I Manowar non hanno certo bisogno di presentazioni: la metal band più amata del globo è ormai pronta, dopo diversi anni, a pubblicare il suo dodicesimo album (decimo in studio), intitolato “Gods Of War”. Come anticipazione ci è stato offerto l’EP “Sons Of Odin”, dischetto molto interessante con diversi spunti sinfonici ed epici, che non mancheranno di rendere ancora più spasmodica l’attesa per il nuovo full length.
Abbiamo incontrato i cordialissimi Eric Adams e Karl Logan (rispettivamente voce e chitarra), che insieme a Joey De Maio e Scott Columbus formano “la band più rumorosa del mondo”, e che si sono prestati di buon grado a rispondere a tutte le curiosità riguardanti il futuro dei Manowar.
Ascoltando le nuove canzoni, si ha la sensazione che il vostro nuovo album sarà il più epico della vostra carriera, grazie alle molte parti orchestrali, che nel caso per esempio di “Gods Of War” sembrano quasi influenzate dai Rhapsody, con cui avete lavorato molto ultimamente. Che ne pensate?
(E.A.): “Direi che lavorare insieme ai Rhapsody sia una buona cosa, loro sono una grande band e penso che siamo piuttosto simili come stile, ma non credo che siamo stati influenzati da loro, così come loro non lo sono stati da noi. La nostra musica ha comunque delle differenze, ma credo sia lo stile attuale del metal a tendere ormai verso arrangiamenti sinfonici, con basi ritmiche molto potenti. Per quanto ci riguarda, lo facciamo ormai da quattro album, mentre i Rhapsody fanno parte della Magic Circle solo da un paio di anni, quindi… Non dirvi se si tratti di ispirazione o meno, ma vi posso assicurare che insieme costituiamo un’accoppiata straordinaria dal vivo! In quanto ai loro nuovi dischi, in cui sono presenti più canzoni cadenzate che ricordano un po’ le nostre, posso dire che tutti, più o meno, inseriamo nei nostri album brani veloci, brani lenti e mezzi tempi. I Manowar lo hanno sempre fatto, in ogni disco da ‘Battle Hymns’ fino a ‘Gods Of War’, in cui sono presenti alcune power ballads che secondo me sono davvero buone. D’altra parte, cerchiamo di accontentare tutti, penso che se facessimo un album costituito da un solo tipo di canzoni, riceveremmo un sacco di lamentele!”
Visto che le orchestrazioni sono presenti in molti nuovi pezzi, come pensate di riproporle dal vivo?
(K.L.): “Ultimamente ci siamo avvalsi della collaborazione di un tastierista e penso che continueremo in questo senso: oggi, grazie alle tastiere è possibile riprodurre il suono orchestrale ed è molto utile là dove, per motivi di spazio, non è fisicamente possibile utilizzare un’orchestra vera. In passato, siamo stati io e Joey ad occuparci delle parti di tastiera, ma oggi riteniamo più conveniente affidarci ad un tastierista, in modo da poterci concentrare sui nostri rispettivi ruoli ed essere più presenti sul palco. In ogni caso, potremmo decidere anche di suonare con una vera orchestra, dipenderà essenzialmente dalle possibilità che ci offrono i locali in cui ci esibiremo.”
(E.A.): “Quando abbiamo suonato all’Earthshaker festival, eravamo accompagnati da un’orchestra e da un coro di 100 elementi ciascuno ed è stato fantastico! Pensate, l’orchestra, il coro e la band più rumorosa del mondo, tutti insieme su un palco enorme… È stata un’esperienza formidabile, davvero!”
L’album completo riprenderà lo stile dell’EP, o dobbiamo aspettarci qualcosa in più?
(E.A.): “Sicuramente l’EP rappresenta bene lo stile del disco, ma ci sarà comunque qualcosa in più, che per il momento non possiamo rivelare, vogliamo che sia una sorpresa. Quello che posso dire è che l’EP non è altro che una parte di quello che sarà ‘Gods Of War’. Le nuove canzoni che avete potuto ascoltare, sono in effetti più epiche che in passato, e questo grazie alle richieste che molti fans ci hanno rivolto tramite il nostro sito, www.manowar.com, auspicando proprio la presenza di più brani in quello stile.”
Cosa potete dirci a proposito del vostro nuovo DVD?
(K.L.): “Il DVD si intitola ‘The Day The Earth Shook – The Absolute Power’: è stato realizzato con 27 telecamere ad alta definizione e contiene oltre 6 ore di materiale, fra cui un resoconto della fan convention e le due ore di concerto all’Earthshaker. Acquistandolo, otterrete anche un codice da inserire sul nostro sito, che vi darà la possibilità di vincere due motociclette custom. Tutto lo show dell’Earthshaker è presente, ci sono due canzoni suonate con Ross The Boss e altre con Donnie Hamzik, Rhino e David Shankle, mentre per il gran finale di ‘Battle Hymns’ siamo stati tutti quanti, membri passati e presenti dei Manowar, insieme sul palco. È stato il palco più grande che abbiamo mai avuto e le riprese sono fantastiche, incluse alcune, veramente incredibili, realizzate dagli elicotteri. Se non eravate presenti quella sera, vi consiglio davvero di comprare il DVD, perché uno show del genere non penso lo faremo mai più. Alla fine abbiamo avuto anche sei minuti e mezzo di fuochi d’artificio…”
(E.A.): “I fuochi sono stati fantastici, anche se abbiamo dovuto aspettare di vedere il filmato per rendercene veramente conto! Noi eravamo sul palco e non potevamo certo andarcene, anche perché i fuochi sono stati programmati per durare esattamente quanto l’ultima canzone che avevamo in scaletta! È stato comunque qualcosa di straordinario.”
Eric, sappiamo che hai realizzato un DVD sulla caccia per conto tuo, hai avuto per caso dei problemi di censura? Ce ne vuoi parlare?
(E.A.): “Oh, certo, era inevitabile ricevere delle critiche. D’altra parte, capisco bene che per molta gente continui ad apparire assurdo il fatto di uccidere degli animali, questo tipo di domanda mi viene rivolto molto spesso. Io, di solito, rispondo che sono sposato da 28 anni e quindi… ho bisogno di uccidere qualcosa! [risate, nda] Seriamente, si tratta senza dubbio di un prodotto che non è adatto a tutti. ‘Wildlife And Wild Times’, questo il titolo, è un video che ho realizzato come una retrospettiva sulla mia vita e ha un impatto visivo piuttosto forte, lo ammetto. Non è un video dei Manowar, ne’ un video musicale, la musica d’accompagnamento è stata composta da me appositamente. C’è del sangue, è vero, ma è anche vero che il sangue è parte della vita. Penso che anche i vegetariani, che dicono di non mangiare carne per non uccidere un essere vivente, finiscano per ‘uccidere’ qualcosa di vivo: le piante sono anch’esse esseri viventi. La natura, poi, può essere davvero spietata, ho visto personalmente dei piccoli cervi essere circondati da un gruppo di predatori e morire in modo orribile senza poter fare nulla per evitarlo. Inoltre, c’è da dire che mangio la carne di ogni singolo animale che abbatto, non lo faccio solo per uccidere…”
Com’è stato trovarsi a comporre musica?
“È stato un po’ strano, perché non avevo mai composto musica prima d’ora, ma è stato interessante. Chi lo sa, forse in futuro potrei anche proporre qualcosa per la band, anche se finora il nostro modo di lavorare è sempre stato lo stesso e ha sempre funzionato bene: generalmente sono Karl e Joey a comporre i brani, mentre io mi occupo più degli arrangiamenti e di suggerire qualche spunto. Quando loro compongono una canzone, di solito il pezzo è già completo al 90%, poi entriamo in gioco io e Scott e diamo il nostro contributo con dei consigli su come rifinire il tutto.”
Secondo voi, “epico” è sinonimo di “sinfonico”?
(E.A.): “No, per quanto mi riguarda, epico è un sentimento, un’atmosfera particolare che si può riscontrare in certe canzoni. Ed è la canzone stessa a richiedere, in un certo senso, l’uso di determinati strumenti. Per esempio, quando la canzone ‘Gods Of War’ è stata scritta, era interamente basata sul riff principale di Karl e non c’erano parti sinfoniche. Man mano che il brano veniva rifinito, però, abbiamo sentito l’esigenza di inserire qualcosa di più particolare ed è a questo punto che abbiamo provato, sulle tastiere, il tipo di sound sinfonico che si può sentire nel prodotto finito. Ci siamo resi conto che suonava benissimo e completava ottimamente la canzone.”
(K.L.): “Quello che volevamo ottenere era un tipo di sound per certi versi cinematografico, in modo da dare la possibilità a chi ascolta la canzone, di ‘vederla’, oltre che semplicemente sentirla, di immaginare, cioè, la scena di fronte ai propri occhi. Nel caso specifico, avevamo bisogno di qualcosa di maestoso, per narrare una storia di dei e di mitologia.”
(E.A.): “D’altra parte, per introdurre adeguatamente certi temi, c’è bisogno di un certo tipo di accompagnamento musicale. Pensate ad un film come Ben Hur, per esempio, che ne sarebbe stato senza la colonna sonora? Vedere un esercito di soldati romani marciare senza un commento musicale consono, non sarebbe certo la stessa cosa. Da questo presupposto, siamo partiti anche noi per realizzare i nuovi brani.”
Essendo passati molti anni dal vostro album precedente, come vi trovate ogni volta a dover comporre del materiale nuovo? È diventato forse più difficile, oppure il vostro intento è quello di offrire sempre un prodotto estremamente curato?
(E.A.): “A dire il vero, non è per nulla diventato più difficile, anzi, direi che è tutto molto più facile. Ad ogni nuovo disco impariamo sempre più tecniche per registrare meglio, Joey e Karl hanno costanti idee per nuovi brani, le tematiche vanno e vengono continuamente, insomma, di carne al fuoco ce n’è sempre tanta! Abbiamo una moltitudine di canzoni incomplete che aspettano solo il momento giusto per essere rifinite e pubblicate. In quanto alle nostre intenzioni nei confronti del pubblico, il nostro sforzo è sempre quello di offrire il prodotto migliore che possiamo: gli album in studio, i live, i video, i concerti, tutto ciò che abbia il nome dei Manowar stampato sopra, deve essere sempre e comunque della migliore qualità. Lavoriamo costantemente per i nostri fans e ad essere sincero, non conosco nessun’altra band che tenga in considerazione i propri fans come facciamo noi. Se pensate che stiamo offrendo loro due motociclette da 40.000 dollari…!
A proposito, vorrei fare un annuncio che riguarda i concerti che faremo in Germania in marzo 2007: ognuno di voi che vi si presenterà col proprio passaporto, riceverà una maglietta in omaggio. Ci costerà una fortuna, ma è il nostro modo per scusarci per averci messo tanto a produrre un nuovo disco. D’altra parte, gli imprevisti fanno parte della vita e noi non potevamo certo prevedere l’incidente che ha avuto Karl e che lo ha tenuto fermo per lunghi mesi… L’importante è non perdersi d’animo e andare sempre avanti. Nel nostro caso, l’incidente di Karl ci ha fatto preoccupare moltissimo, ma ci ha anche dato l’opportunità di rifinire meglio il nostro lavoro e di pensare di offrire qualcosa di speciale ai nostri fans. Così abbiamo pensato al concept sugli dei della guerra, infatti questo album sarà il primo capitolo si una serie di dischi incentrati sullo stesso tema: è infatti impossibile raccontare una storia talmente complessa con un solo disco, non sappiamo quanti ce ne vorranno, forse due, forse anche cinque, ma vogliamo creare comunque una saga memorabile. Certo, ci è voluto del tempo e ci scusiamo per questo, ma vi posso promettere un album e uno show che saranno pura dinamite!”
Siete sempre più coinvolti con la vostra Magic Circle Music: come vi trovate nel ruolo di produttori?
(K.L.): “Finora eravamo sempre rimasti sotto l’ ‘ombrello’ delle case discografiche ed eravamo in costante conflitto con loro, perché ci dicevano sempre di fare cose che secondo noi non erano giuste, magari di suonare in modo più trendy, ecc. . Purtroppo, il problema delle case discografiche è che cambiano spesso personale, assumendo persone che sono nell’ambiente da pochi anni. Noi, e in particolare Joey, siamo invece sulle scene da quasi 30 anni, per cui ci sono dei momenti in cui sappiamo meglio di loro se certe mosse sono giuste o sbagliate per la band. Quindi, ad un certo punto, ci siamo decisi a fondare la nostra etichetta e la nostra azienda personale, in modo da avere il controllo di qualsiasi operazione da un solo ufficio centrale. Inoltre, in questo modo possiamo offrire, ad altri gruppi che la pensano come noi, la possibilità di operare con la stessa libertà di idee. Questo non succede con le altre case discografiche, perché molte di esse sono gestite da persone che sono nell’ambiente da cinque anni e quindi non lo conoscono bene quanto noi. Penso che la nostra sia stata la scelta migliore per la band, poiché ci da la possibilità di avere un interesse e una visione comuni, tutto per il bene della band stessa e di una ventina di altre che si sono affidate a noi.”
Com’è stata l’esperienza della fan convention dell’anno scorso?
(E.A.): “Straordinaria! Abbiamo incontrato gente proveniente da ben 37 paesi diversi, incluse persone che arrivavano dal Giappone, dall’Australia e dal Brasile! Si è trattato della prima convention per noi ma è stato qualcosa di eccezionale, davvero. C’è stato anche il concorso per chi riusciva a bere la birra come fa Joey sul palco, il concorso per Miss Manowar, seminari di chitarra e di batteria con i vecchi membri del gruppo, insomma è stato molto bello! Ci siamo divertiti moltissimo, così come ogni volta che stiamo insieme ai nostri fans. Speriamo davvero di poter ripetere presto l’esperienza: è costata mesi di lavoro e di soldi, ma ne è valsa assolutamente la pena.”
Sapete quando riuscirete a suonare in Italia?
“Sinceramente non ancora, ma stiamo lavorando proprio in queste settimane per definire delle date. Senza ombra di dubbio vogliamo venire a suonare in Italia e lo faremo, solo che non abbiamo ancora niente di definitivo. Siamo in un periodo in cui tutto cambia di giorno in giorno. Per fare un esempio pratico, fino all’altro giorno sapevamo che il DVD si sarebbe chiamato ‘The Earthshaker Festival’, ma abbiamo appena ricevuto da New York la conferma che il titolo sarebbe cambiato! Infatti, poiché c’è già qualcuno che possiede i diritti su quel nome, siamo stati informati all’ultimo momento che non avremmo potuto usarlo anche noi… misteri del music business! E comunque, voi siete stati i primi a conoscere il titolo definitivo!"