contro il soverchiante esercito Romano, decise di rifiutare l’idea della resa legando tutti i propri soldati in un patto siglato sotto uno sconfinato tendone di lino (da qui il nome di ‘Legio Linteata’); ancora una volta viene trattato il tema dei Sanniti, come già fu per ‘Under The Samnites’ Spears’, contenuta nel disco precedente.
‘The Gorgon Cult’ è basata sulla figura di Medusa, un personaggio che ci affascina e ci accompagna oramai da diverse release discografiche.
‘Memories Of Lemuria’ è una strumentale, ma il titolo fa riferimento da una delle tre grandi civiltà scomparse, Atlantide, Lemuria e Mu. Speriamo che, ascoltando questa sorta di colonna sonora, sia possibile rivedere le splendenti coste di quella che si narra essere stata una delle città-stato più evolute di tutti i tempi.
‘Medusa’s Coil’ non parla di Medusa, bensì è tratta da un racconto di Lovecraft tradotto in Italia semplicemente come ‘Medusa’. Lo stile di questo testo è molto evocativo, l’ispirazione per un’opera di questo genere viene sicuramente dall’inarrivabile King Diamond, vero maestro nel tessere trame ed atmosfere intriganti e spaventose al tempo stesso.
‘Nightbreed’ è un testo molto particolare ed ermetico scritto dal nostro amico Damnagoras, ex singer degli Elvenking ed ora impegnato con il suo interessante progetto Leprechaun, in cui figuro anche io in qualità di bassista e compositore (www.leprechaun.it).”
Siamo arrivati all’ultima domanda, che cosa cela il futuro degli Stormlord?
“Come ti ho detto prima, ora siamo impegnati nella composizione dei nuovi brani. Ogni tanto facciamo qualche data ed entro la fine dall’anno speriamo di partire per il nostro terzo tour europeo, provvederemo a riscaldarci a dovere il 23 Novembre, quando avremo modo di suonare a Pozzuoli (NA) in compagnia dei leggendari Dissection e dei Watain. Vi attendiamo numerosi in quel occasione, mi raccomando! Spero che i lettori vorranno dare un’occhiata al nostro video e successivamente postare i loro commenti sul forum, siamo veramente curiosi di conoscere le opinioni del pubblico, che siano appassionati di horror o no.
Ci si vede sotto il palco!”
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