Ektomorf (Zoltan Farkas, guitars)

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Gruppo:Ektomorf

Gli Ektomorf possono essere considerati una sorta di cenerentola del metal. Partiti dalla natia Ungheria, paese del tutto avulso dai giri metal, i nostri sono riusciti a catturare l’attenzione della, udite udite, Nuclear Blast per la quale hanno pubblicato il nuovo “Destroy”, disco giocato su sonorità modern thrash, ma che non disdegna le influenze gitane dovute alle origini della band. Ascoltare la, flebile e timida, voce di Zoltan Farkas (voce e chitarra) al telefono fa quasi tenerezza, soprattutto quando parla delle condizioni del suo paese. Forse la musica è solo uno sfogo per questi ragazzi, ma uno sfogo indispensabile per urlare a tutti la loro condizione e i loro sentimenti. Un mezzo per sfuggire alla dura quotidianità. Hanno tutto il mio supporto.

In Italia gli Ektomorf sono una band ancora poco conosciuta, ti va di parlare ai kids italiani della tua band?
“ Abbiamo già suonato in Italia un paio di volte, in dei piccoli festival, e sono rimasto favorevolmente impressionato perché i vostri ragazzi sono “very cool”. La band è nata nel 1994 per opera mia e di mio fratello Csaba, ma solo nel 1996 siamo riusciti a pubblicare il nostro debutto “Hangok” che in ungherese significa “voci” ed era appunto cantato in magiaro. Nel 1998 abbiamo pubblicato il secondo album, sempre in magiaro, “Ektomorf” e nel 2000 abbiamo pubblicato il terzo album “Kalyi Jag” che in lingua gitana significa “fiamma nera”. Quella fu la prima volta che cantammo in inglese e questo ci permise di porci all’attenzione continentale, riscuotemmo un buon successo nell’underground tedesco, al punto che iniziammo a suonare anche all’estero, soprattutto in Germania. La nostra vera consacrazione è avvenuta con “I Scream Up To The Sky” del 2002, ricevemmo molti consensi e potemmo intensificare l’attività live. Infine, dopo una serie di problemi di ordine manageriale, nel 2003 siamo riusciti a firmare un contratto con la Nuclear Blast che ci ha permesso di registrare il nuovo “Destroy”, un album potente e incazzato.”

Bene, visto che ci sei potresti guidarci tra le pieghe del nuovo disco.
“ L’aspetto lirico riguarda la vita e i suoi vari aspetti come l’amore, l’odio, la rabbia, il dolore, la lotta. Questi sono i concetti lirici del disco che però, bada bene, non vanno disgiunti dall’aspetto musicale che per noi conta molto. La musica è molto aggressiva perché esprime concetti forti e molto sentiti da noi. Per quel che riguarda il “making of” del disco, i ragazzi della Nuclear Blast ci hanno permesso di fare le cose per bene mettendoci a disposizione un buon budget ed un buon studio. Il produttore è Tue Madsen, lo stesso che ha lavorato al disco dei Mnemic, ed il disco è stato registrato agli Ant Farm Studios, in Danimarca. Le songs sono venute tutte fottutamente potenti e veloci, delle vere killer songs! Siamo rimasti in studio per tre settimane ed è stato fantastico, abbiamo avuto il piacere di lavorare con tanti ragazzi in gamba. Abbiamo registrato tutto quello che facevamo e solo alla fine abbiamo deciso cosa tenere e cosa no. Alla fine è stato anche abbastanza rilassante, siamo riusciti a fare in fretta e non ci è pesato assolutamente. Suonare in studio ci piace, ci viene molto naturale, quasi come suonare on stage.”

Ma c’è un particolare messaggio o un particolare feeling che questo disco secondo voi trasmetta?
“ Certo, devi sempre credere in te stesso e tenere gli occhi aperti perché in giro c’è sempre qualcuno pronto a fotterti.”

A livello musicale ci sono delle particolari differenze rispetto al passato o nuove influenze che vorresti sottolineare?
“ Non saprei dirtelo, molti continuano a paragonarci ai Soulfly.”

In effetti per molti siete la risposta ungherese ai Sepultura e ai Soulfly. Questo continuo paragone è un onore per voi o vi pesa?
“ Un peso non di certo, se qualcuno azzarda questi paragoni io posso solo ringraziare visto che amo queste band e amo soprattutto un personaggio come Max Cavalera. Sono due delle mie band preferite e con le quali sono cresciuto insieme a Slayer, Metallica e Iron Maiden.”

Nel vostro sound ci sono anche delle influenze gitane o comunque folk. Pensi che si adattino bene all’heavy metal?
“ Certo le persone rimangono un po’ spiazzate quando sentono tali influenze. Io le uso perché non posso farne a meno visto che appartengo alla comunità Rom, appartengono alla mia anima. Siamo un popolo che ama la libertà e questo concetto si adatta molto bene all’heavy metal. Eppoi noi gitani sappiamo suonare musica molto dura e quindi, di conseguenza, credo che sia molto “cool” mischiare le cose.”

E cosa mi dici della scena metal ungherese, ovemai ve ne sia una?
“Non ci crederai, ma la scena è abbastanza grossa nonostante il paese sia molto piccolo, ci sono molte bands metal, dal true metal al nu metal. Tuttavia il paese non offre molte chance, quindi siamo sempre le stesse persone che suonano e molte, presto, si stancano o si annoiano e mollano. Noi siamo molto fortunati ad essere usciti fuori dai confini, ma ti assicuro che qui c’è molta passione per il metal nonostante le poche chance. In effetti, in un paese così, le chance sono poche pure per vivere, figurati per suonare heavy metal!”

Tuttavia negli ultimi tempi sono fiorite ottime scene metal in paesi dell’est europeo come Polonia, Repubblica Ceca e Romania, scene che sono rispettate da tutti. Credi che l’Ungheria possa riuscire a colmare il gap che la separa dalle altre nazioni ex-sovietiche?
“ Io penso di si, in fondo è solo questione di tempo. I paesi da te citati non sono ricchi come non lo è l’Ungheria, ma la passione non manca e noi vogliamo dimostrare a tutti che possiamo fare molto. Non abbiamo tanto e chi può permettersi di suonare è molto fortunato. Rispetto agli altri paesi europei partiamo con un bel po’ di ritardo, ma ce la faremo!”

Però l’Ungheria ha un personaggio di spicco nel metal quale è Attila, mister “De Misteriis Dom Sathanas”. Che opinione hai di lui?
“ Non posso dirti molto perché non lo conosco di persona. Come artista invece gode del mio rispetto per tutto quello che ha fatto. Apprezzo soprattutto le cose fatte con i Tormentor.”

Prima hai accennato ai problemi contrattuali che vi hanno portato a firmare con la Nuclear Blast. Ti va di approfondire?
“ Siamo molto orgogliosi che una delle migliori label metal ci abbia fatto firmare un contratto. Ciò ci ha dato la possibilità di porci all’attenzione di un gran numero di metal kids. La promozione è ottima, sto facendo tantissime interviste e il disco si può trovare dappertutto. Quando hai una label così alle spalle hai risolto la metà dei tuoi problemi. Senza di loro non so se saremmo potuti uscire dall’Ungheria con così tanta facilità, non basta saper suonare se non hai la possibilità di farti conoscere. Siamo molto felici di tutto ciò.”

Immagino che allora vi abbiano già pianificato un tour europeo.
“ Certo! A Marzo saremo in tour con i Pro Pain e suoneremo in tanti posti nei quali non siamo mai stati. Sono molto eccitato all’idea, suoneremo parecchie date in Germania, Austria, Svizzera, Francia e in altri paesi limitrofi. Il tour comprende anche gli inizi di Aprile e quest’estate addirittura suoneremo al Wacken. Non vedo l’ora!”

Ok Zoltan, chiudi pure come ti aggrada.
“ Ti ringrazio molto e porta i miei saluti a tutti i ragazzi italiani. L’unica cosa che posso dirvi è di credere sempre in voi stessi, è molto importante. Destroy!”

Intervista a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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