Manilla Road is more than just a metal band! I re assoluti dell'epic metal di tutti i tempi sono tornati alla grande e dopo "Atlantis Rising" ecco uscire "Spiral Castle", un album nella più pura tradizione Manilla Road che si attesta senza dubbio tra le migliori uscite del genere degli ultimi anni, spazzando anche il pur ottimo comeback degli Warlord. Comprensibilmente emozionato, eccomi a scambiare quattro chiacchere con uno dei miei idoli musicali di tutti i tempi, il leader della band Mark "The Shark" Shelton, accompagnato dalla new entry Bryan "Hellroadie" Patrick...
Bene, prima tutto grazie per l’intervista, è un onore per me! Complimenti poi per l’album, che si è meritato un 8/10 pieno sulle pagine di EUTK! Ok, partiamo con l’intervista; quali sono innanzitutto le principali differenze tra “Spiral Castle” ed il suo predecessore, “Atlantis Rising”?
Shark: Le canzoni di “Spiral Castle” sono un po’ più lunghe e sicuramente più epiche di quelle di “Atlantis Rising”. C’è poi da dire che “Atlantis” era completamente un concept album, mentre nel nuovo album i temi trattati sono svariati; in “Spiral” canta molti di più Hellroadie e trovo che la produzione nel suo complesso sia nettamente migliore. Siamo sempre progrediti molto in studio, e puoi sentirlo album dopo album...
Hellroadie: Le registrazioni di “Spiral Castle” sono state molto più semplici; “Atlantis” non era stato registrato come accade di solito quando si fa un album. Ri-registrammo le parti di batteria dopo che diedi tutte le songs a Scott Peters, ad eccezione di “Sea Witch”, nella quale ho suonato io. Scott era nuovo del gruppo ai tempi delle registrazioni di “Atlantis”, mentre ora abbiamo lavorato tutti insieme come una band vera e propria”.
Come mai avete scelto di registrare per questo nuovo album solo sei tracce, più la bellissima intro?
Shark: Avevamo in effetti più canzoni di quelle che sono state messe nell’album, ma la nostra label ci disse che non erano sullo stesso stile del resto e così le ha tenute solo da mettere come mp3 sul nostro sito.
Hellroadie: Se compri però il vinile di Spiral Castle troverai anche un’altra canzone, intitolata “Throne of Lies”. La versione in Lp uscirà in Italia per la Black Widow Records.
Come è nata l’idea di inserire una seconda voce in line-up, e quanto è importante per il sound dei Manilla Road?
Shark: Ho avuto dei problemi cronici con la voce sin dal 1984 e ancora oggi per me è troppo cantare tutte le canzoni in un tour. Bryan “Hellroadie” Patrick è sempre stato il “Manilla Roads Road Manager” fin dal 1982; dopo aver cantato migliaia di volte tutte le nostre canzoni lì di fianco al palco mentre suonavamo, ha capito che sarebbe riuscito a farle suonare esattamente come avrei voluto io! E’ stata la scelta migliore per aiutarmi a risolvere questi inconvenienti con la voce e penso che sia oggi in grado di aggiungere quel qualcosa in più alle composizioni dei Manilla Road. Sul palco poi riesce a trascinare molto più di me il pubblico, dato che io deve stare in piedi con la chitarra dietro al microfono.
Hellroadie: Per me è stato un sogno divenuto realtà! Sono stato vicino a Mark per così tanti anni che ora per me è davvero facile imitarlo, allo stesso tempo aggiungendo comunque anche qualcosa del mio stile.
Qualche mese fa siete venuti in Italia per uno show con Doomsword, Battle Ram...
Shark: Oh, sì, è stato un grande show e non dimentichiamoci dei Rosae Crucis, anche loro hanno fatto un ottimo concerto! Il pubblico è stato fantastico e tutti i gruppi hanno davvero spaccato il culo! Chiunque mi ha incontrato in Italia si ricorderà del mio sorriso stampato in faccia! E’ stata davvero una bellissima esperienza.
Hellroadie: Il locale (Brunch) era davvero ottimo, grande a sufficienza per avere il pubblico proprio sotto al palco. Ci piace avere i fans così vicini quando suoniamo! I tecnici del suono sono stati davvero bravi e ci hanno aiutato e Fabrizio ha anche salvato il culo a Shark prestandogli un’indispensabile adattatore elettrico per l’unità di effetti della chitarra!
Shark: Siamo diventati grandi amici con tutte le band e con la gente che era con noi quando siamo venuti in Italia. Devo dire che è stata davvero dura andare poi in Grecia a suonare lasciandoci indietro tutti questi nostri nuovi amici...
Hellroadie: ROMA BE MY SLAVE. CIAO BELLA!
E cosa ne pensi, musicalmente parlando, dei gruppi che hanno suonato con voi? La scena epic italiana ultimamente può vantare bands davvero ottime...
Shark: Beh, ero già prima un fan dei Doomsword e quindi per me è stato molto bello suonare in occasione del primo concerto della loro carriera. I Battle Ram e i Rosae Crucis insieme spaccano davvero “as well as Deathmaster and the Sword of Doom”! Non mi stancherò mai di dire che siamo stati ospitati benissimo, specialmente da Gianluca Silvi, Mirko e Matteo, ma voglio ringraziare ogni componente di ognuna della band che hanno suonato e che ci hanno ospitato i Italia per il grande lavoro che hanno fatto.
Hellroadie: Penso che suonare la musica con il cuore sia la cosa più importante di tutte per noi e per i gruppi che hanno suonato quella sera. It was great to be king in a different country!
Shark: La scena epic metal non sarebbe viva oggi se non fosse per i fans di Paesi come l’Italia. C’è ancora un piccolo seguito per l’epic metal negli States, ma le nostre imprese in Italia e Grecia mi hanno fatto capire come in Europa... still knows how to put the hammer down!
Due anni fa avete fatto il primo concerto di reunion al Bang Your Head in Germania; com’è stato suonare dopo così tanto tempo davanti a tutta quella gente?
Shark: Beh, è stato grandioso tornare sul palco, anche se ad essere sincero avrei preferito aver più tempo per preparare la scaletta. Avevamo cambiato batterista due mesi e mezzo prima dello show e l’abbiamo poi sostituito ancora subito dopo. E’ stato davvero stupendo vedere migliaia di epic metal fans tutti in un sol posto! Questo è il tipo di eventi che non capitano spesso in altri Paesi...
Hellroadie: Il batterista che ha suonato al Bang Your Head era Troy Olson; è stato preso per il semplice fatto che Randy Foxe aveva deciso di non rientrare nella band e quindi abbiamo dovuto trovare qualcuno con cui sfruttare questa fantastica opportunità. It was time for Manilla to rise again!
Qual è il motivo principale, Mark, che ti ha portato a riformare i Manilla Road?
Shark: Avevo già cercato di registrare e suonare dal vivo con i Road negli anni prima della reunion, ma Randy non aveva mai voluto. Così ,dopo tanti anni passati a crescere una famiglia e a giocare a golf con Hellroadie, ho deciso che era ora di far risorgere i Manilla Road... e l’occasione ci è stata data con l’invito per il Bang Your Head Festival!
Hellroadie: Well, la ragione principale è quella che ti ha già detto Shark. Eravamo sul campo di golf e ci siamo detti “fuck, basta aspettare Randy”! Ed è così che è nato “Atlantis Rising”. All’inizio la band si sarebbe dovuta chiamare Shark, ma quando abbiamo trovato il contratto, la nostra label ci chiese di tornare Manilla Road dato che il genere proposto era sempre quello. Non ci sono stati problemi, anche perché Mark Anderson stesso non voleva altro che essere il bassista dei Manilla Road!
Shark: Già è vero, così ora Mark Anderson può dire di essere nei Manilla Road!
Nell’estate del 2003 parteciperete a qualche festival o, in generale, tornerete in Europa?
Shark: Stiamo programmando di tornare nella Terra degli Dei il più presto possible. Non so se andrà in porto o se slitterà all’anno successivo, ma certamente torneremo!
Hellroadie: Mandateci i biglietti e noi arriviamo!!
Eheh, va bene! Tornando indietro nel tempo, vorrei scoprire cosa vi spinse a far uscire un album thrashy quale “Out of the Abyss”...
Shark: I Manilla Road hanno fatto tredici album sinora e nessuno di questi suona come un altro. Ho sempre cercato di sperimentare con la musica e lo farò sempre. “Out of the Abyss” è stato semplicemente uno di questi tredici esperimenti, ma posso assicurare che molti ne verranno ancora. So che molta gente definisce “Out of the Abyss” come un album thrash, ma trovo che allo stesso tempo non manchino canzoni epic come “Helicon”, “Return of the Old Ones” e “War in Heaven”. Queste canzoni non sono per niente thrash; è vero però che alcune delle altre songs sono più veloci ed heavy rispetto a quello cui vi avevamo abituato i Manilla Road.
E quale fu il motivo che vi portò allo split?
Shark: Ci sciogliemmo fondamentalmente perché Scott Park e Randy Foxe non si sopportavano più l’uno con l’altro. Eravamo arrivati ad un punto in cui non potevano più nemmeno stare nella stessa stanza insieme. Era ora per me di muovermi verso qualcos’altro, e questo altro è stato poi “Circus Maximus”.
Quali sono, secondo voi, la canzone e l’album più epici che i Manilla Road abbiano mai scritto?
Hellroadie: “Taken by Storm” e “The Deluge”!
Shark: E’ difficile rispondere, anche perché molte delle canzoni di album in album sono legate concettualmente. Mah, come song direi... Merchants Of Death...The Deluge... Prophecy... Ninth Wave... March Of The Gods... The Empire... Dreams Of Eschaton... Me ne avevi chiesta una? Oh, sorry, ma ce ne sono parecchie, non solo una, hahaha! L’album più epico potrebbe essere invece “Atlantis Rising” o “Open the Gates, o ancora “The Deluge”, o forse “Spiral Castle”... Anche qui ce ne sono parecchi, dannazione, non riesco a decidermi, hehehe! Beh, comprateveli tutti e poi decidete voi!!
Beh, io ho già deciso, per me “The Deluge”! Senti, parlami invece della vostra label, la Iron Glory... Sei soddisfatto del loro lavoro?
Shark: E’ sempre stato strano per me lavorare con le labels. Dopo aver firmato con la Black Dragon ed essere stato lontano dalle scene così tanto, si è molto prudenti nei confronti di tutte le label, e si cerca di capire davvero se si sta facendo un buon affare. La Iron Glory, invece, ci ha dato tutto quello che ci aveva promesso e poi ha una distribuzione davvero ottima in Europa, il che è davvero una gran cosa per noi.
Quali sono i prossimi album dei Manilla Road che verranno ristampati?
Hellroadie: Verranno ristampati tutti quelli che mancano. Penso che la Iron Glory si occuperà a breve di “Invasion” e di “Metal”.
Anche un’etichetta italiana, la Dragonheart, ha ristampato un vostro album, precisamente “Open the Gates”; come sei entrato in contatto con loro?
Shark: Sono stato contattato da parecchie etichette non appena si è sparsa la voce che i vecchi album dei Manilla Road non erano più legati contrattualmente alla Black Dragon. Sono stato contattato allo stesso tempo dalla Dragonheart e dalla Underground Symphony. Penso che dietro a tutto questo però ci fu lo zampino di Denis della Sentinel Steel che ha ristampato “Mystification”. Grazie Denis!
Parliamo ora invece dei vostri innegabili meriti storici; siete una “extreme cult metal band”, una di quelle che cambiato il modo di suonare e sentire la musica metal...
Shark: E’ un onore sentire pronunciate queste fantastiche parole nei nostri confronti! Non so se abbiamo cambiato la storia del metal, ma di sicuro mi sono dannatamente divertito nell’attraversare tutta la storia e le scene metal da quando siamo partiti. Probabilmente non abbiamo cambiato la storia, ma di certo l’abbiamo fatta rimanendo attivi per così tanti anni! Bryan ed io abbiamo sempre scherzato immaginandoci su una sedia a rotelle o attaccati alle bottigliette di ossigeno... Invece dei dinosauri del metal come noi sanno ancora andare su quel palco!
Hehehe! Bene, ragazzi, volete dire qualcosa a tutti i vostri fans che hanno aspettato negli anni il grande ritorno dei Manilla Road?
Hellroadie: Stay on the Road Of Light, men… ci vedremo presto!
Shark: Vorrei prima di tutto dire ai nostri die-hard fans che se non fosse stato per loro non saremmo stati qui, a suonare musica, oggi. Siete voi che avete tenuto in vita i Manilla Road per tutti questi anni. A voi dico… Up The Hammers and May The Lords Of Light Be With You All!
Bene, grazie mille, è stato davvero un’emozione indescrivibile ed un grandissimo onore per me! Spero di vedervi presto “on stage”!!
Shark: Grazie a te per il supporto e per il tempo che ci hai concesso con questa intervista!!