Peter, partiamo subito parlando del nuovo disco dei Pain, che mi dici a proposito? Io l’ho trovato molto bello, un’evoluzione del sound tipico della band, forse molto più curato dal punto di vista di melodie e arrangiamenti.
Si, hai ragione, le melodie sono state curate moltissimo, sono stato molto tempo in studio a cercare i riff giusti, le armonizzazioni, è stato un lavoro certosino. In generale comunque è un disco estremamente aggressivo, energico, incazzato, frutto di un periodo abbastanza difficile della mia vita di cui per altro ho parlato nei testi dell’album.
Infatti l’impressione è che nonostante l’elettronica sia molto presente ci sia una netta prevalenza di chitarre e bassi prettamente metal.
Appunto, diciamo che è una sorta di crossover tra metal e techno, elettronica, forse più riuscito che nei precedenti dischi; stavolta le melodie tipicamente heavy sono perfettamente adattate ai suoni elettronici presenti comunque in maniera importante nel disco.
Diciamo che in un certo senso hai prodotto un disco che possa piacere a chi il metal non lo mastica grazie a melodie molto pop, ma che senza dubbio attirerà gli appassionati di musica heavy, no?
Assolutamente, penso di poter dire che il disco sarà digeribile da qualunque fruitore di musica, anche da chi non sa nemmeno chi siano gli Hypocrisy!
Mi vuoi dire qualcosa sulle lyrics?
Certo: si tratta di testi molto personali che non necessitano di spiegazioni particolari; ci troverai situazioni che mi trovo ad affrontare tutti i giorni e come ti ho detto prima una sorta di sfogo in un momento particolarmente difficile che ho passato.
C’è una canzone del disco cui sei particolarmente legato?
Direi di no, sono tutte creazioni molto personali e toglierne una dal lotto significherebbe snaturarne il senso; forse solo l’ultima canzone, che doveva far parte della colonna sonora di un film svedese sulla mafia europea ed è stata esclusa alla fine dal regista, posso dire che sia meno in linea col disco pur essendo molto bella secondo me.
Ho visto che dal vivo hai un gruppo completamente nuovo in cui per altro ci sono due ragazze; come hai composto questa nuova band live?
Ahahahah, si hai notato le ragazze eh! Loro hanno suonato il disco con me, ci siamo trovati bene, ho sentito che c’era feeling con tutti e ho deciso di chieder loro di venire in tour per portare il disco sui palchi d’Europa e loro hanno accettato molto volentieri; però prima non li conoscevo, non credo facessero parte di altre band. In ogni caso sono molto contento di come vanno le cose con loro, stiamo trovando affiatamento dal vivo e presto offriremo ottime prestazioni.
Invece per quanto riguarda il tour promozionale sai dirmi qualcosa?
Devo parlare ancora con il promoter e sinceramente non so ancora quando e dove suoneremo. Probabilmente faremo delle date a breve e successivamente parteciperemo a qualche festival estivo.
Magari il nostro Gods of Metal eh?
Eheheh, beh mai dire mai, comunque non so dirti nulla di preciso al momento.
Senti Peter, consideri i Pain sono come un side project, come una band vera e propria o semplicemente come un tuo personale sfogo artistico?
Non direi un side project, forse sono nati così, ma ora sono una vera band con ben tre dischi alle spalle, tour, promozione e via dicendo. Più che altro rappresentano un altro lato di me, diciamo la parte meno incazzata e più melodica se vogliamo, nonché la possibilità di inserire l’elettronica che da sempre mi affascina.
Infatti credo che sia un gran dono quello di saper scrivere grandi album con gli Hypocrisy e poi riuscire a creare dischi di ottimo livello con una band così diversa come i Pain che mischiano benissimo chitarre heavy, melodie pop e inserti elettronici.
Tornando a noi, c’è qualche nuova band che vorresti produrre nei tuoi rinomati Abyss studio?
Direi di no, perché sinceramente non ne ho proprio il tempo; in ogni caso in giro vedo molti giovani gruppi che hanno talento da vendere… forse si perdono un po’ scopiazzando i grandi del passato senza il coraggio di osare un po’ ecco.
A proposito, sono circa quattro anni che non produci dischi nei tuoi studi di registrazione che fino a poco fa erano probabilmente i più richiesti della scena metal, come mai?
Principalmente perché non ho proprio tempo, sai tra famiglia, due gruppi con relativi album da comporre e promuovere, concerti, interviste e quanto altro rimane davvero un’inezia, mi spiace molto e anzi credo che in futuro sarà difficile riuscire a riprendere i ritmi di qualche anno fa nel produrre band.
Parlando un po’ di attualità vorrei chiederti che ne pensi del trend che sembra ormai aver conquistato tutte le vecchie glorie: le reunion. Che ne pensi di band come Judas Priest, Motley Cure, Testament, Exodus, Twisted Sister, Anthrax che hanno deciso di fare dischi e tour insieme dopo tanti anni?
Mah, da fan del genere devo ammettere che mi fa piacere vedere nuovamente in giro tutti questi dinosauri che anche se con qualche chilo in più e una forma non proprio perfetta riescono a sopperire con il grande carisma; inoltre penso sia sbagliato criticarli perché lo fanno per soldi: è ovvio, se sei un musicista vuoi anche guadagnare e credo che dopo molti anni di sacrifici godersi il successo anche se dietro non c’è chissà quale motivazione spirituale o morale sia più che giusto. Dico anche che se un giorno terminerò la mia avventura con gli Hypocisy, lo farò definitivamente senza marce in dietro o reunion anni dopo.
Colgo l’assist: hai cominciato a lavorare sul nuovo disco degli Hypocrisy? Che mi dici al riguardo?
Si si, abbiamo iniziato e siamo a buon punto: le nuove canzoni sono maggiormente tecniche rispetto a The Arrival, più lunghe e complesse. Ci saranno canzoni lente ed epiche e altre molto thrash con influenze anche dal back e dal death! Sarà un gran disco, ne puoi star certo!!
Non avevo dubbi!! Va bene, allora ti saluto Peter, grazie del tempo concesso.
Grazie a te Alessio, saluto tutti i fan italiani di Pain e Hypocrisy, ci vediamo presto in tour… Ciaooo!
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