Debutto spettacolare quello dei Messiah's Kiss, che con "No Prayer for the Dying" si apprestano a conquistare i più puri e duri metalheads intransigenti! Un sound '80 e un cantante fenomenale dal nome Mike Tirelli (Holy Mother, Burning Starr, etc...) sono gli ingredienti giusti per un heavy metal tout-court, come non si sentiva da tempo. A poco tempo di distanza dal tour di supporto a Doro che toccherà anche l'Italia (Milano, 5 Dicembre), sentiamo cosa ci racconta il drummer Eddy Ostra...
Bene, direi di partire tracciando un po' la storia dei Messiah's Kiss!
Oh, yes! La storia dei Messiah's Kiss si può far risalire alla metà degli anni '80; tutti i componenti di quella prima band tedesca, che allora si chiamava Depression, sono attualmente in formazione, eccetto ovviamente il cantante, che è stato sostituito da Mike Tirelli. In quegli anni suonavamo lo stesso tipo di true metal, e trovo che abbiamo anche scritto anche delle belle cose, uscite poi sui demo che abbiamo auto-prodotto. Negli anni '90 però c'è stata un'inversione di tendenza all'interno della scena metal, un processo che ha portato a musica più estrema ghettizzando l'heavy metal più puro. Nel 2001 sono finalmente cambiate molte cose ed è così arrivato il momento giusto per fare uscire un vero album della band. Ecco come sono nati i Messiah's Kiss!
Mi puoi spiegare il significato del titolo dell'album e della copertina?
Certo! Il titolo è datato, ha la stessa età di molti dei pezzi che compaiono nell'album, al contrario invece del nome Messiah's Kiss che, come ti ho detto, è stato adottato solo da poco. Quando stavamo lavorando a questo album ci siamo messi a girovagare per la rete cercando qualche illustrazione che fosse adatta per la nostra copertina, finché non ci siamo imbattuti in questo disegno di Luis Royo e abbiamo detto "Wow! È la perfetta illustrazione per il nuovo nome Messiah's Kiss!". Abbiamo deciso di mettere "Prayer for the Dying" come titolo dell'album, perché penso che sia perfetto per rappresentare l'immagine della copertina, anche a livello di tematica, come potrai notare leggendo il testo della canzone che ha dato il titolo al lavoro.
E come mai invece un monicker quale "Messiah's Kiss"?
Beh, il vecchio nome "Depression" era troppo... depressivo, ahah! Volevamo qualcosa di positivo, potente, facile da ricordare e così venne fuori "Messiah's Kiss", un nome che trovo perfetto!
Come hai già ricordato il vostro nuovo singer è niente meno che Mike Tirelli, una vecchia conoscenza nel panorama heavy metal statunitense. Come siete entrati in contatto con lui?
Mike registrò con gli Holy Mother a Bochum, una piccola città tedesca che dista solo quindici chilometri dal mio paese. In quell'occasione ci incontrammo e gli chiesi un parere sul nostro materiale, che avevamo già registrato da soli nel corso del processo di pre-produzione. Le canzoni erano già quasi identiche a quelle che trovi sull'album, e la voce di Mike sarebbe stata perfetta per interpretarle... Dopo averlo ascoltato attentamente Mike incominciò a guardarmi sorridendo, dopodiché mi chiese il numero di telefono!
Ma gli Holy Mother sono ancora attivi? E' un po' che non si hanno loro notizie...
Oh, sì, sì, sono ancora vivi e vegeti!
Sempre con Mike alla voce?
Of course! Al momento canta in entrambe le band!
Ah, ok, bene! Tornando a voi: hai detto che questo è stato il momento giusto per uscire con un album. Eppure il mercato sembra essere più orientato verso quel "sissy power symphonic" che tanto impazza soprattutto qui in Italia... Non c'è mai stata la tentazione di aprirsi verso lidi più "commerciali"?
Oh, no, non ci interessa nient'altro se non suonare il genere di musica che amiamo. Siamo cresciuti con un certo tipo di musica nei seventies e con gente come Ted Nugent o i Kiss, approdando poi al metal all'alba degli '80 e a bands quali Accept, Judas Priest e altre della NWOBHM. Queste sono le nostre radici, e questa è la musica in cui crediamo e nella quale possiamo dare il meglio. Non abbiamo mai pensato di seguire i trend del momento, ma solo di fare quello che ci piaceva; spesso è stato duro, è vero, ma è stato meglio così...
"No Prayer for the Dying" è uscito per la SPV Records, una label di grande importanza che vi ha garantito una più che buona distribuzione e promozione. Come siete giunti ad un contratto?
Dopo avere registrato dei demo di pre-produzione all'album, abbiamo incominciato a venderne qualcuno via internet e a farli circolare presso gli addetti al settore. La SPV Ha sentito le canzoni che erano su quelle registrazioni e ci ha chiesto di poter sentire anche le altre che sarebbero poi comparse sull'album vero e proprio. Una volta ascoltato tutto il nostro materiale, hanno espresso la loro soddisfazione dicendo che mi avrebbero poi chiamato. E così è stato!
Immagino che siate soddisfatti del lavoro svolto dalla SPV in fase promozionale?
Yes, of course! Siamo completamente soddisfatti! Abbiamo avuto una grande promozione, anche se si è trattato del nostro primo album, uscendo con recensioni anche sui più importanti magazine europei!
Quest'estate ho avuto modo di vedervi all'opera al Wacken Open Air... Com'è stata la reazione del pubblico?
Oh, grandiosa! Siamo rimasti davvero sorpresi! La gente addirittura cantava le nostre canzoni, come in "Blood, Sweat and Tears", anche se il disco ancora non era uscito!!
Beh, ricorderai di sicuro quel folle scalmanato in prima fila che ha cantato tutte le vostre canzoni... Ero io, ahaha!
Ahaha, ma dai, eri tu? Beh, sì, la stampa aveva già ricevuto le copie promozionali, è vero! Comunque è stata per noi una grande sfida quella di suonare al Wacken Open Air, nonché una bellissima ed indimenticabile esperienza, davanti a tutta quella gente!
Spiegami però come mai non avete fatto uscire l'album prima del giorno dello show. Era già pronto da tempo, se non erro...
Sì, hai ragione, l'album era già pronto. Suonare al Wacken prima dell'uscita però voleva dire qualcosa di più, era un'occasione per farsi notare e apprezzare, per testare la resa live e per vedere se sarebbe poi stato possibile organizzare un tour vero e proprio come band di supporto.
Ecco, parliamo appunto di questo tour da spalla che poi è arrivato davvero. Sarete anche in Italia, a breve, con Doro, giusto?
Yes, esattamente! Incominceremo a Novembre il tour con Doro; partiremo dalla Germania e gireremo un po' tutta l'Europa! Saremo in Italia al Transilvania Live il 5 Dicembre. Siamo parecchio eccitati dall'idea di un tour del genere, davanti a così tanta gente diversa e in posti così lontani!
E dopo il tour, rientrerete subito in studio?
Sì, dopo queste numerose date sistemeremo le cose che già sono state scritte e le assembleremo con del nuovo materiale. Il nostro chitarrista, Georg, scrive continuamente canzoni, anche in questo periodo ha continuato a comporre! Di certo posso assicurarti che il nuovo album sarà sulle stesse coordinate del primo, non cambieremo il nostro sound né appesantendolo né inserendo elementi progressive o che dir si voglia. Sarà semplicemente un album alla Messiah's Kiss!
Cioè? Eheheh, nel senso: se dovessi descrivere con poche parole il genere dei Messiah's Kiss a qualcuno che non vi ha mai sentito, cosa diresti?
Direi che è un classico e true heavy metal, figlio degli anni '80, ma arricchito anche da elementi più moderni, soprattutto per quanto riguarda la produzione. Le band che più ci hanno influenzato, come ti ho detto, sono state Judas Priest, Accept e Saxon, ma le nostre influenze non si limitano alla Germania o all'Inghilterra; ci sono molte band statunitensi che mi fanno impazzire, come i primi Vicious Rumors. Non penso che dei Messiah's Kiss si possa dire "Hey, suonano molto tedesco", oppure "Well, suonano molto europeo"! Penso piuttosto che il nostro sound sia la perfetta combinazione tra il true heavy metal d'Europa e quello d'oltreoceano.
Bene, Eckhard, è tutto! Ci vediamo sicuramente al concerto! Ora però lascio a te l'ultima parola...
Che dire? Siamo impazienti di venire in Italia a suonare! Come in Germania, da voi ci sono tantissimi fans che apprezzano questo genere di musica e penso quindi che sarà davvero un grande concerto! Mi spiace solo che non siamo riusciti a organizzare, come doveva essere in principio, anche una data a Firenze ed una Roma. Sarà per la prossima volta! Ci vediamo comunque a Milano, non mancate!!!