In un’intervista breve ma senz’altro interessante, Timo Kotipelto, ex ugola d’oro dei finlandesi Stratovarius, ci presenta il suo secondo album solista “Coldness” e ci espone, non senza una certa amarezza, la sua verità sullo split col gruppo e sui suoi rapporti col leader Timo Tolkki. Come ben saprete, negli ultimi mesi in casa Stratovarius ne sono successe di cotte e di crude, ed a farne le spese sono stati proprio Kotipelto e il batterista Jorg Michael, estromessi dalla band alla fine del 2003 in seguito a non meglio precisate discussioni interne. Abbiamo dunque la possibilità, finalmente, di fare un po’ di chiarezza sulla situazione dal punto di vista del cantante, nonché di parlare di un disco che si discosta dal precedente “Waiting For The Dawn” sotto diversi aspetti, musicali e non.
La parola a Timo…
Potresti darci la tua versione dei fatti riguardo alla tua separazione dagli Stratovarius?
“Io credo che la ragione principale per tutto quello che è accaduto, sia da ricercare nel carattere di noi finlandesi, in particolare degli uomini: quando abbiamo dei problemi, non ne parliamo quasi mai e abbiamo la tendenza a tenerci tutto dentro di noi. I problemi che hanno portato allo split degli Stratovarius esistevano da molto tempo. Nel caso di Timo Tolkki, credo che le cose siano peggiorate dopo il tour di ‘Destiny’, durante il quale Timo aveva iniziato a bere pesantemente: una volta tornati a casa, non ho avuto sue notizie per due settimane, fino a quando non mi è giunta la voce, tramite un amico comune, che aveva intenzione di lasciare la band. Subito dopo, però, ha deciso di iniziare quella famosa ‘terapia’ psicanalitica e per un po’, almeno in apparenza, la situazione è migliorata. Dico ‘in apparenza’ perché, a mio avviso, la terapia non ha funzionato come si sperava. Sinceramente, io non credo molto a questo tipo di cure, se ho un problema di un certo tipo preferisco rivolgermi ad un amico, piuttosto che ad uno psicologo. Comunque, tornando alla band, io e Jorg avremmo voluto suonare di più dal vivo, e ovviamente effettuare un tour completo per ‘Elements Part II’, ma abbiamo dovuto fare i conti con le decisioni irrevocabili che prendeva sempre il ‘boss’ della situazione. Se devo essere onesto, ho passato gli ultimi dieci anni a scendere a compromessi con lui. Per darti un’idea, quando ho realizzato il mio primo album, ‘Waiting For The Dawn’, non sono stato in grado di fare alcun tour promozionale perché stavamo preparando ‘Elements Part I’ e non ho praticamente avuto tempo di pensare alla promozione del mio disco. Senza contare che, per i due ‘Elements’ avevo proposto diverse canzoni, due delle quali sono state poi incluse nel mio nuovo lavoro, ma non sono mai state minimamente considerate [i due brani in questione sono ‘Evening’s Fall’ e ‘Take Me Away’, nda]. Un’altra cosa che mi ha lasciato perplesso è stata la decisione di Tolkki di non concedere nessuna intervista per la promozione di ‘Elements Part II’, relegando il compito a me e Jorg; naturalmente ho cercato di fargli notare che, essendo lui il principale compositore e volendo sempre avere l’ultima parola su ogni decisione riguardante il gruppo, sarebbe stato più logico se avesse partecipato anche lui, ma non è servito a niente. Comunque, mentre iniziavo parallelamente a lavorare sul mio attuale album, ho cominciato a rilasciare interviste per gli Stratovarius; poi, dopo aver pianificato e iniziato le interviste per la Finlandia, ho ricevuto una chiamata da Timo in cui mi diceva di smettere e disdirle tutte. Io ovviamente mi sono chiesto che cosa diavolo stesse succedendo, ma alla fine, visto anche che conosco personalmente i giornalisti locali, ho disdetto tutte le interviste, dicendo loro che non ero più autorizzato a farne, e che le avrebbe recuperate Timo stesso in un secondo momento. Pochi giorni più tardi, ho letto su uno dei più importanti giornali finlandesi un’intervista in cui Timo affermava di non sapere con certezza chi avrebbe suonato sul prossimo disco degli Stratovarius! Questo, più o meno, è quanto è successo, il resto lo sapete tutti… Adesso, non mi va di dire cattiverie su Timo, anche se probabilmente lui ne ha già dette su di me. Sinceramente ho paura che stia impazzendo sul serio, ma spero che si possa riprendere presto e che riesca a stare di nuovo bene. In quanto alla presunta nuova cantante, che dovrebbe prendere il mio posto, devo ammettere di non averla mai conosciuta ne’ sentita cantare, quindi non saprei esprimermi in merito… certo è che lei ha qualcosa che io non ho! [risate, nda]”
(N.B.: l’intervista è stata raccolta prima che Tolkki fosse ricoverato e quindi prima delle sue recenti decisioni sulla band, che attualmente sembrerebbero escludere un futuro con una line-up diversa da quella classica.)
OK, parliamo adesso del tuo nuovo album, “Coldness”, che fra l’altro è stato concepito quando ancora facevi parte stabilmente degli Stratovarius…
“Esattamente, le canzoni sono state per la maggior parte composte quando ero ancora un membro della band: ho iniziato a scriverle all’incirca un anno prima di uscirne, e quindi, come puoi ben immaginare, non pensavo certo che avrei finito per pubblicare questo disco da ex cantante degli Stratovarius! Solo alcuni i testi sono stati composti più tardi, durante l’inverno, quando stavamo già cominciando a mixare il tutto. Questo significa che l’album non è incentrato su quanto è successo fra me e la band, se non in minima parte: ci sono ovviamente dei riferimenti a quella particolare situazione, ma ci sono anche molti altri elementi che hanno influenzato la stesura dei testi. Proprio in quel periodo, ad esempio, io e la mia ragazza… o meglio, ex ragazza… abbiamo deciso di lasciarci dopo cinque anni; sembrava che le cose andassero bene e avevamo fatto anche dei progetti importanti insieme, ma evidentemente il nostro rapporto era destinato a non durare…. In effetti, gli ultimi mesi sono stati fra i più difficili della mia vita, per diversi motivi, e tutto questo ha inevitabilmente influito su alcune parti di ‘Coldness’, che non considero certo un album ‘terapeutico’ per me, ma indubbiamente un lavoro in cui ho messo molto sentimento [i riferimenti al secondo disco solista di Tolkki sono puramente casuali… o no? Nda]. C’è anche da dire che ho composto i testi nella cittadina in cui sono nato, che conta non più di tremila abitanti e sorge sulle rive di un lago molto suggestivo. Fin dall’inizio ho avuto nella mente quell’immagine, che è poi finita sulla copertina, di un lago quasi gelato e di un uomo su una barca che si allontana verso la sponda opposta. Non avevo ancora deciso il titolo da dare all’album, ma sapevo bene come sarebbe dovuta essere la copertina. L’autore dell’artwork è Mattias Norén, che ho contattato lo scorso autunno dietro suggerimento di Mirka, il mio batterista. Mattias ha precedentemente lavorato per diversi altri artisti, fra cui Ayreon e gli Evergrey, disegnando però prevalentemente temi fantascientifici. Questa volta ho preferito lavorare con lui, perché, a differenza di Derek Riggs che è inglese [autore dell’artwork del disco precedente, nonché di gran parte delle copertine degli Iron Maiden, nda], Mattias vive in Svezia e quindi può interpretare molto meglio l’atmosfera tipica dei paesi nordici. Quando gli ho proposto il tema che avevo in mente per la copertina di ‘Coldness’, ne è stato subito entusiasta, perché gli avrebbe dato finalmente la possibilità di misurarsi con qualcosa di diverso dal solito. Per dargli un’idea di ciò che avrei voluto, mi sono basato su alcune foto del lago che avevo, limitandomi a dirgli che avrei preferito qualcosa sullo stesso genere ma un po’ più cupo e notturno. Il risultato lo possono vedere tutti, e ne sono molto soddisfatto. ”
Infatti, l’impatto visivo di “Coldness” è notevolmente diverso da quello, molto colorato e brillante, di “Waiting For The Dawn”, ed è un qualcosa che traspare anche dai titoli e dai testi delle canzoni. C’è un motivo per questa differenza così netta, almeno a livello di presentazione, fra i tuoi due album?
“Naturalmente, molto è dipeso dalla situazione particolare di cui parlavamo prima. Comunque, bisogna dire che in passato ho sempre ascoltato moltissimi gruppi metal, e uno dei miei album preferiti di tutti i tempi è sicuramente ‘Operation: Mindcrime’ dei Queensrÿche. Per questo, ho sempre desiderato di poter produrre anch’io un concept album, cosa che con gli Stratovarius non è mai successa e che, alla fine, sono riuscito a realizzare con ‘Waiting For The Dawn’. Una volta soddisfatto questo mio desiderio, però, non volevo rischiare di ripetermi inutilmente facendo subito un altro concept, che avrei ritenuto superfluo e fuori luogo. Ecco perché ho deciso di realizzare un disco diverso, almeno per quanto riguarda l’impostazione, visto che dal punto di vista musicale, le nuove canzoni non sono poi così diverse da quelle vecchie (e non potrebbe essere altrimenti, visto che questo è il genere di musica che preferisco). Comunque, i testi di ‘Coldness’ ed in genere l’aspetto visivo, come giustamente dicevi tu, sono effettivamente e volutamente molto distanti da quanto fatto per ‘Waiting For The Dawn’.”
Giunto a questo punto, pensi di rimanere solista oppure di unirti ad un’altra band?
“Può essere che in futuro decida di fare di nuovo parte di un gruppo, in fondo ho ricevuto parecchie offerte in merito, alcune delle quali molto interessanti e spesso provenienti da nomi piuttosto importanti. Non ho comunque intenzione di rivelarli, perché credo che non sia ancora arrivato il momento di prendere una decisione in tal senso. In questo periodo vorrei concentrarmi sul mio album, sugli ultimi concerti da effettuare con gli Stratovarius e successivamente su un tour tutto mio per promuovere ‘Coldness’. Per ora, ho in programma solamente qualche festival estivo, ma la mia intenzione è quella di organizzare un vero e proprio tour. Dopo di che, fra un anno o due, potrei anche decidere di unirmi ad una band, ovviamente a patto di apprezzarne sia la proposta musicale che, soprattutto, le persone che la compongono. Preferirei comunque un gruppo non proprio alle primissime armi, ma nemmeno troppo famoso: vorrei infatti avere la possibilità di creare qualcosa di concreto, partendo da una base comune e senza dover subire troppe pressioni, come del resto sto facendo in veste solista. A dire la verità, molto dipenderà da come il pubblico reagirà al disco e all’eventuale tour che ne seguirà: se le vendite del disco saranno buone, allora ci potrà essere anche il tour, altrimenti si vedrà. Spero in ogni caso che i fans possano apprezzare ‘Coldness’ e dare fiducia a questo mio nuovo corso!"