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Gruppo:Communic

Per prima cosa cominciamo con una breve introduzione sulla band e sulla sua storia…
I Communic sono una band abbastanza nuova, o almeno così sicuramente ci vede molta della gente che non ha mai sentito parlare di noi, anche se prima di giungere a questo progetto ognuno di noi ha avuto le sue esperienze nel corso degli anni. Personalmente prima suonavo in un’altra band qui in Norvegia chiamata Scared e nella quale ho conosciuto l’attuale batterista dei Communic. Già dal tempo in cui suonavo in questa band avevo la mia idea di poter un giorno creare una band che fosse qualcosa di più personale, dal momento che nella vecchia band non avevo la possibilità di dare spazio alle mie idee musicali. Sentivo quindi l’esigenza di trovare un mio spazio sia come cantante che come chitarrista e poter trovare la giusta soddisfazione nel fare entrambe le cose, cantando e suonando quello che viene direttamente dalla mia mente. Nel giro di un anno da questa decisione la band ha cominciato a prendere forma e i primi concerti sono arrivati a partire da marzo 2003, in maniera del tutto spontanea e solo per divertimento. Alla fine ci siamo trovati soddisfatti del lavoro che stavamo facendo con i nuovi brani e abbiamo deciso di provare a registrare qualcosa: il primo demo è stato registrato poco dopo cercando di dare il meglio e di mostrare l’effettive potenzialità della band. Le 100 copie stampate sono state distribuite esclusivamente ai nostri principali contatti, preferendo puntare più sulla qualità che sulla quantità per avere delle risposte autorevoli su nostro lavoro. A un mese dalle registrazioni abbiamo firmato un contratto di promozione con un’agenzia danese per cercare di lavorare in maniera più professionale con le etichette e solo dopo altri 3 mesi avevamo già una discreta lista di label interessate a lavorare con noi. Alla fine abbiamo deciso di firmare per Nuclear Blast: il tutto è successo così in fretta che ancora oggi è difficile da credere che dal demo all’uscita dell’album sia passato così poco tempo!
Per questo motivo la gente si stupirà sentendo parlare di noi credendo che siamo venuti fuori dal nulla, anche se in realtà sono oramai 10 anni che siamo all’interno di questo mondo come musicisti. Alla fine i nostri sforzi sono stati ripagati!

Come vi sentite ad avere la possibilità di lavorare con un’etichetta importante come la Nuclear Blast?
Ci sentiamo come se un sogno fosse diventato realtà. Questo contratto è il risultato di tutto il duro lavoro che abbiamo fatto per comporre e registrare l’album, vedere che un’etichetta così importante apprezza il tuo lavoro è davvero una bella soddisfazione. Proprio la scorsa settimana ero nei loro uffici per alcune interviste e mi sono trovato davvero bene, anche se siamo una band piccola, nuova e appena arrivata. L’impressione che ho avuto è che ogni band viene trattata alla stessa maniera ai loro occhi, e questa è una cosa molto importante. Da un lato essere sotto contratto con un’etichetta così importante un po’ ci fa paura, ma al tempo stesso è una cosa eccitante in quanto devi costantemente dimostrare il tuo valore se vuoi restare! In ogni caso è sicuramente una cosa positiva se paragonata alle numerose etichette che non rispondono alle tue mail e non ti riservano il trattamento professionale che ogni band meriterebbe.

Parliamo invece del vostro curioso monicker e del titolo che avete scelto per il vostro debut album…
Il nome della band deriva dalla parola “communicate” e la prima idea era quella di chiamarci “CommunicHate” dando vita ad un gioco di parole, ma la cosa non aveva molto senso dato che al momento (e tuttora!) non siamo così arrabbiati da scegliere un monicker del genere! Il rischio sarebbe stato quello di dare un’immagine di band che non ci appartenesse, così abbiamo deciso alla fine di tagliare il nome e lasciare unicamente Communic. Anche se il termine non esiste è comunque la radice del verbo “comunicare” ed poi quello che noi cerchiamo di fare con la nostra musica, comunicare le nostre sensazioni ed emozioni al maggior numero possibile di persone. Non è che abbia poi questo grande significato ma l’importante è che abbia senso per noi!
Il titolo dell’album “Conspirancy in Mind” è anche il nome della prima canzone che abbiamo composto con questa band, quindi rappresenta qualcosa di molto rappresentativo per noi e per la nostra crescita e consapevolezza come band; inoltre è anche il titolo del demo, quindi la scelta come titolo anche per il debut album è venuta in maniera molto spontanea.

Come descriveresti il sound della vostra band per presentarvi a chi ancora non ha avuto modo di sentire nulla dei Communic?
Credo si tratti di una domanda abbastanza difficile alla quale non so mai cosa rispondere in quanto ci sono talmente tante influenze nella nostra musica che risulta difficile descrivere il nostro sound facendo paragoni con altre band. Di certo si può dire che si tratta di “progressive power metal” anche se non mancano altre influenze ad esempio quella thrash; l’intento è sempre quello di riuscire a trasmettere un certo groove e un certo feeling senza essere tecnici a tutti i costi, come spesso accade in questo genere.

Data questa eterogeneità nella vostra musica, quale pensi possa essere il pubblico ideale per i Communic?
Forse chi ascolta prog, forse chi ascolta power… sinceramente non saprei dal momento appunto che nella nostra musica si può trovare un po’ di tutto. Per questo motivo credo che la nostra proposta possa interessare un po’ qualsiasi tipo di ascoltatore in campo metal, e credo sia una cosa positiva che ognuno possa intendere in maniera personale la nostra proposta musicale. L’unico problema credo sia per chi dovrà occuparsi della recensione dell’album!

Rimanendo sul discorso, quali possono essere le principali influenze per il vostro sound e per il vostro modo di comporre?
Molte influenze vengono dagli ultimi anni ’80 nell’ambito prog metal, penso ad esempio ai vecchi Fates Warning, ma anche dalla scena thrash dei primi anni ’90, Megadeth e Testament su tutti, senza contare che quotidianamente ascolto questa musica, è quella che continuo a trovare più entusiasmante e dalla quale quindi si è sempre in un modo o nell’altro influenzati. Questo per quanto mi riguarda, ma all’interno della band confluiscono poi altre influenze, ad esempio dal nostro batterista il quale è più vicino alla scena death metal, mentre il bassista è grande amante dei Manowar (segue una sincera risata, ndr), quindi quando ci troviamo a mettere assieme tutte le nostre idea il risultato non può mai essere scontato dal momento che vi sono influenze tanto diverse che vengono poi mischiate tra loro. In ogni caso ognuno nella band ha il proprio spazio per le proprie idee e il proprio modo di suonare ed è in questo modo che abbiamo imparato a suonare assieme, lasciando ad ognuno il proprio spazio. E il risultato finale mette ben in luce l’operato di ciascuno di noi rendendo il disco così personale e difficilmente inquadrabile.

Su cosa vi concentrerete dopo l’uscita dell’album?
Di sicuro cominceremo a suonare un po’ in giro, dal momento che fino ad oggi ci siamo concentrati unicamente sulle registrazioni dell’album, evitando distrazioni o accavallamento di impegni, ma ora siamo pronti per le date live. Si tratterà delle prime date ufficiali per i Communic dato che non abbiamo mai suonato dal vivo con questa band: il primo di aprile inizieremo il tour europeo il quale durerà 2 settimane e mezza e ci porterà in giro un po’ per tutta Europa assieme a Graveworm e un’altra band finlandese. Sarà un tour interessante visto che ciascuna band suona un genere diverso dall’altra e molto particolare, una buona occasione per la gente di conoscere 3 diverse band in un unico concerto. Dopo di che suoneremo al Rock Hard Festival in Germania e credo sarà davvero una grossa esperienza!

Cosa cambierà nelle vostre vite dopo l’uscita dell’album e dopo aver firmato un contratto importante con la Nuclear Blast?
Credo non cambierà nulla come nulla è cambiato fino ad oggi. Sicuramente saremo molto più concentrati su quello che stiamo facendo ma senza dimenticare che il tutto è cominciato come forma di divertimento, ed è quello che cerchiamo di ottenere ogni volta che suoniamo assieme. Ognuno di noi ha comunque i propri impegni e ha bisogno di un lavoro anche perché nessuno crede che questa esperienza ci potrà mai permettere di campare! Il batterista lavora presso un autosalone, io ho una agenzia di grafica mentre l’unico che si dedica unicamente alla musica è il bassista, ma non ti saprei dire se ci guadagna qualcosa!

Cosa mi puoi dire della scena heavy/rock in Norvegia al giorno d’oggi?
Non è cosa facile proporre il nostro tipo di musica nel nostro paese. Come tutti sanno la maggior parte di gruppi qui suona black metal o comunque metal estremo ed è quindi difficile riuscire a farsi notare con un genere decisamente diverso. Ci sono in ogni caso altre buone band non dedite a queste sonorità ma non è facile levare dalla testa della gente il binomio Norvegia - black metal quando in ogni caso nel nostro paese ci sono band di un po’ tutti i generi metal. Anche perché non è solo più la Norvegia a proporre certe sonorità come è stato per molti anni, quindi è il caso che questa etichetta venga abbandonata e la gente abbia la possibilità di conoscere altre realtà musicali norvegesi. La cosa più importante per noi è essere convinti e soddisfatti della musica che proponiamo, indipendentemente dal nostro paese di provenienza.

Direi che è tutto! Se vuoi aggiungere qualcosa fai pure!
Mi auguro sinceramente di poter venire in Italia per qualche concerto nel futuro e spero che la gente possa avvicinarsi con interesse al nostro lavoro dato che credo i Communic abbiano qualcosa di particolare e unico da offrire, anche se so che con tutte le metal band in circolazione è difficile riuscire ad attirare l’attenzione dei fan!

Intervista a cura di Marco 'Mark' Negonda

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